2- Un Nuovo mondo

Mi alzai dalla panchina su cui ero seduta, tra poco sarei dovuta tornare a casa perché mia madre e il suo compagno voglio andare a fare una piccola gita in montagna.
Sempre in montagna si va, le loro gitarelle sono sempre lì.
Fatto sta che mi alzai e cominciai ad avviarmi sulla strada di casa. Per tornare a casa dovevo passare in mezzo a tante vie con case antiche, come ho già detto io vivo in un paesino vecchio.
Ero sopra pensiero, anche perché stavo passeggiando con la musica nelle orecchie e "Cry" che andava a tutto volume e non mi accorsi che finì in una via sbagliata. Oltretutto non la conoscevo e non sapevo come uscirne.
Imboccai un altro via ma mi sembrava una via ancora del tutto diversa ed era meglio non continuare.
Fantastico sono riuscita a perdermi anche nel mio stupido paesino.
Mi tolsi le cuffiette dalle orecchie e misi il telefono in tasca e cercai di ritrovare la strada di casa.
Cercai e ricercai la via giusta ma non ci fu risultato positivo e inoltre non potevo neanche bussare ad una porta di casa per chiedere informazioni perché mi vergognavo. Io una ragazzina così giovane si perde in un insieme di quattro case, manco fosse un labirinto.
Poi in lontananza vidi un piccolo boschetto dove si intravedeva appena appena una casa fatta di mattoni.
Non so se era una cosa giusta da fare ma tentare non costa nulla.
Mi avviai correndo vicino a quel boschetto mi addentrai con fatica.
La casa era circondata da alberi a fusto piccolo, erba alta e rovi, paglia, foglie secche tutto intrecciato tra loro. Sapevo benissimo che quella non era per niente la strada giusta ma ero semplicemente curiosa. Dovevo superare quella montagna di erba ecc...so che era difficile e si nascondevano animaletti e serpenti per niente piacevoli ma se mi sarei mossa con fretta ed agilità non mi sarebbe capitato nulla.
3...2....1...si va! Corsi e saltai tutti gli ostacoli che avevo davanti per voi sarà solo erba ma io odio lo stato prato.
Riuscì a passare tutto senza neanche sporcarmi.
Quando mi trovai davanti alla casa, che apparentemente sembrava una casa da lontano ci rimasi un po delusa perché era solo un cantiere abbandonato di una casa in costruzione. Si era un cantiere probabilmente abbandonato da anni, molti anni.
Non c'era niente di interessante sabbia per terra sul pavimento ancora in costruzione, ferro e pezzi di mattoni o di tegole. E poi scritte sul muro con la bomboletta spray; i soliti ragazzacci.
Stavo per andarmene via finché una porta catturò la mia attenzione.
Che ci faceva una porta in un cantiere abbandonato? Che io sappia le porte poi vanno messe alla fine.
Non sapevo se entrare o no? Magari all'interno c'era qualcosa di brutto ed è prudente lasciare stare, ma se ci fosse stato qualcosa di interessante io non lo avrei mai saputo. 
Ma se l'apro è non ci sarebbe stato niente, la delusione sarebbe stata troppa. Ma quanti problemi per aprire una porta!
Ad un certo punto senti la portiera di una macchina chiudersi in lontananza. Non sapevo bene dove provenisse ma se qualcuno fosse venuto qua?! Mi sarei trovata in guai grossi, grazie ne ho già troppi. L'unico modo era nascondersi dietro la porta. Ci entrai e stai lì per un bel po' con l'orecchio attaccato la porta per udire qualcosa.
Realizzai dopo un po che avevo varcato la porta e mi ritrovavo in...in...non so cosa.
Era tutto buio e c'era l'eco che posto era questo?
Camminai alla cieca, non vedendo dove stavo andando e tenevo le braccia tese in avanti per non prendere qualcosa in faccia. Poi non sentì più il pavimento sotto hai miei piedi e caddi nel vuoto urlando.
Era ancora tutto buio poi al fondo c'era una piccola luce e mi sentì subito meglio.
Precipitavo ancora la luce si stava avvicinando e facendo sempre più abbagliante chiusi gli occhi e sperai che accadesse qualcosa di bello.
"Ahhhhhhh!" Urali e poi sentì toccare terra. Riaprì gli occhi e vidi che mi trovai in un parco, questo non era un semplice parco era Central Park.
"Dove sono finita? In America?" Pensai rialzandomi da terra e sistemandomi.
Presi il mio cellulare, perfetto niente campo.
Ok chiamare qualcuno per aiuto, era fuori discussione ora come posso tornare a casa?
Tanto vale curiosare un po' feci una piccola passeggiatina per il parco e poi andai in città. Mi guardavo introno e notai che qua era tutto molto diverso rispetto all'America.
Le persone erano vestite tutti anni 50, 60 per le strade non si sentiva ne One Direction ne Justin Biber ma solo o i Queen o Prince.
Sicura di essere ancora nel XVVI secolo?
"Allora ero in America degli anni 50,60. Questo sì che è strano" dissi tra me e me. Però questo mi piaceva, per una volta si che mi sentivo a casa mia.
"Mi scusi? Sono appena arrivata sa dove mi trovo?" Fermai un signore per chiederle informazioni ma ricevetti solo una grossa risata in faccia; grazie molto gentile!
Ciò che mi divertiva di più di tutto questo per ora erano i ragazzi che portavano il ciuffo alla Elvis.
Entrai in un negozio per richiedere informazioni, sperando che questa volta ricevi una risposta.
"Mi scusi sa dove mi trovo?" Chiesi al signore dietro al bancone.
"Chi sei tu?"
"Mi chiamo Ilaria. Sono appena arrivata....mi trovo in America giusto?"
"In America? Che cos'è? Ragazzina non so da dove vieni ma sei parecchio strana" Cosa? Non sapevano cosa era l'America. Ma questa era di sicuro l'America: Central Park, i grandi palazzi, le persone vestite come Elvis era tutto come gli USA.
Uscì dal negozio sbuffando e cercando di capire in che situazione mi trovavo.
"Hey ragazza!" Sentì arrivare una voce,mi voltai ma non c'era nessuno.
"Ehm...guarda un po più giù!" Abbassai lo sguardo e vidi un ometto piccolo con una faccia buffa è vestito da ufficio.
"Chi sei tu?" Dissi cercando di non ridere.
"Sono Lillo. Tu?"
"Mi chiamo Ilaria..."
"Ho sentito ciò che hai detto all'interno del bar, sai non siamo molto abbituati ad ricevere visite"disse girando gli occhi.
"Sai dove mi trovo?"
"Benvenuta a New World, dove tutto è come desideri"
"Non ci credo questo mondo esiste davvero? Non sto sognando?" Ero incredula, insomma è come se il mondo che mi era creata nella mia testa ad un tratto avesse preso vita e fosse diventato realtà.
"Apri gli occhi ragazzina. Qua è tutto vero"
"Ma tu esisti davvero? O sei solo finzione?"dissi incredula dandole un piccolo pizzicotto sulla spalla.
"Ahia! Si sono vero, è per favore potresti smetterla di toccarmi" alzai le mani come segno di resa e segui quell'ometto che comincio a camminare. 

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