10

Si svegliò di colpo, era ancora notte, qualcosa l’aveva svegliata. Si tirò su dal letto e andò in bagno.
Chiuse la porta e sentì dei rumori dalla sua camera, chiuse lentamente con la chiave la porta. Si guardò intorno: non c’era nulla da usare come arma di difesa? Prese degli asciugamani pensando a come usarli. Poi diede dei colpi al muro, dei piccoli battiti che formavano un “SOS” telegrafico. Il suo patrigno glielo aveva insegnato per gioco da ragazza, diceva sempre, “non si sa mai, può esserti sempre utile”. Continuò a bussare lieve. 
“Ti prego, ti prego, Hammed sentimi.” Pensò impaurita. Guardò intorno, prese un altro asciugamano e lo riempì di tutti i recipienti che trovava. 
Respirò a fondo, si coprì il volto  e uscì iniziando a far vorticare l’asciugamano con gli oggetti e lanciandogli addosso alle due figure. Corse verso la porta. Riuscì ad aprirla e a fare un paio di passi verso l’esterno. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, da molte porte uscirono delle persone. 
«HAMMED!» Gridò, bussando alla sua porta. Le due figure uscirono dalla porta della sua camera con delle armi in mano. Quelli che erano usciti si richiusero subito dentro alle loro stanze senza darle un minimo di aiuto. Un secondo dopo. Si ritrovò addosso al petto nudo di Hammed. La spinse dentro la camera e con una pistola in mano mise la testa fuori. Un proiettile silenzioso sfiorò la sua testa facendo scoppiare il legno dello stipite, lo schivò e tornò dentro la camera chiudendo la porta. «Vai sotto il letto e non muoverti da là. Fra poco arriveranno le guardie.» Si mise dietro un muro e con la pistola in mano guardò la porta. 
Un paio di colpi in codice lo fece rilassare, si alzò e andò ad aprire. Disse loro di controllare tutto l’albergo, e di controllare la camera di Amyna. Poi tornò dentro. 
«Puoi venire fuori.» 
Lui aveva dei pantaloni lunghi di seta era a piedi nudi. 
Nascosta guardava i piedi, vide che si abbassava lento per guardarla sotto il letto. «Amyna è finito, esci.» Le allungò la mano, lei era ancora terrorizzata da tutto. «Fidati di me.»
Allungò tremante la mano e lui la tirò verso di sé. Aveva i capelli sciolti, il viso senza velo e quella camicia da notte quasi trasparente. Hammed rimase a bocca aperta. La vedeva per la prima volta. Gli occhi erano solo la punta dell'iceberg, un naso perfetto, delle labbra piene e carnose, lineamenti delicati, zigomi alti. I capelli lunghissimi che le arrivavano fino in vita, e il corpo perfetto sotto quella camicia da notte.
Tremava ancora, lui la abbracciò stretta, prese il mantello che aveva in valigia la coprì, le mise il cappuccio e la accompagnò nella sua camera. Sistemò le cose dentro. 
Le si mise seduto accanto sul letto e la abbracciò. «Amyna. È tutto passato… sta tranquilla.»
La cullò tra le braccia finché la sentì addormentarsi, La posò piano sul letto, la coprì con le coperte. Mise due uomini di guardia e tornò nella sua stanza toccando lo stipite dove era esploso il proiettile. Si cambiò velocemente, e scese a parlare con altre guardie. Era sconvolto tanto quanto lei, avevano cercato di rapirla o di ucciderla? Là in quel posto con lui che doveva proteggerla e se non fosse stato per vari casi fortuiti, gliela avrebbero portata via e chissà che cosa le avrebbero fatto. Era bellissima, anche se nel pieno terrore era una figura divina, inimmaginabile. Ora sentiva ancora di più l’urgenza a sposarla, che fosse definitivamente sua. Chiamò il futuro suocero, dicendogli che era ora, che dovevano anticipare il matrimonio, perché ora era più in pericolo di prima. 
«Una settimana.»
«D’accordo. Noi torniamo indietro domattina, la madre con la bimba rientreranno appena la piccola starà bene.»
«Amyna come sta?» 
«Sconvolta, ma è forte si riprenderà.»
«Non dovevo permettervi di andare.»
«Come se saresti riuscito a fermarla.» Hammed rise al sospiro del suocero. Un piccolo brivido di eccitazione lo percorse. Una settimana e sarebbe stata sua moglie. 

***

Un lieve battito alla porta la riscosse, l’incubo della notte precedente le si affacciò alla mente. Si guardò era ancora avvolta nel mantello di Hammed. Quindi non era stato un incubo! Si passò una mano tremante sul viso. Lui l’aveva vista, quasi nuda e anche lui lo era. 
Era splendido, il suo petto muscoloso, e gli addominali che entravano nell’elastico basso dei pantaloni. Si scosse: di tutto ciò che era successo durante la notte, ora fantasticava sul corpo di Hammed? 
Sorrise, era sempre meglio di ricordare i due uomini armati che la seguivano. Ricordò Hammed con una pistola, che l’aveva salvata tirandola dentro e poi che aveva chiuso veloce la porta l’aveva fatta nascondere sotto il letto mentre lui teneva la pistola puntata verso la porta. Fino al bussare in codice, poi l’aveva tenuta stretta, lei si era sentita di nuovo protetta fra le sue braccia, a contatto con la sua pelle.
Si alzò lenta, quando sentì di nuovo bussare. «Signora sono una cameriera sono qui per aiutarla.»
Si mise il velo tenendosi stretta nel mantello aprì uno spiraglio della porta, le guardie  fecero un gesto di sì con la testa solo allora la fece entrare. 
La donna l'aiutò a farsi il bagno e anche a rivestirsi, le sistemò i lunghi capelli le mise la cuffia e il velo, stava per prendere le cose che aveva indossato e metterle via, ma lei prese il mantello di Hammed e si avvolse in quello. 
Scese veloce e lo cercò, le guardie al suo fianco, quando la vide le si avvicinò e l'abbracciò stretta. «Stai bene?»
Lei annuì. Ora che era fra le sue braccia si sentiva meglio. «Portami a casa.» Gli disse con voce tremante.
«Si.» La guardò. «Entro una settimana ci sposeremo.» Le disse poi sussurrandoglielo all’orecchio.
Il cuore le fece un balzo, sorrise e lo strinse di più a sé. 
«Sai cosa comporterà? Sarai ancora di più sotto stretta sorveglianza, se qui… è successo questo… poi sarà peggio…»
«Lo so, ma ho qualche idea. Appena torniamo vorrei parlare con tuo zio. Puoi farlo venire a palazzo?»
Hammed alzò un sopracciglio e annuii. 
«Ti fidi di me?» Gli chiese alzando lo sguardo su di lui.
Alcune emozioni gli passarono sul volto, poi le sorrise. «Sì. Mi fido, hai la mia totale fiducia.»
Appoggiò la fronte sul suo petto. «Grazie.»
«Andiamo a casa ora. Abbiamo pochi giorni per  preparare le nozze.»

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