"Sono Divisa A Metà"

Una vomita.
Una sclera.
E uno mi confonde.

"Vuoi che ti prenda qualcosa?" chiese Gabriel a Elizabeth mentre le teneva un braccio attorno le spalle.

"A me..." iniziò Vivian ma Gabriel la bloccò "Non ho mica chiesto a te"

Vivian lo guardò storto ma senza essere davvero offesa mentre Elizabeth rispondeva "Non voglio niente però potresti prendere qualcosa a Vivian"

Gabriel sbuffò "Solo perché me lo ha chiesto lei"

Gabriel e Elizabeth avevano iniziato a fare coppia fissa da una settimana ed erano tremendamente carini o vomitosi nel caso di Vivian che faceva finta di avere conati di vomito ogni volta che si dicevano paroline dolci.

Ma in fondo, lo sapevamo, era felice per entrambi.

"Non posso crederci, hai stregato il mio uomo più fidato" disse Vivian mentre Gabriel era sceso al bar a prendere qualcosa per lei.

"Io non ho fatto niente" disse Elizabeth sorridendo "È successo"

"però non ci avevi detto che eri innamorata di Gabriel" le feci notare io mentre scarabocchiavo sul quaderno.

"Non lo sapevo neanch'io" disse arrosendo "Credo di averlo capito qualche settimana fa quando si comportava in quel modo o mentre uscivo con Garett"

"Ripeto:mi hai stregato l'uomo" rispose Vivian divertita per poi dire "La piccola Elizabeth sta insieme a qualcuno"

"Smettila" disse Eliz però sorridendo "L'unica cosa è che mi dispiace non essere riuscita a parlare con Garett, è stato introvabile"

"O magari eri tu che stavi ci-ci-ne con Gabriel" disse Vivian divertita.

"Ci-ci-ne?"feci divertita guardandola scettica e lei alzò le spalle.

" Non... Non credo, ho provato a cercarlo "disse Eliz seria" Forse è il caso che vado nella sua classe"

Si alzò pronta ad andare ma in quel momento entrò Gabriel con la bibita di Vivian che sorrise non appena la vide.

"Dove vai?" le chiese confuso.

"A parlare con Garett" disse lei sicura ma Gabriel sembrò infastidirsi "Perché devi parlare con lui?"

"Perché non lo vedo da giorni e perché devo chiarire con lui." disse Elia sicura guardandolo negli così Gabriel sospirò e disse "Va bene. Ti accompagno"

"Paura che te la rubano?" chiese Vivian divertita "Siete troppo dolci. Bleah!"

Gabriel le fece il dito medio per poi uscire dalla classe insieme a Eliz lasciandoci in classe noi due.

"Ci fidanziamo anche noi?" chiese Vivian sorridendo.

"Sai che non voglio un ragazzo al momento" le ricordai smettendo di scrivere cose a caso sul quaderno.

"Oh, io intendevo fra di noi. Così possiamo fare le famose uscite a quattro" disse lei divertita.

"Tecnicamente non sei un ragazzo" dissi sorridendo dandole corda.

"Risolvo tanti problemi" disse lei facendo spallucce per poi guardare il suo teledono e sorridere al messaggio e la guardai confusa.

"Perché sorridi?" chiesi sorridendo maliziosa ma lei mi guarda leggermente stupita e dire "Per niente."

"Si certo" dissi sarcastica "Ho visto che leggevi qualcosa"

"Mia madre mi ha scritto che oggi esce con mio padre. Casa libera" disse come se si spiegasse tutto e avrei potuto crederci ma c'era qualcosa che non mi convinceva.

E avevo ragione.

Però in quel momento, mentre stavo per rispondere, arrivò un ragazzo con dei fiori in mano che guardava sorridendo Vivian ma lei non appena lo vide cercò di nascondere la faccia scocciata.

Poi sorrise falsamente "Ehi... M.. Matti..."

"Matteo" la corresse lui per niente offeso "Ti ho portato dei fiori di plastica visto che mi hai detto di essere allergica a quelli veri"

Io la guardai confusa perché sapevo benissimo che non ne era allergica.

"Ma grazieeee" disse "Ma mi sembrava di averti detto..."

"Lo so che hai detto, ma ho pensato di doverci provare lo stesso" disse lui sorridendo mentre Vivian di alzava sotto il mio sguardo confuso e perplesso.

"Già" disse prendendolo sotto braccio camminando verso la porta con lui "Quindi dovrei darti un occasione"

"Davvero?"

"Si" disse Lei mentre si avvicinavano alla porta della classe "Però non subito. Devo vedere se sei paziente."

"Certo"

"Torna a casa con questi bellissimi fiori e quando appassiranno tutte io uscirò con te" disse lei mettendolo alla porta "osserva bene"

"Si, certo" disse lui senza fare attenzione e troppo entusiasta andandosene e ovviamente senza notare un piccolo dettaglio importante.

"I fiori sono di plastica" le dissi e lei alzando le spalle disse "Magari un giorno se ne accorge"

"Sei stata davvero cattiva" le feci notare ma lei risiedendosi proprio mentre suonava la campanella mi disse "Sono stata meno cattiva possibile. Io sono stata chiara con lui ma lui ha voluto insistere"

"ma ora quando tornerà a casa..." cercai di dire dispiaciuta ma lei mi disse "Capirà meglio le parole dell'altro giorno"

Sospirai per poi dire "Comunque quella frase, di là verità l'hai presa da qualche Meme di Instagram"

"Non è colpa mia se sono dei geni" disse lei sorridendo.










"Cry baby... Cry baby.." canticchiavo mentre ascoltavo la canzone dagli auricolari mentre tornavo a casa a piedi. Jack aveva preso la saggia scelta di andarsene con i suoi cari amici.

Mi strinsi di più nel mio giubbino perché il freddo si sentiva molto di più rispetto agli altri giorni e cercai di affondare la faccia tra la sciarpa sempre di più.

Mentre canticchiavo l'ultima parte della canzone sentì qualcuno toccarmi i fianchi e sobbalzando urlai voltandomi pronta a colpirlo.

"Calmati, sono io" mi disse Dylan cercando di tranquillazzarmi.

"Devi smetterla di sembrare uno stalker e comparire a cavolo" dissi io cercando di far tornare i miei battiti regalo.
Cercai di pensare alle Maldive, a un prato fiorito, Lily e Marshall di HIMYM e il bambini della Kinder.

"Mi diverto troppo però" disse lui divertito e io cercai di lanciargli una brutta occhiata ma poi quando mi sorrise in quel modo idiota lasciai perdere.

"Cosa posso fare per te?" chiesi calma "Non sarai venuto solo per spaventarmi"

"Nono" disse lui sorridendo "Per parlarti del libro"

"Il canto di Natale" ripetetti il titolo del libro e gli chiesi "Allora? Come lo trovi?"

"Bello ma mi hai complicato le cose" mi disse sorridendo "Dove li trovo tre fantasmi?"

"Non è sicuramente un problema mio" dissi divertita dalla cosa.

"Che carina" disse sarcastico "Siamo nella realtà, Emma, ma non preoccuparti risolverò"

"Vedremo" dissi sorridendo per poi sentire qualcuno dire qualcosa ed essere spinta.
Onestamente se Dylan non mi avesse preso mi sarei spaccata la faccia.

Lui mi afferrò quasi abbracciandomi e finimmo per guardarci vicini fin troppo vicino.
Potevo notare benissimo i lineamenti del suo bel viso e le sfumature dei suoi occhi smeraldi.

Tenevo le mani poggiate sulle sue spalle muscolose... E che muscoli!

Arrossi immediatamente e cercai di staccarmi mentre lui continuava a guardarmi.

Sfortunatamente non si poteva negare che fosse un bel ragazzo ckme Gabriel o gli amici di mio fratello.

"Ehm... Grazie" dissi arrosendo e staccandomi impacciata sistemandomi senza un vero motivo gli occhiali sugli occhi.

"Figurati, le persone dovrebbero essere più attente" mi disse sorridendo mettendo le mani in tasca "Comunque, vuoi un passaggio a casa?"

Alla domanda feci un espressione molto scettica e confusa. "UN passaggio?"

"Si, un passaggio" mi disse lui sorridendo "Sei da sola..."

"Posso andare benissimo da sola" dissi io rimettendomi le cuffie, dove ancora non scorreva alcuna nota musicale, nelle orecchie.

"Lo so ma ho il motorino qui vicino" disse Dylan sorridendo e facendo un cenno alla strada ma io scossi la testa "Non devi sentirti in colpa"

Lui fece uno sguardo serio, perdendo lo sguardo sorridente e allegro che aveva qualche secondo prima, e mi disse "Non... Perché dici così?"

"Per quello che ho detto l'altro giorno." dissi facendo spallucce "Mi sembra giusto far rimanere le cose come stanno. In fondo tutto si basa sulla scommessa"

"La scommessa" ripeté per poi annuire e dire "Hai ragione"
Anche se non sembrava davvero convinto dallo sguardo che aveva assunto.

"Ottimo" dissi facendo un piccolo sorriso. "Ora torno a casa"

"Allora, ci vediamo"

"ci vediamo" dissi sorridendo per poi attivare la musica e tornare in casa.






"Let it beee... Let it be... Oh Let..." cantavo spensierata nella mia stanza finché Jack non decise di distruggere i miei sogni da cantante "La smetti? Mi fai male alle orecchie"

"Sei solo invidioso" gli dissi facendo la linguaccia mentre giravo senza un motivo con la mia sedia girevole.

"Certo" disse sarcastico mentre si infilava la giacca per uscire.

"Dove vai?" gli chiesi aggrappandomi alla scrivermi per fermarmi.

"Esco" disse semplicemente "Dopo tutto quel tempo in punizione"

"Ma se certe volte uscivi lo stesso" gli dissi confusa e lui sorrise "Ma ero un carcerato. Ora esco da uomo libero"

Alzai gli occhi al cielo tornando a cantare la canzone dei Beatles e mio fratello esclamò di nuovo "I Beatles morti si stanno ribaltando nella tomba"

"Ho una voce meravigliosa" esclamai mentre giravo senza un motivo.

"Mi spieghi perché stai girando con la sedia?"

"Perché è divertente" dissi io sorridendo mentre vedevo tutto veloce e che girava.

"Questa è pazza" sussurrò ma io lo sentì benissimo poi senti il suono del suo telefono, segno che gli era arrivato un messaggio.

"A dopo svitata" mi salutò nel modo più adorabile possibile e se ne andò lasciandomi li a girare sulla sedia, dove dopo cinque minuti caddi a terra e quasi ruppi la faccia.

Dovevo studiare filosofia per il giorno dopo visto che potevo essere interrogata.

"I'm sexy and i Know it" esclamai mentre continuavo a ballare con una matta per la stanza scuotendo il mio libro e tutto il mio corpo.

Era una liberazione ballare senza problemi nella propria stanza, rischiando di essere...

"AH" urlai e scivolai a terra non appena vidi alla porta tre figure :Austin, Iris e Dylan che sembravano piuttosto divertiti.

"Qualche volta è normale" sentì Austin dire mentre mi rialzavo e chiudevo la radio con i capelli tutti davanti e all'aria.

"Ehm... Ciao!" dissi con troppo entusiasmo e muovendo la mano.

"Ero venuta a salutarti" disse Iris sorridendo.

"Sei stata molto gentile" dissi ma dentro di me pensai che non sarebbe dovuto esserlo.

"ciao Iris" sentì urlare dall'altra stanza Kiara che sembrava molto contenta della visita.

Menomale che qualche giorno fa la odiava.

Austin e Iris andarono nell'altra stanza mente Dylan si appoggiò allo spigolo della porta divertito.

"Stai cercando di fare la mossa da figo? Non funziona" gli dissi cercando di sistemarmi i capelli.

Lui ridacchiò "Non ero io quello che due minuti fa cantava e ballava 'I' m sexy and I know it"

Gli lanciai un'occhiataccia per poi andarmi a sedere sul mio letto "Sei stato gentile a portare Iris"

"Beh, me lo aveva chiesto non potevo dirle di no" mi disse sorridendo e passandosi una mano tra i suoi capelli che secondo me erano anche morbidissimi.

Annuì e calò uno strano silenzio, mi guardai attorno cercando di capire cosa fare.
Lui mi guardava divertito e io cercavo il suggerimento di qualcuno su cosa dire.

"Vuoi rimanere sulla porta tutto il giorno?" chiesi confusa mentre aprivo il mio libro sulla parte dei Sofisti.

"Ti stavi guardando" mi disse sorridendo.

"Inquietante come cosa" dissi guardando il libro.

"Cosa studi?" mi chiese entrando tranquillamente in camera mia e sedendosi sul mio letto sempre con disinvoltura.

Ma vuoi anche un cuscino e qualche snack?

"Filosofia." dissi "Più che altro è una ripetizione. I sofisti"

"I prostituti del sapere" mi disse lui stupendomi "Si facevano pagare per il loro intelletto. Il mio preferito dei sofisti è Protagora"

Rimasi davvero sorpresa "È anche il mio preferito dei sofisti"

"Abbiamo una cosa in comune, vedo" disse lui sorridendo e ricambiai anch'io il sorriso e dissi "Mi piace il concetto sul relativismo,anche se non si sa davvero bene quale sia la sua interpretazione originale."

"A me piace l'interpretazione in cui di dice che le persone giudichino la realtà in base alla 'mentalità' in cui essi vivono. Che alla fine è anche molto vero. Siamo tutti influenzati dalla nostra società,da ciò che si fa, si dice e difficile vederla diversamente. "

Rimasi meravigliosamente sorpresa da questo suo pensiero, non mi aspettavo che gli piacesse parlare di filosofia e avesse delle opinioni del genere.

" Io invece sono per quella platonica,cioè che le cose appaiono diversamente per ognuno di noi. Ognuno ha un modo di vedere, pensare diverso. E credo che sia proprio questo il bello" dissi io sorridendo.

"Già ma oramai le persone non sembrano pensare più solo con la loro testa sembrano guardare sempre gli altri per non trovarsi indietro o diversi" mi disse serio guardandomi negli occhi.

"Paura di non entrare nella società. Così si chiama. Che poi alla fine non hai torto,tutti credono di dover per forza avere 'il giusto' pensiero e che sia meglio fidarsi del pensiero dell'altro senza davvero ragionarci sopra. E se hai una pensiero diverso vieni visto come un alieno da Marte. Ed è totalmente sbagliato. "dissi tremendamente presa dalla cosa dal non accorgermi di nulla" Ormai si crede che pensare sia inutile. Ma la diversità di pensiero che abbiamo tutti, che spesso portano a nuove idee e progetti sono troppo belli, meravigliosi direi e.... "

Mi fermai non appena mi resi conto dello sguardo che Dylan mi lanciava, sembrava assorto e interessato ma pensai che fosse solo la mia impressione così degluti per poi dire" Cioè immagina se avessimo tutti lo stesso pensiero di Jack, saremmo fottuti"

Luo ridacchiò facendomi sentite meno a disagio dicendo "Sono d'accordo. In parte"

Lo guardai scettica per poi scuotere la testa divertita "Almeno ho ripassato le due interpretazioni con te"

"Per il Canto di Natale, sono quasi alla fine" mi avvisò e io alzai la testa come per dirgli di continuare "Quindi tieniti pronta perché fra qualche giorno incontrerai i fantasmi"

"Sono proprio curiosa" dissi sorridendo per poi abbassare lo sguardo sul libro a leggere una parte di Giorgia "Dylan, per caso Gorgia con..." non finì di parlare che sentì la mano di Dylan sfiorarmi leggermente le guancia facendomi arrossire senza un motivo preciso.
Spostò delicatamente una ciocca di capelli da davanti i miei occhi mentre io gli alzai per guardarlo ed era più vicino di prima.
Abbassò la mani e disse "Pensavo ti disse fastidio"

In realtà non mi ero accorta di averla davanti agli occhi.

"Dicevi su Gorgia?" mi chiese ma prima che potessi aprire bocca gli suonò il cellulare e rispose "Ciao... Oh... Ehm.. Certo. Ovvio che no. Ci vediamo la. Arrivo"

Poi chiuse la chiamata e gli dissi divertita "Finalmente mi lasci studiare"

"So che ti piaceva la mia compagnia"

"Sogna Parker" dissi divertita mentre si alzava e mi diceva "Era Tessa. Dovevamo vederci dieci minuti fa"

"E tu pensavi a Protagora. Sei pessimo" dissi divertita "su muoviti o si arrabbierà di più"

Lu rise e disse "Ci vediamo allora"

"Per forza. Abbiamo una scommessa mi sembra" dissi divertita.








Angolo Me

Sono tornata!

Mi scuso per l'enorme ritardo ma la scuola non mi lasciava tempo neanche per respirare.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Che idea avrà stavolta Dylan?

Garrett e Elizabeth chiariranno?

Jack è di nuovo libero. Secondo voi farà di nuovo qualche casino?

I fiori del ragazzo appassiranno mai?

Cioccorane e Rune a tutti!

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