La collezione di bottoni

"Vuoi vedere il mio nascondiglio segreto?". Mi dice a pranzo Anastasia.
"Hai un nascondiglio segreto?".
"Si ma non dirlo a nessuno". Mi sussurra. "Specialmente a quella pettegola di Celeste, cinguetta pettegolezzi con gli altri uccellini"
Non parlerei mai con un uccello a meno che non fossi San Francesco, ma visto che non lo sono non credo che lo farei.
"Va bene".
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Il "nascondiglio segreto" di Anastasia è un vecchio sgabuzzino dimenticato dal mondo in fondo al convento con un' unica finestra come illuminazione.
"Benvenuta nel mio nascondiglio!". Esclama aprendomi la porta con fare trionfale.
Sì... non è questa gran cosa.
I muri sono coperti da teli rossi.
"Perché sono coperti?".
"Perché?, ammira!". E toglie il primo telone da un muro.
Ciò che si rivela è un paesaggio, con colline, uliveti, un bianco paesino in lontananza con il campanile in bella vista, un sole che splende e gli animali in giro.
È bellissimo, non è la mano di un'artista ma è bellissimo ugualmente.
"L'hai dipinto tutto te?!". Domando incredula.
Avvicino la mano all'opera.
Questo è il mio mondo...
"Certo chi se no?, la Madonnina?, a proposito guarda anche qui!".
Tira giù un altro piccolo telo rosso e nell'angolo si rivela una nicchia con una statuetta della Madonnina con il Bambinello in braccio.
"Credo che questa tanto tempo fa fosse una cappella ma che poi è caduta in disuso quando hanno costruito la chiesa del convento.
Comunque mi piace qui perché ci sono loro, e non sono rappresentanti così grandi e gloriosi e giudici  come negli affreschi, qui sono una mamma e il suo bimbo, il suo bimbo speciale".
Quanto è vero.
"Vuoi vedere la mia collezione di bottoni?".
Da un mattone della parete tira fuori una scatoletta di legno.
"Collezioni bottoni?!".
"Certo!, che c'è di male?".
"Beh di solito la gente colleziona altre cose...".
Ancora quello sguardo di sfida dell'infermeria: occhi brillanti e un luccichio.
"Qualcuno ha mai dettato le regole del collezionismo?!, no, e allora colleziono quello che voglio e in questo caso bottoni".
Apre la scatoletta che rivela tanti bottoni di ogni forma e dimensione.
"Dove gli hai presi?".
"Un po' di qua e un po' di là, gli racimolo in giro, cadono fra le monete delle offerte..., ma sono così belli, piccoli e rotondi".
Ma come fai a vedere il bello in ogni cosa?.
"Una volta". continua. "Ho sentito di un tale che collezionava ciliegie, ce ne aveva tantissime, così tante che gli occupavano tutta la casa e gli abitanti del paese erano preoccupati per il fatto che in casa avesse più ciliegie che spazio. Allora si rivolsero  al vescovo che gli ordinò di disfarsi di tutte le ciliegie.
Il tale dovette ubbidire e visto che non voleva sprecare il cibo in onore della fame del mondo fu costretto a mangiarsi tutte le ciliegie e fece indigestione per un mese".
Ok, è la storia più strana mai sentita.
"Ma scusa dove l'hai sentita?".
"Boh non lo so, se è vera vuol dire che c'è gente strana al mondo, se è falsa vuol dire che la gente è strana a inventarsi certe cose".
La gente è sempre strana, in un modo o nell'altro.
Ridiamo entrambe.

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