Deeper conversation

La mattina, come sempre, Altea era stata la prima a svegliarsi per preparare per tutti la colazione, presto seguita a ruota da Leonardo.

- Dormito bene?

- Benissimo Leo, non lo ricordavo così comodo il tuo letto.

- Ho cambiato materasso ormai da molto tempo, era consumato.

- Chissà perché – lo aveva guardato ridendo, le mani intente a spremere i limoni.

- Eh, non posso farne a meno – le si era avvicinato per darle una mano.

- Lo so, sei irresistibile – gli aveva dato una pacca con la spalla poco sopra il fianco senza togliere gli occhi dalla frutta che stava tagliando.

- Finalmente lo hai ammesso allora – l'aveva guardata stupito.

- Non ho mai detto che tu non lo fossi, Leonardo – era crollato un silenzio imbarazzante, interrotto solo dai passi di qualcuno giù per le scale.

Due brevi aspirate e poi una voce:- Sento odore di tensione sessuale – aveva dato il buongiorno Zoroastro, sedendosi su una seggiola al tavolo.

Leonardo e Altea si erano guardati con gli occhi stralunati, avevano guardato Zo ed erano scoppiati a ridere:- Non sapevo che mandorla e menta odorassero di tensione sessuale – lo aveva preso in giro Altea.

- No, infatti siete voi che odorate di tensione sessuale – non aveva abbandonato di un millimetro.

- Oddio Zo, te l'ho già detto, siamo solo amici, nulla di più – lo aveva interrotto Leonardo.

- Ah, ti faccio così schifo? - aveva fatto la finta offesa lei – Ma poi ci hai origliato?! - aveva chiesto adesso a Zoroastro.

- No, ho solo sentito quello che dicevate, ma per caso. E, per rispondere alla domanda di Leonardo, non gli fai schifo, anzi, pensa che tu sia una bella ragazza con una bella testa.

- Oh, il solito adulatore perditempo – era tornata a tagliare la frutta – Comunque ha ragione, siamo solo amici che si divertono a flirtare senza concludere nulla – aveva dato un colpo secco con il coltello a un'arancia come per confermare il suo concetto.

- Se me lo dici con una mannaia in mano, non posso che alzare le mani e non discutere più – si era sciolto finalmente Zoroastro vedendo l'amica indugiare con il coltello in mano.

- Bravo ragazzo – gli aveva messo una fetta di torta di mele davanti, mentre anche Girolamo li raggiungeva.

- Buongiorno – si era sfregato leggermente un occhio.

- Ancora assonnato Conte? - gli aveva domandato Zoroastro dal basso della sedia.

- No, solo qualcosa nell'occhio – aveva sbattuto la palpebra e si era avvicinato ad Altea – Cosa avete preparato Altea? - le aveva sorriso gentile, mentre Zo iniziava già a commentare a bassa voce.

- Non le polpette, mi spiace.

- Ah, peccato. Vorrà dire che farò digiuno – aveva fatto spallucce sedendosi al tavolo, vicino a Zoroastro.

- Allora più torta di riso per noi – la ragazza aveva guardato i due amici e aveva sorriso sorniona a Riario, porgendogli un piatto con una fetta più grande del dovuto: sapeva che era la sua preferita fin dai tempi del viaggio nelle Americhe – Ma Sofia?

- Si è svegliata con me, ma ha detto che rimaneva a letto ancora un attimo e poi sarebbe arrivata. Mi sa che ha dormito poco stanotte.

- L'avete tenuta sveglia? - Girolamo aveva fatto andare di traverso il tè a Leonardo e aveva fatto scoppiare a ridere Altea che non si aspettava quella domanda da parte sua.

- No, stavolta no – un'altra sorsata di traverso: forse Leonardo doveva imparare ad abituarsi.

Intanto Sofia si fosse svegliata, o almeno così pareva dai passi sulle scale, anche se gli sbadigli continui sembravano dire il contrario:- Buuoongioorno – aveva detto a bocca aperta.

- Buongiorno. Non hai una bellissima cera stamattina – si era avvicinata Altea all'amica, guardandola con gentilezza.

- Lo so, non ho dormito molto. Per questo ho bisogno della tisana, sono diversi giorni che soffro di insonnia e poi mi sveglio stanchissima.

- Eh beh, è normale se non dormi. Ma tranquilla, mangia qualcosa e poi appena abbiamo finito andiamo alla bottega per trovare qualcosa per questa cosa – le aveva offerto un piatto con una fetta di torta alle fragole e un bicchiere di spremuta – Magari già questo potrebbe aiutarti – si era seduta davanti a Girolamo e al fianco di Leonardo, con davanti la sua colazione, che avevano finito tutti insieme parlando con calma.

- Bene – avevano finito tutti insieme di sparecchiare – Adesso se vuoi Sofi, possiamo andare se sei pronta.

- Sì, ci sono.

- Allora vi accompagno, così poi resto ad aiutare Altea in negozio – aveva girato lo sguardo verso la fioraia – Disturbo?

- No, figuratevi. Anzi, mi aiutereste davvero tanto.

- Bene.

Si erano incamminati tutti e tre, Firenze appena sveglia era coperta da un leggero strato di nuvole bianche che facevano passare flebile qualche raggio di sole che, nonostante tutto, facevano benissimo il loro lavoro di scaldare la città.

Come sempre, i 10 minuti che li dividevano dalla bottega li avevano passati a parlare, anche se Sofia quel giorno era meno reattiva del solito.

- Allora spiegami bene Sofia, cosa ti senti – li aveva fatti entrare e sedere sul retro della bottega.

- Dormo poco perché non riesco, però mi sveglio stanchissima e con spesso mal di testa.

- Allora dobbiamo provare con qualcosa come...- aveva cominciato a rovistare sul grande muro alle sue spalle -...Valeriana...Menta...Lavanda e...

- Luppolo magari – si era intromesso Girolamo.

- Esattamente! - lo aveva guardato Altea sorpresa da come fosse diventato davvero bravo – In caso lo dolcifichi con un po' di miele. Lo dovresti prendere prima di accostarti e magari in qualche giorno avrai buoni risultati – le aveva dato in mano un barattolino con le erbe e i fiori.

- Grazie – le aveva sorriso alzandosi e andando verso la porta salutando con la mano.

Poi, una botta in terra.

Girolamo e Altea si erano girati di scatto e avevano trovato Sofia sdraiata a terra, un braccio sotto la testa per evitare una botta troppo forte.

- Sofia! - si era lanciata in ginocchio Altea sull'amica, subito seguita da Girolamo dall'altra parte.

Con delicatezza l'avevano girata a pancia in su: era pallidissima e il viso era perlato di sudore.

- Sofia – l'aveva scossa leggermente l'amica – Sofia – nulla – Girolamo! - aveva guardato negli occhi l'uomo al suo fianco, aveva il terrore negli occhi, quasi le lacrime – Dobbiamo fare assolutamente qualcosa – era disperata.

Riario, senza pensarci neanche un secondo, si era alzato in piedi e aveva preso di peso la ragazza stesa in terra:- Vado a cercare un dottore!

- Vengo con voi.

- No Altea, restate qui per favore – l'aveva guardata con occhi gentili, stava tentando di nascondere la paura che aveva attanagliato anche lui – Vi giuro che verrò qui io stesso a dirvi cosa è successo a Sofia – aveva attraversato la porta di corsa verso quello che sapeva essere l'edificio del dottore.

- Mmm – aveva cominciato a muoversi leggermente Sofia tra le braccia del Conte, svegliandosi poi di soprassalto – Dove mi trovo?! - aveva guardato l'uomo in viso impaurita.

- Madonna – l'aveva guardata con calma – Siete svenuta nel "Giardino dell'Eden" e allora vi ho preso in braccio per cercare un dottore – l'aveva messa giù a un cenno di Sofia – Come vi sentite?

- Non troppo bene, ho la...nausea...- era corsa dietro un vicolo e lì aveva vomitato la colazione della mattina.

- Madonna! - l'aveva raggiunta preoccupato Riario – Qualcosa non va, non è normale che stiate così.

Lei, ancora poggiata con un braccio al muro e uno a stringere lo stomaco spaccato, gli aveva cacciato gli occhi in viso:- E' tutto normale...per il mio stato...- gli aveva sorriso serena.

Girolamo in quel momento aveva capito tutto.

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