"Qualsiasi cosa per te " -Jack- Parte 1
"Forza, ragazzo " esclamò il mio capo mentre preparavo dei drink dietro al bancone del locale super affolato "Non ti pago per stare al cellulare "
"Si signore " dissi fra i denti, cercando di mantenere la calma, visto che il lavoro mi serviva e non potevo perderlo,anche se l'unico motivo per cui prendevo il cellulare era per controllare che Emma stesse bene.
"Ci rivediamo Valerie "dissi sorridendo alla mia collega ,che lavorava anche ad un altro locale di giorno e che avevo incontrato con Emma uno dei giorni passati, che però non sembrava tanto entusiasta da quando aveva scoperto di lavorare con me.
Sembrava vedermi come il solito ragazzo che rimorchiava le ragazze per divertimento e usava il lavoro come scusa.
"Jack " borbottó quasi con diffidenza " Sei diventato puntuale " poi si mise accanto me a prepare un cocktail.
"Solo per stupirti " dissi facendole l'occhiolino e facendole alzare gli occhi al cielo.
La serata passó così , tra battutine e varie preparazioni, finché le ultime persone non se ne andarono.
"Ascoltate " disse il proprietario del locale piazzandosi davanti a me e Valerie "l'uso del cellulare durante l'orario di lavoro è severamente vietato "
"Lo so" disse Valerie confusa dal rimprovero che stava ricevendo.
"Bene. La prossima volta che vi becco al cellulare, vi licenzio" disse il capo per poi andarsene mentre Valerie diceva "Ma io non l'ho mai u..."
"Mi sa che non gli importa " dissi alzando le spalle stanco per poi passare lo straccio sul bancone.
"Sono stata rimproverata a causa tua " disse arrabbiata girandosi verso di me "Senti, se tu sei qui per giocare, bene. Ma non dare fastidio a chi sta lavorando seriamente "
"Io sto lavorando seriamente " dissi un po' nervoso.
Ormai non facevo altro che sentire quanto fossi irresponsabile, inutile, infantile, quanto non comprendessi la situazione.
Mentre invece la comprendevo benissimo.
"Mentre rispondi a qualche tua ammiratrice? " disse lei alzando gli occhi al cielo e iniziando a dire con vocetta stridula "Oh, Jack. Dove sei? Oh Jack, ci vediamo domani? Quanto sei sexy mentre lavori." Poi ritornò seria " È così vero?"
Buttai sul bancone lo straccio stanco e arrabbiato per poi avvicinarmi a Valerie mettendomi proprio di fronte a lei che sgranò gli occhi leggermente sorpresa quando alzai il cellulare e mostrai la chat aperta "Controllo che mia sorella stia bene, va bene? Sto lavorando qui per lei. Per aiutare la mia famiglia. Ora sei soddisfatta della risposta? "
Poi ritornai dietro al bancone lasciandola senza parole e immobile a fissarmi rossa in viso.
Dopo qualche minuto si mise davanti al bancone, seduta dove stavano di norma i clienti e m disse "Scusa. Non dovevo giudicarti "
"Tranquilla. Ormai lo fanno tutti con me " sospirai appoggiando le mani sul bancone per poi rivolgerle un sorriso storto.
" Invece non va bene. Penso sempre a quanto mi dia fastidio essere giudicata e poi sono la prima a farlo. Scusa "
" se ti fa sentire meglio , sei perdonata " le disse facendole un sorriso. " o magari puoi uscire con me sabato"
Lei rise capendo che stavo scherzando per poi dire " Sai, tu e tua sorella avete lo stesso sorriso "
Aggrottai la fronte confuso " come conosci mia sorella?"
"Non è la ragazza che era con te in quel locale?"Chiese lei " vi somigliate "
"Sei la prima persona a dirlo " dissi io facendo un mezzo sorriso pensando a quanto io ed Emma abbiamo cercato di dividervi e sembrare diversi.
"Davvero?" Chiese confusa " si vede che lo siete però. "
Sorrisi poi lei aggiunse "Tua sorella ha la febbre? Qualcosa?"
Sorrisi amaramente pensando a quanto avessi voluto che fosse una semplice febbre e invece era tutt'altro. "No. Mia sorella ha un problema al cuore ed è in ospedale "
Lei mi guardò dispiaciuta "mi spiace. Spero si riprenda "
"Lo spero anch'io , anche se c'è la probabilità del 50 % di riuscita se facesse l'operazione " dissi quasi incazzato da questa informazione.
"Cazzo" sospirò senza sapere cosa dire e onestamente neanch'io saprei cosa dire in una situazione del genere.
'Andrà tutto bene' potrebbe essere una bugia.
"Andrà tutto male' nessuno vuole sentirlo dire.
Guardai il cellulare, per poi metterlo in tasca e dire " Devo andare. Ci vediamo domani."
"Si." Disse alzandosi di scatto dalla sedia " ho la macchina, se vuoi ti do un passaggio. Ho visto che tr ne vai a piedi "
"Quindi mi guardi " dissi scherzando facendole alzare gli occhi al cielo. "Comunque non serve. Devo andare all'ospedale. "
"Successo qualcosa?" Chiese preoccupata.
"No. " dissi semplicemente ma lei continuò "allora ti accompagno li. Muoviti. Anche se non penso tua sorella muoia dalla voglia di vederti "
"Vuoi insultarmi anche in questo momento? " chiesi divertito per poi dirle "accetto, allora "
"Di norma non si può entrare di notte " mi disse Valerie quando parcheggió la macchina davanti all'ospedale confusa.
"Cosa credi serve il mio bel viso e le mie doti da conquistatore? "
"Scendi dalla macchina. Vai via" mi disse spingendomi facendomi ridere, una risata che non mi usciva da un bel po' di giorni.
"Grazie Valerie" le dissi dal finestrino, dopo aver chiuso la portiera. " A domani sera"
Mi sorrise per poi partire mentre io entravo in quel triste edificio in cui tutte le mie paure si stavano realizzando.
"Sembra che tu non dorma da mesi " disse Ale guardandomi la mattina dopo mentre aspettavamo il suono della campanella per entrare.
I miei insistevano insieme ad Emma che dovessimo andare a scuola come se fosse tutto apposto. Io e mio padre non parlavamo dal giorno della discussione in ospedale, non sapeva del mio lavoro e credeva che stessi combinando casini, lo sentivo mentre ne parlava con la mamma che cercava di difendermi mentre si vedeva che era semplicemente stanca e afflitta.
Per tutto.
"Lascia perdere " dissi appoggiandomi alla sua macchina facendo un profondo sospiro.
"Sei davvero brutto" disse Federico guardandomi schifato mentre matt lo guardava male "Ti sembra il caso?"
"Certo che mi sembra il caso. Sparisce così a cazzo" disse Federico quasi come se fosse arrabbiato con me.
" non sto facendo casini" dissi cercando di farli stare tranquilli.
"Ne farai uno presto. Me lo sento" disse Federico facendomi venire voglia di picchiarlo.
"Comunque Emma come sta?" Mi chiese Matt "Per l'operazione? "
"I miei ed Emma sono convinti che sia la cosa migliore. Meglio provare che rinunciare da subito" dissi quasi incazzato " io penso che si potrebbe semplicemente trovare un medico migliore, che sappia fare il suo lavoro"
"Mendes è uno dei migliori, Jack" mi ricordò Ale guardandosi il suo anello con il teschio "So che sei preoccupato per Emma ma devi riflettere..."
Non lo ascoltai più, quando vidi passare qualche metro più lontano Dylan con un espressione non molto felice sul viso.
Non lo avevo visto più in ospedale e ultimamente nell'ultimo periodo avevo incominciato a vederlo in modo strano.
"Dylan è mai venuto a trovarla? " Chiesi senza pensare.
" almeno non quando ci siamo noi' disse Federico "come te d'altronde "
" io credo che tu debba smettere..."
"Jack Silent " disse un ragazzo davanti a me che a stento riconobbi. "Sono Calum "
Poi mi ricordai di uno dei miei vecchi amici, per cui Emma aveva avuto una piccola cotta.
Anche se dopo un po' aveva iniziato ad evitarlo, cosa che mi fece più che piacere.
"Come va? "
"Benissimo. Studio all'università adesso " disse Calum sorridendo " tu?"
"Diciamo che potrebbe andare meglio " dissi facendo un sorriso forzato .
"Comunque l'altro giorno ho visto tua sorella " disse lui sorridendo " È diventata davvero bella, amico"
Feci un sorriso un po' irritato per poi chiedere "Ah si? Dove? "
"Al parco. Con il suo ragazzo "
Congelai sul posto confuso "Ragazzo?"
"Mi sento tradito" disse Federico sarcastico mentre anche gli altri miei due amici erano confusi.
" si , forse non lo sapevi " disse Calum non molto dispiaciuto " sembrano molto affiatati "
"Credo che tu ti sbaglia " dissi pensando a con chi cavolo sarebbe potuta essere al parco.
"Oh no. Si stavano anche baciando " disse lui sicuro di sé per poi voltarsi senza pensarci e puntare ik dito verso una figura "Oh è lui il ragazzo. Dovresti stare più attento a tua sorella"
I miei occhi rimasero incollati alla figura di Dylan mentre sentì una mano sulla mia spalla "Vedrai che c'è una spiegazione "
"Si certo" dissi fra i denti per poi inziare a camminare svelto verso Dylan "Tu lurido stronzo " lo colpí a sorpresa per poi gettarmi su di lui e anche lui rispose difendendosi.
" ma che cazzo ti salta in mente?" Esclamò lui mentre i nostri amici cercavano di separarci. Aveva il labbro spaccato e un graffio sulla guancia. Sentì anch'io il sapore del sangue provenire dalle mie labbre ma poco mi importó.
"Sei solo uno stronzo traditore " urlai " hai baciato mia sorella!"
"Ascolta..."
"Io non ti ascolto. " urlai " tu dovevi starle lontano. Capito? Lontano anni luce. Non permetterò che tu tratta mia sorella come tratti le altri"
"Tu non hai capito niente "
"Si infatti. Se avessi saputo le tue intenzioni, ti avrei spaccato la faccia molto tempo prima " urlai mentre mi tenevano dalle braccia " Con la sorella di un amico mai. Che gran bugiardo"
"Io non volevo che le cose andassero così " Urlò lui arrabbiato ma non sembrava avercela con me " Ma tu stai esagerando. Perché stai insinuando cose. .."
"Io non insinuo un cazzo. La hai baciata e non ne sapevo niente, uscivate insieme da amiconi , fra tante ragazze del mondo dovevi scegliere Emma? Mia sorella? Tante ce ne sono. Perché prendere di mira lei? " esclamai sempre incazzato "Mia sorella quando si è sentita male, era con te. Ora sta su un letto di ospedale e tu non ti sei degnato di andarla a trovare. Lo sapevo che te ne sbattevi il cazzo di lei. "
"Non sono io quello che si è spesso comportato di merda con lei " mi urlò " Dici di fregartene ma poi ti importa , e la fai di nuovo stare male. E sei suo fratello "
"Tu non sai un cazzo " urlai staccandomi dai miei amici andando a spingerlo mentre cercavano di riprendermi, Dylan reagì spingendomi altrettanto "Neanche tu sia un cazzo"
"Cosa devo sapere? Che hai...mia sorella " Urlai afferrandolo dalla camicia ma lui mi spinse urlando "Io mi sono innamorato di tua sorella!"
Da li, mi fermai, Dylan mi guardò e negli occhi vidi dolore e la presa di coscienza di cosa aveva detto.
"Io sono innamorato di Emma " disse lui senza gridare, soltanto guardandomi mentre il sangue gli colava dal labbro.
"Mi stai prendendo in giro?" Dissi incazzato ma senza muovermi, qualcosa mi bloccava, qualcosa nel suo sguardo.
"Vorrei jack. Perché adesso non starei così fottutamente male con la paura di perdere la ragazza che amo" disse quasi disperato.
Un sacco di ragazzi si erano uniti attorno a noi, ascoltavano sconvolti ciò che dicevamo e non potevo biasimarli.
Presi lo zaino da terra, mettendolo sulla spalla, avvicinandomi a lui trattenendo i pugni , e sussurrai vicino al suo orecchio "Emma non dovrà mai stare con uno come te "
"Jack possiamo parlare?" Chiese Anna entrando nella mia stanza mentre mi preparavo per uscire, era tornata dal college qualche giorno prima, volendo stare vicino ad Emma ij una situazione del genere.
"Non ho tempo"
"Non mi importa " disse mettendosi davanti alla porta " Perché hai picchiato Dylan? "
"Come diamine lo sai?" Sbuffai.
"Ho i miei metodi "
"Federico ti ha detto tutto."
"Possibile '
"Stronzo" Borbottai per poi dire "Allora saprai tutto"
"Si e non capisco che stai facendo " disse lei confusa "Emma sta male e tu picchi un vostro amico..."
"Bel amico"
"Jack, non puoi incolparlo per essersi innamorato di Emma. Dovresti esserne felice " disse lei sorridendo ma io risposi incazzato " Non lo sono. Perché Dylan era mio amico e s sa che le sorelle..."
"Sto cazzo. " disse lei alzando gli occhi al cielo. "Tu non sei davvero arrabbiato con lui, stai solo buttando il vero motivo su di lui, su me, su tutti quindi è il momento che parla"
"Il vero motivo? IL VERO MOTIVO?" esclamai "Il vero motivo dovrebbe essere il fatto che non riesco a fare mai la cosa giusta? Che sbaglio sempre qualcosa? Il motivo sarebbe che sono incazzato con me stesso perché non sono riuscito a proteggere Emma al massimo...perché lei ora sta male, rischia di morire e io... non posso fare niente Anna. "
Lei mi guardò con gli occhi lucidi per poi abbracciarmi forte facendo stringere il mio petto ij una morsa dolorosa poi aggiunsi "Il mondo fa schifo Anna. Emma è buona. Tremendamente tanto. Lo è sempre stata. E io non voglio che il mondo la spezzi, che le faccia del male per nessuna ragione al mondo, al costo di mettermi contro tutti"
Lei mi strinse, mentre le lacrime minacciavano di uscire, ma non avrei pianto, assolutamente no, e disse "Emma può farcela. Può proteggersi. Tu devi imparare a vedere il mondo come lo vede lei, Jack. Provaci. "
In quel momento bussarano alla porta e noi ci staccammo cercando di non sembrare troppo smielati, mentre nella stanza entrarono kiara e Austin con un salvadanaio in mano.
"Cosa succede?"
"Io voglio che Emma stia bene" disse kiara triste.
"Così, ho pensato di aprire il mio salvadanaio così se servono, possiamo aiutarla " disse Austin stringendo fra le mani il suo salvadanaio, il quale aveva sempre detto avrebbe aperto per qualcosa davvero importante per lui.
Sorrisi avvicinandomi a lui, gli scompigliai i capelli e gli dissi " È davvero uj bel gesto. Ma Emma vorrebbe che lo aprissi per qualcosa di diverso "
"Lei è più importante " disse Austin guardandomi negli occhi, io annui " facciamo così, se serviranno lo apriremo, Emma saprà del tuo gesto "
"Io non ho bisogno che lo sappia, io ho bisogno che stia bene " disse Austin abbassando lo sguardo triste "Lo sappiamo che rischia di morire "
Kiara iniziò lentamente a piangere spingendo Anna a raggiungerla e abbracciarla, Austin si aggiunse piangendo silenziosamente come la sorella maggiore mentre io mi aggiunsi alla fine, in silenzio, senza versare lacrime, sperando andasse tutto bene.
"Hai pagato tu i lavori della camera di jack? "Chiese mio padre a mia madre confuso "L'ho chiamato oggi e mi ha detto che era tutto pagato. Non ha aggiunto altro. "
"Io non sono stata Ben " rispose mia madre confusa mentee teneva Sofia in braccio. "Giulia sei stata tu?"
"Manco lo conosco " disse mia nonna per poi voltarsi a darmi un'occhiata "Davvero gentile chi lo abbia fatto"
" Ma allora. .."
"Io esco" dissi alzandomi dalla sedia pronto per andare a lavoro.
"Passa qualche volta da tua sorella " disse mio padre serio "non stare in giro fino a tardi almeno questa sera"
"Si si certo" dissi uscendo di casa e andando a piedi lungo la strada per il locale.
Quando arrivai li trovai Valerie a sistemare le cose al loro posto per iniziare al meglio la serata.
"Come stai?"
"Prossima domanda '
"Tua sorella?"
" prossima domanda ancora " dissi mettendomi dietro al bancone accanto a lei.
"Hai risolto con l'idraulico almeno?" Mi chiese visto che ci eravamo sentiti.
" Sisi " dissi "Ora il prossimo passo è mettere soldi da parte per l'università "
"Vuoi andare all'università l'anno prossimo?"
"Io no" dissi sorridendo "Ma qualcun'altro si"
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