Capitolo 1

Le parti scritte in corsivo, sono riflessioni della protagonista.
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Il sole brilla su Charleston come non mai. Oggi finalmente è domenica il che vuol dire famiglia, dolci e finalmente vacanze!

Salto giù dal letto con un sorriso a trentadue denti, metto le mie bellissime ciabattine rosa e scendo velocemente le scale. Corro in cucina e trovo mia madre intenta a cucinare chi sa quale prelibatezza. La torta alle mele emana un profumo dolce ed io già la sto gustando con gli occhi. Stampo un bacio sulla guancia di mia madre e le sorrido.
"Finalmente la mia Charlotte è di buon umore." Dice mia madre, Ariet, sorridendo.
Prendo un cornetto appena sfornato e lo immergo per la metà nella mia grande tazza di latte al cacao.
"Mamma oggi finalmente può considerarsi finita la scuola. Ho superato gli esami e finalmente non dovrò più rimettere piede in quell'inferno." Dico mordendo il cornetto.
La scuola non è mai stata di mio gradimento però se voglio un futuro sicuramente devo continuare di questo passo. Dopo la laurea all'accademia di moda ho deciso di andare a fare domanda di lavoro in un negozio importante nel campo della moda, qui a Charleston.

Mi hanno chiesto di fare una settimana di prova e lunedì alle 7:30 devo farmi trovare lì. Questo negozio ha un'altra sede a Parigi ma ha origini italiane. La bisnonna di Amanda Lee, la proprietaria, ha aperto quel negozio anni fa. Mia nonna era molto amica con la signora Henderson, una signora molto gentile e disponibile. La figlia della nipote, ovvero Amanda, invece è acida, presuntuosa e saccente.

Decido di non pensarci e di prepararmi, prima però aiuto mia madre a pulire un po'. Subito dopo vado a farmi un bagno rilassante con della musica classica in sottofondo. Mi lavo lentamente e con la stessa calma mi asciugo. Oggi mi devo rilassare.
Vado in camera e apro la mia cabina armadio, sarebbe una stanza piccola con tutti scaffali e staffe per appendere e sistemare i panni. C'è uno specchio, una toilette per il trucco e una sedia bianca a pouf molto bella. Tutto questo tende ad andare dal rosa chiaro al bianco, una mini bomboniera in poche parole. A fianco alla porta della cabina c'è un comò e delle scale bianche che portano ad un piccolo soppalco. Lì c'è il mio letto decorato da tanti cuscini bianchi, grigi e neri con delle rose rosa. Sopra al letto c'è un mensola decorata da luci a forma di fiori, sempre rosa e sopra la mensola ci sono le foto più belle per la sottoscritta. Mentre al piano di sotto, di fronte alle scale ho costruito un piccolo angolino per me dedicato alla moda. C'è una scrivania ed un sedia bianca, un manichino vestito da me e tanti miei bozzetti appesi vicino ad una rete.

Dalla cabina esco con un vestito blu, ha uno scollo a barca, rivestito da un merletto sempre blu e lungo fino al ginocchio. Abbino una pochette nera con la tracolla colore oro agli orecchini d'oro. Metto delle decoltè nere e una spruzzata di profumo, invece il trucco è molto semplice, un rossetto colore pesca, l'ombretto rosa, il contorno occhi fatto con una matita nera e per rendere più visibile le sopracciglia rosse uso una matita marrone/rossiccia per valorizzarle.

Mi guardo allo specchio e lego i miei lunghi capelli rossi in uno chignon, lasciando poi alcune ciocche un po' più scese. Guardo i miei occhi che tendono al verde ma hanno delle sfumature marroni, mi sono sempre piaciuti gli occhi delle persone...gli occhi sono lo specchio dell'anima.

Scendo le scale e mia madre subito mi sorride, abbiamo la stessa carnagione chiara...peccato che a lei donava. Mio padre, Ricky, scende e subito si complimenta per i nostri aspetti. Loro si sono conosciuti al parco vicino casa nostra, non hanno mai litigato o almeno mai davanti a me. Mi sono sempre chiesta come facevano, si sono amati fino all'ultimo respiro. Sono morti lo stesso giorno, investiti da un'auto, con minuti di differenza...mano nella mano.

Oggi abbiamo ospiti a casa, i nostri vicini di casa, persone molto cordiali e benestanti. Jonathan, il figlio, è il mio ragazzo e Anne, la figlia di tre anni, viene ogni pomeriggio qui per giocare...io sono una specie di babysitter. I nostri padri sono soci di un'industria tessile importante, io però voglio crearmi un futuro tutto mio mentre Jonathan vuole ereditare la fabbrica. Bussano alla porta sono i signori Parker, subito Anne mi salta in braccio, mi riempie di baci e mi sorride.
"Cara, come sei bella." Si complimenta con me la signora Parker, Alina.
"La mia ragazza è sempre bella." Dice Jonathan baciandomi una guancia.
"Concordo" dice ridendo mio padre.
"Allora se volete ci accomodiamo in sala per l'aperitivo." Dice mia madre per poi chiamare Maria, la nostra cameriera di origini cubane.
Subito lei ci porta delle bevande e degli stuzzichini e quando mia madre le dice di andare a preparare la tavola per la cena lei subito va.

"Noi, se non vi dispiace, usciamo a prendere una boccata d'aria. Anne vuoi venire anche tu?" Dice Jonathan porgendo la mano alla sua piccola sorellina.
Lei guarda i genitori e dopo un loro segno di assenso prende la mano del fratello. Usciamo fuori la veranda e subito Anne va a sedersi sull'altalena posizionata al lato destro del nostro giardino. Io e Jonathan invece ci sediamo sulle poltrone bianche, in veranda. La veranda va dal verde, al rosa e al bianco. È decorata da fiori e strumenti da giardinaggio mentre le due poltrone e il tavolino danno un tocco confortevole a quell'ambiente. L'unica cosa che ci separa dal giardino, oltre il vetro, è una porta bianca, sempre di vetro, incorniciata da rose di color rosa.

Lui beve lentamente il suo drink mentre io lo guardo e studio ogni suo movimento, lui invece guarda la sorella. Questo ragazzo mi ha sempre allontanato in un modo o nell'altro, il contatto fisico è minimo e sentimentale ancora di meno. Un matrimonio programmato, la peggior cosa della vita, magari un giorno riusciremo anche a volerci bene. Lui sta con altre donne nel suo tempo libero mentre io mi diverto con i miei amici, viaggio e ora inizio a lavorare.
"I nostri genitori parlano di matrimonio." Dice lui alzando lo sguardo e guardandomi.
"Lo so, tu non vuoi immagino." Dico guardando la sua gamba muoversi freneticamente. Il suo tic nervoso...
"Ognuno vivrà la sua vita. Tu farai i fatti tuoi ed io i miei, però non voglio sentire chiacchiere su di noi. Capito?" Dice sventolando una mano davanti la mia faccia impietrita.
"Speravo che con il matrimonio saresti cambiato, io ci tengo a te. Speravo che avresti detto addio a quelle quattro sgualdrine e che ti saresti dedicato alla famiglia. I nostri figli avranno bisogno di un padre, non hanno fatto niente per meritarsi te." Dico per poi alzarmi con le lacrime agli occhi.
"Non ti permettere mai più di giudicarmi" dice prendendomi il polso e stringendo con tutta la sua forza.
"Io faccio quello che voglio" dico calpestando il suo piede destro.
Mi lascia il polso ed io subito corro verso Anne, lui con la sorella è dolcissimo e la tratta da principessa. Solo con lei però...

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Ehii...vi è piaciuto il primo capitolo? Consigli? Sono qui ad ascoltare ogni vostro giudizio, anche negativo se mi aiuterà a crescere.

Abbigliamento di Charlotte:

Camera di Charlotte:

Veranda di casa Brown:

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