Sangue e Sacrificio
Il trionfo contro il mostro e i suoi seguaci si rivelò effimero. Mentre la luna splendeva ancora alta nel cielo notturno, un urlo agghiacciante squarciò il silenzio del bosco, un suono tanto terrificante da far tremare persino le antiche querce. La terra stessa sembrò fremere, e dall'oscurità emerse una figura ancora più terrificante del mostro che avevano appena sconfitto: un Minotauro colossale, il cui corpo massiccio si stagliava contro il chiarore lunare, gli occhi ardenti come braci nella notte.
"È impossibile," sussurrò Lucio, stringendo ancora la spada incantata che brillava debolmente. "Come può esistere una creatura simile in questo bosco?"
Selene, il cui volto pallido sembrava quasi luminescente nel buio, strinse il suo diario contro il petto. "Questo bosco custodisce segreti più antichi e oscuri di quanto tu possa immaginare," rispose, la sua voce tesa ma ferma. "Quello che abbiamo affrontato prima era solo un servitore. Questo... questo è il vero signore dell'oscurità."
Dal terreno iniziarono a emergere creature di sabbia nera, esseri contorti che si muovevano come ombre viventi. I loro artigli cercavano di afferrare le caviglie di Lucio e Selene, tentando di trascinarli verso il basso. Lucio cercò di liberarsi, ma più si dibatteva, più la loro presa si faceva forte.
"Non riesco a muovermi!" gridò, mentre la spada incantata sembrava perdere il suo potere, la luce lunare che l'aveva resa così efficace contro il mostro precedente ora appariva debole e insufficiente.
Selene si mosse con una grazia letale, i suoi movimenti fluidi mentre affrontava le creature di sabbia. Le sue mani pallide si chiudevano attorno ai loro colli oscuri, e sotto il suo tocco le creature si dissolvevano in polvere. Il suo potere, nato dall'oscurità stessa, si rivelava mortale per questi esseri corrotti.
"Come... come fai?" chiese Lucio, osservando con un misto di orrore e ammirazione mentre Selene assorbiva il sangue delle creature sconfitte.
"Sono una creatura della notte," rispose semplicemente, i suoi occhi che brillavano di una luce soprannaturale. "Il loro potere oscuro è il mio nutrimento."
Il Minotauro ruggì, un suono che fece tremare le foglie sugli alberi. "Chi osa sfidare il signore di questo regno maledetto?" La sua voce era come tuono, profonda e terrificante. "Venite nel mio castello, dove ogni speranza muore!"
Lucio tentò di attaccare con la spada, ma la lama rimbalzò contro la pelle coriacea del Minotauro. La creatura rise, un suono che gelò il sangue nelle vene, e con un gesto evocò nuovi servitori: folletti demoniaci armati di strumenti mortali che brillavano sinistramente sotto la luna.
Nel caos della battaglia che seguì, Lucio venne ferito alla gamba. Il dolore lo fece cadere in ginocchio, vulnerabile di fronte agli attacchi sempre più feroci delle creature. "Selene!" gridò, vedendo i folletti avvicinarsi con le loro armi letali.
Selene rimase calma, anche mentre i suoi fedeli pipistrelli venivano massacrati dai servitori del Minotauro. Con voce chiara e autoritaria, chiamò il suo più potente alleato: "Lupo del bosco, guardiano delle ombre, vieni! La tua signora ti chiama!"
Dall'oscurità emerse un lupo massiccio, il suo pelo nero come la notte più profonda, gli occhi che brillavano di una luce soprannaturale. La bestia si lanciò contro i folletti, sbranandoli con ferocia impressionante. Quando si voltò verso Lucio, le fauci ancora grondanti di sangue oscuro, Selene alzò una mano. "No," comandò semplicemente, e il lupo si fermò, obbediente alla sua padrona.
Ma il Minotauro non era impressionato. Con un gesto sprezzante, sputò un veleno nero che colpì il lupo in pieno petto. La nobile bestia cadde senza un suono, il suo corpo che si dissolveva nelle ombre da cui era emerso.
"Ora basta con questi giochi," tuonò il Minotauro, avanzando verso Selene. "Tu appartieni all'oscurità quanto me, regina della notte. È tempo che tu torni al tuo vero posto."
Selene affrontò il mostro con dignità regale, anche mentre i colpi della creatura la facevano sanguinare. "Non sono come te," disse con disprezzo. "Io proteggo questo bosco. Tu lo corrompi."
Il Minotauro rispose con violenza brutale, scagliandola contro un albero con forza devastante. Il suono delle ossa che si spezzavano risuonò nella notte, e Selene scivolò a terra, immobile.
Con un gesto, il Minotauro fece divampare le fiamme nel bosco, il fuoco che nasceva dai suoi occhi ardenti si propagava tra gli alberi con voracità innaturale. Poi, afferrò Lucio con una mano enorme. "Vieni, umano. Ti mostrerò cosa significa la vera disperazione."
Mentre veniva trascinato via, Lucio vide Selene giacere immobile tra le ombre, il suo diario ancora stretto in una mano, mentre il bosco che aveva protetto per così tanto tempo bruciava intorno a lei. L'ultima cosa che udì prima di perdere i sensi fu il suono del vento tra gli alberi in fiamme, un lamento che sembrava piangere la caduta della regina della notte.
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