4 Capitolo

<<Stai bene?>>

Apro gli occhi e una voce a me sconosciuta mi sta parlando.
È un uomo dall'aspetto molto elegante e deve provenire sicuramente dalla città. Non l'ho mai visto da queste parti.

<<Buongiorno si sto bene mi ero addormentata.>>

<<Qual'è il tuo nome?>>

<<Mi chiamo Asi ora devo andare.>>

<<Aspetta.>>

<<Non ho molto tempo a disposizione.>>

<<Dove stai andando?>>

<<A lavorare mio padre possiede una fattoria.>>

<<Vuoi che ti dia un passaggio?>>

<<Ti ringrazio ma non c'è ne bisogno.>>

<<Sei sicura?>>

<<Si non preoccuparti.>>

Detto ciò lo saluto e corro verso la mia fattoria.
Quando arrivo ho il fiatone e mi manca quasi il respiro.
Esausta per la corsa mi siedo per terra per riposare.
La mia mente va a quell'uomo era così bello...
I miei pensieri vengono interrotti dall'arrivo di mia madre Elif che mi sta guardando dalla testa ai piedi.

<<Buongiorno che fine hai fatto?>>

<<Madre per favore.>>

<<Rispondi alla mia domanda.>>

<<Non ho nessuna intenzione di rispondervi.>>

<<Asi!!>>

<<Madre lasciatemi in pace per favore.>>

<<Mi spieghi cosa ti succede?>>

<<Non mi succede niente sono solo stufa...>>

<<Stufa di cosa?>>

<<Stufa di essere controllata ora basta! Perché non date una regolata a quelle viziate delle mie sorelle invece che tormentare me? Non ho il diritto neanche di fare una passeggiata?>>

<<Asi modera i toni come ti permetti di parlarmi così?>>

<<Ascoltate ho fatto sempre il mio lavoro in fattoria non andando a scuola e a differenza della mie sorelle non pretendo nulla.>>

<<Cosa vuoi dire con questo?>>

<<Tutto ciò che ho detto madre ora lasciatemi in pace.>>

Me ne vado senza darle la possibilità di rispondere.
Mi dirigo direttamente nella mia stanza e mi preparo per lavorare.
Sono così stufa di tutto questo!!
Mi siedo in mezzo al letto pensando a quello che è successo poco fa ma non mi pento di ciò che ho detto.
Qualcuno all'improvviso bussa alla porta.

<<Asi sono io posso entrare?>>

<<Certo padre venite.>>

<<Ti ho sentita litigare con tua madre prima.>>

<<Padre per favore non mettetevi anche voi.>>

<<Asi se c'è qualcosa che ti turba devi dirmelo.>>

<<Non c'è nulla che mi turba quello che dovete sapere l'avete già sentito non ho altro da aggiungere.>>

<<Asi.>>

<<No padre.>>

Mi alzo dal letto e scendo le scale velocemente.
Come al solito le mie sorelle ridono e parlano nel salotto e schiamazzano come delle galline in un pollaio.
Non ho parole.
Sto per uscire quando mia sorella Gulen mi chiama.

<<Asi perché non sei venuta a fare colazione?>>

<<Perché non ne avevo voglia.>>

<<Ma che cos'hai? Sembra che tu abbia visto un fantasma.>>

<<Ditemi un po' ma oggi vi siete messi tutti d'accordo per farmi arrabbiare? >>

<<Asi certo che no.>>

<<LASCIATEMI IN PACE TUTTI!>>

La rabbia è talmente tanta che rovescio a terra il tavolo creando un gran trambusto.

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