La Trappola del Macellaio

L'alba giunse con una luce grigia e incerta, illuminando un bosco devastato dalle fiamme della notte precedente. Selene giaceva immobile nella sua grotta, il corpo ancora dolorante per lo scontro con il Minotauro. Il ricordo del suo fedele lupo, dissolto nelle ombre da cui era emerso, le straziava il cuore più delle sue ossa spezzate.

La rabbia, come un veleno oscuro, le scorreva nelle vene mentre il suo corpo sovrannaturale si rigenerava lentamente. Non era la perdita del lupo a tormentarla - era l'umiliazione. Lei, regina della notte, gettata contro un albero come una bambola di pezza. E Lucio... Lucio era stato trascinato via, verso il castello del Minotauro.

"Non m'importa dell'umano," sussurrò nell'oscurità della grotta, la voce roca per il dolore. "Ma quell'abominio deve pagare per avermi sfidata nel mio regno."
Quando finalmente calò la notte, Selene si mosse con determinazione rinnovata. I suoi poteri, alimentati dall'oscurità stessa, erano tornati in piena forza. Seguì le tracce del Minotauro attraverso il bosco carbonizzato, un sentiero di distruzione che conduceva verso i margini del suo territorio.

Il percorso la portò davanti a una bottega dall'aspetto sinistro. "Macellaio Mani di Seta", proclamava l'insegna in lettere color sangue rappreso. L'odore di morte e putrefazione che emanava dal locale le ricordò i suoi stessi istinti predatori.

La porta si aprì con uno scricchiolio inquietante, rivelando una scena di orrore che avrebbe fatto tremare un mortale. Il macellaio, un uomo massiccio con mani sorprendentemente delicate, stava lavorando su corpi che non appartenevano solo ad animali.
"Ah, la regina della notte," sogghignò il macellaio, i suoi coltelli che brillavano nella penombra. "Il mio signore mi aveva avvertito del tuo arrivo."

"Il tuo signore?" chiese Selene, anche se conosceva già la risposta.
"Il Minotauro, naturalmente. Mi ha detto che saresti venuta, cercando vendetta. La tua carne sarà un banchetto speciale per lui."
Selene sorrise, un sorriso freddo come la morte stessa. "La mia carne potrebbe risultare... indigesta per il tuo padrone."

Il combattimento che seguì fu brutale e rapido. Il macellaio era abile con i suoi coltelli, ma Selene era una creatura della notte, e il sangue era il suo dominio. Quando i coltelli del macellaio la colpirono, lei li afferrò e li rispedì indietro con forza sovrumana.
"Muori!" urlò il macellaio, il suo corpo trafitto dalle proprie lame. Con un ultimo gesto disperato, evocò fiamme magiche che avvolsero rapidamente la bottega. "Se devo morire, morirai con me!"

Il fuoco, alimentato da una magia oscura, intrappolò Selene. Le fiamme non potevano ucciderla, ma il calore era insopportabile. Con un calcio poderoso, sfondò il pavimento marcio, precipitando nelle fognature sottostanti.

Mentre scivolava nell'oscurità fetida, i pensieri di Selene erano già rivolti alla sua prossima mossa. Il macellaio era solo un servitore; il vero obiettivo era il Minotauro. E ora, grazie a questo scontro, sapeva che la bestia la stava aspettando.
"Verrò per te," promise nell'oscurità, mentre si trascinava attraverso i tunnel putridi. "E questa volta, sarò pronta."

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