Il canto Di Natale

Il natale porta sempre tanto
Specialmente i cartoni di topolino
E Dylan

Il Natale era fra pochissimi giorni e la neve aveva incominciato a scendere e imbiancare tutto il paesaggio.
A differenza di altri avevo sempre trovato la neve tremendamente affascinate e che portasse lo spirito del Natale.

Non riuscivo ad accettare un Natale senza neve con tanta facilità e sapere che in quei giorni avrebbe nevicato mi aveva resa felice.

Come da tradizione di famiglia Silent o meglio fratelli, appena in televisione c'era qualche film o cartone a tema natalizio eravamo tutti radunati nel soggiorno a guardarlo.

"Emma, puoi togliermi il tuo piede.. Mi stai facendo male" si Lamentò Jack quando arrivò la pubblicità e io cercai di sistemere la gamba il meglio possibile. "Va meglio?"

"Si" rispose mentre metteva un braccio come per raccogliermi le gambe in un gesto quasi tenero mentre Kiara era rannicchiata sotto la sua spalla e Austin sedeva con del cibo in mano accanto a lei.

"Quanto siete teneri" disse mia madre sorridendo guardandoci.

"Non dirlo mai più" disse Jack puntandole un dito contro. "Ho una dignità da difendere"

"Se lo credi tu" Dissi io divertita e lui tirò un leggero schiaffo alla coscia e io feci finta di farmi male ma lui mi guardò scettico e disse "Lo so che non ti ho fatto niente"

"Ma perché a Natale bisogna essere tutti più buoni?" chiese Kiara all'improvviso e tutti capimmo che sta tornando la sua fase delle domande "Perché nasce Gesù? O perché viene Babbo Natale?"

"Per entrambi ovvio" disse Jack mentre le accarezzava delicatamente i capelli.

"Ma noi il camino non lo abbiamo" disse Kiara "Come mi porta i regali? E poi se è così grasso come fa ad entrarci dentro. Non si incastra?"

Io ridacchiai e dissi "Avrà i suoi metodi, Kiara"

"Austin, ti sei mangiato metà pacco di biscotti" disse mia madre rimproverandolo mente era seduta nell'altro divano.

"Mamma è impossibile. I biscotti arrivano a malepana alla metà già comprati. Lo stato ci mente" disse Austin.

"Austin, non osare raggirare le cose con me. Hai capito benissimo cosa intendevo" disse lei guardandolo con sfida.

Ecco l'unico essere umano che non riusciva a raggirare quel piccolo truffatore alla Narcos :Mia madre.

Era impossibile che ci riuscisse ed era piuttosto bravo con tutti specialmente con Jack che era una preda troppo facile.

Secondo metà del suo salvadanaio è riempito da solo i soldi di Jack.

"È iniziato!" Esclamò Kiara saltando contenta mentre nello schermo compariva Scrooge versione zio paperone con il suo fantasma del presente.

"Allora io vado" dissi a mia madre il giorno poco mentre tiravo sul la zip della giacca pesante e sistemavo meglio il mio cappello nero in testa.

"Non ti farà troppo freddo, fartela a piedi?" chiese mia madre guardandomi con i suoi occhi radar se c'era qualche parte del mio corpo troppo scoperta.

A quanto pare avevo superato il test perché appena le dissi "Ho voglia di camminare sulla neve. Sta tranquilla" non disse nulla tranne che di stare super attenta e non fare troppo tardi.

Stavo andando a comprare i regali di natale alla mia famiglia perché ovviamente ero arrivata all'ultimo momento.

In realtà avevo già preso un regalo a Sofia che era un nuovo biberon con delle fantastiche renne natalizie. Avrei convinto mia madre ad usarlo anche a luglio.

Camminavo tranquilla, contemplando la bellezza della neve che si trovava ai miei piedi e sopra i tetti della casa con la mente sulle nuvole e con un gran sorriso anche se mi entrava il freddo tra i denti.

Cazzo, che dolore in un certo momento.

Così sorrisi con la bocca chiusa.

All'improvviso due mani mi coprirono gli occhi e il mio Cuore iniziò a barrare forte per la paura.
Tirai in fretta un calcio dietro colpendo la gamba del mio aggressore e mi staccai spaventata da lui per poi voltarmi verso di lui.

"Dylan?!" dissi sgranando gli occhi mentre lui si teneva un mano sulla gamba.

"cazzo che dolore" esclamò lui "Potresti essere più rilassata?!"

"Scusami Dylan" dissi dispiaciuta "Ma anche tu... Mi hai spaventata. Potevi benissimo essere un maniaco o rapinatore"

"In quel caso avrebbe ricevuto un gran bel dolore come regalo di Natale" disse CN un mezzo sorriso ritornando in posizione eretta con un cappotto nero che lo copriva e lo rendeva bellissimo e misterioso.

"Cosa fai qui?" gli Chiesi poi facendo ritornare i battiti del mio cuore normale.

"Sono qui per te" disse sorridendo "Ho finito il libro. E dobbiamo andare da i nostri fantasmi."

"Adesso?" chiesi e lui mi disse "Si. Adesso."

"Ma devo prendere ancora dei regali..." dissi io insicura.

"Possiamo farcela. E poi hai ancora un po' di tempo"

"Due giorni" gli ricordai.

"Appunto" disse lui con un sorrisetto per poi mettere un braccio attorno alla spalle e spingendomi a camminare "Vedrai ti piacerà"

"Vedremo" dissi per poi chiedere "E il mio libro?"

"Lo riavrai" disse semplicemente mentre camminavano sul marciapiede ricoperto di neve. Il suo braccio era ancora sulle mie spalle e la cosa mi metteva un po' in imbarazzo facendomi arrossire.

"ehm... Dylan..."

"Si?"

"Le spalle non mi cadono." gli dissi facendo un chiaro riferimento alle sue spalle.

Lui, prima confuso, si accorse del braccio e senza mostrare imbarazzo i nervosismo si staccò e mi disse "Certo, scusa"

Io gli sorrisi e tornammo a camminare così per non restare nel silenzio totale gli chiesi "Com'è andata con Tessa?"

"Cosa?"

"L'appuntamento con Tessa"

"Ah si, giusto. Bene dai." disse lui passandosi una mano fra i capelli neri e scompigliandoli ancora di più.

"Bene dai?" chiesi con un Sorriso "È la stessa risposta di mio fratello. E non capisco mai se è una cosa buona o cattiva"

"Metà diciamo" mi spiega lui.

"Quindi mi stai dicendo che le serata è stata bella e brutta allo stesso modo?!" chiesi confusa.

"Beh si"

"Ma quindi ti piace?"

"Beh si è davvero bella" disse lui.

Io lo guardai confusa e gli dissi "E basta?"

"Non mi metterò mica a fare una poesia per lei come Petrarca e Dante fanno per le loro amate" disse lui alzando le spalle e mettendo le mani dentro le tasche del cappotto.

"Non intendevo questo" dissi scuotendo la testa "È che una persona non può piacerti solo perché è bella. Cioè... La bellezza si conta ma esiste anche altro che conta..."

"Tipo il sesso?" chiese lui malizioso e io arrossi dicendo "Si cioè no... Ma forse... Nel senso che è nello stesso piano della bellezza. Ci sono altre cose che contano." lui mi guardò quasi con curiosità così rossa ancora in viso sia per il freddo che per l'imbarazzo dissi " magari sono solo io che sono troppo strana. Lascia stare"


Quando arrivamo davanti a una villa di colore rosa antica guardai con uno sguardo confuso Dylan che però sembrava tranquillissimo e che non sembrava affatto preoccupato di dovermi spiegare qualcosa.

Onestamente ero rimasta sorpresa delle nostre conversazioni lungo il tragitto. Non credevo che avessimo delle cose in comune oltre la filosofia o mio fratello.

Lui suonò al campanello della villa due volte per poi fermarsi così dopo essermi guardata attorno e notato con che cura fosse fatto il giardino gli chiesi "Cosa facciamo qui?"

"Incontriamo il primo fantasma" mi disse semplicemente.

"Dylan... In questa casa sembra che ci abiti qualcuno" gli dissi.

"Ma davvero?" mi disse sarcastico con un sorriso e io gli lanciai un occhiataccia e prima che potessi dire una sola parola la porta si aprì.

"Dylan! Di nuovo tu" disse una signora anziana che però era magra e sembrava avere abbastanza energie.

Aveva un vestito nero elegante e u capelli acconciati in maniera perfetta e con un viso giudizioso pronto a notare ogni tuo difetto.

"Lo sappiamo entrambi che mi adora signora Batilde"disse Dylan sorridendo.

La signora lo guardò scettica" Sei già venuto ieri. Non posso sopportarti tutti i giorni "

La signora sembra ignorare completamente la mia presenza e non sapevo se lo facesse apposta oppure non mi aveva veramente notata ma poi disse" E questa ragazzina? "

I suoi occhi puntarono sulla mia figura e mi guarda come se dovesse analizarmi.

" Non può analizzarla dentro? "chiese Dylan alzando gli occhi al cielo" Vorrei bere qualcosa di caldo"

Lei lo guardò di nuovo male per poi spostarsi e farci cenni di entrare.
Appena entrai rimasi affascinata sala bellezza della casa.

Il corridoio era abbastanza grande e lungo e  le pareri erano di colore rosa con dei bordi color oro e un gigantesco lampadario che rendeva tutto il più bello ma quando entrai nel suo enorme salone da pranzo oppure soggiorno. Non sapevo cosa fosse.
Rimasi senza fiato. C'erano dei quadri bellissimo ovunque.
I mobili ben fatti ma che davano quel senso di antico in cui c'erano varie fotografie o oggetti di un certo valore. e i divani bianchi attorno a un tavolino di vetro.

Guardai rapita tutto nella stanza specialmente un quadro bellissimo di Van Gogh che mi ricordavo aver studiato a scuola.
E su un mobile c'era una statua che era di origine greche e che era una copia del Doriforo.

"Quella statua è di origine greche è il..."disse con una certa altezzosità così prima che potesse rispondere le dissi" Il Doriforo,lo so "

Lei mi guardò con uno sguardo più curioso ma sempre serio per poi sedersi sulla sua poltrona mentre Dylan si gettava sul divano come se fosse a casa sua e faceva cenno a me di sedermi accanto a lui.

Impacciata mi sedetti accanto a lui sentendo lo sguardo della donna su di me mentre io facevo finto di guardare qualcosa davanti a me.

"Quindi tu sei ragazzina?" mi chiese e io facendo un sorriso dissi "Ehm... Emma,signora Batilde"

"Ha riconosciuto la statua" disse la donna verso Dylan "Io che credevo che frequentassi barbari"

"Signora Batilde lei sa che sono estremamente intelligente"

"Questo ragazzino ha un ego gigante quanto tutte le mie ville messe insieme e credimi signorina non sono poche" mi disse con un sorriso che io ricambiai anche se titubante.

La quantità delle sue ville non erano nel mio interesse e non glielo dissi per non sembrare maleducata visto che Dylan sembrava provare una certa simpatia per la donna.

"Vi va qualcosa di caldo?" chiese la donna, entrambi annuimmo e lei alzò per andare a informare il suo maggiordomo.

"Bella casa vero?" mi disse con un sorriso.

"Già, molto" dissi "È un'amica di famiglia?"

"No. Più che altro è mia amica anche se lei non crede così" disse facendo un sorriso divertito e io sorrisi per poi riguardarmi attorno e notare un particolare.

"Non ha niente di natalizio" dissi togliendomi il cappello e facendo spazio ai miei capelli arruffati.

"L'hai notato anche tu eh" disse con un sorriso malinconico.

"Non ha neanche una decorazione. È in lutto per caso?" chiesi cercando d essere delicata

"No, signorina nessun lutto" disse la donna comparendo da dietro di noi e andando a sedersi sulla poltrona.

"Io... Mi scusi... Era solo che..."

"Sei una di quelle ragazzine che credono che il Natale sia la festa della bontà, felicità e dell'amore." disse con tono sprezzante.

"Si è così" dissi più determinata e lei mi guardò inarcando un sopracciglio. "Che cosa..."

"Stupida? Inutile?" le suggerì ma lei disse "Patetica. Il natale è solo una festa del cavolo molto illusoria in cui si spreca denaro e tempo. È inutile far sembrare l'umanità o il mondo per una settimana una cosa bella se fa sempre schifo."

La guardai, e senti Dylan guardare me ma non riuscì a capire il suo sguardo sapevo solo che mi stava guardando.

Altro che fantasma del passato. Questa signora cercava solo di darmi fastidio come a quanto pare davo fastidio io a lei.

Così mi alzai e le dissi "Sa signora Batilde. Lei ha ragione. Ha ragione nel dire che il mondo non diventa buono in una settimana perché è impossibile. Il mondo la maggior parte delle volte fa schifo ma...qualche volta c'è bisogno di qualcosa che la renda meno brutta. Anche solo per venti secondi o finiremmo tutti per impazzire. "

Lei mi guardò quasi sorpresa ma sempre con quello sguardo serio.

" Dylan... Forse è meglio che me ne vada"gli dissi "Non credo di essere..."

"Non posso decorare casa mia, signorina." disse all'improvviso facendomi bloccare e facendo voltare verso di lei anche Dylan. "Non posso mettere un albero di Natale nel mio soggiorno. Non avrei nessuno con cui decorato. Non posso mettere delle luci fuori a illuminare la casa. Non ci sarebbe nessuno ad accedenderli con me e a guardarli. Non posso accendere la tv e guardarmi i film perché nessuno siederebbe con me sul divano a farlo. Non posso preparare il cenone di Natale, nessuno mangerebbe con me. "

Rimase in silenzio a guardare il vuoto con uno sguardo triste ma che cercava di rimanere freddo" Signorina, le vede quelle foto? "

Mi voltai e guardai quel comodini e vidi solo foto di lei che stringeva le mani a uomini importanti o che stava davanti alla sua casa. Ma c'era solo una in cui sembrava sorridere davvero.

" Quella lì è la foto dove c'è mio nipote Oscar"disse lei facendo un lieve sorriso" Lui era l'unico che spesso veniva a trovarmi. Sin da giovane ho mostrato interesse solo agli affari e ai miei. Non ho mai pensato agli altri, pensavo solo a trovarne difetti e vantarmi con loro delle mie ricchezze.
Ho sempre fatto così.
Non mi sono mai sposata. Nessuno era abbastanza per me a mia opinione oppure qualcuno non voleva nulla a che fare con me per il mio carattere.
Mia sorella invece non aveva mai avuto questa inclinazione verso il denaro, infatti si sposò ed ebbe Oscar.
Oscar è sempre stato l'unico a cercare di starmi accanto finché non ho mandato via anche lui. Il bello che tornava sempre da me, solo che poi l'ho trattati davvero male. Solo due anni fa mi sono accorta di quanto avessi sbagliato.
Ho allontanato sempre tutti "mi disse guardandomi negli occhi per poi dire" Io sono sola, Emma."

" Io sono qui "disse Dylan indicandosi e sorridendo.

" Perché sei testardo e perché hai pazienza. "disse lei sorridendo.

" Tu sei davvero fantastica "disse Dylan alla signora e la donna sorrise dicendo" Perché non mi hai visti qualche anni fa"

"E allora?" dissi "L'importante è cambiare e capire cosa si è fatti di male nel passato"

"Dubito che il fantasma del mio passato voglia aiutarmi" disse lei malinconica e io e Dylan la ci guardammo quando disse questa cosa.

"Ha aiutato Scrooge non penso che non lo farà con lei" dissi io sorridendo alla donna che finalmente mi sorrisw davvero.

"Non credevo che avessi amiche di quest'età" dissi cercando di sciogliere il ghiaccio appena fummo qualche passo lontani dalla villa.

"Sono pieno di sorprese" disse sorridendo.

"È bello che tu le stia accanto" gli dissi sorridendo.

"Ci siamo incontrati qualche mese fa. Le ho graffiato l'auto per sbaglio con la moto"

"Cosa?" chiesi

"Già. Mi urlò di essere un barbaro e altri insulti troppo volgari e fighi per essere detti da una donna di una età età"

"E poi?"

"Niente. Non ha voluto essere ripagato. Diceva che aveva già abbastanza soldi" disse lui facendo un sorriso un po' malinconico "Così il giorno dopo sono andato da lei per ringraziarla e portarle almeno metà della somma ma lei non li ha voluti per alcuna ragione così glieli ho lasciati sul tavolo. Dopo due giorni sono andato da lei e siamo diventati ciò che siamo adesso"

"Una strana relazione tra lei che ti vuole fuori dalle scatole e te che ti diverti troppo a vederla insultarti" diesis sorridendo e lui disse "Sono i migliori rapporti"

"ora dove andiamo?"

"Dal fantasma del presente" disse lui però guardare il suo orologio e dire "Cazzo."

"Cosa?"

"Sono le 18:10 "Mi disse" Alle 18:12 dobbiamo essere li "

" Ma perché? "dissi mentre lui mi afferava la mano e mi spingeva a correre.

Odiavo correre.
" Perché il fantasma si incontra sempre alle 12"

Dopo una lunga corsa, in cui stavo varie volte scivolando sulla neve, ci fermammo. E avevo il fiato corto, appoggiava le mani sulle ginocchia e potevo immaginare la mia faccia rossa mentre Dylan stava bello tranquillo a sorridere.

Spero che ti cada un ramo decorato in testa' pensai mentre ancora sorrideva divertito.

Non potevo fare la velocista sarei morta nel labirinto nel giro di 27 secondi.

"non dirmi che sei stanca" disse lui sorridendo "Era una camminata veloce"

"Io... Ti... Ammazzo"gli dissi mentre riprendevo fiato.

"Siamo sotto natale" disse

"A natale puoi fare quello che non puoi fare mai" gli dissi canticchiando mentre il fiato era tornato normale.

"Il coro dei bambini" dissi guardando la struttura.

"Lo sapevo che fossi intelligente" disse sorridendo "Hai mai fatti parte di un coro?"

"Mai" dissi "Mi vergognavo troppo, perché tu si?"

"si" disse e io stetti per scoppiare a ridere all'immagine di lui a cantare 'Tu scendi dalle stelle'

"Non osare ridere. Mia madre mi costringeva" mi disse puntandomi il dito.

"Il Figo Dylan Parker che crede di essere un Dio greco cantava nel coro della chiesa" risi mentre lui mi guardava male.

Onestamente non c'era niente male nel far parte del coro della chiesa m immaginarci uno come Dylan k come mio fratello era abbastanza illarante.

"Smettila. Non devi dirlo a nessuno" mi disse serio.

"Che peccato!" dissi divertita "Io volevo parlarne stasera a cena"

"Emma..." disse mentre il ridevo e non smettevo in qualche modo mi prese a sacco di patata.

"Dylan... Mettimi giù" dissi io muovendo le braccia.

"Così torni a ridere?" chiese e il dissi "Ma chi stava ridendo?"

"Bene ti porterò così" disse mentre saliva i gradini e apriva la porta. Mentre girò alla porta mi fece sbattere la testa alla porta già chiusa.

"Cazzo, cretino. Mi hai fatto sbattere la testa" dissi mettendo la mano sulla mia testa "Porca Umbridge"

"scusa" disse ma sentì che stava ridendo "Non ridere!"

Appena sentimmo lei voci dei bambini lui mi lasciò scendere e io gli dissi "Grazi mille. Mi stavo stancando a camminare"

"Dylan!" urlò una bambina correndo verso di lui "Cosa fai qui?"

"Sono venuto a vedervi"

Altri bambini ci raggiungensero e mi salutarono e io ricambiai il saluto sorridendo.

"lei chi è?" chiese un bambino.

"È la tua fidanzata?" chiese la bambina fra le sue braccia.

"Oh nono" dissimo insieme scuotendo la testa e aggiunsi "Siamo solo... Ehm..."

Amici?
Non credo.
Conoscenti?
Di più.

"Lei è Emma. E anche se siete quasi più alti voi di lei ha 16 anni" disse lui e io lo colpì piano sul braccio "Non sono bassa"

"Bambini, fateglielo credere" disse lui facendo finta di parlare a bassa voce e facendolo ridacchiare.

"Oh Dylan. Da quanto tempo" arrivò un uomo sui trent'anni che indossava la tunica.  "Credevo non saresti più venuto. E lei chi è?"

"Emma piacere, io sono Don Tom"

"È un piacere per me. I bambini stavano facendo le prove con i canti dj natale"

"Emma sa tantissime canzoni di Natale" disse Dylan.

"Davvero?" mi chiese un bambino euforico.

"Ehm.. Sii" dissi e un un attimo il prete disse "Allora ai posti bambini, io metto al pianoforte che oggi canta Emma con noi"

"Cosa?" chiesi "No, io non sono molto..."

"Su Emma" mi spinse alla spalle Dylan divertito "Mostra a tutti le tue doti canore anche da ballerina..."

Lo guardai male perché sapevo che si riferiva quando mi aveva visto a casa ballare come una matta in camera.

Ci posizionammo in uno spazio della stanza e il prete iniziò a suonare il pianoforte mentre i bambini cantavano e così mi unì anch'io mentre Dylan stava appoggiato sulla colonna sorridendo divertito.

"Ora Emma inizia sola" disse Don Tom e il dissi "Non mi sembra..."

"Vai Emma" disse Dylan battendo le mani e facendo battere le mani anche i bambini.
Lo avrei ucciso.

Ma poi...

"Dykan canta con noi!" dissi entusiasta andando a prenderlo mentre lui faceva resistenza "Su bambini, Convincetelo"

I bambini applaudirono mentre tiravo divertita Dylan tenendolo per mano,finché raggiungemmo il gruppo e lui si arresse.

Poi iniziammo a cantare Jingle Balls.






"Bisogna dire che sei portato per il coro" dissi divertita.

"Smettila. Mi hai trascinato"

"Sei stato tu a volermi far cantare sola" dissi mentre camminavano "Hai avuto ciò che meritavi"

"Però mi stavo divertendo a vederti insieme ai bambini"

"Sono davvero stupendi" dissi sorridendo "Ora ho capito perché li. I bambini sono il nuovo presente"

"Già" disse Dylan mentre si fermò davanti a me "Siamo arrivati a casa tua"

"Cavolo. Non ho neanche preso i regali" dissi ricordandomi dei regali.

"Ci penserai domani" disse sorridendo.

"mi sa di sì" dissi sorridendo "Beh grazie."

Lui sorrise e tiro fuori il mio piccolo libricino salma tasca enorme del cappotto.

Sorrisi prendendolo "È tornato a casa"

"Già... Senti Emma, volevo parlarti di un'altra cosa."

"Dimmi"

"Tu non sai se siamo amici" disse lui "E so che ho dimostrato di non volerlo essere e che abbiamo iniziato tutto per la scommessa"

"Beh si" dissi non capendo il punto di arrivo.

"voglio che diventiamo amici." disse lui "Mi piacerebbe salutarti e parlare più spesso. E conoscerti per davvero"

Ah. Ecco il punto di arrivo.

"Io... Beh... Credevo che tu..."

"Credevi molto male"

"Beh possiamo provarci" dissi sorridendo "Amici?"

"Amici" disse sorridendo per poi dire "Beh, allora buon Natale"

"Buon... Aspe." dissi "E il fantasma del futuro?"

Lui sorrise e si avvicino a me e disse "non sappiamo ancora cosa succederà. Ti chiamerò il 26 e mi dirai com'è andato"

Rimasi sorpresa e sorrisi mentre lui era vicino a me. Si abbassò e mi stampò un bacio sulla guancia dicendo "Buon natale Ragazza Dei Libri"

"Buon natale" dissi sorridendo
Mi allontanai da lui e inizia a salire i tre grandini casa per poi sentirlo dire "non ebbe ulteriori rapporti con gli spiriti, ma da allora in poi visse secondo il principio di assoluta temperanza, di lui si disse sempre che sapeva interpretare il Natale..."

"se una tale conoscenza fu mai conferita a un vivente" Completai io

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