They don't know about us
Il viaggio di Leonardo a Roma era durato relativamente poco, solo due settimane lontano da casa ed era successo l'immaginabile: annunciato dal suo solito vociare alto, Zo e Sofia avevano fatto appena in tempo a staccarsi e a catapultarsi in lati opposti della bottega per non destare nessun sospetto nel povero ignaro artista.
- Buongiorno ragazzi! - era entrato dal portone carico come non mai – Mi venite a dare una mano per favore?
- Sì, subito – aveva mollato la pinza e si era diretta verso il fratello, mentre Zoroastro si era alzato pigramente, aveva dato una pacca all'amico e aveva preso in braccio le scartofie che aveva in mano:- Ben tornato.
- Grazie Zo.
- Stanco? - gli aveva chiesto con un po' troppo interesse per i suoi canoni, cosa che Leonardo aveva percepito subito, anche se stranamente non si era fatto domande:- Un pochino, ma mi sono fermato alla solita locanda e mi sono rifocillato.
- Quindi non hai fame? - era sbucata sua sorella con le casse di fiori essiccati in braccio.
- No, grazie. Però mi berrei volentieri un goccetto di vino.
- Lascia stare Sofia, glielo verso io – l'aveva battuta sul tempo il ragazzo prendendo un bicchiere, una bottiglia e versando il liquido – Intanto siediti se vuoi, portiamo noi dentro le cose – gli aveva sorriso un po' rigido.
- Oh, grazie – lo aveva guardato Leonardo un po' strano, seguendo ogni suo passo con lo sguardo.
- Zo, sei un po' troppo ovvio – gli aveva detto Sofia appena si erano trovati fuori, lontani dall'ascolto di Leonardo.
- Scusa, sono nervoso. Dobbiamo proprio dirglielo? Lo teniamo segreto e basta.
- Sì, certo. Segreto a Leonardo Da Vinci...
- Ma proprio lui dovevi avere come fratello?
- E tu proprio lui dovevi avere come migliore amico?
- Non è quello il problema So. Il problema è che tuo fratello ha un amico irresistibile – si era pavoneggiato leggermente sollevando una cassa.
- Dio santo – aveva alzato gli occhi al cielo – Sei un cretino.
- Sì, ma il tuo cretino – le aveva fatto l'occhiolino.
- Entra, va – l'aveva spinto verso la porta.
- Stavo pensando...– aveva parlato Leonardo appena i due erano rientrati – Dobbiamo mettere a posto un po' di cose qua dentro, quindi ci stancheremo un sacco. Se andassimo a mangiare qualcosa dopo al "Cane abbaiante"? Almeno non devi cucinare nulla Sofia.
- Sei sicuro Leo? Non è un problema per me.
- No, davvero. E poi ho voglia della zuppa di erbe di Nevio.
- Allora va bene! Zo?
- Sì, ci sto- aveva guardato il ragazzo l'amico – Mi hai fatto venir voglia di zuppa.
- Eh, sarà anche ora che smetti di mangiare animali morti.
In quel giovedì sera il Cane Abbaiante era davvero pieno: tavoli completamente pieni di uomini più o meno ubriachi, circondati da giovani cameriere che, più per dovere che per piacere, accettavano le loro attenzioni lascive. Da lontano un tavolo sembrava chiamare loro, proprio vicino alle scale e all'uscita in caso di rissa.
- Stammi vicino – aveva sussurrato Zo d'istinto a Sofia, che intanto si era stretta tra lui e il fratello. Da quando i due si erano avvicinati, Zoroastro sembrava essere più responsabile, meno tentato a unirsi a una rissa di cui non sapeva nulla, come invece era solito fare senza troppi problemi.
Si erano seduti, Leonardo da una parte, Zoroastro e Sofia dall'altra, in faccia al nemico: si erano convinti che davanti al cibo fosse il momento giusto per dirgli la verità, magari sarebbe stato più addolcito dalla zuppa o dal castagnaccio.
- A Roma come è andata? - aveva aperto finalmente la conversazione Sofia.
- Solito viaggio d'affari, nulla di emozionante, nulla di nuovo.
- Riario?
- La solita testa dura, ma credo di aver smosso qualcosa stavolta.
- "Stavolta" - lo aveva canzonato Zoroastro – Come se tu non lo avessi mai fatto...
- Sarà un talento, non lo so, ma tiro fuori il buono dalle persone – si era pavoneggiato.
- Dipende dai punti di vista, mio caro amico.
- Quando smetterai di percularmi, avvisami. Comunque, la catapulta che ti ho chiesto di sistemare Sofia, come sta procedendo?
- Bene, molto bene. Sto solo facendo le ultime modifiche e in qualche giorno dovrebbe essere perfetta.
- Ottimo, grazie mille dell'aiuto. Per il resto, tutto bene voi due?
Zo e Sofia si erano guardati molto velocemente, il panico negli occhi del ragazzo "Ci ha scoperti!" e un tentativo vano di calmarlo in quelli della ragazza:- Sì, tutto bene, tutto molto tranquillo.
- Andate d'accordo, vedo.
Un altro scambio di sguardi, forse adesso era veramente il momento:- A tal proposito...- aveva iniziato Zo, ma era stato subito interrotto dall'infrangersi di un piatto a terra e un urlo cupo:- Brutta sgualdrina, guarda cosa hai fatto!- si era alzato in piedi una specie di energumeno, visivamente alticcio e con qualche neurone in meno, la camicia di cotone completamente imbrattata di quella che doveva essere pappa al pomodoro. Senza ritegno, l'aveva strattonata per un braccio e l'aveva tirata leggermente su:- Adesso devi fare qualcosa per sdebitarti – aveva riso basso e crudo.
- No messere, lasciatemi per favore – si divincolava lei.
- Ma non lagnarti piccola, vedrai che ti divertirai.
- No, vi prego, lasciatemi.
- Esatto messere, lasciate questa povera ragazza – si era posto tra loro Leonardo, che intanto si era alzato e aveva lasciato Zo e Sofia soli.
- Perché ogni volta fa così – aveva alzato al cielo gli occhi l'amico.
- Per la cara vecchia...- gli aveva fatto spallucce la ragazza.
- E voi chi sareste? - lo aveva guardato di sbieco l'energumeno.
- Leonardo da Vinci, al vostro servizio – aveva fatto un inchino.
- Ah, l'artista di cui si parla tanto in giro. E cosa vorreste fare?
- Io lo so già, qua le prende – si era messo le mani sugli occhi Zoroastro.
- Vai a dargli una mano.
- Ma sei matta? Quello è una specie di colosso, le prendiamo in due.
- Ho intenzione di evitare che voi facciate del male a questa dama – aveva sorriso seducente alla giovane e lei aveva tentato di ringraziare con lo sguardo.
- Io non ho intenzione di farle del male, solo di divertirmi un po' con lei.
- Ma credo di capire dalle sue lamentele che lei non voglia.
- Poco importa questo.
- Sentite, mi sono stancato di parlare con voi, è come discutere con un canarino, che comunque capirebbe più di voi – il tono si era fatto più serio e protettivo – Lasciate la ragazza!
- Oppure?
- Oppure – aveva preso in mano un coltello – Ve la vedrete con me.
- Oh – aveva mollato la ragazza, che subito era corsa verso le scale, vicino al tavolo di Sofia e Zoroastro – Non mi sembra molto valido combattere contro un avversario disarmato.
- Avete ragione – aveva alzato le mani e si era fatto cadere il coltello dietro – Usiamo le mani – lo aveva sfidato con un finto pugno.
- State bene? - era corsa Sofia verso la giovane cameriera.
- Sì, sì, ma fate qualcosa per il vostro amico o quel coso potrebbe davvero ucciderlo.
- Ecco, io lo sapevo – si era alzato Zo in ansia.
- Ma tu da quando ti fai tutti questi problemi a partecipare a una rissa?
- Da quando ho una fidanzata che amo e che non voglio lasciare vedova prima ancora di averci fatto una famiglia – aveva sputato fuori senza rendersene conto – Ma ora suo fratello, nonché il mio migliore amico, è in pericolo...
- Vai e smettila di farti questi problemi! - lo aveva scacciato seria, ma colpita dalle parole: il prima possibile gli avrebbe chiesto spiegazioni.
- Leonardo – aveva urlato il ragazzo mettendosi al fianco dell'amico, che dopo un brutto mal rovescio era accasciato a terra con il naso sanguinante. Gli aveva offerto una mano e lo aveva aiutato ad alzarsi – Spacchiamo il culo a questo mostro – gli avevano tirato un pugno in faccia insieme.
- Sapete cos'è la cosa che mi fa davvero ridere? - aveva detto Sofia guardando i "suoi" uomini – Che nonostante foste in due, quel tipo vi ha veramente gonfiato per bene. Meno male che è arrivato Nevio.
- Io davvero non so come faccia quel nano da giardino a scacciare qualsiasi piantagrane dalla sua locanda con una sola pedata ben assestata.
- Berrà qualcosa di strano prima, se no non so come spiegarmelo.
- No no, qua vi sbagliate ragazzi – si era intromessa Sofia – E' l'esperienza da proprietario di una locanda, conosce i tipi di clienti a memoria.
- Forse hai ragione...Ma quanto manca alla bottega? - si era lamentato Zo tenendosi una spalla molto probabilmente lussata.
- Ancora qualche metro. Non ne posso davvero più – aveva zoppicato velocemente fino alla porta Leonardo, aspettando che la sorella aprisse la porta:- Su dai rottami, mettetevi sul letto che mi spalmo qualcosa per quelle ferite: è una pomata che mi ha dato un po' di tempo fa Altea, sono quasi certa che funzioni.
- Basta che mi faccia passare un po' il male che ho, è indicibile – si era lanciato Zoroastro sul letto, subito seguito da Leonardo e un suo sbuffo.
- Salvaci, oh giovane Sofia – aveva scherzato l'artista.
- Subito – aveva riso lei.
- Ah, senti come è fresca – aveva subito percepito il sollievo Zo – Sì Sofi, proprio lì – gli era uscito un verso di piacere che subito si era rimangiato alla vista dei fratelli che lo guardavano male.
- Zo, anche un po' meno – aveva finalmente detto Leonardo.
- E' così brava – era arrossito.
- A proposito: voi due non mi dovevate dire qualcosa?
Ecco, il momento dello scontro è arrivato.
- Ecco, in effetti qualcosa ci sarebbe...
- Esattamente, riguarderebbe voi due questa cosa?
Mayday, mayday, missione annullata. Ha capito, oh sì, ha capito.
- In effetti sì... potremmo dire che...insomma...noi...- Zo stava centellinando le parole.
- Voi?
Era più difficile da ammettere di quanto si aspettasse, non aveva il coraggio di dire che "casualmente" si era innamorato della sorella del suo migliore amico e che, sempre "casualmente", lei ricambiava. Poi gli era passato un pensiero veloce per la testa.
- Lo hai già capito, vero?
- Sì, ma voglio sentirlo dire dalla tua stessa bocca.
Sofia si era alzata di scatto dal letto e aveva guardato dritto negli occhi suo fratello:- Come caspita hai fatto?
- Lui è Leonardo Da Vinci, capisce tutto prima di noi esseri umani – aveva guardato la ragazza – Ma essendo Leonardo Da Vinci è anche un piccolo bastardo senza cuore – si era girato verso l'amico – Sai quanto coraggio mi costa questa cosa?
- Tanto, anche se non capisco bene perché...
- Dio, Leonardo! Mi sto portando a letto tua sorella e vuoi che te lo dica con così tanta leggerezza?! - Zoroastro aveva colpito nel segno l'orgoglio dell'amico, che sorprendentemente non aveva pensato a quel lato della faccenda, ma pareva aver ben incassato il colpo:- Direi che è abbastanza grande per scegliere da sola a chi donare le sue grazie e a chi no. E poi con te so che è in buone mani – aveva detto più a sé stesso che all'amico, anche se si era girato subito verso di lei – Ti spiace andarmi a prendere dell'acqua.
- Subito – era uscita dalla stanza e Leonardo aveva lanciato la bomba:- La ami?
- Che? Come? Così su due piedi...
- Zo! – gli aveva preso tra le mani le spalle e aveva puntato i suoi occhi in quelli del ragazzo – Hai intenzioni serie oppure è uno dei tuoi divertimenti? - sapeva che la risposta sarebbe stata comunque la prima, ma sperava nel riuscire a leggergli la verità negli occhi.
Zoroastro aveva posato una mano su quella dell'amico e gli aveva sorriso:- Non ho mai avuto intenzioni più serie con una persona. Ti giuro Leonardo, non so cosa farei per quella ragazza – gli occhi si erano sciolti a quelle parole, non riusciva a fare a meno di sorridere.
- Ecco il tuo bicchiere di acqua – aveva passato un bicchiere al fratello – E uno per te Zo – si era seduta sul letto vicino a Leonardo – Quindi?
L'artista si era alzato e si era avvicinato alla porta:- Se ti tratta male, avvisami che gli spacco la faccia con le mie stesse mani – aveva aperto la porta ed era uscito, lasciando i due neo fidanzati soli.
- E' stato più facile del dovuto – aveva parlato Sofia appena il fratello era uscito.
- Facile?! Credo di aver perso 10 anni di vita.
- Però è andata bene.
- Sì, per quello sì. Meno male che capisce le cose al volo – aveva fatto riferimento alla discussione che avevano fatto quando lei era fuori.
- Esatto, lui capisce le cose subito, ma io sento qualsiasi cosa – lo aveva guardato con lo stesso sguardo sprezzante del fratello.
- A cosa ti riferisci?
- Ho una fidanzata che amo e che non voglio lasciare vedova prima ancora di averci fatto una famiglia...Parola più, parola meno.
- Oh – era arrossito ancora – Lo penso davvero – si era strisciato dolorante sul letto, verso di lei – Lo VOGLIO davvero.
- Zoroastro Da Peretola che vuole sistemarsi con una donna? Impressionante – si era avvicinata.
- Sei riuscita in qualcosa che nessuno era mai riuscito a fare – l'aveva baciata delicatamente, troppo dolorante per spingersi oltre.
- Lo prendo per un complimento – aveva ricambiato il bacio con un po' più di forza, accompagnandolo nei movimenti per sdraiarsi – Dove hai male?
- Ovunque, faccio prima a dirti dove non ho male – aveva alzato un braccio e lei si era infilata sotto.
- Sei sicuro che non ti faccio male?
- Non importa.
- Zo! Non vuoi dormire comodo?
- No, voglio dormire con te – l'aveva definitivamente zittita.
Quella sarebbe stata una notte insonne per tutti in quella casa.
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