CAFFÈ, RUNE, OROSCOPO, UNA GOCCIA DI MAGIA ...LEONE

Ecco la stagione del leone.

Calda e focosa come quel vero testone,

che non sente ragione e vuol fare il padrone!

Allora tu assecondalo,

accarezzagli l'orecchio,

fagli un bel complimento

e diventerà un micetto!

(FILASTROCCA DI, Zaffiro__)

Il caffè letterario vuole fare gli auguri a chi compie gli anni in questo mese, e lo fa permettendo a celisabetta di scatenare la Wicca che risiede in lei... La streghetta parlerà del segno zodiacale tra un caffè con la panna e una torta al cioccolato, o forse, tra un cappuccino e una crostata alla frutta... vedremo!

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23 luglio-22 agosto

Primo Levi è stato uno scrittore italiano di origine ebraica. Nato nel 1919 è morto nel 1987.

Le sue opere raccontano il dramma dell'Olocausto e delle deportazioni naziste nei campi di concentramento.

Primo Levi nasce a Torino il 31 luglio del 1919, appartiene a una famiglia benestante, colta e borghese,di origini ebraica piemontese proveniente dalla Spagna e dalla Provenza.

Il padre Cesare, ebreo praticante, laureato in ingegneria elettronica, era spesso lontano dalla famiglia per ragioni di lavoro, principalmente all'estero (in particolare in Ungheria). Nondimeno esercitò sul figlio una profonda influenza, trasmettendogli gli interessi per la scienza e la letteratura. Tutte cose che formarono l'interesse e il carattere dello scrittore, nonché gli elementi della sua futura produzione letteraria.

Nel 1921 nacque la sorella Anna Maria, cui Levi restò molto legato per tutta la vita

Levi fu allievo di Azelia Arice (uno dei più famosi e stimati docenti italiani), con cui rimane in contatto nel corso della sua vita e cui dedicò un necrologio pubblicato alla sua morte.

Nel 1936-1937 fu uno dei redattori del numero unico del D'Azeglio sotto spirito, rivista della scuola, su cui pubblicò la sua prima poesia "Voi non sapete studiare", in cui racconta le sue disavventure nel tentativo di raccogliere un erbario su indicazione della professoressa di scienze.

"Nella mia famiglia si accettava, con qualche insofferenza, il fascismo. Mio padre [...] si era iscritto al partito di malavoglia, ma si era pur messo la camicia nera. Potrei dire che le leggi razziali restituirono a me, come ad altri, il libero arbitrio."

Il padre di Primo si era iscritto di malavoglia al partito fascista, pratica obbligatoria se si voleva lavorare.

Nel novembre del 1938, entrarono in vigore in Italia le leggi razziali (uno degli atti più vergognosi della nostra storia contemporanea), dopo quelle in Germania, dove già l'antisemitismo si era manifestato attraverso atti di violenza e sopraffazione.

Tali leggi avevano introdotto gravi discriminazioni ai danni dei cittadini italiani che lo stato dittatoriale considerava "di razza ebraica", persone che, come abbiamo letto, spesso avevano accolto il regime fascista per condurre una vita "tranquilla".

Le leggi razziali precludevano l'accesso allo studio universitario agli ebrei, ma concedevano di terminare gli studi a coloro che li avessero già intrapresi. Li estraniavano dalla vita pubblica e sociale impedendo, a una parte dei cittadini italiani, di entrare nei negozi, lavorare, insegnare, frequentare circoli ecc...

(Un viaggio nella memoria e un film da vedere assolutamente!)

Negli anni dell'università frequentò circoli di studenti antifascisti; leggeva Darwin, Mann, Tolstoj. Pur in regola con gli esami, a causa delle leggi razziali ebbe difficoltà a trovare un relatore per la sua tesi, finché nel si laureò con lode, con una tesi compilativa in chimica, relatore il professore Giacomo Ponzio).

Il diploma di laurea riporta la precisazione «di razza ebraica».

In quel periodo suo padre si ammalò, le conseguenti difficoltà economiche, dovute sempre all'impossibilità di lavorare, resero affannosa la ricerca di un impiego.

Levi fu assunto in maniera semi-illegale da un'impresa (non appariva ufficialmente nei libri paga, pur lavorando in un laboratorio).

A questo periodo si fanno con probabilità risalire i primi esperimenti letterari come la poesia "Crescenzago" o il progetto di un racconto di montagna.

Successivamente trovò un'impiego migliore presso la Wander, una fabbrica di medicinali, dov'era incaricato di studiare alcuni farmaci contro il diabete. Qui Levi, assieme ad alcuni amici, venne in contatto con ambienti militanti ed entrò nel clandestino.

Dopo l'8 settembre del 1943 si rifugiò in montagna, unendosi a un nucleo partigiano operante in Valle d'Aosta. Dichiarò, più tardi, che quello fu un'esperienza di giovani volenterosi e ben intenzionati che però non possedevano: armi, contatti, quindi erano sprovveduti.

La sua "vita" partigiana è stata oggetto di due saggi usciti a pochi mesi di distanza nel 2013 e di una dura polemica giornalistica.

Poco dopo, all'alba del 13 dicembre 1943, venne arrestato insieme a due compagni nel villaggio di Amay, sul versante verso del Col de Joux (tra Saint-Vincent e ). Interrogato, preferì dichiararsi ebreo piuttosto che partigiano e per questo fu trasferito nel campo di Fossoli, presso la provincia di Modena.

Il 22 febbraio Levi e altri 650 ebrei, donne, uomini, bambini, furono stipati su un treno merci per cinque giorni, (oltre 50 persone in ogni vagone) e destinati nei lager.

Levi fu registrato con il numero 174517, la "matricola" veniva tatuata sul braccio come segno di riconoscimento togliendo alle persone ogni parvenza umana. Dopo fu condotto al campo di Buna-Monowitz, allora conosciuto come Monowitz (Auschwitz, in Polonia), dove rimase fino alla liberazione da parte dell' Armata Rossa, avvenuta il 27 gennaio 1945 .

Levi raccontò di essere sopravvissuto grazie a una serie di fortunate coincidenze: grazie agli studi sapeva un tedesco elementare che gli permise di comunicare con le guardie; al campo fece amicizia con un muratore, un civile che gli passava del cibo di nascosto a discapito della vita; i tedeschi cercarono dei chimici per alcune fabbriche di gomma arruolandolo; alla fine si ammalò di scarlattina e venne trasferito in infermeria, durante l'evacuazione e la "SOLUZIONE FINALE", i malati, credendo che sarebbero morti naturalmente, vennero abbandonati a loro stessi.

L'avventuroso viaggio di ritorno in Italia fu descritta nel libro: "LA TREGUA"

Tornato in patria si riprese dal punto di vista fisico e riallacciò i contatti con i familiari e gli amici superstiti, trovò lavoro nella fabbrica di vernici Duco-Montecatini ad Avigliana, vicina a Torino, da cui si licenziò nel 1947.

L'esperienza nel campo di concentramento lo segnò profondamente: l'incubo vissuto nel lo spinse subito a scrivere un testo che fosse testimonianza della sua esperienza e che verrà intitolato: "SE QUESTO È UN UOMO" .

Lo stile letterario di Primo Levi, in Se questo è un uomo, si sviluppa in una narrazione asciutta e priva di retorica, sintetica ed esauriente quanto basta per comprendere i sentimenti e lo sfondo sociale dell'ambientazione dell'opera.

Lo stile che ben si adatta al vasto pubblico a cui Levi intende rivolgersi, in special modo nella trattazione di un argomento di estrema importanza, come quello della prigionia in un lager. Tuttavia l'opera è nutrita di una profonda conoscenza dei classici, appresa sia in Liceo sia grazie a moltissime letture personali.

In seguito conobbe colei che diventò sua moglie questo incontro, insieme al lavoro di chimico, gli permise di superare il momento più doloroso del ritorno e di dedicarsi alla stesura di: Se questo è un uomo.

Ne: Il Sistema periodico Primo Levi definisce il suo scrivere un'opera di chimico che pesa e divide, misura e giudica su prove certe, e s'industria di rispondere ai perché.

Terminato il manoscritto molti editori lo rifiutarono tra cui Enaudi. Fu pubblicato da un piccolo editore. Nonostante la buona accoglienza della critica incontrò uno scarso successo di vendita. Delle 2500 copie stampate furono vendute solo 1500, soprattutto a Torino.

L'opera di Levi fu uno dei primissimi memoriali di deportati ebrei nei campi di sterminio nazisti.

Prima di Se questo è un uomo, Levi aveva scritto con il dottor Leonardo De Benedetti, su richiesta delle autorità russe, Rapporto su Auschwitz, il primo saggio che descriveva le condizioni sanitarie nei campi di concentramento.

Levi abbandonò quindi il mondo della letteratura e si dedicò alla professione di chimico. Dopo una breve esperienza come lavoratore autonomo con un amico, trovò impiego presso la Siva, una ditta di produzione di vernici di , di cui, in seguito, assunse la direzione fino al pensionamento. Nel 1948 nacque sua figlia Lisa Lorenza, nel 1957 il figlio Renzo.

Nel 1955, una mostra sulla deportazione a incontrò uno straordinario riscontro di pubblico: Levi si rese conto del grande interesse per la Shoah, soprattutto tra i giovani. Partecipò a numerosi incontri pubblici (soprattutto nelle scuole). Aveva intanto riproposto a Einaudi, nel 1955, Se questo è un uomo, che decise di pubblicarlo nel giugno : questa nuova edizione, con modifiche e aggiunte, in particolare la parte introduttiva dove Levi racconta il suo arresto, incontrò un successo immediato.

Quest'ultima traduzione era particolarmente significativa per Levi (uno degli obiettivi che si era proposto scrivendo il suo romanzo era far comprendere al popolo tedesco che cosa era stato fatto in suo nome e di fargliene accettare una responsabilità almeno parziale).

Incoraggiato dal successo internazionale , quattordici anni dopo la stesura di: SE QUESTO È UN UOMO, incominciò a lavorare a una nuova opera sul viaggio di ritorno da Auschwitz, l'opera fu intitolata: LA TREGUA .

Scritta metodicamente vinse la prima edizione del PREMIO CAMPIELLO e incontrò un buon successo tra la critica.

Nella sua produzione letteraria successiva, prendendo spunto dalle proprie esperienze come chimico, l'osservazione della natura e l'impatto della scienza e della tecnica sulla quotidianità diventarono lo spunto per originali situazioni narrate in racconti pubblicati su IL GIORNO.

In questo periodo, la sua vita è nettamente divisa in tre impegni: la fabbrica, la famiglia, la scrittura. Compì numerosi viaggi di lavoro in Germania e Inghilterra. Nel 1965 tornò ad Auschwitz per una cerimonia commemorativa.

Fece molti viaggi di lavoro in Unione Sovietica; nel decise di andare in pensione (abbandonando la direzione della fabbrica, ma restandone consulente per due anni) e di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.

Nello stesso anno uscì la raccolta di racconti , in cui episodi autobiografici e racconti di fantasia vengono associati ciascuno a un elemento chimico. L'opera gli valse il Premio Prato per la Resistenza.

Il 19 ottobre 2006 la del scelse quest'opera come il miglior libro di scienza mai scritto.

Questa raccolta di racconti il cui protagonista è il medesimo personaggio, Libertino Faussone, rappresenta un omaggio al lavoro creativo e in particolare a quel gran numero di tecnici italiani che hanno lavorato in giro per il mondo a seguito dei grandi progetti di ingegneria civile portati avanti dall'industria italiana dell'epoca.

Levi non era religioso: «La mia è la vita di un uomo che è vissuto, e vive, senza Dio, nell'indifferenza di Dio», affermò, intervistato da Giuseppe Grieco, contrapponendosi al credente ; «io, il non credente, e ancor meno credente dopo la stagione di Auschwitz», anche se dichiarò di provare invidia per i credenti.

Dopo la terribile esperienza del lager radicalizzò il suo non credere : «C'è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo».

Pur non essendo religioso, fu interessato alla cultura e alla tradizione ebraica: accettava la propria identità ebraica, ma non la fede.

Levi, rendendo spunto dai molti dialoghi con i giovani, agli incontri pubblici e scambi epistolari, tornò per l'ultima volta sul tema dell'olocausto cercando di analizzare con distacco la sua esperienza, chiedendosi perché le persone si siano comportate in quel modo ad Auschwitz e perché alcuni siano sopravvissuti e altri no. In particolare estese la sua analisi alla "zona grigia", come egli la definì, rappresentata da tutti coloro che a vario titolo e con varie mansioni avevano partecipato al progetto di concentrazione nazista.

«È ingenuo, assurdo e storicamente falso ritenere che un sistema inferno, qual era il nazionalsocialismo, santifichi le sue vittime: al contrario, esso le degrada, le assimila a sé, e ciò tanto più quanto più esse sono disponibili, bianche, prive di un'ossatura politica o morale. Da molti segni, pare che sia giunto il tempo di esplorare lo spazio che separa (non solo nei Lager nazisti!) le vittime dai persecutori, e di farlo con mano più leggera, e con spirito meno torbido, di quanto non si sia fatto ad esempio in alcuni film. Solo una retorica schematica può sostenere che quello spazio sia vuoto: non lo è mai, è costellato di figure turpi o patetiche (a volte posseggono le due qualità ad un tempo), che è indispensabile conoscere se vogliamo conoscere la specie umana [...].»

Primo Levi venne trovato morto l'11 aprile a Torino. Il corpo fu rinvenuto alla base della tromba delle scale dello stabile dove risiedeva, a seguito di una caduta. Benché l'ipotesi di gran lunga più accreditata sia quella del suicidio, molti sostennero che la caduta potesse essere stata provocata dalle forti vertigini di cui Levi soffriva; anche Rita Levi Montalcini negò decisamente che si trattasse di suicidio.

Il corpo di Levi è sepolto presso il campo israelitico del Cimitero Monumentale di Torino.

«Lo stesso mio scrivere diventò un'avventura diversa, non più l'itinerario doloroso di un convalescente, non più un mendicare compassione e visi amici, ma un costruire lucido, ormai non più solitario: un'opera di chimico che pesa e divide, misura e giudica su prove certe, e s'industria di rispondere ai perché. Accanto al sollievo liberatorio che è proprio del reduce che racconta, provavo ora nello scrivere un piacere complesso, intenso e nuovo, simile a quello sperimentato da studente nel penetrare l'ordine solenne del calcolo differenziale. Era esaltante cercare e trovare, o creare, la parola giusta, cioè commisurata, breve e forte; ricavare le cose dal ricordo, e descriverle col massimo rigore e il minimo ingombro.»

CARATTERISTICHE DEL SEGNO:

PIANETA DOMINANTE: SOLE

SEGNO: FUOCO

SEGNO OPPOSTO: ACQUARIO

ELEMENTO: FUOCO

COLORE: GIALLO ORO

METALLO: ORO

PROFUMO: LE RESINE, INCENSO, VANIGLIA, AMBRA, PATCHOULI

STAGIONE IDEALE: ESTATE

PIETRA: AMBRA

GIORNO FORTUNATO: DOMENICA (IL GIORNO DEL SOLE)

FRASE SIMBOLICA: AMO, CON ORGOGLIO E CORAGGIO!!!

DESCRIZIONE:

Il Leone (♌︎) è il quinto dei 12 segni zodiacali dell'astrologia occidentale, situato tra Cancro e Vergine.

Il Leone è un segno di fuoco con una grande energia e buone doti carismatiche. Ama essere il protagonista, è espansivo ed estroverso e agisce nella vita con passione ed entusiasmo.

Questa sua forza spesso lo può mettere in difficoltà ed essendo anche un po' egocentrico tende troppo a portare tutta l'attenzione su di sé.

Il Leone sente di essere un capo, una guida e una persona di successo e queste sono le sue mete e del resto ha tutte le capacità per riuscire a primeggiare perché è: intelligente, forte, instancabile, coraggioso con un tocco di eleganza e charme che non guasta mai ...

l'unica pecca è di rischiare di strafare ed essere prepotente perché la sua indole superba ed egocentrica lo fa sentire migliore degli altri con il rischio di abusare del suo potere diventando quasi ridicolo.

Il Leone è inoltre molto orgoglioso e difficilmente ammette di aver fatto uno sbaglio e se lo fa li giustifica.

Il Leone ha un punto debole che sono le lusinghe infatti quando qualcuno canta le sue lodi, la vanità del leone è così forte che non si accorge dell' inganno e dell'eventuale manipolazione che sta avvenendo dietro alle lusinghe.

Facile così da raggirare anche perché in fondo il Leone è tendenzialmente di natura buona, generosa e leale pertanto non è nel suo modo di agire l'arte della lusinga e del raggiro per qualche fine personale.

IN BREVE DENOTA:

- Ambizione.

- Grinta.

- Energia.

- Lealtà e magnanimità.

- Volontà.

- Determinazione.

- Gentilezza.

- Sono forti e hanno una grande autostima di loro stessi.

- Trasmettono un senso di fiducia e possono rivelarsi grandi seduttori quando si tratta di conquistare.

- Sono dei leader tuttavia non amano la vittoria facile, al contrario, preferiscono la conquista con sforzo e "sudore".

- Sono consapevoli del proprio valore e amano essere apprezzati, il che li rende altamente suscettibili all'adulazione.

- Amano spaziare, sono ottimi organizzatori, ma prediligono il fatto che siano gli altri a svolgere il lavoro meno importante.

- Sanno essere: irremovibili, testardi.

Poiché nel Leone comanda il cuore, i nativi di questo segno sono soggetti a disturbi cardiaci quando diventano anziani.

Possono inoltre scordare che il corpo tende ad indebolirsi, e questo può provocare un aumento della pressione sanguigna.

Come scritto hanno la tendenza a comandare anche quando non ne possiedono le caratteristiche. Diventando, alla lunga, ridicoli. Sarà il loro innato carisma a salvarli da brutte figure.

Tutte queste sono caratteristiche che riguardano solo la vita terrena ed hanno tutte un denominatore comune: la forza di volontà, intesa nel senso più completo del termine.

Se questa caratteristica viene annullata porta all'ira, la permalosità, l'orgoglio, la voglia di comandare e ricercare il successo a tutti i costi, la tendenza a drammatizzare, anche a recitare.

Ciò che quasi stupisce nei nati sotto il segno del Leone è la straordinaria sicurezza di sé.
C'è in questo segno anche una tendenza a non sottostare della volontà altrui, in questi casi l'autorità si tramuta in sete di potere o tendenza a prevalere sugli altri.

La combattività si esplica in due modi: uno umano (tendenza a combattere d'istinto), ed uno sovrumano (la vittoria sulle prove, l'espansione dell'ego a favore dell'umanità tutta).

Il Leone, inoltre, è il segno dell'educazione, dei bambini, della gloria, della celebrità artistica.

Il Leone è un segno focoso ed eccellente sia nel corteggiamento che successivamente. In coppia l'amore del Leone non è platonico ma molto passionale e fisico, anche se a volte è troppo esuberante e teatrale nelle sue manifestazioni affettive.

Quando ama lo fa in modo completo e con tutta "l'anima" ricordiamoci, però, che fondamentalmente ama sé stesso.

La famiglia e la tradizione sono da rispettare così come la fedeltà all'interno della coppia.

Gli piace stupire con sorprese e regali importanti sia per la persona amata che in ambito più esteso come tra gli amici e conoscenti più stretti. Tutto nella sua vita deve dimostrare quanto sa essere perfetto e competitivo, quindi nulla è lasciato al caso.

IN DEFINITIVA:

LE RUNE DEL LEONE

Le RUNE sono l'antico alfabeto celtico usato dai veggenti per predire il futuro o dare consigli. Le Rune devono essere incise su materiali naturali e ognuna può essere usato come amuleto propiziatore che attira e gestisce, in modo positivo, l'energia. L'amuleto lo possiamo creare noi incidendo le rune su un sasso o una giada e portandolo addosso.

RICORDATE: "nessuno incida rune se non è in grado di domarle" è un monito che va ascoltato!

MANNAZ

E' la runa che racchiude l'essenza della persona. E' di buon augurio per ogni azione da intraprendere, protegge dagli influssi negativi.

Questa runa rappresenta il legame fra gli uomini e gli Dei, poiché essi discendono dagli Dei, ma lo hanno dimenticato, perché la divinità è celata al loro interno.

E' un simbolo dell'eterno ritorno, del passaggio fra diversi stati, in particolare quello dalla vita alla morte; in passato, la Luna, serviva a misurare il tempo. Rappresenta anche il mondo del sogno, dell'inconscio, della trasformazione, corrisponde alla magia orizzontale più che verticale contrariamente al Sole.

La runa Mannaz ha diverse funzioni:

Permette di sviluppare la memoria e il proprio potenziale, aiuta durante gli esami, aiuta a equilibrare i poli femminile e maschile in un essere vivente e a ritrovare la struttura divina che rechiamo in ognuno di noi. Mannaz è la runa dell'integrazione sociale, ma è anche una sorta di runa della dissimulazione, poiché è l'uomo o l'apparenza dell'uomo: deve aiutare a porsi la domanda:"Di fronte a me stesso sono un vero uomo o interpreto un ruolo?". La runa Mannaz è il simbolo dell'individuo immerso nella società, della ragione, dell'intelligenza, della struttura sociale e dell'evoluzione della coscienza planetaria.

Dritta:

La runa consiglia di mettere a fuoco con chiarezza le proprie mete.

Non è un compito da poco e non potrebbe essere altrimenti: si tratta di trovare un senso alla propria vita e darle la giusta direzione.

Mannaz indica che si è sulla strada giusta, consiglia di dare ascolto alle proprie emozioni e di imparare da esse, positive o negative che siano.

Mannaz, quindi, chiede, se si è vittime dell'ansia, di individuarne l'origine e risolvere il problema e inoltre di potenziare ciò che influisce su di noi facendoci realizzati e felici.

Capovolta:

Forse ci si trova in un momento in cui bisogna riconsiderare la propria situazione. E' difficile trovare il proprio "posto nel mondo".

Mannaz consiglia di riconsiderare le decisioni e le azioni intraprese o di liberarsi dell'inerzia. Forse si sta facendo qualcosa che non piace (sul lavoro e nello studio) e probabilmente bisogna vincere la paura del nuovo e la pigrizia che impedisce di uscire dalla solita routine per aprirsi a nuovi orizzonti.

Basta avere fiducia in sé stessi, nelle proprie capacità, per superare tutti questi ostacoli che appaiono sul proprio cammino e che spesso, sono dentro di noi.

ATTENZIONE, LE RUNE RICORDANO:

IL COMANDO È UNO STATO DI GRAZIA, TI FA APPARIRE: FORTE, DETERMINATO, UN DIO CHE SOLCA UNA TERRA DI UOMINI.

ATTENZIONE!!

IL POTERE RICHIEDE PREPARAZIONE E QUALITÀ, NON AVERNE E PRETENDERLO TI RENDE RIDICOLO!

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CANZONE DEDICATA:

When Bad Does Good by Chris Cornell

Irruenta, decisa e orgogliosa, la donna del Leone non si separa mai dalla sua musica. Quando scegli di ascoltare un cantante, difficilmente te ne separi: sei molto ossessiva per natura e potresti ascoltarlo all'infinito. Non hai un genere preferito: proprio come il segno della Vergine, ti piace ascoltare la musica purché ti trasmetta delle sensazioni forti e decise.

Testo:

In piedi accanto a una tomba aperta
Sei deciso dal destino, la tua vita è stata cancellata
La tua ultima ora è arrivata oggi
Acceso dal fuoco dei tuoi templi in fiamme

Eri un bambino e anche io

Ora sei un cacciatore ma io sono un leone.

E ti taglierò come ho fatto tante volte.

Ma a volte male può fare qualcosa di buono.

A volte male può fare qualcosa di buono

A volte male può fare qualcosa di buono

E ti ho sentito dire che la carne vende per la sterlina

Quando il sangue sta piovendo, taglia un fiume profondo.

E io sto facendo immersioni.

Adesso fai brillare una luce sulla terra

E scuotere questa polvere d'oro, fuori dalla sporcizia.

Non ci sono santi accanto a me e nessuna preghiera per guidarmi.

A volte male può fare qualcosa di buono.

Cattivo può fare del bene.

A volte male può fare qualcosa di buono

(Piova, il cielo sta cadendo)

Ho scelto un lato e non mostrerò pietà

(Piova, il cielo sta cadendo)

E non risparmiare vite.

Per quelli che mi provano.

(Piova, il cielo sta cadendo).

Lascia che sia capito

A volte male può fare qualcosa di buono

(Piova, il cielo sta cadendo)

A volte male può fare qualcosa di buono

(Piova, il cielo sta cadendo)

A volte male può fare qualcosa di buono

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