capitolo 1


5840 giorni, ecco quanto tempo contava la mia prigionia.

Forse chiamarla “prigionia” non è il modo che chiunque userebbe per definire l’essere principessa di Darrethen, capitale di Creta, ma era così che io mi sentivo, imprigionata nel destino di qualcun’altra.

Il mio nome è Melissa Drivakis, ho 16 anni e sono sedici anni che mi sento dire che diventerò una sovrana forte e giusta come mio padre. Ma nessuno sa che questo non è il destino che voglio per me.

Il vecchio della città aveva predetto che avrei compiuto grandi cose che avrebbero segnato per sempre la Grecia e i miei genitori si erano convinti che, per forza, queste “grandi cose” dovevano esser legate al comandare al meglio Creta. Io non ne ero così sicura,  forse le “grandi scelte da sovrano” le avrebbe compiute mio fratello, lui si che era portato per comandare e di fatti sarebbe diventato re, ma io no, non mi ci vedevo proprio a stare tutto il giorno seduta su un trono a far nulla o a partecipare a balli e a discussioni importanti.

A me era sempre piaciuto scorrazzare nei boschi in compagnia degli animali e con arco e frecce in spalla a cavallo di Ormitikos, Impetuoso, il mio fidato cavallo. Mi piaceva la natura, tra gli alberi mi sentivo a casa, se poi mi davi anche arco e frecce, una lancia o una spada, beh, potevi comodamente considerarti la mia persona preferita. L’arte del combattimento mi aveva sempre affascinata, mi sarebbe tanto piaciuto partecipare agli allenamenti di mio fratello ma purtroppo ero una fanciulla e, secondo i miei genitori,  dovevo pensare ad altro piuttosto che rischiare di macchiare il vestito del mio stesso sangue. Così mi accontento di allenarmi da sola in una radura in mezzo al più fitto bosco dove sono certa che nessuno verrebbe a cercarmi.

Le mie giornate erano tutte uguali, sveglia, bagno nel latte, vestirsi, colazione, riunione di famiglia, dove puntualmente nessuno ascoltava ciò che avevo da dire, lezione di ballo, pranzo, tempo libero, seduta in biblioteca dove imparavo a leggere e a scrivere quel poco che mi serviva per firmare le varie scartoffie del regno quando sarebbe giunto il momento, cena, altra riunione, notte.

Credevo che sarei stata condannata a seguire questa vita per sempre, finché un giorno le cose cambiarono, per sempre.

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