capitolo 6
Si dice che l'alba è il miglior momento per prendere decisioni sagge.
Ed è proprio questo che feci io, alle prime luci del nuovo giorno, dopo la discussione che avevo avuto con mio padre, mi recai al porto di Daretthen il più velocemente e silenziosamente possibile.
Quando arrivai lì vi trovai esattamente le persone che speravo, Jason e Cola, con le armature indosso dando ordini ai loro compagni riguardo gli ultimi preparativi prima della partenza delle navi.
"Portatremi con voi." Dissi ai due senza inutili giri di parole.
"Buongiorno anche a te." Disse Cola sarcastico sistemando l'armatura ad un ragazzino "È la risposta alla tua domanda è no." Disse alzandosi.
Lo guardai con uno sguardo a metà tra l'arrabbiàto; ma chi si credeva di essere? Il giorno prima prendeva le mie parti e mi incitava a partire e meno di ventiquattr'ore dopo mi diceva che non dovevo partire.
"Non te l'ho chiesto. Consideralo... un ordine dalla tua principessa e non una supplica dalla tua migliore amica, soldato." Non mi piaceva dare ordini ma sapevo che Cola non se la sarebbe presa; di fatti il generale mi fece un sorriso per poi indicarmi la nave più vicina, una bellissima trireme perfettamente armata e dalle vele candide.
"Vostra altezza, quella è la nave con cui salperemo. Mi concedereste di illustrativi la sua struttura?" Risi, quel ragazzo non sarebbe mai cambiato.
Da che lo conoscevo Cola era sempre stato un ragazzo sarcastico e a volte un po narcisista ma sempre pronto ad aiutare me o le persone in difficoltà; da una parte mi chiedevo come facesse a comandare un esercito, ma dall'altra sapevo che quello era il ruolo perfetto per lui: ogni volta che si presentava una discussione riguardante le armi o l'onore militare il ragazxo aveva un bellissimo luccichio nelgi occhi.
Mi incamminai ma dopo pochi passi mi fermai, ricordandomi di Jason ricordandomi di Jason.
"Tu non vieni?" Gli chiesi allora vedendo che non si era incamminato come avevamo fatto io e Cola.
"Sì, vengo, ma prima devo scambiare due parole con tuo padre Melissa. Quindi, se volete scusarmi." Così dicendo mi fece un sorriso e fece per voltarmi le spalle ma io lo richiamati.
"Jason?" Dissi.
"Sì?"
"Hai intenzione di dire a mio padre ciò che ho deciso di fare?" Chiesi anche se ero sicura che, sì, sicuramente avrebbe raccontato a mio padre che avevo disubbidito ai suoi ordini.
Il ragazzo però mi sorrise. "Lui non è il mio re, no? Fino a prova contraria non sono tenuto a fargli rapporto su tutto ciò che succede all'interno del suo regno." È così dicendo mi fece l'occhiolino per poi andarsene verso la reggia.
"Numi del cielo, quanto lo odio." Fece Come con uno sguardo d'odio rivolto al biondo.
"Perchè?" Chiesi voltandomi a guardarlo.
"Tuo padre non è il suo re, è vero, ma lo sta ospitando nel suo regno, avrebbe dovuto essere sincero."
Ero abbastanza atterrata dalle parole del mio amico, le capivo pienamente ma non pensavo che si potesse dimenticare del fatto che l'oggetto della conversazione fossi io solo per far capire come avrebbe dovuto comportarsi un vero generale.
"Come, ti rendi conto di ciò che stai dicendo e di quanto le tue parole mi abbiano ferita?" Gli chiesi mettendomi davanti a lui con le braccia incrociate al petto.
Non ero una grande ragazza, se poi consideriamo anche i capelli rossi, gli occhi verdi e le lentiggini, ben, non incutevo paura.
Ma se mi arrabbiato, se qualcuno faceva del male alla mia gente, alla mia famiglia o ai miei amici, io avevo quel po di potere, di spirito combattivo e numero di armi necessari a far tremare chiunque.
Ma non Cole, davanti a lui non riuscivo proprio a restare arrabbiata.
"Oh, scusa Mels, non volevo... Non pensavo di.." Balbettava, era veramente p3ntito, se un ragazzone come lui che faceva estenuanti sessioni di allenamento bslbettava a me era evidente che avesse capito l'errore, o almeno, così era con Cole.
"Non fa nulla, tranquillo. A me basta che tu abbia capito."
Quando Jason tornò da palazzo i due ragazzi si lanciarono una serie di occhiate degne di quelle che sapevo lanciare io.
"Bene" pensai. "Se non altro non mi annoierò di sicuro."
Mi incamminai sulla passerella che collegava la nave alla mia terra natia voltandomi e osservando le sue caratteristiche una per una consapevole della larga possibilità che c'era che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui ero una principessa.
Mai più sarebbe esistita Melissa Drivakis ma a me andava bene così.
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