il catalogo delle vite


Nell' Archivio centrale c'è sempre un gran rumori di passi che vanno su e giù per le scale a chiocciola dei piani, i Custodi hanno tutti le scarpe da ginnastica e un mazzo di chiavi attaccato alla cinghia dei pantaloni della divisa che risuonano come dei campanelli quando si spostano da un padiglione all'altro della grande struttura bianca. I vetri sono trasparenti e dalle finestre scorge sempre l'Orologio, non importa quale sia il nord o l'est. I custodi vestono di bianco panna e controllano che la struttura e i volumi siano in ordine. 

Tutto, dalle scale dell'edificio  alle aule delle studenti, è ripartito in un ordine gerarchico basato sulla importanza delle informazione che vengono scritte sui volumi.

Disponiamo i più di molti miliardi di volumi che a poco nemmeno i contabili sono riusciti a classificare tutti, è  un lavoro piuttosto cruciale quello del  contabile: conta i libri nuovi e si occupa di eliminare i volumi ormai finiti, quelli che non contengono informazioni utili al resto della Comunità. Non farei mai un lavoro del genere.

Al contrario le figure che più ammiro sono gli Emanuensi.

questi soggetti vestono di un celeste angelico e portano un marsupio bianco che contiene penne d'inchiostro d'argento e una china nera come il carbone che utilizzano per cancellare gli eventi delle ere. L'Emanuense dentro l'Archivio Centrale è quello che più viene rispettato, non ha un posto dove far ritorno la sera e mangiare al caldo di un camino, la sua casa è l'Archivio e la sua vita sono i volumi. Ogni volume nasce e finisce con una vita. I volumi segnano la ora esatta dei nostri pianti o i minuti d'apnea durante tutti gli attacchi di panico vissuti i primi 3 anni di liceo. e tutte queste informazioni vengono scritte a mano dagli emanuensi, che fanno una cernita di quello che decide la gente del mondo di sotto . 

Oltre agli emanuensi ci sono La direttrice, il tribunale degli esempi (una specie di consiglio di anziani di ogni livello che decidono quali sono i volumi  D'Oro, li chiamano loro)  i  Custodi , ovvero i facchini del posto, e gli Alunni, noi giovani apprendisti.  

Il grande orologio scandisce il tempo delle vite che passa, ognuno di noi riesce a vedere ore diverse. Ai più vigili apprendisti La direttrice affida  da guardare più di una vita alla volta, l'orologio quindi ha 6 lancette diverse che segnano l'inizio e lo svolgimento  di tre individui differenti.  L'orologio è sempre esistito da quello che tutti ci possiamo ricordare:troneggia nella grande valle dello Spazio ma e troppo lontano per raggiungerlo.

Lo Spazio è il luogo dove nasciamo; è un luogo luminoso ad ogni ora del giorno e della notte ed è costellato di laghi trasparenti. I nuovi nati che possiedono il dono giocano sempre a spiare i riflessi delle persone del mondo di sotto prima della cerimonia di iniziazione all'Istituto. L'acqua dei laghi collega i nostro mondo a quello dell'altra parte, I visi della nostra gente hanno gli stessi colori  e gli stessi tratti di quelli dell'altra parte. La mia tutrice, quella che si chiama mamma, mi ha spiegato che i nostri laghi sono delle finestre aperte sul loro mondo, che affacciano dentro i loro specchi. La nostra esistenza inizia con la loro ma non siamo le stesse persone, quegli altri ci chiamano "io".

lo zio Renè, il primo ad essere stato visto dalla sua Persona, e anche il più anziano di tutti noi e pertanto è stato disposto alla guida della nostra comunità e al controllo dell'operato dell'Archivio con li altri anziani.

è un tipo silenzioso lo zio Renè, di rado sta in mezzo a i grandi, si intrufola spesso nell'archivio quando non ci sono i contabili e si porta i volumi a casa la notte, per leggerli e restituirli la mattina successiva prima che scoppi il pandemonio. Quel vecchio sa scassinare le porte e intrufolarsi d'appertutto meglio dei miei compagni di corso e nemmeno ha più una gamba funzionante. I bambini  nuovi giocano sempre attorno a lui e lui allora gli racconta le storie della Terra. Solo a pochi condivide la sua conoscenza; con i bimbi è facile perchè loro sono nuovi e vogliono ancora ascoltare. 

la sua casa è un posto meraviglioso: sorge all'orizzonte ed si affaccia proprio sul bordo del lago più grande dello Spazio, che continua fino all'orizzonte. Il riflesso del suo tetto si sporge fin sotto il mondo. Quando ancora ero solo una creatura raccontava solo a me che la punta  della sua soffitta era l'unica cosa che attraversava il confine tra il nostro mondo e quello delle persone di giù, squarciava lo Spazio, e mi diceva che se fossi stata dall'altra parte l'avrei riconosciuta. Non ci sono mai entrata dentro però, nessuno entra in casa del vecchio Renè se non lui.

Mi immagino le scale al contrario e le pareti piede di porte. 


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