Mr. Brightside
Finalmente la mattina di Pasqua la città si era svegliata con il suono gioioso delle campane, quasi un modo per allontanare i timori della mattina prima.
- Buona Pasqua – dava il buongiorno Leonardo a tutti quelli che pian piano si alzavano e andavano a fare colazione al solito tavolo, tanto che presto si erano ritrovati tutti lì a parlare prima di prepararsi e andare a vedere l'offerta del fuoco pasquale al Battistero di San Giovanni.
Ormai da anni quell'evento attirava molta gente, ma non divertiva nessuno: con la cacciata di Pazzi, la signoria aveva abolito lo scoppio del carro e il volo della colombina.
- Tanto comunque non sarebbe mai stato bello come quando hai organizzato tu il volo della colombina – aveva parlato Altea davanti al carro ormai a fuoco.
- Leonardo aveva organizzato il volo della colombina? - aveva chiesto Sofia con una luce nuova, i dubbi di Zoroastro che lo facevano sprofondare.
- Oh sì – aveva detto il diretto interessato – Avevo creato una colombina meccanica che volava da sola.
- Era bellissima!
Se l'erano cavata in fretta, quindi appena dopo la messa pasquale se erano tornati in bottega per la parte interessante: il pranzo di Pasqua!
Già dalla mattina nel forno stava cuocendo l'agnello, mentre le uova, la schiacciata e i carciofi fritti erano già stati messi in tavola diligentemente da Sofia e Altea.
- Mi raccomando, non abbuffatevi – si era raccomandata la più giovane vedendo brillare gli occhi del fratello e del fidanzato alla vista delle pietanze.
- Io non lo farò di certo – le si era avvicinato Riario – Devo tenermi uno spazio per l'agnello.
- Poi voi mangiate molto poco in confronto a questi due – qualcosa che le formicolava nella testa aveva fatto avvicinare di più Altea ai due, anche se pareva che nessuno dei due ne fosse realmente infastidito.
- Credo che qualsiasi essere vivente in confronto a loro due mangi come un pulcino – le aveva risposto l'amica ridendo davanti ai due uomini.
- Beh, allora affrettatevi, o non riuscirete a mangiare nulla – aveva puntualizzato il Conte.
- E voi?
- Ve l'ho detto, mangerò qualcosina che è rimasto, ma mi tengo spazio per l'agnello.
- Come volete – si era incamminata Altea, ma Sofia si era trattenuta qualche secondo in più: Girolamo le stava dicendo qualcosa a bassa voce e lei aveva sorriso gentile e si era scostata convinta. Qualcosa stava iniziando a puzzare davvero e tutti lo stavano notando, anche se Altea, anche stavolta, preferiva fare finta di nulla.
- Vado a vedere a che punto è l'agnello – si era dileguata Altea, un peso sullo stomaco e Zoroastro dietro di lei, attraverso la porta della cucina.
- Non dire nulla...- aveva preso un canovaccio in mano e aveva tentato di tirare fuori dalla bocca del forno la teglia con l'agnello.
- Non dire nulla? Altea, come cazzo faccio a non dire nulla?! - aveva quasi urlato Zo alla nuca della ragazza – Riario se la sta facendo con la mia ragazza!
- Riario non se la sta facendo con nessuno! - si era girata di scatto, a stento tratteneva le lacrime – Ti stai immaginando tutto, sei solo paranoico – si era calmata leggermente.
- Può essere, ma credo che sia paranoica anche tu allora: non dirmi che non hai visto nulla.
- Nulla di così eclatante che mi faccia pensare a qualcosa tra Sofia e Riario – aveva preso a usare il cognome dell'uomo, lo sentiva distante – Anche perché Sofia non farebbe mai una cosa del genere e per quanto riguarda lui, è un uomo libero, non è affar mio.
- Ma tu ci stai male...- le si era avvicinato Zoroastro, anche lui più calmo.
Altea aveva posato l'agnello, aveva preso un respiro profondo e aveva abbassato gli occhi:- Zo, io ho smesso di starci male anni fa: siamo entrambi liberi, lui può vivere la sua vita come gli pare, non mi interessa, e io vivrò la mia vita come voglio io. Detto ciò – aveva ripreso in mano l'agnello – L'agnello è pronto, quindi vediamo di cancellarci dalla faccia queste espressioni e andiamo di là con tutti quanti. Oggi è un giorno di festa e io voglio festeggiare – lo aveva scostato secca senza toccarlo ed era rientrata nel retrobottega – L'agnello è pronto! - aveva sorriso ampia e falsa.
- Oh, finalmente!
- Bene!
- Forza, tutti a tavola – aveva posato finalmente l'agnello sul tavolo e si era seduta spossata.
- Zoroastro? - le aveva chiesto Sofia sedendosi davanti a lei.
- Credo stia arrivando con le verdure per Leonardo – come detto, il ragazzo era entrato nella sala con un vassoio di verdure:- Eccomi! - si era seduto vicino alla sua ragazza.
Piano piano, quello che era un bell'agnello, si era trasformato solo in un mucchio di ossa e pelle bruciacchiata.
- E' cotto perfetto!
- Leo, non sai cosa ti perdi.
- Non mangio la carne di un animale morto, per di più quella di un cucciolo.
- Neanche per la tradizione?
- Tanto meno.
- Non si scollerà mai dalle sue idee.
Ridevano tutti felici, tutti tranne Zoroastro, che se ne stava in silenzio a mangiare avidamente il suo cosciotto. Altea lo aveva notato e, se doveva essere sincera, lo capiva anche, ma non voleva dare nell'occhio, quindi lo aveva fatto sobbalzare piantandogli un leggero calcio proprio sullo stinco e guardandolo male: doveva smettere di arrovellarsi, o sarebbe finito come lei.
- Davvero complimenti alle cuoche – si era allora aggiunto il ragazzo al discorso.
- Grazie Zo – gli aveva sorriso Altea.
Il pranzo era andato avanti così, senza che nessuno si accorgesse che sia Zoroastro, sia Altea avevano ben altro per la mente.
- Bene – si era alzata dal tavolo Sofia – Io vado a prendere lo zuccotto e i cantucci con il vinsanto.
- Vengo a darvi una mano – si era alzato Riario, pronto ad andare verso la cucina.
- No! Adesso mi spiegate cosa cazzo volete dalla mia fidanzata! - aveva fatto cadere la sedia Zoroastro alzandosi in un impeto di rabbia che stava trattenendo ormai da troppo tempo, era esploso come un vulcano.
- Scusatemi? - aveva chiesto il Conte confuso.
- Sì, avete capito bene Conte dei miei coglioni: COSA CAZZO VOLETE DA SOFIA?
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