capitolo 5
Se il mio rango sociale non fosse stato così alto probabilmente quelle sarebbero state le mie ultime parole ma, per una volta, ringraziai di essere una principessa così importante da non poter essere contraddetta dai generali, come Jason o Cole.
Ma mio padre, oh beh, lui se avesse pututo mi avrebbe tirato una cinquina in pieno viso e la conversazione si sarebbe chiusa lì; ma egli non poteva fare un gesto così sconsiderato davanti a più di qualche centinaio di soldati; così si limitò a scuotere la testa.
"Non sei nata per fare questo figlia, non è ciò che vuoi."
"perdonatemi padre ma quando mai voi vi siete chiesto cosa io voglia veramente?" dissi io in tono piatto cercando di non mostrare quanto questa sua mancanza avesse segnato la mia giovinezza.
"Allora dimmi, cos'è che vuoi?" chiese lui spazientito da quella faccenda.
"ve l'ho detto, voglio offrirmi come recluta volontaria per l'esercito Greco nell'imminente guerra." Dissi in tono sicuro sistemandomi meglio l'elmo di bronzo sotto il braccio. "sento di essere nata per fare questo; giorno dopo giorno questo desiderio arde in me come un fuoco e ora ho l'occasione per fare le grandi cose che fu predetto che avrei compiuto." Conclusi il mio discorso e attesi che mio padre dicesse qualcosa ma, con mia sorpresa, fu Cole a prendere la parola.
"con tutto il rispetto Mio Re, ma credo che Melissa sia in grado di combattere meglio di ogni soldato presente qui oggi, e un soldato in più fa sempre comodo in una guerra di tale portata come quella che stiamo per affrontare."
Guardai il mio amico con aria stupita, non credevo potesse arrivare a rischiare tanto solo per vedermi realizzare il mio sogno ma evidentemente avevo sottovalutato quanto ci tenesse a me. Decidere di portarmi con lui significava mettere a rischio persino le sorti stesse della guerra ma a lui sembrava non importare. Lui stava facendo tutto questo solo per me. Guardai riconoscente Cole e poi volsi lo sguardo verso mio padre aspettando la sua risposta, lui parve pensarci qualche secondo per poi scuotere la testa deciso.
"apprezzo il tuo intervento Cole, è sinonimo di devozione ai desideri altrui, ma credo di sapere cosa sia meglio per mia figlia perciò lei non partirà."
Dire che ero triste era un eufemismo, l'amarezza che provavo nel vedere i miei sogni andare in frantumi era paragonabile a ciò che succede all'acqua quando essa è infranta dal lancio di una pietra.
Avevo osato sperare che le parole di Cole riuscissero a convincere mio padre a lasciarmi partire? Mi ero davvero illusa di poter avere qualche minima speranza di intraprendere la strada che avevano scelto per me?
Era frutto della mia immaginazione o avevo davvero visto un lampo di apprensione negli occhi di Jason quando questi avevano incontrato i miei e avevamo saputo che non sarei partita?
Una parte di me voleva urlare la mia frustrazione ma in questo modo avrei dato l'immagine di una principessina viziata, cosa che certamente non ero, dimostrando di non esser pronta a ricoprire il ruolo di soldato.
Così, mentre mio padre mi volgeva le spalle facendo un semplice segno di saluto ai due ragazzi e se ne andava verso la nostra reggia con la toga svolazzante alla leggere brezza marina che si respirava al porto, me ne stetti in un rispettoso silenzio mentre nella mia mente c'era più fragore che su un campo di battaglia, perché un'idea, una folle e pericolosa idea, stava lentamente prendendo forma dentro essa.
E questa volta nulla avrebbe potuto ostacolarmi.
ANGOLO AUTRICEHHHHHHHHHHHHHHHH
Ringrazio infinitamente NaomiVerdeFoglia per aver reso una noiosissima ora di scuola un momento per scrivere questo capitolo.
Questa parte di storia è stata scritta a quattro mani con lei.
Ps. La H regna sovranahhh.
Addiohhhhhhhhhhhhh
-Lenny 💎
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