2x03

Kevin mi aveva stritolato forte come i vecchi tempi. Mi aveva riempito di baci sul volto sotto lo sguardo inquisitorio dei miei compagni e poi assieme ci eravamo accomodati alla lunga tavolata a ferro di cavallo, seguiti a ruota dagli altri.

Avevano preparato subito il buffet degli antipasti, così tanto buono da leccarsi i baffi, poi erano arrivati i primi, altrettanto eccellenti ed infine il secondo, di carne.

Gigi e Kevin, i miei unici cugini si erano sempre offerti di riempirmi il piatto ogni qual volta fosse vuoto. Era una gara ed ogni volta Kevin, comandato da Gigi, correva a riempirlo con altre delizie. Tutto ciò con l'immancabile supporto di Margaret che aveva deciso di perseguitarlo per tutta la serata.

Kevin era bello... molto bello. Non c'era donna sul pianeta che non fosse attratta dal suo aspetto da principe azzurro e dalla sua cavalleria eccellente.

Margaret aveva lo sguardo illuminato quando Kevin parlava e sembrava aver dimenticato Dave e suo zio Tristan. Kevin d'altro canto non le aveva smesso di parlare per tutta la sera. Se ne usciva con ogni possibile e improbabile argomento pur di poter conversare con lei. E a me questo piccolo particolare non mi era sfuggito.

Come non mi erano sfuggite altre cose. Ad esempio lo sguardo omicida che Liam mi dedicava ogni qual volta mi capitava di incrociare il suo sguardo.

Alex non era da meno, continuava ad osservarmi come se fossi uno strano animale a tre teste appena liberato dal circo. Non avevamo ancora chiarito del tutto e soprattutto la sua dolce metà ancora non sapeva nulla dell'aggressione, dunque fra noi due non scorreva di certo buon sangue.

Cassie invece, come Margaret, si era ambientata benissimo e non aveva smesso di dialogare un minuto con gli altri giovani di palazzo. Tutti sembravano ammaliati dal suo modo di parlare e tutti sembravano attratti dagli Ibridi, soprattutto da Adrian che invece si era trasformato nel jolly della serata. Era un continuo fare battute, stuzzicare gente e mettere su qualche spettacolino bizzarro.

Quando esagerava mia madre gli lanciava un occhiata severa, capace di rimetterlo in riga. Sta di fatto che con il suo modo di fare aveva già conquistato il cuore di molte vampirelle, le quali lo guardavano ammaliate e ridevano sguaiate ogni volta che apriva bocca.

Un altro particolare che non mi era di certo sfuggito era il comportamento bizzarro dell'Alpha. Anch'esso sembrava tenermi d'occhio, sembrava studiare ogni mio movimento.

Il suo sguardo però era tutt'altro che benevolo e la cosa non poteva che preoccuparmi. Poco prima mi aveva sorriso e si era interessato a come stessi. A quanto pare da quando ci eravamo accomodati doveva aver cambiato umore ... Mister Lunatico.

Feci vagare lo sguardo lungo tutta la sala alla ricerca della figura dell'Alpha per capire se effettivamente avesse su ancora quel suo sguardo raccapricciante da predatore ma invece lo scorsi vicino al buffet, intento nel farsi servire il secondo. Si sporse verso l'addetta al catering di quella sera e lasciò che la ragazza gli servisse del manzo con rucola e grana nel piatto. Lei lo guardò intensamente cercando di attirare l'attenzione dell'Alpha di se. Ma Cailean invece si limitò a sorriderle di sfuggita e noncurante del cuore che aveva appena spezzato.

Era lontano da occhi e orecchie indiscrete, dunque quello era il momento adatto per parlargli, dunque mi feci coraggio e mi avvicinai zoppicante alla sua figura.

Kyle doveva aver sentito il mio arrivo, infatti si voltò nei miei confronti, con stampato sul volto il suo solito sorrisetto sghembo che tanto lo caratterizzava.

Arrossii. I suoi occhi su di me mi mettevano così tanto a soggezione, però non mi feci intimorire e chiesi con un accenno di arroganza.

"volevo dirti che mi dispiace... Liam a volte sa essere un vero cafone..." ebbi il coraggio di dire.

Lui alzò un cipiglio e disse "non lo biasimo, credo sia confuso..."

Io invece mi accigliai, incredula delle sue parole "come?"

"magari dovresti spiegarglielo una volta per tutte" disse acidulo, distogliendo lo sguardo dal mio e sporgendosi per poter afferrare una posata pulita dal tavolo del buffet.

"cosa esattamente? non capisco a cosa tu ti stia riferendo"

"non fingere di non sapere di cosa sto parlando claire. Non con me."

Lo fissai confusa. Davvero non riuscivo proprio a comprendere a cosa facesse riferimento. E poi un attimo prima mi sorride, un attimo dopo mi risponde in quel modo... Che diavolo gli stava prendendo a Mister Lunatico.

"Potresti spiegarti meglio? Perché proprio non capisc...."

Mi interruppe ancor prima che io riuscissi a finire al frase. "intendo dire che forse non sei stata abbastanza chiara!"

"riguardo cosa?"

Lui chinò il capo e rise seccamente "E' evidente che al ragazzo tu non sei indifferente".

"e a te cosa importa?" lo fulminai con lo sguardo "sono solo venuta qui a scusarmi, non per una seduta di psicoanalisi..."

Cailean rimase in silenzio, si limitò solo a serrare la mascella, nonostante comunque era ben visibile la furia che alleggiava nel suo sguardo. Forse non si aspettava che gli avrei risposto così.

"hai ragione... il mio... era solo un consiglio" disse a quel punto piano, quasi balbettando. Il suo sguardo adesso sembrava esser mutato in un antica tristezza.

"bene !" ringhiai io.

"scusami... non volevo essere antipatico..." ammise lui, inchiodandomi quasi con quel suo sguardo carico di intensità.

Alzai un sopracciglio e assottigliai lo sguardo, poi decisi di arrivare dritta al dunque "per caso sei arrabbiato con me?"

Fu Cailean ad accigliarsi di fronte alla mia domanda, dopo di che tornò serio e rispose con un secco "No!"

"E' con me che ce l'hai?"

"No!" rispose ancora più sorpreso.

"E' per via del casino che ho combinato?"

"Di che stai blaterando, femmina?"

"Cosa?" domandai sconvolta, credendo di aver sentito male. Anzi no, sperando di aver sentito male. Lo guardai a bocca aperta. Non potevo credere che si stesse rivolgendo a me in quel modo. Davvero. Ero basita.

Non riuscii a dire nient'altro. Semplicemente voltai i tacchi e me ne andai indispettita.

Presi posto fra Margaret e Caleb, i quali mi guardavano a loro volta accigliati.

"Tu...tutto bene?" Chiese Margaret.

"Una meraviglia. Mai stata meglio"

Lei sbarrò ancor di più gli occhi mentre mi allungava il piatto con una succulenta tagliata di manzo. Io invece mi voltai verso Caleb e sussurrai tentando indifferenza "mi passeresti il sale, gentilmente ?"

Lui annuì ed eseguì. Caleb aveva su un espressione di disapprovazione.

"Non prendertela troppo. Cailean è fatto così. È un Alpha." Alludendo probabilmente alla nostra conversazione. Doveva averla sentita.

"Io credo invece che il vostro amato Alpha abbia bisogno di farsi vedere da uno bravo... Un attimo prima è gentile e l'attimo dopo è uno scorbutico del cazzo"

Lui trattenne un sorriso e cercò con lo sguardo il suo Alpha, il quale si era appena seduto al suo posto e borbottava qualcosa sottovoce con fare nervoso con la sorella.

Di colpo l'alpha alzò il volto e i suoi occhi incrociarono i miei. Distolsi l'interesse dai suoi occhi, guardai Maggie e decisi di aggiungere divertita, sperando che Cailean ascoltasse.

"O forse ha solo bisogno di una bella e sana scopata..."

Caleb scoppiò a ridere in una fragorosa risata mentre Maggie, la quale stava sorseggiando un po' di vino rosso, a momenti rischiava di strozzarsi.

"Claire!" Mi riprese Cassandra. "Shhhh ti può sentire"

'Ops' pensai. Quindi mi stava ascoltando anche lei.

Alzai gli occhi al cielo e ricercai appositamente lo sguardo di Cailean. Tremai quando notai che questo non aveva smesso di osservarmi. Adesso però i suoi occhi mi guardavano totalmente furiosi.

"Che la sentisse..." Commentò Caleb preso ancora dalla ridarella. "Claire ha proprio regione."

Alzai gli occhi al cielo poi sbattei le mani sul tavolo, facendo sobbalzare i convitati, e mi alzai, compiaciuta della loro reazione.

Mi guardarono un po' stralunati.

"Vado in bagno" annunciai.

"Ti accompagno" si alzò improvvisamente Margaret.

Annuii e insieme ci dirigemmo al di fuori della sala, verso il bagno adiacente. Ebbene, neanche in bagno riuscii a godermi un po' di privacy dato che Maggie incominciò il suo monologo, elencandomi tutti i pregi di mio cugino Kevin.

Non si può fare la pipì neanche in pace.

Pensai stanca.

Una volta aver lavato le mani, Margaret mi tenne la porta aperta ed io fuori uscii dal bagno zoppicando.

Ad aspettarci fuori, appoggiato al muro lì vicino c'era un Alex dal volto assai serio... troppo serio.

Alzò lo sguardo fisso dal pavimento e ci osservò a lungo. Noi d'altro canto ci bloccammo sul posto. Perché Alex ci stava guardando in quel modo?

"Ei Alex. Anche tu a fare plin plin?" Lo prese in giro Maggie.

Lui però fissava me, ed io di rimando guardavo lui. Un senso di disagio si impossessò del mio stomaco, stringendolo in una morsa stretta, quando ricordai l'incontro/scontro che avevamo avuto giorni prima durante il mio periodo di calore.

Da allora non riuscivo ad essere tranquilla in presenza sua.

Alex lentamente si staccò dal muro e ci si parò davanti a braccia conserte.

"Tu...tto bene, Alex?" Chiese ancora Margaret ponendosi un passo davanti a me, sulla difensiva.

Avevo timore di quel che sarebbe potuto accadere ma non mi nascosi dietro le spalle della mia migliore amica come una codarda.

Alex spostò lo sguardo su Margaret per un attimo e le disse "dovrei scambiarmi due chiacchiere con Claire... in privato"

"Perché?" Chiesi con voce stridula. Che diavolo voleva ancora? E dov'era Cassie in tutto questo.

"Ciò che hai da dirle puoi benissimo dirlo anche in mia presenza. Non ho intenzione di andarmene..." disse Margaret alzando il mento e sfidandolo con lo sguardo.

Avrei ringraziato Margaret più tardi.

A quel punto Alex la guardò duramente, non le piaceva il modo con chi lo stava sfidandolo. Sospirò e poi si voltò nei miei confronti.

"Lui ti piace?" Chiese infinite, quasi sputando quella domanda.

Quasi non sobbalzai in aria nel sentirlo pronunciare quelle parole. A chi si stava riferendo? A Cailean? Come l'aveva capito?

"Come?" Domandò curiosa.

"L'alpha." Sibilò lui nervosamente.

Ebbi un altro sussulto, cominciai a torturarmi le dita non sapendo esattamente cosa dire. Non ero brava a mentire. Cosa avrei dovuto inventarmi? "L'alpha ti piace?"

"No..." mi affrettai a dire. La voce mi uscii però un po' troppo stridula, tant'è che si comprese subito che stessi mentendo.

"Menti." Disse lui con un cipiglio alzato e uno strano sorriso sulle labbra.

Alex rilassò le spalle e si appoggiò con una spalla al muro. Mi aveva in pugno.

"È un tipo affascinante..."

Alle mie parole persino Margaret si voltò a guardarmi. Ma per grazia di Cristo, rimase in silenzio. Anche se sapevo per certo che anche lei sarebbe andata in fondo alla questione più tardi.

"Quindi ti piace?" Domandò ancora Alexander riacquistando la nostra attenzione.

"A te cosa interessa?" Rimbeccai con aria di sfida.

"Non si risponde ad una domanda con un altro domanda" si innervosì lui. "Ti piace o no?"

"Credo di non essere immune al suo fascino... come tutte le altre donne... tutto qui."

Si spostò in avanti, quasi sovrastandoci.

"Ti conviene stare attenta piccola Vandenberghe" al suono del suo avvertimento trasalii innegabilmente. Alex non mi aveva mai chiamata così. Era cambiato davvero tanto negli ultimi tempi. "Potresti scottarti. Tu non sei una lupa e Cailean è in cerca della sua compagna." Un brivido di gelosia mi percorse la schiena. Non avevo mai pensato a quel particolare. "Inoltre potrebbe essere molto pericoloso... se qualcuno viene a sapere che provi qualcosa per L'alpha del Wisconsin..."

"Io non provo nulla per L'alpha del Wisconsin. Smettila di darci fastidio."

Superai Margaret e zoppicando, strisciai contro il muro cercando di superare indispettita anche Alex.

Lui però appoggiò una mano sul muro contro cui io cercavo di strisciare e mi bloccò il passaggio.

"Te lo ripeto Vandenberghe. Stai attenta.Stai attirando troppi guai negli ultimi tempi"

Mi sentivo in trappola e poi cosa significavano le sue dannatissime parole?

Un attimo dopo ci lasciò libere e così facendo fuggimmo da quello psicopatico per tornare in sala.

Poco prima di risedersi Margaret mi sussurrò all'orecchio "io e te dobbiamo parlare!"

Non ebbi tempo di rassicurarla che Cassie esclamò nei nostri confronti.

"Ei ragazze, che brutta cera. Avete visto un fantasma in bagno?" Ridacchiò paraculandoci alla grande mentre io e Maggie prendevamo nuovamente posto.

Ci lanciamo un occhiata complice e decidemmo di non fiatare.

Se solo sapessi, mia dolce, innocua e fin troppo ignara Cassie.

Tutto era filato liscio. Stranamente, dato gli ultimi tempi.

La cena si era conclusa con un grande brindisi sostenuto ovviamente da Xavier che aveva calorosamente ridato il bentornato alla piccola Mezzosangue di palazzo e aveva invece accolto con un benvenuto ufficiale gli altri cinque ibridi nelle terre dei Vandenberghe.

"Spero che passerete un ottimo soggiorno qui a Palazzo e che possiate rimanere il più a lungo possibile. Siete più che benvenuti fra le mura della nostra dimora." Aveva detto alzando in alto i calici. Poi Adelaide, la mamma di Claire, l'aveva affiancato ed alzando anch'essa il bicchiere in aria disse "Sarete protetti e trattati come figli di questa grande famiglia. E ci aspettiamo che anche da parte vostra ci sia rispetto e lealtà"

Cassie più tardi non era riuscita a trattenersi e una volta giunta a termine la cena, aspettò che il numero di commensali diminuisse per domandare a Xavier ciò che più la preoccupava. Si era posta dinnanzi a loro e contorcendosi le mani con angoscia chiese con un tenue balbettio.

"e co...come la mettiamo con Severius?"

Xavier le sorrise ma socchiuse gli occhi al suono di quel nome. Severius non gli era mai andato a genio, quell'uomo non gli era mai piaciuto. Aveva sempre creduto che nascondesse più di un semplice scheletro nell'armadio eppure però era stato l'unico a poter dettare legge sulla razza vampirica. Lo ammirava solo per questo, forse lui non ci sarebbe mai riuscito sebbene il suo intento fosse il medesimo.

Ma Severius era anche esuberante, arrogante e violento, era arrivato a creare un trono fra i vampiri solo grazie alla sua smania di potere e la sua imposizione.

Un giorno si era svegliato e aveva deciso di detenere il comando e di scegliere lui il bello e il cattivo tempo. Ciò non era stato ben visto dal mondo vampiro ma non era stato neanche fermato dato che il suo agire aveva fermato la decadenza del nostro mondo.

"Non dovreste temerlo. È pur sempre un vostro parente." Si era intromessa Adelaide, proprio come farebbe una madre, scovando subito dell'ansia nello sguardo dei ragazzi, i quali pian piano si erano avvicinati a Cassie, accerchiandola.

Avevano paura della reazione di Severius, questo era certo. Claire per prima, la quale zoppicò fino ad affiancare sua madre, che le accarezzò la guancia.

"Potrebbe non essere d'accordo..." disse Adrian.

"Come mai dici questo?" Chiese Xavier.

"Severius ama aver tutto sotto controllo e probabilmente potrebbe rischiare di perdere la ragione, non avendoci sotto la sua ala protettiva..."

"Ragazzi ma voi siete liberissimi di tornare a palazzo se temete che questo possa creare disguidi. Claire però rimarrà... ancora per un po'"

"Io voglio restare." S'impuntò Cassie. "Solo per un po'." avvicinandosi alla sua migliore amica. "Ci farà bene cambiare un po' d'aria"

"Già e poi non stiamo facendo nulla di male" Aggiunse Adrian.

"La prego Xavier, li convinca lei..."

Lui sorrise benevolo e rispose "ho già indotto una riunione speciale con vostro Zio Tristan, il quale presenzierà qui a palazzo nella giornata di domani. Non dovete temere, parlerò io con la vostra famiglia. Se effettivamente il vostro desiderio è quello di rimanere qualche giorno in questo palazzo. Perché no, siete i benvenuti! Non temete..."

"Io non temo nessuno. Non temo di certo l'ira di mio padre" irruppe Alexander, l'unico che non si era degnato di alzarsi da tavola ed era rimasto al suo posto, fissando ciò che rigirava fra le dita. Era stravaccato sulla sua sedia, un gomito sullo schienale e l'altro braccio allungato sul tavolo, mentre giocava con la forchetta. "Credo proprio che non sarà entusiasta della nostra permanenza qui..."

"E cosa te lo fa credere?" Chiese Xavier.

"Non mentiamoci" ridacchiò sotto i baffi il ragazzo. "Tutti sappiamo che non scorre buon sangue fra voi... "

"Io e Severius siamo sempre stati due linee parallele, le quali però con molta tranquillità continuano a percorrere la loro strada senza mai incrociarsi e creare problemi all'altro. Abbiamo sempre vissuto in pace e nessuno mai ha cercato di mettere zizzania fra le due casate."

"Per quieto vivere si suol dire..." rimbeccò Alexander. "tuttavia non vorrei mai che questa nostra improvvisa permanenza sia solo una patetica scusa da parte vostra per poter aizzare qualche tipo di scontro nei confronti della mia famiglia"

Claire non credeva alle sue orecchie. Non solo Liam, ma adesso anche Alex si stava dimostrando un vero maleducato e lei non poteva credere ai suoi occhi e alle sue orecchie.

Xavier gli si avvicinò e gli poggiò le mani sulle spalle "sarà bene, ragazzo mio, che in futuro tu tenga a freno la lingua. L'arroganza non porta in nessun dove..."

A quel punto Alex, con uno scatto d'ira, balzò in piedi e scostò bruscamente le mani del vecchio dalle spalle.

"Sarà meglio che la tenga a lei a freno la lingua. Si da il caso che non siete un mio parente, ne tantomeno mio padre. Ci tengo ad avvertirla che se le mie parole sono veritiere non esiterò a battermi contro i Vandenberghe"

"Sono dispiaciuto che avete così poco riguardo nei confronti della mia casata. Ci considerate così meschini?"

"Vi considero... – evidenziò Alex, mostrando i denti - è con lei che sto parlando!".

Xavier non si scompose. Era solo un ragazzo del resto. Ed inoltre era il figlio di Severius. La mela non cade mai lontana dall'Albero.

"Le consiglio vivamente di abbassare i toni, qui non sono ben visti; esiste un rigido codice di disciplina all'interno di queste mura. Chi non lo rispetta, è sicuramente invitato ad abbandonare i nostri confini... dunque se la questione non è di vostro gradimento, domani sarete liberissimo di seguire vostro zio nel rientro a casa. Come lui, anche tutti gli altri. Sono sicuro che mia nipote capirà benissimo..."

"E se non dovessero essere d'accordo?" Chiese Claire.

"Dovranno seguire il giovane Tristan ugualmente... non vorrei mai che tutto ciò creasse dei disguidi fra le due famiglie..." Xavier evidenziò le ultime parole facendo sì che il figlio di Severius comprendesse perfettamente ciò che enunciavano le sue labbra. Poi si rivolse a sua nipote con un gran sorriso. "Ebbene mia dolce fanciulla, è meglio che andiate a riposarvi. Quelle ferite guariranno solo con un lungo riposo, e credo proprio che tu ne abbia tanto bisogno. Io di certo non farò di meno. Buonanotte ragazzi!"

E così facendo il vecchio abbandonò la sala e si ritirò nelle sue stanze.

Così fece anche Alexander sorpassò l'uscio come una furia, seguito a ruota dai due.

Claire era profondamente delusa dal comportamento di uno e dell'altro ma era stanca e non le andava di discutere oltre con i ragazzi. Adrian invece si era dimostrato un perfetto gentiluomo e l'aveva sorpresa, dato che all'interno del gruppo era il più scalmanato.

Margaret sospirò e si rivolse ad Adelaide "vostro padre non mette meno ansia del mio"

Adelaide ridacchiò e strinse le ragazze in un abbraccio. "Dai saliamo, aiutiamo Claire a mettersi a letto e poi andiamo tutte a dormire!"

A quel punto Claire si voltò curiosa verso le sue amiche. "Ma voi dove dormite?"

"I Ragazzi hanno una loro stanza e noi due ne abbiamo una tutta nostra" sorrise Cassie prendendo a saltellare gioiosa verso l'uscio.

Margaret la seguì, le prese la mano e disse sognante "una suite!"

Claire sorrise e stretta dall'abbraccio della mamma, zoppicò fino alla sua camera.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top