"E Così È Natale..."

Strane amicizie
Cuori spezzati
Almeno il pranzo è dalla nonna

Ormai era una cosa risaputa e naturale andare a pranzo dalla nonna per Natale.
E pensare al cibo che si sarebbe ingurgitato e che a malapena sarebbe entrato tutto nella grande tavolata mi portò ad avere fame già dalla sera prima.

La mattina di Natale a casa Silent era sempre un leggero caos.
Cercare di vestire una neonata e due bambini era davvero un'impresa sopratutto se uno di quei bambini aveva 18 anni.

"perché devo mettermi la camicia?" chiese sbuffando Jack mentre era a petto nudo nella mia stanza.

"Perché è Natale e ci saranno tutti i parenti. Devi mostrarti leggermente elegante e maturo" disse mia madre mentre girava per la stanza con un bel vestito non troppo elegante.

"Wow, dovrebbe mentire a tutti i parenti" dissi sarcastica mentre mi spazzolavo i capelli seduta davanti allo specchio.

"Che battute" disse lui sarcastico mentre si infilava la camicia. "Non capisco perché devi mettermi una camicia e tu puoi venire in jeans"

"indosso anch'io una camicia e poi le donne non sono eleganti solo se indossano una gonna" dissi io mentre mi mettevo un fermello per tenere i capelli un po' all'indietro.

Lui non rispose dandomi quindi la vittoria ma il silenzio venne interrotto dallo squillo del mio telefono.

Guarda chi fosse e non mi sorpresi quando lessi che era Vivian.

Misi un viva voce e le dissi allegra "Buon Natale"

"Buon Natale un corno" esclamò lei alterata facendo ridere Jack che si stava abbotonando la camicia come se fosse a qualche spot pubblicitario.

"Cos'è successo?" le chiesi divertita.

"I miei genitori vogliono che mi metta quello stupido vestito elegante per andare al pranzo da mia nonna" disse lei scocciata.

"E cos ha che non va?"

"Apparte tutto?" chiese "È lungo, sobrio e sicuramente non da me"

"Allora non metterlo" dissi io.

"Facile a dirsi. Hitler e Crudelia mi stanno ricattando" disse riferendosi ai suoi genitori.

Sapevo che i ricatti dei genitori erano molto efficaci, sapevano quali fossero alcuni dei punti deboli di Vivian ma anche lei era brava a giocarsi le sue carte.

"Io non li sopporto!" sbottò "Anche a Natale devono snervarmi... Ah Jack, conosci qualcuno che può farmi qualche documento falso?"

"Qualcuno" disse e io lo guardai sorpresa ma lui mi disse "Scherzo, ovviamente"

"Vivian sono sicura che il vestito non è così male" dissi prendendo in mano il cellulare.

"Emma, credimi lo è" disse "E se non lo metto mi bloccano la carta di credito"

"Allora mettilo, non possono proibirti la carta di credito se tu indossi il vestito, giusto?"

"Giusto" disse anche se era ancora confusa.

"allora indossalo anche se avrà una leggera modifica nel tuo stile" dissi sorridendo e lei finalmente capì.

"Oh cazzo! Sei un genio" mi disse contenta Vivian "Vado, Buon Natale fratelli Silent" e chiuse così la telefonata.

Sorrisi scuotendo la testa alzandomi e mettendomi i miei stivaletti con un po' di tocco.

"Vivian, davvero non sopporta i suoi genitori?" mi chiese stranamente Jack e io mentre mi alzavo gli dissi "Il loro rapporto è sempre stato complicato. Sai come sono loro e com'è lei."

"Beh lei totalmente pazza" disse facendo un sorrisetto "E perché combina anche spesso dei casini?"

Onestamente non mi andava di parlare della situazione familiare di Vivian, non era un mio diritto.
"Forse"

"C'entra anche con Louisa?" chiese poi e io mi irrigidì. Era da un sacco che nessuno la nominava ed ecco che rispunta fuori.

"Ehm...sai che non si sopportano" dissi alzando le spalle e prendendo il mio cappotto bianco.

"Questo lo sappiamo tutti" mi disse quando fui davanti a lui e mi guardava col suo sguardo curioso e che sembrava aver capito che ci fosse qualcosa di più.

"È Natale. Non voglio parlare di Louisa" dissi per poi fare un sorriso e scompigliarli i capelli biondi "Adesso si che sei bellissimo"

"Emma" disse staccandosi "Sai che non lo sopporto"

Sorrisi mentre entrò Kiara con un vestitino di lana rosso tutta sorridente "Guardate, il mio vestito"

"Sei bellissima" le dissi abbassandomi a darle un bacio.

"sono abbinata a Babbo Natale" disse contenta "Tutta rossa! Che poi avete visto stamattina quanti bei regali ci ha portato"

"È stato proprio bravo" dissi sorridendo.

E onestamente lo ero stata anch'io. Cioè, ero riuscita a comprare i regali gli ultimi due giorni aspettando file chilometriche, combattendo contro signore che volevano la stessa cosa che volevo io e a incartare tutti senza essere vista.

100 punti a Tassorosso.

"Mi dispiace però che Anna non venga" disse poi triste.

A causa di mal tempo non era riuscita a prendere l'ultimo aereo prima di Natale così aveva dovuto arredersi, anche noi con lei, a passare un Natale insieme.

"Anche s me" dissi facendo un sorriso malinconico.











Appena varcammo la soglia della casa di mia nonna Giulia sentimmo una gran confusione provenire dalla sala da pranzo e degli ottimi profumi.

Finalmente si mangiava.

Dopo il giro infinito di auguri che bisognava dare ai proprio zii e altri parenti capitati a caso, ero riuscita finalmente a sedermi a tavola con quasi la bava alla bocca.
Stavo morendo di fame.

Ma come ad ogni Natale che andava rispettato non mancava quella zia, terribilmente impicciona, insieme a suo marito che doveva farsi gli affari tuoi e farti domande che non volevi fatte, davanti a tutta la tua famiglia, mentre volevi mangiare.

"Allora Emma, e il fidanzatino?" Ecco la domanda che aspettavo da mesi.

"Nessun fidanzato, zia" disse e io nella mia mente sapevo già la sua risposta.

"Ma come? Una bella ragazza come te" ecco, lo avevo detto.
La cooman mi faceva un baffo o semplicemente avevo imparato a memoria tutte le frasi.

"diciamo che non sono interessata ad avere qualche relazione, al momento. Sto benissimo sola" dissi sorridendo e vedendo mio padre sorridere orgoglioso.
Credo che quella frase mi rendesse per quel lasso di secondi la sua figlia preferita.

"Qualcuno vuole dell'altra insalata?" chiese mia nonna porgendo il piatto con l'insalata.

"Io!" esclamò Kiara che era seduta proprio accanto a lei.

"brava, mangia" disse mia nonna facendomi sorridere per poi infilarmi in bocca un pezzo di carne.

"allora Joshua, come va con il lavoro?" chiese un'altra zia mentre lui sembrava essere immerso nei suoi pensieri.

"Abbastanza bene" rispose anche se continuava a mangiare senza fare un vero sorriso.

Mi preoccupai a vederlo in quello stato così mi appuntai mentalmente di parlargli in privato trovando qualche scusa per filarcela.

In quel momento una musichetta inquietante iniziò a suonare e tutti si voltarono a guardarmi.

Perché mi fissavano?

Poi guardai il mio telefono e mi accorsi che stava squillando e in imbarazzo dissi "Ehm... Scusate"
Lo presi in mano e lessi il nome, feci un espressione confusa per poi dire "Ehm... Devo rispondere" e iniziai ad alzarmi cercando di non fare tanti disastri.

"Chi ti sta chiamando?" chiese Kiara curiosa e con il cibo in bocca.

"Un amico" dissi semplicemente per poi andare nell'altra stanza e rispondere "Pronto"

"Ragazza dei Libri" disse lui divertito.

"Dylan... Che sorpresa." dissi confusa tenendo il telefono l'orecchio e controllando che nessuno entrasse.
Non mi piaceva quando invadevano la mia privacy.

"Non esserlo troppo. Ti ho chiamato per darti gli auguri" mi disse e io gli risposi "Grazie Dylan, anche a te ma ne li avevi già dato"

"La mia telefonata non era gradita?" disse facendo finta di essere offesa.

"Idiota. Sai che non è così" dissi facendo un sorriso e alzando gli occhi al cielo.

"In questi giorni ci vediamo si?" mi chiese e io mi gli dissi "Certo, così ti do il quarto libro della scommessa"

"Si... Il libro, certo" disse anche se sembrava che il suo tono si fosse un po' sgonfiato "Si mamma arrivo. Ah devo lasciarti. Mi stanno chiamando per uccidermi con del cibo"

"Ti capisco" dissi "Devo andare anch'io"

"Ah Emma, è stato bello da parte tua" mi disse e io confusa gli chiesi "Cosa?"

"Alla signora Batilde. Sei stata molto gentile" mi disse per poi dire "Ciao Emma"

"Ehm... Ciao Dylan" dissi scossa. Non mi aspettavo che la signora dicesse del mio pacco a Dylan.

Il giorno prima le avevo lasciate un pacco e una lettera sopra, davanti a casa sua. Volevo che almeno si sentisse meno sola e provasse ad apprezzare di più il Natale.

Speravo di esserci riuscito e il bello è che lo seppi qualche mese dopo.










Per fortuna nessuno aveva fatto domande sulla mia chiamata anzi avevano dedicato le loro attenzioni a Kira che parlava dei regali ricevuti da Babbo Natale e gli aneddoti divertenti della nonna.

Cercai più volte di parlare con Joshua che sembrava essersi ripreso mentre parlava con Jack, ma invano.

"Joshua abbiamo saputo di te e dl tuo ragazzo" disse la zia odiosa. "Non credevamo avessi certe tendenze"

"puoi dire gay o omosessuale. Non è una parolaccia" gli rispose lui seccato.

"lo sappiamo" disse il marito "Infatti accettiamo a pieno."

"il tuo ragazzo quando ce lo presenterai?" chiese la zia.

"Non voglio parlarne" Disse lui serio.

"Oh scusa, non credevo che..." ma lui si alzò in fretta e uscì di casa sbattendo la porta.

Rimasero tutti in silenzio e io ne approfittai per andare da lui.
Quando apri la porta lo trovai seduto sul gradino senza neve, senza il giubbino come ovviamente ero anch'io.

Faceva un freddo tremendo ma decisi lo stesso di andare da lui. Mi sedetti accanto a lui e dissi "Joshua, cos'è successo?"

"Emma, entra dentro. Ti prende la febbre" disse senza guardarmi ma io non mi spostai e dissi "Rispondi"

"ci siamo lasciati. O almeno è stato lui a farlo. Ha detto che non era sicuro dei suoi sentimenti per me. Dopo più di un mese da fidanzati e tre di semplice frequentazione te ne rendi conto?"

"Oh Joshua" disse poggiando la testa sulla spalla e mettendo le braccia attorno al suo di braccio.

"Emma, lo amavo. E lui mi ha distrutto il cuore"

"Vorrei tanto capirti e aiutarti"

"Emma, non farti mai spezzare il cuore. Mai. Non farlo toccare da nessuno" mi disse mettendo l'altra sua mano sul mio ginocchio e accarrezzandomi leggermente.

Restammo così, in silenzio. A contrastare il freddo e  a guardare la neve che ricopriva l'erba verde.

"Possibile che vi lasci per pochi mesi e vi ritrova barboni?" disse una voce stupendoci.

"Anna?!" esclamammo insieme Io e Joshua.

"Eh già, sono tornata" disse lei con su sorriso e spostando all'indietro i suoi capelli biondi.

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