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"Non riconosco più Alex" Cassie disse quelle quattro parole lasciandosi cadere sul materasso del letto di Claire.
Erano tutte li: Maggie, Cassie e Gigi. Claire aveva bisogno di aiuto per cambiarsi e andare a dormire, dunque si erano fiondate nella sua stanza e stavano passando li la serata. Una riunione di sole donne, insomma.
"Quel tipo è proprio strano. Ma è il tuo ragazzo?" Chiese Gigi mentre afferrava una Cherry-Cola dal piccolo frigorifero rosa posto sotto alla scrivania.
"Guarda non so proprio cosa risponderti" rispose la biondina, seguendo con un ampio sospirò di rassegnazione. "Ultimamente ci siamo distaccati parecchio, lui è sempre pensieroso, quasi assente. non mi parla, non più come una volta. Gli chiedo spesso cosa abbia e a cosa pensa, ma fin ad ora non sono riuscita a tiragli fuori nulla da quella dannata bocca"
Claire e Margaret si lanciarono un occhiata loquace. Erano incerte se dirle o meno riguardo l'aggressione di qualche giorno prima e la scenata di quella sera di Alex.
Sicuramente non volevano intristire l'amica durante quel soggiorno e non volevano che tornasse a casa per via di una possibile situazione scomoda. Ma soprattutto Claire non voleva che l'amica la guardasse con occhi diversi: come una nemica.
Probabilmente Alex non aveva mai messo da parte quella cotta che tanto tempo fa aveva ammesso di avere nei confronti della mezzosangue e ciò avrebbe distrutto Cassandra se fosse venuta a conoscenza degli ultimi avvenimenti.
No, non glielo avrebbero detto.
"Ha avuto un cambiamento allucinante negli ultimi tempi " Commentò Claire mentre nel frattempo si reggeva alla spalla di Margaret, che in vece era intenta a far passare la gamba del pantalone del pigiama attraverso il gesso della prima.
"Non so cosa lo stia spingendo a comportarsi in questo modo così poco riguardevole nei confronti degli altri. Ormai sembra essersi dimenticato persino di me..." la voce di Cassandra quasi tremò e ciò catturò la totale attenzione delle giovani presenti, specialmente di Margaret e Claire che la guardarono tanto dispiaciute.
Maggie le corse affianco e l'abbracciò stretta, lasciando improvvisamente Claire che barcollò rischiando di finire per terra come una pera cotta.
Fortunatamente ciò fece ridere le ragazze, fra cui Cassie che ricacciò all'indietro le lacrime e disse "Claire sei proprio un imbranata!"
"Oh scusami tanto se sono precipitata giù da una rupe e momentaneamente non sono capace di reggermi sugli unici due piedi che ho!" Esclamò l'altra che, una volta finito di vestirsi, traballante si andò a sedere sulla panca posta nella sua finestra a golfo.
"A proposito come è andata di preciso?" Domandò Gigi appoggiandosi alla scrivania "Erano entrati nelle terre del branco? Ti attendevano già li? com'è che nessuno ti ha aiutata?"
Improvvisamente la testa della giovane sembrò rivivere le scene di quel momento. Era lucida quando stava scalando la rupe ed era ancora lucida quando qualcuno l'aveva scagliata contro il suolo, colpendola prepotentemente ... con una zampata.
Trasalí al pensiero, di colpo sollevò il capo e guardò intensamente sua cugina. Le altre invece si fecero più seria attendendo la risposta dell'ibrida.
Ecco che giungeva il momento in cui avrebbe dovuto sputtanare al mondo come erano realmente andate le cose e magari combinare altri guai. Ultimamente, questi non la lasciavano in pace per niente.
"Un lupo." Rispose serrando la mascella. "È stato un lupo. Mi ha colpita in volto e io ho perso la presa dalla roccia"
Il silenzio era improvvisamente calato all'interno della stanza. Le tre ragazze avevano lo sguardo spalancato e guardavano Claire sorprese della sua affermazione.
Solo Gigi ebbe il coraggio di fiatare dopo qualche secondo. "S...Sei sicura?" Balbettò.
"Mmh mmh" annuí lei.
"Questa è un accusa bella e buona. Dovresti stare attenta a ciò che dici, Claire. Questo potrebbe metterci il branco contro."
Improvvisamente Gigi era diventata nervosa e si era alzata in piedi.
Perché? Claire non capiva cosa avesse detto di male e lanciò un occhiata confusa alle sue amiche, le quali anche loro parvero stranite.
"io non sto accusando nessuno Gigi. Non penso sia stato un lupo del branco, non sto colpevolizzando Kyle e il suo branco..."
"Questo vuol dire che un qualcuno ti ha volutamente ferita... Sei sicura che fosse un lupo? Sei certa di quello che hai visto?"
Claire trasalì ancora.
"Si. Perché parli in questo modo?"
"Perché questo potrebbe creare qualche disguido. Xavier conta molto su questa alleanza e se davvero è stato un lupo a scaraventarti giù dalla rupe, vorrà dire che Cailean dovrà spiegare molte cose..."
Claire strinse le labbra in una linea dura, pensò attentamente a cosa dire prima di parlare.
"Pensi che Kyle sia colpevole?" Domandò Claire, impacciata d'improvviso. Non le andava di pensare a lui in quel modo. Cailean non era il tipo che faceva sempre la cosa giusta?
"Spero di no. Ma se fosse stato un membro del branco, questo significa che qualcuno ha deliberatamente cercato di ucciderti e ciò potrebbe implicare qualche piccolo sconveniente..."
"Forse pensava che fossi un nemico. Forse era un novellino." Claire Tentò di giustificare il comportamento del lupo. Non voleva che Kyle finisse nei guai per colpa sua, probabilmente non ne sapeva nulla a riguardo.
"Claire tu Sei proprio convinta di ciò che hai visto?" chiese Maggie.
La giovane si alterò "Margaret, io non ho semplicemente 'visto' qualcosa, io sono stata scaraventata giù dalla rupe con un artigliata".
"Bene vorrà dire che domani il Consiglio avrà molte cose di cui discutere." Commentò Gigi duramente.
"e se non fosse stato un membro del branco?"
"Un infiltrato, dici?" chiese Cassie.
Claire continuò a guardarsi severamente con la cugina. Poi annuì consapevole della situazione complicata che si sarebbe venuta a creare il giorno seguente.
Gigi, a quel punto diede un bacio sulla fronte alla cugina e poi lanciò un occhiata alle altre due ragazze "sarà meglio andare a dormire. Domani sarà una lunga giornata e Claire ha bisogno di riposare"
Poi le tre si diressero fuori dalla porta. Gigi si soffermò sull'uscio, si girò un ultima volta verso la cugina e infine disse "Pensa bene a cosa vorrai riferire domani al Consiglio. Da ciò potrebbe definirsi il destino di un paio di questioni. Ma soprattutto studia come giostrare per bene la cosa a tuo favore. Non sia mai che sia tu quella che alla fine dovrà pagarla."
Claire annuì stupida dal modo di fare di Gigi. Era davvero cresciuta negli ultimi tempi e finalmente era divenuta una giovane grande Donna. Era fiera di lei.
Gigi le sorrise per poi uscire definitivamente e richiudersi la porta alle spalle.
Il Consiglio era quel momento in cui le figure più anziane e al vertice della casata si riunivano per discutere e conversare riguardo gli ultimi avvenimenti e a cui spesso partecipava anche il branco Skoll. Se il Consiglio veniva indotto per occasione speciale valeva a dire che le cause erano alquanto impegnative e questa volta erano molto più che serie.
La giovane si riposizionò meglio sulla panca e guardò fuori dalla finestra:quella sera il cielo era sgombro di nuvole e si poteva osservare perfettamente il tappeto di stelle.
Claire non era sicura che sarebbe riuscita a prendere sonno quella notte, aveva troppe cose a cui pensare: la battaglia, le sue condizioni fisiche precarie, quel lupo, il branco e addirittura l'indomani sarebbe giunto Tristan, il quale da sempre la sua figura l'angosciava. Quell'uomo metteva i brividi.
Improvvisamente un movimento fra la vegetazione catturò la sua attenzione. I suoi occhi scattarono cercando di captare qualcosa. Ci fu un altro movimento e poi uno scricchiolio ma nulla di evidente.
Il corpo della ragazza si riempì di tensione. C'era qualcosa la fuori, o qualcuno.
Poi una sagoma scura indistinta fuoriuscì dalla vegetazione. Dapprima Claire non comprese subito di cosa si trattasse, poi la creatura si fece più avanti e poté intravedere il manto lucido e nero corvino di un lupo, grande e grosso almeno quanto un orso.
La giovane ibrida si lasciò sfuggire un gemito e ciò, data la finestra aperta, catturò l'attenzione della bestia. Infatti quest'ultima alzò di scatto il muso e due grandi occhi rosso rubino scintillarono nell'oscurità della notte, fissando severi nella sua direzione.
Cailean.
L'Alpha era lì sotto e stava osservando la sua finestra e lei di rimando stava osservando lui, o meglio la sua bestia.
Si sentì ridicola poi però il lupo fece una cosa inaspettata: si sedette sulle zampe posteriori e continuò ad osservarla prima piegando la testa da un lato e poi dall'altro.
Claire aveva voglia di accarezzarlo ma in quelle situazioni non poteva fare ben molto. Certo, se non avesse avuto il gesso alla gamba sarebbe calata dalla finestra e sarebbe scesa di sotto, ma date le circostanze avrebbe dovuto prendere la porta principale evitando di fratturarsi l'altra gamba, azzardando un salto nel vuoto. Inoltre, quasi sicuramente qualcuno l'avrebbe sentita e sarebbe corso a chiederle cosa stesse facendo e se avesse bisogno d'aiuto e lei avrebbe dovuto dare delle spiegazioni. Imbarazzante.
Dunque no decise di rimanere lì, buona buona a chiedersi come mai si trovasse sotto la sua finestra... proprio lui.
Afferrò il suo telefono e mandò un messaggio a Caleb: Ciao! Potresti gentilmente spiegarmi come funziona il vostro turno di guardia?
Il ragazzo rispose quasi subito: perché? Hai intenzione di sabotarci? Lol
Il lupo sotto la sua finestra si alzò nuovamente e fece qualche passo in avanti. A quel punto fu completamente illuminato dalla luna e Claire non poté che ammettere, fra se e se , che quella bestia aveva un fascino quasi magnetico. Non che da umano fosse da meno, anzi Claire non riusciva quasi mai a staccargli gli occhi d'addosso.
Sembrava più incuriosito adesso il suo sguardo e quando Claire afferrò nuovamente il suo telefono per comporre un altro messaggio, lo sguardo del lupo incominciò saltare come una pallina da Ping pong dal telefono alla ragazza.
Che strano. Che gli importasse qualcosa?
Claire scrisse ancora a Caleb: è possibile che il tuo boss si trovi sotto la mia finestra?
Premette invio. Dopo di che scrisse un nuovo messaggio ad un altro contatto. Questa volta scrisse direttamente a Cailean: COSA CI FAI SOTTO LA MIA FINESTRA? SEI VENUTO A SCUSARTI?
Ovviamente il lupo non poteva risponderle, non aveva con se il cellulare. Eppure il cuore le batteva a mille ugualmente. Sentiva una strana sensazione aleggiarle sotto pelle. Forse non avrebbe dovuto scrivergli quel messaggio eppure lo aveva fatto. Un idea avuta all'improvviso e realizzata di impulso. In fondo non stava facendo nulla di male. Era vero L'alpha le piaceva e non poco ma ciò non significa che non potesse avere con lui un normale rapporto di conoscenza.
Inoltre quella sera si erano lasciati in malo modo, Kyle aveva fatto perdere la pazienza a lei e Claire a lui.
Kyle l'aveva definita 'Femmina', lei si era infastidita e l'aveva lasciato in mezzo alla sala su due piedi. Claire aveva capito che Cailean non l'avesse fatto con l'intento di ferirla, che era normale nel branco chiamarsi in quel modo, eppure quando si trovava in sua presenza, Claire diventava più permalosa del normale.
Si ritrovò a sorridere, chissà se mai le avrebbe risposto. Ma se ciò sarebbe successo, sarebbe stato sicuramente solo una volta tornato a casa.
Non le era mai successa una cosa simile, lei che manda messaggi ad un ragazzo. Ad un Alpha per di più.
Dio, che imbarazzo totale! Non era da lei.
Nel frattempo Caleb le aveva risposto al suo messaggio: Ah. Probabilmente ha allungato il suo giro di pattugliamento.
Il sorriso di Claire si spense subito. Dunque era solo per quello: sorveglianza.
Probabilmente Kyle voleva accertarsi che Claire non combinasse qualche ulteriore danno, data la sua naturale capacità d'attrarre guai. Era una calamita per le catastrofi a quanto pare.
Scosse la testa, liberandosi da quei pensieri divenuti improvvisamente negativi. Si allontanò di malavoglia dalla finestra e si trascinò fino al letto, dove si infilò sotto le coperte con l'umore sotto i piedi.
Cailean non poteva avere un riguardo nei suoi confronti. Doveva metterselo in testa o sarebbe finita come quella lupa bionda che quella sera era scoppiata in lacrime di fronte a tutti.
In ventidue anni Claire non era mai riuscita a innamorarsi per davvero nessun uomo. Finalmente incominciava a piacerle qualcuno ma questo era uno off limits. Ecco come funzionava.
Probabilmente si sarebbe dovuta accontentare di Liam. Probabilmente avrebbe reso felici tutti. Ma lei?
Si sentì stupida, soprattutto perché nella foga gli aveva addirittura scritto un messaggio.
Dio, un altra figura. Chissà cosa avrebbe pensato di lei.
La mattina seguente mi destai dal mio sonno rigeneratore alquanto pigramente. Rimasi ad occhi chiusi per un tempo indefinito a godermi quel lento risveglio, poi pian piano, quando capii che nella mia stanza ci fosse un altra presenza oltre che me, aprii lentamente gli occhi.
Prima uno, e notai una figura maschile seduta sul bordo del mio letto, poi l'altro e mi andai a scontrare con il meraviglioso e scintillante sorriso di Adrian.
Grugnii picciosa, dimostrando la mia contrarietà all'alzarmi quella mattina.
"Buongiorno raggio di sole" ridacchiò lui per poi scostarmi delicatamente una ciocca dal volto.
"Ciao!" Dissi, richiudendo gli occhi ma non mancando di sorridergli gentilmente.
Amavo Adrian e lui amava me. Ci amavamo proprio come una sorella e un fratello si dovevano amare. Per quanto Adrian fosse un giullare in carne ed ossa, e per quanto potesse essere scambiato per un ragazzo poco serio. In realtà provavo una profonda ammirazione nei suoi confronti: Adrian c'era sempre, non ti abbandonava mai, la sua spalla era sempre lì, pronta ad accoglierti, così come un suo abbraccio.
"Sei pronta ad affrontare il tuo destino anche oggi?"
"Noooo!" Piagnucolai tirandomi il piumino fin sopra il naso.
Adrian ridacchiò felice, poi sbatté la mano sul materasso ed esclamò "Dai su principessa, ti aspetta una colazione da favola..." Al suono di quelle parole la mia pancia incominciò a brontolare e borbottare. "Il tuo stomaco sembra essere d'accordo con me"
Adrian balzò in piedi e in poche falcate raggiunse la porta finestra che spalancò di colpo, lasciando che il freddo invadesse la mia stanza.
Rabbrividii e mi rannicchiai nelle lenzuola ma sapevo perfettamente che Adrian non mi avrebbe mai permesso di rimanere a poltrire nel letto ulteriore tempo. Così aspettai timorosa il momento in cui mi avrebbe strappato le lenzuola d'addosso, che non arrivò troppo tardi.
Più tardi, aggrappata al braccio di Adrian, mi diressi zoppicante e traballante verso la celebre Sala dei Vitti, dove ovviamente si consumava anche la colazione .
Fu proprio in quel momento che la domanda di Adrian arrivò, spiazzandomi totalmente.
"Da quando ti messaggi con Skoll?"
Deglutii, irrigidendomi di colpo.
"Come?" Finsi di non aver compreso alla perfezione.
Mi ero completamente scordata di aver scritto a Cailean la sera prima. Inoltre, dato che tutte le persone a me care erano concentrate nello stesso mio luogo, non avevo sentito il bisogno di controllare il cellulare e l'avevo abbandonato sul comodino, dimenticandomi del fatidico messaggio che avevo inviato al mitico Kyle.
Che grandissima cazzata.
"Stamattina quando sono entrato in camera tua, mi sono permesso di guardare lo schermo del tuo cellulare per controllare l'ora esatta..." disse, bloccandosi sul posto e rivolgendomi tutte le attenzione. "E ho letto un messaggio... di risposta... da parte dell'alpha. Ne sai qualcosa?"
Cosa cazzo gli avrei raccontato adesso?
Nulla Claire, stai calma. Racconta la verità, o meglio racconta solo quello che ti va... e fallo in modo che lui ottenga ciò che vuole sentirsi dire. Ordinati fra me e me.
"Certo che ne so qualcosa. Era il mio telefono quello"
Lui alzò un cipiglio e mi guardò torvo "perché vi scrivete?"
"Perché non dovremmo?"
"Vi sentite?"
"No."
"E allora perché messaggi con L'alpha..."
"Shhhh" dissi lanciandomi su di lui e tappandomi la bocca. "Se continui a urlarlo a gran voce e in quel modo, incomincia a somigliare ad una cosa proibita..."
"Beh..."
"Adrian. Fra me e L'alpha non c'è nulla. Ieri l'ho visto sotto la mia finestra in forma di lupo e mi sono informata sul motivo..."
"E quindi?" Mi chiese ancora, continuando a guardarmi bieco. Probabilmente non l'avevo convinto.
"Era lì per la ronda. Volevo sapere come procedesse la sorveglianza del perimetro della nostra casa."
Adrian ridacchiò da vero stronzo, mentre nel frattempo si levava dalla faccia le mie mani.
"Non c'è bisogno di agitarsi stellina." Mi sorrise lui. "Ok. Vogliamo andare a fare colazione?"
Annuii senza proferire altra parola. Non volevo che Adrian continuasse il suo interrogatorio, non volevo sentirmi ancora così tanto a soggezione. Dunque rimasi in silenzio sperando che lui non riaprisse il discorso.
Avrei controllato il cellulare più tardi, quando sarei ritornata in camera.
Attraversammo la grande Sala dei Vitti e proseguimmo, per poi uscire sulla grande balconata, che situata sulla facciata principale, essa si affacciava sul vistoso giardino che costeggiava il palazzo estendendosi per quasi un chilometro con il suo meraviglioso prato inglese e le sue piante scultoree accompagnate da vasi e piccole fontane.
Oltre il giardino, cominciavano altri due chilometri e mezzo di vegetazione e boscaglia, anch'essa ben curata dal professionista di palazzo: Carlos, un vampiro centenario, di origine spagnola, un vero portento nel suo settore, nonché mestiere.
Superati questi quattrocento ettari ben curati e prossimi alla dimora, vi era l'immenso parco della reggia: altri cinquecento ettari di vegetazione fitta e spontanea.
La foresta era qualcosa di unico, sebbene questa non fosse curata come i giardini di palazzo, in realtà essa sembrava non averne bisogno. Adoravo passeggiarci, respirare l'aria pulita che gli alberi mi donavano ma più di tutti adoravo fare il bagno nel lago oppure bagnare i piedi nel freddo torrente. Era un emozione unica.
Il lago e il torrente erano una specie di segnali di confine, da una parte vi erano le terre di Xavier Vandenberghe mentre l'altra vi erano le terre del Branco.
Tante volte, quando ero piccina, mi era capitato di incontrare qualcuno di loro li al lago... ma non mi era mai capitato di imbattermi in Cailean.
Me lo immaginavo, più giovane e impegnato nel seguire passo per passo il padre, per imparare il suo "mestiere". Me lo immaginavo un bambino serio e attento. Non riuscivo a guardarlo in in altra maniera.
Margaret, seduta ad uno dei tanti tavolini da bistrot li presenti, si sbracciò per salutarmi.
"Hey la principessa si è finalmente destata dal suo lungo sonno..."
Cassandra al suo fianco ridacchiò per poi rivolgermi un grande sorriso. Questa era intenta nell'intrecciare i lunghi capelli nocciola della prima. Entrambe erano vestite sportivamente e pronte per un arduo addestramento. Quanto avrei voluto partecipare anch'io.
Li vicino vi erano anche Liam e Alex a chiacchierare fra loro. Alex mi salutò con un freddo cenno del capo mentre Liam, non riuscì a sostenere il mio sguardo per più di mezzo secondo. Semplicemente si voltò e scese le scalinate scomparendo dalla mia vista.
Diedi un bacio sulla guancia a Maggie e Cassie per poi sporgermi dal davanzale per guardare chi altro c'era.
Inevitabilmente non potei che andarmi a scontrare con l'unico sguardo che avrei preferito evitare per tutto il corso della mattinata.
Anche l'alpha era lì ed anch'egli in tenuta ginnica. Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva: i pantaloni color kaki della tuta gli ricadevano perfettamente sui fianchi, in un modo assai sexy, cosi come la maglietta sportiva aderente nera che si modellava perfettamente ai suoi muscoli.
Oh cazzo. Ma perché era così dannatamente bello?
Quando mi notò gli angoli della sua bocca si alzarono in un meraviglioso sorriso e scosse la mano in aria per salutarmi, mi girò un attimo la testa.
Cailean Skoll mi dava alla testa, ecco perchè non riuscivo a levarmelo dalla testa. Ed inoltre se continuava a presentarmisi in quel modo ogni giorno, sarei finita per saltargli addosso un giorno di quelli.
Affianco a lui vi erano i suoi secondi, Caleb e mia madre. Quest'ultima si staccò dal gruppetto, scusandosi, e risalì le scale per venire a darmi il buongiorno con un caloroso abbraccio, seguita a ruota da Caleb.
"Amore mio! Hai dormito bene?" Domandò lei. Io la strinsi a mia volta godendomi la meravigliosa sensazione di essere stretta fra le braccia di mia mamma.
"Si, come un ghiro"
"Come va la gamba?" Domandò Caleb sbucando da dietro le spalle di Adelaide. "Ciao mostriciattolo!"
Mi strinsi anche a lui per poi staccarmi e rispondere.
"Ciao cucciolo. Va meglio rispetto a ieri..." ridacchiai.
"Il medico afferma che fra qualche giorno potrai liberarti di quel brutto gesso..." mia madre mi strinse a se di nuovo e prese a baciarmi affettuosamente la guancia, più e più volte.
"C'est une bonne nouvelle!" [questa è una bella notizia]
Un tono di voce sardonico, fin troppo familiare, arrivò alle mie spalle.
Qualcuno stava risalendo la rampa di scale opposta ed era pronto a distruggermi di fronte alla mia famiglia.
Mi voltai di scatto, rischiando persino di cadere. Per fortuna Caleb e mi madre erano lì e mi sostennero da un braccio.
Quando andai a incrociare lo sguardo grigio e tetro di Tristan, rabbrividii.
Era già li. Era già arrivato.
"Questo vorrà dire che farete ritorno all'istituto ancor prima. Severius ne sarà molto felice.."
Deglutii. Tristan con la sua aria minacciosa stonava completamente con tutto il resto: vestito con un lungo e pesante giaccone di pelle nera, jeans scuri, anfibi scuri e occhiali da sole Neri.
Faceva paura.
"La ragazza rimarrà a Palazzo Vandenberghe finché non sarà guarita completamente e finché ne avrà voglia. Ne ha tutto il diritto." Mormorò seccata una voce emergendo dal nulla.
Mi voltai verso Cailean. Anche lui aveva raggiunto quella stramaledettissima balconata e si era intromesso nella conversazione. Ciò che più mi sconvolgeva era il fatto che avesse preso le mie difese da Tristan, senza che nessuno glielo avesse chiesto.
Tristan roteò gli occhi al cielo, sbuffando seccato. Poi il suo sguardo sinistro tornò sull'alpha e cantilenò "e questo chi lo dice? Tu?"
"Io!"
Nonno Xavier apparve con un gran sorriso luminoso sull'uscio. Conoscevo quell'espressione furbetta di chi la sapeva lunga. Nonno sapeva esattamente giostrare la situazione a nostro fare, essere fra le sue mani non poteva che essere un bene.
Tristan si piegò a mezzo busto accennando un lieve inchino di riverenza nei suoi confronti, ma la sua espressione torva tradiva il suo garbo.
"E così come lei, saranno liberi di trattenersi qui anche i suoi compagni. Sono sicuro che Severius non avrà nulla da obiettare al riguardo. Ai ragazza giova sempre cambiare un po' l'aria e rinfrescare i pensieri... sbaglio?"
Tristan socchiuse lo sguardo accusando il colpo: Xavier celava della sfida dietro al suo tono gioviale ma Tristan non poteva far nulla per rispondere come avrebbe voluto.
"Xavier Vandenberghe! Che piacere ... come sempre..." disse quest'ultimo avvicinatosi al vecchio per potergli stringere la mano "sono d'accordo con voi. Avete perfettamente ragione."
"Il piacere è mio" l'altro rispose ricambiando la vigorosa stretta di mano "Vogliamo accomodarci nel mio studio. Il Consiglio avrà luogo non molto. Il tempo che mia nipote consumi la sua colazione."
Quando lo sguardo bieco di Tristan scattò nuovamente su di me, trasalii e indietreggiai intimorita. La mia schiena intanto andò a scontrarsi con l'ampio petto dell'alpha. Era caldo, troppo caldo. Cailean sembrava avere la febbre. Rabbrividii ancora. Non ero mai stata così tanto a stretto contatto con lui, a parte quando ballammo la sera del gala, nonché una delle prima volte in cui ci siamo incontrati.
Alzai il volto e i miei occhi cercarono i suoi, il suo sguardo però era gelido e fisso sul vampiro. Possibile che Kyle trovasse Tristan una minaccia? Si, e non aveva tutti i torti. Tristan era una minaccia. La vera domanda era: ma perché?
Poi però fortunatamente lo abbassò per ricambiare il mio di sguardo, e le sue mani si appoggiarono sulle mie spalle. Questo ovviamente non sfuggì ai presenti, i quali molti si soffermarono sul quel gesto tanto spontaneo quanto... intimo.
Sul volto della sanguisuga si andò a formare il solito sorriso disonesto, quello da volpe, il quale era da capo a piedi. Poi però rivolse la sua attenzione al vecchio, ancora in piedi sul l'uscio, in attesa che il giovane vampiro lo seguisse.
"Certamente. Fatemi strada"
E così dicendo i due sparirono all'interno dell'edificio. Gli altri ripresero a fare cio che stavano facendo prima del mio arrivo. Kyle compreso, il quale si era staccato dalla mia schiena lasciandomi una strana sensazione di vuoto.
Fortunatamente però il coraggio non mi mancò e lo richiamai.
"Cailean!"
Quando si voltò il mio cuore prese a battere all'impazzata. Dio, non mi sarei mai abituata a quello smeraldo!
"Dimmi, principessina"
Dio, quel fottutissimo sorriso sghembo!
"Dovrei parlarti..."
Lui aggrottò la fronte, poi iniziò a parlare a macchinetta e un po' impacciato. "Se ti ha dato fastidio la mia presenza ieri sera sotto la tua finestra..."
"No. No. No." Bloccai il suo sproloquio prima che fosse troppo tardi. "Non si tratta di questo."
"E di cosa?"
Dio, stavo sudando freddo! Dire la verità non mi era mai stato un problema per me eppure perché adesso mi preoccupavo così tanto di fronte a quello sguardo smarrito?
'Beh no Claire!' Mi rimproverai da sola 'diglielo, senza mezzi termini. Se nel suo branco c'è qualche possibile minaccia, qualche mela marcia... Kyle ha il diritto di sapere...'
"Avevo bisogno di parlarne con te prima di doverlo fare di fronte al consiglio..."
"C'è qualche problema Claire?"
"Si, Kyle." Preso un grosso respiro e poi sputai il rospo. "Non ho ancora avuto modo di raccontarti come è andata in realtà veramente quel giorno"
Lui fece una smorfia e piegò la testa di lato guardandomi con espressione confusa. Non stava capendo ovviamente.
"Quando mi hai chiesto di raggiungere la rupe quel giorno, io ce l'avevo fatta, avevo quasi raggiunto le terre del branco, come tu mi avevi chiesto... ma..."
La sua espressione si fece più severa e a quel punto serrò la mandibola e raddrizzò il busto, porgendomi la sua più totale attenzione.
"Ma..." mi incitò a proseguire.
"Qualcuno mi ha colpita potentemente in pieno viso scagliandomi giù dalla rupe. È per questo che ho perso i sensi ed anche le forze"
"Cosa stai cercando di dirmi, Claire? Che qualcuno era nelle mie terre?"
Lei annuì.
"Un infiltrato? Sanguisughe bastarde!"
"No Kyle, non capisci. Non è stato un vampiro."
"E chi Claire?" digrignò lui i denti.
"È stato un lupo a farmi questo, Kyle. Un lupo grigio!"
Fuoriscena.
Thunder Valley non era mai stata così terrificante come in quel momento.
Il vento soffiava gelido fra le fronde degli alberi provocando un sinistro fischio.L'atmosfera metteva i brividi persino ad una dal sangue freddo come Quinn.
Si era allontanata dalle terre del branco, si era stancata di tutta quella situazione.
Finalmente era giunta l'ora di fare ciò che avrebbe dovuto fare tempo fa. Se Quinn non poteva riavere il suo Kyle indietro, questo valeva a dire che nessun'altra l'avrebbe ottenuto. Neanche Claire Vandenberghe.
Nonostante il freddo, che le si era attanagliato nello stomaco, Quinn prese una grossa boccata d'aria e bussò alla porticina ferrata della roulotte davanti a se.
Non ci volle molto che quest'ultima si spalancò rivelando l'ultima persona al mondo a cui Quinn avrebbe mai immaginato si sarebbe rivolto in cerca d'aiuto.
"Devi essere davvero disperata se alla fine hai deciso di portare le tue dolci grazie da bambolina fin qui..." sbottò questo, senza alcun tipo di moine.
La malvagità che coloriva lo strano sorriso del Mannaro di fronte a se la rendeva alquanto inquieta ma ciò non la impedì di ammettere.
"Si, alla fine avevi ragione. Credo che tu sia la mia ultima spiaggia..."
"È qui che ti sbagli, riccioli d'oro!" Ridacchiò sardonico lui "Io sono la tua sola e unica spiaggia!"
Le viscere presero ad attanagliarsi dentro di lei, si strinse il corpo fra le braccia improvvisamente colpita dal rimorso.
Ma che stava facendo? Aveva messo in conto dei pericoli che avrebbe rischiato da allora in poi?
Ovvio che no. Quinn si stava buttando a capofitto in qualcosa di estremamente pericoloso e tutto questo solo per sete di vendetta.
"Qualche ripensamento, biondina?"
La 'biondina' fissò terrificata la grossa cicatrice che solcava il volto del giovane uomo davanti a se, deformando il meraviglioso sguardo ghiaccio che un tempo lo caratterizzavano come 'uno dei più belli'.
Adesso ridotti alla fame, lui e la sua orribile cicatrice dovevano fare i conti con il destino da omega a cui era stato relegato per colpa di quella feccia degli Skoll.
Kyle, la sua famiglia e la sua ibrida puttana l'avrebbero pagata cara. Con la vita, questa volta. E Quinn lo avrebbe aiutato.
"No Daemon, nessun ripensamento."
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