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Un ora dopo Cailean si lasciò cadere sullo sgabello da Anthony, l'autogrill più remoto della regione, posto a fine confine.
Aveva fatto un lungo viaggio in macchina per poter schiarire le idee, abbandonando addirittura i confini delle terre.
Eppure il groviglio tortuoso che gli occupava la mente non era riuscito a sbrogliarlo, bensí era giunto alla conclusione che avrebbe preferito bere fino a scordarsi persino il suo nome.
Era già a livello quando, dopo essersi scolato un intera bottiglia di Bourbon da solo, aveva varcato la soglia e biascicato qualcosa al titolare come un "Sono tornato, gente!"
Anthony si poggiò lo straccio sulla spalla, appoggiò le grosse mani sui bordi del suo piano cucina e osservò il capobranco attentamente. Era un gigante ed era ovviamente un Mannaro.
Un solitario per l'appunto. Non apparteneva a nessun branco, secondo scelta personale.
Cailean gli aveva più volte offerto un posto nella loro famiglia, dato che alla fine Anthony non era tanto diverso ma aveva sempre rifiutato. La sua anima di lupo ripudiava l'appartenenza ad branco. Lui era solamente di se stesso.
Cailean più volte aveva ammesso che quell'idea lo affascinava, non dover dar conto a nessuno e poter vivere la propria vita secondo le proprie regole. Adorava l'idea di poter essere artefice del proprio destino. Ma Cailean discendeva da una famiglia di Alfa e non poteva permettersi di lasciare un branco su due piedi. Inoltre lui aveva bisogno della protezione dei suoi lupi: per se e per la sua compagna. Claire era ancora in vita e questo grazie anche all'azione soddisfacente del suo branco.
"Ma guarda un po' chi si rivede..." rise sotto l'inquietante grosso baffo nero alla Freddie Mercury "come mai da queste parti, signorina?"
Tendeva sempre a chiamarlo così, quando lo riceveva in quel modo.
Lo guardò in cagnesco. "Whiskey irlandese. Il migliore. Ti prego."
Kyle che supplicava un uomo di riempirgli ancora il bicchiere di alcol.
Lui afferrò una bottiglia di Connemara e gli versò un bicchierino da due shot.
"Senti, principessa - disse lui - sei sicuro di voler bere? Sembri già apposto!"
Come risposta Cailean afferrò il bicchierino e reclinando la testa all'indietro, si gettò il contenuto in gola. Poi lo guardò in cagnesco e gli ordinò "un altro!"
Anthony non obiettò e riempì il suo bicchiere nuovamente.
"L'ultima volta che ti ho visto stare in questo modo era per..."
"Non nominarla!" Ringhiò l'alpha infastidito. Non gli andava che il nome della sua compagna fosse sulla bocca di un solitario. La cosa non gli piaceva.
"Dunque è per Lei."
"Sai che detesto quando qualcuno si impiccia!" Disse stringendo i denti, poi si sgolò nuovamente il liquore.
Fece un cenno ed Anthony gli riempì nuovamente il bicchiere.
"Ahhh le donne sanno esattamente come mettere ko un uomo" Poi mentre dava una passata al bancone con lo straccio, gli chiese. "Come vanno le cose laggiù? Siete ancora sotto assedio?"
"In continuazione."
"so che lei è qui. Le voci girano. Sarà per questo che ti stai riducendo in questo modo."
Cailean ricambiò con aria di sfida.
Proprio non gli piaceva parlare degli affari interni al branco.
L'alpha era solito andare lì fin da quando era ragazzino per schiarirsi le idee di fronte ad una bella bottiglia di alcool forte. Quel posto gli piaceva perché era lontano da tutti e da tutto e soprattutto perché Anthony non faceva mai domande. Gli riempiva il bicchiere e si prendeva soldi e mance, in egregio silenzio.
Perché diavolo adesso si stava prendendo così tanta confidenza?
Cailean serrò la mascella e con velato ringhio gli intimò "se fossi membro del branco, te ne parlerei ma ... non lo sei. Ed io non amo discorrere riguardo le vicende del branco con degli estranei. Specialmente con dei solitari"
Anthony annuí leggermente agitato, aveva capito che da ora in poi sarebbe dovuto restare al suo posto.
Purtroppo però Il campanello suonò, avvisando i presenti dell'entrata "in scena" di qualcuno.
In questo caso si trattava del solito gruppo di solitari, il quale avanzò nel piccolo locale con fare minaccioso.
Dylan e i suoi scagnozzi del cazzo.
Giravano sempre in banda e seppur non essendo un reale branco, possedevano un principale.
Roba strana. Erano considerate le mele marce nel mondo dei Mannari degli Stati Uniti.
Erano la mafia dei Mannari e la cosa a volte ritornava utile a quelli che non volevano fare il lavoro sporco e macchiarsi le mani di sangue altrui.
Guadagnavano in questo modo lercio oltre che a fare gli allibratori clandestini.
Non era la prima volta che si imbatteva in loro, dato che spesso portavano rogna proprio lì da Anthony. In passato se ne erano date di santa ragione, soprattutto perché i suoi ragazzi non erano tanto più grandi di Cailean.
Aveva imparato le maniere crude grazie a loro.
Andarono diretti dall'Alpha e lo accerchiarono. Erano lì per lui, per provocarlo.
Dylan si sedette sullo sgabello alla sua sinistra, mentre il suo secondo in comando prese posto sull'altro alla sua destra.
"Fanne un altro Anthony." Disse con quella sua fottuta voce gracchiante.
Il proprietario lo guardò torvo. "Non voglio seccature Dylan."
Lui in risposta gli mandò un bacio volante, poi si voltò ad osservare Cailean che invece se ne stava con lo sguardo fisso davanti a se. Neanche lui era lì per ulteriori seccature, ma per bere e dimenticarsi persino il suo nome. Ma gli sarebbe bastato un nonnulla per provocarlo quella sera.
"Ma guarda un po' chi si rivede. Ma che piacere. Il piccolo Kyle è cresciuto. È un uomo adesso"
Un sorriso amaro e ben poco divertito aleggiò sulle labbra di Kyle, che invece, spallandosi sullo schienale, disse. "Vorrei poter dire lo stesso nei tuoi riguardi ma..." e lasciò cadere il discorso.
A quel punto Dylan lo provocò.
"Ho saputo che la tua Puttana si è trasferita di nuovo qui. Come sta? Gode già di ogni privilegio come una regina? Il tuo branco è d'accordo?
A quel punto Cailean non capì più niente e prima che potesse tornare a ragione, si avventò su quello squallido pezzente, tirandogli una serie di cazzotti in pieno volto.
In meno di un secondo tutti furono su di lui. Ma Cailean teneva a bada ognuno di loro.
Uno di loro tentò di prenderlo a calci, ma non ci riuscì perché prima di poter anche solo sfiorare il corpo di Kyle, questo gli aveva già messo fuori uso la gamba.
Un altro cercò di buttarlo a terra mentre un altro ancora gli tempestò volto e nuca di cazzotti ma in poco tempo L'alpha riuscí a liberarsi anche di loro.
A quel punto si ritrovò di fronte a Dylan, che gli andò in contro con una specie di sorrisetto del cazzo sul volto.
"Hai proprio delle belle troie Dylan. Peccato che sono tutte già fuori gioco. Combattono proprio come delle femminucce"
Lui contrasse la mascella squadrata e nei suoi occhi si poté intravedere della furia.
Dopo tempo finalmente si godeva una scazzottata come si deve.
Kyle non era mai stato uno di quei 'ragazzoni cattivi', quelli che I papà tenevano lontano dalle proprie figlie. Anzi.
Purtroppo però la sua immagine da bravo giovane uomo e ottimo capobranco, nascondeva un animo più che turbolento e vulnerabile, un animo da sbronze, rissa ed anche solitudine. Tutte componenti che non si addicevano ad un capobranco ed anche se Cailean lo sapeva, covava queste sue sfaccettature segretamente e gelosamente.
Del resto tutto ciò che è considerato sbagliato, proibito e illegale è tutto ciò che più ci attrae e più ci fa sentire vivi.
Beh l'adrenalina che quel momento gli faceva crescere nel petto lo esaltava... non poco.
I licantropi inoltre non erano mai stati associati all'idea di serenità, calma e pazienza ma all'esatto contrario. Beh Kyle, in quel momento stava semplicemente onorando la sua bestia.
Attaccò Dylan con una dose di furia maggiore rispetto a quella che aveva usato per stendere i suoi scagnozzi.
Lui barcollò ma tentò di dargli un calcio fra le costole. Cosa che non riuscí a fare perché riuscì a pararlo.
Cailean adesso era un Alpha, non era più il ragazzino che un tempo Dylan riusciva a riempire di mazzate.
Kyle lo bersagliò di pugni fino a stordirlo, tant'è che Dylan si dovette sorreggere allo sgabello dietro di se per riprendersi.
"Non ti sai divertire più come un tempo eh Dylan? Siamo invecchiati?"
Questo rise, mostrando la fila di denti appuntiti e macchiati di sangue.
Scosse il volto e attaccò lui quella volta. Cailean si difese bene, finché riuscí a schivare alcuni dei suoi colpi e a sferrargli qualche gancio.
Non appena si riprese, si avventò nuovamente su di lui e finirono qualche metro più in là. Dio solo sapeva aveva tutta l'intenzione di porre fine alla sua vita quella notte, una volta per tutte.
Dylan aveva compreso che non si trattava di un semplice pestaggio e così rispose. Non si trattenne e i quattro cazzotti che riuscirono a colpirgli il volto furono devastanti, a tal punto da rompere a Kyle sopracciglio e labbro.
Improvvisamente braccia e mani gli circondarono il busto, staccandolo dal solitario e allontanandolo dalla sua figura.
Qualcuno con forza lo bloccò con le spalle al muro e quando poté capire di chi si trattasse, incrociò il duro ma famigliare sguardo di Beck.
Zac e Aaron intimarono ai solitari di farsi da parte e di lasciar perdere. Gli dissero che avevano scelto una brutta serata e che non conveniva loro aizzare un altro pestaggio.
Dopo di che spintonarono Cailean fuori dal locale, il quale barcollò con la testa pesante. Beck si occupò di lasciare soldi e mancia ad Anthony.
"Andiamo, testa di cazzo!" Disse Aaron.
Roba da matti. Il suo secondo che gli dava della testa di Cazzo.
Caielan era ancora piuttosto andato, tant'è che lo afferrò dal colletto e lo sbatté contro la sua auto, la quale era parcheggiata proprio davanti all'autogrill.
"Non mi dici cosa fare"
Improvvisamente una sei-colpi gli fu puntata contro la tempia.
Non girò il volto ma Kyle capí subito che Beck faceva sul serio quando lo sentì sbloccare la sicura.
"Porta il tuo cazzo di culo in macchina e non obiettare! O giuro su cristo, Cailean Skoll che ti perforo il cervello con una delle mie pallottole"
Rise.
Non aveva paura di una revolver ma lasciò comunque stare Aaron, il quale lo spintonò e fece il giro dell'auto borbottando qualche bestemmia sotto voce.
Se Beck stava puntando una pistola contro Kyle, ciò valeva a dire che quest'ultimo aveva decisamente superato i limiti.
"Che ci fai qui? Non te ne eri andato?" Chiese il ragazzo.
Beck aveva lasciato il branco perché sua moglie era incinta di e aveva bisogno di tranquillità ed ultimamente il branco non era un luogo adatto.
Beck abbassò la pistola e gliela puntò contro il petto, intimandogli "Si e avrei preferito continuare a starti lontano ma Anthony mi ha messaggiato, avvertendomi che stavi combinando qualche guaio fuori dalle terre. Non sei più un cazzo di livello Kyle, adesso se prendono di me te, prendono di mira anche il tuo branco e la tua compagnia"
Zac aprí la portella a Kyle guardandolo torvo, il suo maggiore si infilò dentro a bocca chiusa ma prima di chiuderla però gli passò le chiavi della sua auto, per far sì che gliela riportasse a casa.
Non serví parlare oltre, Zac comprese all'istante.
Poi con lo sguardo appannato e l'animo alquanto scosso si abbandonò sul sedile.
Dio, ma che cazzo stava combinando?
Quella notte ovviamente cercare di dormire impossibile anche per Claire. La pesantezza che portava nel petto l'angosciava cosi come l'intreccio complicato di pensieri che non avevano smesso di torturarla.
Non sapeva ancora come definire ciò che era successo fra lei e Kyle Ma baciarlo, seppure fosse stato un passo avventato, si era dimostrato forse la più entusiasmante esperienza della sua vita.
Quando le sue labbra si erano scontrate con le sue, pareva che ogni tassello fosse finalmente andato al suo posto. E invece no... quando si erano staccati, gli si era parata davanti la verità nonché l'esatto contrario.
Sarà che aveva sempre covato il desiderio di baciarlo e finalmente questo era accaduto. Ciò però non escludeva tutti i guai che avrebbe comportato.
Claire si odiava e continuava a ripetersi che iniziare una qual specie di relazione con il capo branco degli Skoll non era un lusso che poteva concedersi.
Quella mattina dunque si alzò prima del previsto. La infastidiva rimanere a rimuginare sugli errori commessi. Piuttosto preferiva accertarsi delle condizioni fisiche di Adrian da se.
Quella notte l'ibrido era stato ferito durante la caccia da sanguisughe infiltrate e ciò gli aveva causato una brutta lussazione alla spalla.
Liam, inoltre aveva colpevolizzato Kyle e le circostanze si erano fatte sempre più problematiche.
Claire entrò nella stanza di Adrian, tentando di evitare di far rumore il meno possibile. Si sedette sul suo letto e gli accarezzo i capelli.
Adrian era da sempre uno dei suoi amici più intimi. Non immaginava una vita senza lui e vederlo costretto a letto in quel modo, con il busto mezzo fasciato la intristiva parecchio.
Guardò le lenzuola disfatte del letto affianco. Anche Liam si era già svegliato e ciò lo dimostrava il rumore dello scrosciare pesante dell'acqua proveniente dal bagno. Sicuramente Liam era sotto la doccia.
Improvvisamente il rubinetto fu chiuso e qualche attimo dopo la porta del bagno si aprì e rivelò un Liam, alquanto scoperto: tutto completamente nudo se non fosse per un misero asciugamano che avvolgeva le parti più intime.
I suoi occhi non potettero che apprezzare ma inevitabilmente i miei pensieri vagarono sempre nella stessa direzione: chissà come doveva sembrare L'alpha dopo la doccia e con solo un asciugamano indosso.
Cretina e stupida. Si maledisse mentalmente. Continua a torturarti in questo modo e finirai per fare una fine penosa.
Liam dapprima sembrò sorpreso dopodiché le rivolse uno sguardo gelido e penetrante.
"Piangi al capezzale del nostro soldato?" Domandò dirigendosi verso il piccolo armadio.
Lei negò. "Non piango. Mi accerto solo che stia bene"
Lui a quel punto sospirò pesantemente. Dopo di che la sorprese, le si posizionò dinanzi e parlò senza peli sulla lingua.
"Sarò chiaro, Claire! Non mi è dispiaciuto trattare in quel modo quel cane e se dovesse ripresentarsi l'occasione, lo prenderei nuovamente a parolacce." Lei invece agrottò la fronte non concorde alle sue parole "non mi piace. Nasconde qualcosa di grosso, ne sono sicuro e temo che ci sia lui dietro ogni attacco. Dunque scaverò fino in fondo per scoprire di che si tratta..."
"abbassa la voce. Adrian dorme"
"Dovresti starmi a sentire Claire."
"No Liam smettila di dirmi cosa devo o non devo fare. Non sei ne mio padre ne il mio ragazzo. A fare così rischi solo di essere allontanato. "
Lui rise "da te? Così che puoi liberamente finire fra le sue braccia?"
"Cosa?"
"Vi ho visti ballare ieri sera. E ho notato anche che ti ha seguita fuori la sala quando lo hai abbandonato in mezzo alla pista. Non vengo a chiederti cosa sia successo perchè non sono sicuro di volerlo sapere. Ma mi chiedo cosa ci facesse qui quando siamo tornati dall'attacco..."
"Si è scusato!" L'ibrida mentì tentando di liberarsi dalla predica di Liam.
"Di Cosa?"
"Per avermi trattata male nell'ultimo periodo. Vuole rimediare perché sa di aver sbagliato." Poi girò la frittata "proprio come dovresti fare tu. Solo che probabilmente tu non sei così intelligente..."
"O forse io non sono così falso!!!"
"La smettete di urlare? Non riesco a dormire e credetemi ne ho davvero bisogno"
I due si voltarono di colpo verso Adrian che li guardava con rimprovero.
Claire gli fece una carezza sul volto e gli sorrise "scusa tesoro, hai ragione! Come ti senti?"
"Sei venuta a trovarmi..." le sorrise lui a sua volta "adesso meglio sicuramente, grazie!"
"Non abbiamo finito di parlare Claire! Vogliamo accomodarci fuori?" Propose Liam ancora su tutte le furie.
Lei roteò gli occhi al cielo e si alzò rapidamente, poi guardandolo in cagnesco disse "non discuterò con te un altro volta Liam. Ultimamente non fai altro che polemizzare e sbraitare su ogni cosa. Ero venuta qui per Adrian e sinceramente speravo di evitarti con tutto il cuore..."
Liam si sarebbe aspettato di tutto ma mai quelle parole. La sua espressione infatti da severa divenne ferita. Claire non usava mai quei toni bruschi e se poteva li ovviava sempre, per rispetto, compassione, codardia forse. No, più che altro perché agiva secondo il motto "non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te" e trattare in malo modo qualcuno sicuramente non rientrava nella lunga lista di cose che sua madre, suo nonno e i suoi zii le avevano insegnato.
"Fai bene a dubitare di chiunque ma prima di tirare le somme, non dovresti puntare il dito contro i petti altrui ... potresti davvero metterti nei guai un giorno di questi!"
Lui schioccò la lingua sul palato, strinse le palpebre e la guardò a mo' di sfida. Liam non accettava insegnamenti dagli altri. Ecco un altro grande difetto che saltava fuori.
"Il bue che dice cornuto all'asino."
Claire a quel punto si diresse verso la porta, prese un grosso respiro e prima di uscire disse "No Liam, io combino molto casini, è vero.... ma mai mi sognerei di accusare qualcuno senza prima essere a conoscenza della verità dei fatti. MAI LIAM." Dopo di che si voltò verso Adrian e gli sorrise benevola "perdonami, verrò a trovarti più tardi d'accordo?"
Lui annuì sorridendole sincero di rimando. "Non preoccuparti Cucciola. Ci vediamo di sotto"
"Mi dispiace tanto... per tutto."
Dopo di che abbandonò la stanza velocemente e si precipitò in corridoio, richiudendosi la porta alle spalle.
Ma per poco non si prese un accidenti. Alexander era proprio lì, in procinto di entrare nella stanza.
Giusto. I ragazzi condividono la stanza. E Margaret e Cassandra ne condividono un altra. Pensò Claire.
"Non volevo spaventarti..." disse lui infilandosi le mani nelle tasche strappate dei jeans scuri a sigaretti.
Lei storse la bocca in una smorfia. Avrebbe evitato volentieri anche Alexander quella mattina... anzi qualsiasi essere maschile sulla faccia della terra.
"Non credi di star spezzando fin troppi cuori Claire?"
Lei sbarrò gli occhi confusa. Si riferiva solo a Liam? O anche a qualcun altro? Perché mai avrebbe dovuto dirle quelle parole?
"Scusami, potrei sapere di cosa tu stia parlando?"
"Sai bene di cosa parlo invece."
"No. Parla chiaro."
Lui si appoggiò con una spalla al muro, poi la guardò con un sopracciglio alzato e uno strano mezzo sorriso sinistro sulle labbra.
Inquietante.
"Dovresti dirgli la verità Claire. Liam ha molte speranze riguardo ... voi"
Claire non lo lasciò parlare oltre. La sua anima ormai era stata avvelenata da tutte le loro false accuse e ingiustizie.
Infatti lo scimmiottò per bene.
"Dovresti dirle la verità Alex. Intendo a Cassandra... lei ripone molta fiducia in un vostro domani. A quanto pare tu no, vero? Dovresti proprio dirle la verità!"
A quel punto notando che avesse colpito esattamente nel segno, gonfiò il petto e piena d'orgoglio lo superò diretta verso la Sala dei Convitti, dove un abbondante colazione l'attendeva come premio vincente.
Margaret, Gigi e Caleb erano lì, già intenti nell'abbuffarsi Ridendo e scherzando. Quando la videro si azzittirono, notando qualcosa di diverso nella sua espressione. Con nonchalance, Claire si diresse verso uno dei mobili lì presenti, aprí la vetrinetta e ne estrasse una bottiglia di Johnnie Walker e Quattro bicchierini da cicchetto.
Dopo di che la richiuse e raggiunse i tre, i quali nel frattempo la guardavano letteralmente sconvolti.
Lei aprí la bottiglia e verso un po' del liquido nei quattro bicchierini. Dopo di che ne afferrò uno e lo alzò in aria.
"Brindiamo!"
"Ma non sono neanche le otto di mattina Claire." Rispose Maggie, alquanto sconvolta.
Lei li guardò felice e disse "c'è sempre un motivo per festeggiare ragazzi."
"E quale sarebbe?" Chiese l'unico Mannaro fra loro.
Claire a quel punto sorrise loro beffarda e con il cuore pieno di tanta speranza brindò. "A me... che da questo momento non permetterò a nessun'altra di mettermi i piedi in testa. E a voi... che spero farete altrettanto."
Gigi fu la prima ad afferrare uno due tre bicchierini rimanenti. Lo fece scontrare con quello della cugina e rispose al Brindisi "a te che finalmente l'hai capito e a noi ... che ti vogliamo bene come l'aria"
Subito dopo si aggiunsero anche Caleb e Margaret che condivisero il Brindisi con la stessa fierezza.
Quando ripresero a fare colazione però Caleb sembrava alquanto pensieroso e silenzioso. Aveva un aria ombrosa che non convinceva per niente Claire. "Ehi ma che succede? C'è qualche problema?"
Caleb parlò subito.
"Diciamo. Forse non dovrei dirtelo ma so che sai mantenere un segreto."
Lei lo guardò biecamente, non sapendo cosa aspettarsi.
"Kyle stanotte si è dato all'alcool. Non lo vedevo così da anni. È tornato a casa ubriaco marcio ... era uno straccio"
A Claire per poco non balzò il cuore in gola. Deglutì scioccata di fronte alla notizia ma non parlò. Lasciò che il lupo continuasse.
"E non aveva neanche un bell'aspetto!"
"Che significa?" Chiese preoccupata.
"Non so. Ha aizzato una rissa al locale contro un branco di solitari... lo stesso con cui da ragazzino si faceva sempre pestare. Non capisco cosa cazzo gli sia preso. È tornato con la maglia sporca di sangue, un occhio nero, più labbro e sopracciglia rotti."
"Dio mio." Esclamò Maggie, avvicinandosi.
"Si. Fortunatamente Beck e Aaron sono andati a riprenderlo al confine."
"Al confine? Si è spinto fino al confine!"
"Oltre. Questo locale si trova qualche chilometro dopo il confine. Credo che fosse andato volutamente a cercare rogna. Sapeva benissimo cosa potesse trovare una volta giunto li. Quel branco di solitari bazzica sempre da quelle parti."
"Perché mai avrebbe dovuto farlo?" Domandò Claire con il cuore che aveva preso a batterle ancora più forte.
A quel punto Caleb alzò gli occhi su di lei. Il suo sguardo intenso sembrò penetrarle persino l'anima.
"Non so dimmelo tu Claire!"
NDA: ciaaao! Ecco qui un Kyle un po' amareggiato e deluso!
Spero che questa volta il capitolo si riesca a leggere!
WELL ... non è chissà quale capitolo ma era indispensabile: Kyle distrutto che perde il controllo, Claire che mette al loro posto Liam e Alex. Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo. Voi cosa credete? E soprattutto cosa pensate di questo?
Fatemi sapere sempre il tutto con un commento e con una stella grazieeee. E perdonate la lunga attesa. Cercherò di aggiornare in maniera più frequente.
Baci d'arancio a tutti.
- Claire
Ps: per chi vuole seguirmi su Instagram e avere un contatto diretto con me e parlare sella storia direttamente con me, il mio profilo è :
chiara_loppy.
Grazie a tutti.
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