Little do you know

- Zo, calmati.

- Altea, calmati un cazzo: questo sta sbavando dietro alla donna che amo e io dovrei starmene zitto a guardarlo mentre cerca di rubarmela? Ah, no di certo, non me ne starò qui a fargli un applauso quando avrà raggiunto il suo scopo, non ho intenzione di farmi portare via la cosa più bella che mi sia mai successa in questa vita di merda, non ho intenzione di lasciare andare la donna della mia vita perché lui non è in grado di tenere il cazzo nei pantaloni. Quindi, ve lo ripeto per l'ennesima volta – si era avvicinato a Girolamo e lo aveva preso per il colletto – Cosa cazzo vuoi da lei brutto bastardo?

- Zoroastro! - una voce femminile aveva spaccato il silenzio che era calato dopo le ultime parole – Lascialo immediatamente! - si erano girati tutti verso Sofia, che ora aveva le lacrime agli occhi e la voce spezzata dal nervosismo – Sei completamente impazzito? Il Conte mi sta solo aiutando e proteggendo.

- Ah, e perché mai dovrebbe aiutarti? - le aveva chiesto il ragazzo non mollando di un millimetro Riario – Non è propriamente affar suo... -gli aveva ringhiato addosso.

- Perché non vuole affaticare il bambino.

- Bambino?

- Zoroastro...Sono incinta! - aveva alzato gli occhi brillanti, un sorriso felice sulla faccia.

- Tu cosa?! - si erano unite le voci di Leonardo ed Altea: il primo si era dovuto sedere per il colpo, mentre la ragazza si era commossa per la felicità.

Zoroastro invece...Beh, Zoroastro aveva mollato la presa su Riario ed era rimasto lì a fissare la sua fidanzata, intontito dalla notizia, senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto:- T-tu s-sei in-incinta...incinta di mio figlio...

- Sì, cretino, sono incinta di tuo figlio e Riario era l'unico a saperlo, quindi mi stava così vicino perché tutto andasse bene e perché io non metessi in pericolo la salute del piccolo – si era toccata la pancia che incominciava a dare dei leggerissimi segni, intanto che Girolamo se ne era uscito dalla stanza: sentiva le mani formicolare ma non voleva fare del male a nessuno, aveva bisogno di calmarsi.

In un moto Zo aveva attraversato con una falcata i pochi passi che lo dividevano Sofia e l'aveva sollevata felice:- Sto per diventare padre!

- Io sto per diventare zio – aveva preso la testa tra le mani Leonardo, mentre Altea da dietro la sedia gli dava pacche consolatorie sulla spalla:- Sofi, sono felicissima di questa notizia, ma perché non hai detto nulla? - Sofia le aveva fatto un cenno con la testa verso Leonardo – Ah, beh, in effetti...

Zoroastro intanto aveva messo giù la ragazza e si era dipinto in faccia un punto interrogativo: -Ma giusto per sicurezza: tra te e Riario...non c'è nulla?

- Cristo santissimo Zoroastro, anche volendo non potrebbe esserci nulla perché io amo te e lui ama Altea.

- Che?! E lo dici così tranquillamente? - l'aveva guardata stupito del gesto il ragazzo.

- Tanto la diretta interessata lo sa già - si era girata verso l'amica – O sbaglio? - Altea era stata presa in fallo – Perché dubito fortemente che tu non ti sia accorta di come ti guarda. E, fidati, quello non è per nulla desiderio sessuale, quello è amore puro.

- Sofi, lasciamo stare questo discorso, non dobbiamo parlare di me e Girolamo.

- Perché?

- Perché sei incinta, Sofi. E c'è da festeggiare! – aveva sorriso tirata, lasciando tutti attoniti.

Riario sembrava non avere ancora l'intenzione di rientrare nella bottega.

- No Antea, stavolta no – aveva ripreso parola Sofia – Io ti voglio un mondo di bene e se mi sto schierando completamente a favore del Conte, è perché credo che sia la scelta migliore per te – le si era avvicinata mettendole una mano sul braccio – Mi sono bastate poche settimane più vicina a lui per capire quanto forte e sincero sia il sentimento che prova per te.

- Ma io ho paura...- aveva cominciato lenta – Perché quelle sono solo parole lanciate al vento, solo promesse che non può mantenere e che non ha mai mantenuto. Non gliene faccio una colpa perché anche lui ci crede davvero, solo che non può farlo perché ne è incapace – aveva riso amaramente – Io lo avevo già capito tanti anni fa, quando la notte si addormentava al mio fianco mi ripetevo come un mantra, guardandolo, Non abituarti, tutto finirà prima o poi e tu starai male e basta, quindi non sperarci. E invece io cosa facevo? Ci speravo sempre di più, mi convincevo che quel "noi" fosse reale, avesse un futuro vero. E invece no... - aveva preso una brevissima pausa, giusto il tempo di far scendere una lacrima – Se ne è andato, mi ha lasciato con il mio dolore. Ci ho dovuto lavorare tanto, sai? Ho dovuto costruirmi una corazza contro tutto e tutti, ho dovuto imparare a conviverci.

E ce l'avevo anche fatta, ero riuscita a trasformare il mio amore bruciante in un torpore che sarebbe scomparso prima o poi. Ma lui è riapparso, ha deciso di ritornare e far crollare il mio ritrovato equilibrio – aveva abbassato gli occhi – E sai qual è la cosa che odio di più? E' che nonostante tutto, nonostante le promesse non mantenute, nonostante le lacrime versate, nonostante il male che mi ha fatto scomparendo, io lo amo ancora come il primo giorno, amo ancora come mi guarda con i suoi grandi occhi tristi, amo come mi sorride gentile e come mi fa rabbrividire l'anima. Vorrei poter provare rancore, rabbia, odio e invece provo solo...amore, stramaledettissimo amore per lui e rabbia verso me stessa perché non riesco a fare a meno di quel tuffo al cuore che mi provoca anche solo vederlo, ogni piccolo gesto inconsapevole che fa crollare ogni giorno di più la mia corazza. Io ormai non ho più paura di soffrire, ma non me lo posso permettere, posso permettermi di esporre Emilia a tutto questo: ha solo 7 anni.

- Emilia? Cosa c'entra ora la tua aiutante?

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