Ancora oggi, nel 21 esimo secolo sentiamo in televisione gente che cerca di inculcarci l'ideale della famiglia perfetta.
Il bambino, la mamma e il papà.
E voglio dirvi, questa è una famiglia.
Ma una delle tante.
Si combatte ogni giorno per capire il modo migliore per crescere i propri figli e con quali persone debbano crescere.
Nella mia modesta opinione , non importante quanto quelle persone 'in alto', un bambino poteva crescere con chi gli avrebbe dato amore indifferentemente se fossero due uomini, due donne o un uomo o una donna.
Non esiste l'accoppiata perfetta.
Come non esiste la famiglia perfetta.
Come lo so?
Perché una famiglia tradizionale si era distrutta.
Una mamma e un papà avevano sbattuto la porta in faccia al proprio figlio per un crimine veramente oltraggioso ( notare il sarcasmo ) : essere omosessuale.
Pensai a questo mentre seduta sul mio letto afferravo la mano di Matt cercando di dirgli in quella semplice stretta pensieri che mai sarei riuscita a furmulare a parole senza incepparmi.
Lui alzò lo sguardo, gli occhi tristi e sconfitti puntati nei miei , le labbra si incurvarono in un leggero sorriso che diceva 'Lo so'
Ed ero felice che lo sapesse.
"Matt sono così contenta che stai qua con noi" diceva Kiara ignara della complicata situazione mentre Matt sedeva per il quinto giorno dentro casa nostra.
A noi non dava fastidio,per noi era un piacere ospitarlo avremmo fatto qualsiasi cosa pur di aiutarlo.
Joshua era stato ogni giorno da noi cercando di risollevare l'umore di Matt che sorrideva leggermente ma si notava che non era felice.
Ed era comprensibile, i suoi genitori lo avevano rifiutato perché era gay.
"Ma dimmi te se io alla mia età posso sentire certe cazzate" disse nonna Giulia arrabbiata mentre preparava la cena in cucina.
"Come se fosse chi sa quale sacrilegio. Ama qualcuno, basta. E poi sei sua madre, come puoi cacciarlo così? " esclamò anche mamma incazzata accanto alla nonna mentre io stavo ad ascoltarle con una punta di orgoglio.
"Se proprio dovevo, cacciavo te che rompevi il cavolo dalla mattina alla sera " disse nonna Giulia guardando mio padre che stava aiutando stranamente a cucinare.
"Mamma, ti prego" disse alzando gli occhi al cielo "Comunque i genitori di Matt sono sempre stati gentili. Brave persone "
"Ma omofobi "dissi stritolando il foglio che avevo in mano con rabbia.
Come avevano potuto trattarlo così?
Era loro figlio, cazzo.
Suonò il campanello, e ad entrare fu Joshua che ormai ogni giorno veniva da noi.
Ormai la nostra casa era diventata un hotel, c'era sempee un sacco di gente se aggiungevami i nostri amici che venivano spesso.
" cugina bella" disse scompigliandomi i capelli con fare affettuoso " Matt?"
"È salito di sopra con Kiara" dissi io " Ormai lo sta tenendo in ostaggio insieme ai peluche e le barbie"
Joshua fece una leggere risata immaginando la scena " Magari lo sequestro io'
"Non in questa casa però " disse papà lanciandogli un'occhiataccia.
Dalle scale sentimmo scendere Kiara che rideva sulle spalle di Matte che la portava sorridendo.
"Lascia stare Matt,Kiara" disse la nonna facendole segno di sedersi a tavola.
"Ma ci stavamo divertendo" disse Kiara mettendo il broncio.
"Però adesso devi lasciarlo al tuo cugino preferito " disse Joshua sorridendole ma lei lo guardò male dicendo " sei un ruba Matt. Non sei il mio cugino preferito " poi si sedette a tavola facendoci ridere.
"Io sono sconvolto"disse lui sorpreso "Preferisce lui che il suo sangue"
"Ho un certo fascino" disse Matt sorridendo "Comunque, perché ci ha messo così tanto a venire?"
"Tranquillo,non ero a trovarmi un bel maschione ma ad aiutare una signora che ha sbattuto la macchina."
"Che bravo ragazzo" disse la nonna orgogliosa di lui " Sapevo che mi avresti dato grandi soddisfazioni "
" come me?" Chiese Jack scendendo dalle scale con solo il pantalone della tuta adosso, la nonna la guardò per poi dire "Beh, qualche volta."
"Mi sento offeso "
" sai che per me sei sempre meraviglioso "
Lanciai un'occhiata a Matt alzandomi dalla sedia per poi dirgli a bassa voce " Ti hanno chiamato?"
"Ci ho provato io. Ma non ne vogliono sapere" disse lui abbassando lo sguardo.
Piano piano ci allontammo dagli altri raggiungendo l'inizio delle scale.
"Come possono? Loro capiranno vedrai '
"E se non lo facessero? Se mi odiassero per sempre? Se provassero disgusto..."
"Saremmo ,perdonami, degli stupidi '
"Sai a volte penso perché sono gay? Perché non potevo essere etero? Sarebbe stato tutto molto più semplice. L'accettazione. I miei genitori. Tutto." Disse lui abbassando gli occhi mettendo le mani in tasca. "Non ci sarebbero stati problemi "
Lo guardai e pensai a quanto potesse essere difficile per lui e a tutte le persone che affrontava una situazione come la sua.
Era orribile.
E la cosa più triste era, che si dava la colpa di ciò.
"Hai ragione. Dovevi essere etero" dissi seria con voce ferma facendofli alzare lo sguardo sorpreso " Ma non scegliamo noi chi amare. È vero non avresti avuto problemi con i tuoi genitori, con la società. Una bella ragazza al tuo fianco. Però non pensi... a chi avresti perso? "
Lui mi guardò per uh attimo per poi voltarsi verso al tavolo dove erano seduti attorno tutti. Il suo sguardo si posò su Joshua che rideva a una stupida battuta di Jack per poi posare gli occhi su Matt facendogli un occhiolino e tornare a parlare con la nonna.
Matt si voltò per un secondo a guardarmi e nei suoi occhi vidi la risposta.
"Che situazione di merda" disse Dylan mentre era seduto sulla dondola nel mio piccolo giardino accanto a me.
"Già "sospirai guardando davanti a me.
Gli avevo raccontato tutta la situazione quando era venuto a trovarci. Sapeva che Matt stesse da noi e il motivo principale di tale situazione ma i dettagli meno.
"Io le persone non le capisco. Come possono essere così cattive? " dissi incredula " è loro figlio cazzo."
"Lo so" disse Dylan guardandomi ma io continuai "Poi Matt è così un bravo ragazzo, cazzo. Non se lo merita. Vorrei così tanto fare qualcosa, aiutarlo...'
Dylan afferrò la mia mano stringendola delicatamente fra la sua " Credimi lo hai aiutato tantissimo, anche se non te ne accorgi, Emma. Però devi capire che non hai il potere di risolvere certe situazioni. Nessun uomo sulla terra lo ha. Però hai un cuore davvero grande, magari fossero la metà di come sei tu"
Arrossì alle sue parole dette con i suoi occhi verdi puntati nei miei intensamente.
Feci un piccolo sorriso sussurrando "Grazie" lui sorrise e con l'altra mano spostò una ciocca dei miei capelli dietro all'orecchio.
"Ehi voi due" ci chiamò Federico avvicinandosi mentre noi due ci allontavamo velocemente. "Dylan non mi starai rubando la ragazza?"
"Non può rubare qualcosa che non è tuo" gli dissi io mentre lui con una mano sul cuore "Così tratti il mio debole cuore?"
"Perché ci hai chiamato?" Chiese Dykan interrompendo la nostra conversazione senza senso.
"Dentro stiamo per iniziare a vedere un film" disse lui "E abbiamo preparato i pop corn"
"Mi hai convinto " dissi alzandomi sorridendo.
" se ti compro due pacchi di patatine, avrò il tuo cuore?" Mi chiese mentre tutti e tre ci avvicinavamo alla porta d'ingresso.
"Nah"
"Fede lo sanno tutti che devi comprarle del gelato "disse Dykan sorridendo "poi devono essere gusto Biscotto, Nutella, Cioccolato bianco. Okay diciamo tutte le varianti di cioccolato che ci sono"
"Sono orgogliosa di te " dissi mettendo una mano sul cuore ridendo mentre Fede guardandoci sorridendo disse "Interessante. Me lo ricorderò "
Eravamo tutti nel soggiorno a guardare un film, che onestamente non seguí , rimasi a pensare alla situazione e a guardare ogni tanto Matt che sorrideva mentre gli altri commentavano delle scene.
Sapevo di aver istaurato da qualche un vero rapporto con Matt ma lo conoscevo da molto più tempo. Da quando eravamo piccoli e giocava con mio fratello.
E quando mi univo, senza dire niente, era li ad aiutarmi se cadevo o facevo qualcosa di sbagliato.
Nel suo silenzio mi aveva sempre accompagnato in questi anni e vederlo in quel momento con un sorriso a metà era la cosa più brutta del mondo.
Mi alzai dal divano dicendo "Dovrei...dovrei uscire cinque minuti"
Mi guardarono tutti confusi ma solo Gabriel mi chiese " dove devi andare?"
" In uh posto. Devo fare una cosa" dissi sbattendo le palpebre come se fossi matta, onestamente non capivo neanch'io cosa volessi fare "Dylan hai la moto?"
" si è qua fuori "
"Mi daresti un passaggio?"
"Certo" disse alzandosi dalla poltrona e raggiungendomi senza esitare o chiedere niente.
"Sei pazza. Cosa devi andare a fare?" Chiese Jack guardandoci confuso " Poi con..."
"Torniamo subito. Davvero " dissi afferrando il braccio di Dylan e andando verso la porta ma prima di chiudere sentì Vivian " Lasciateli stare. Magari vogliono provare avventure piccanti "
"Cosa facciamo qui?" Mi chiese Dylan mentre ci toglievamo i caschi. Eravamo davanti a una grande abitazione quasi fuori città.
"Puoi..andare se vuoi" gli dissi solamente mentre gli davo il casco.
" e come torni a casa?"
"Prenderò il bus"
"Senza soldi?"
"Andrò a piedi, allora" dissi alzando le spalle ma lui scese dalla moto dicendo "Io ti aspetto. Qualsiasi cosa tu voglia fare"
"Perché...non mi chiedi niente?" Chiesi confusa guardandolo ma lui mettendosi davanti a me disse " Perché penso tu abbia una ragione per fare qualsiasi cosa tu voglia fare. Che gioco di parole. E poi se è una figura di merda voglio esserci "
"Cretino" dissi colpendolo leggermente sulla spalla sorridendo. "Farò subito, promesso"
"Non devi fare una dichiarazione d'amore a qualcuno vero?" Mi chiese prima che mi girassi " in quel caso ce ne andiamo. " lo guardai perplessa e lui aggiunse "Non voglio problemi con la rua famiglia "
"Tranquillo niente del genere" dissi sorridendo per poi suonare al pulsante attaccato al cancello sperando mi apprissero e così fecero.
" salve, posso aiutarti?" Mi chiese la signora da dietro al cancello.
"Vorrei parlarle. Può aprire?" Le chiesi "Sono la sorella di Jack."
Lei mi guardò per un attimo serio per poi rientrare dentro casa, pensai che noj volesse aprirmi ma il cancello mi spaventó iniziando ad aprirsi lentamente.
"Matt non è qui" mi disse davanti alla porta la madre cercando di sembrare indifferente ma si vedeva che non fosse così.
"Lo so. Matt è a casa nostra" le dissi.
"E come sta?' Chiese di getto mentre il padre di Matt ci raggiungeva " chi è la ragazza?"
"La sorella di Jack. Matt sta da loro" disse la moglie senza farmi aprire bocca.
Il padre mi guardò "Perché tu sei qui?"
"Volevo parlare con voi" dissi perdendo un po' la sicurezza e sembravo aver dimenticato cosa volevo fare.
" di cosa?'
" Di Matt. Di tutta la situazione..."
"Ragazzina, non penso che questi siano affari tuoi. Matt sta passando un 'momento ', si è lasciato solo influenzare. Presto tornerà normale"
"Normale? " ero pietrificata.
"Si. Tutto ciò non ha senso"
"Sa cosa non ha senso?" Chiesi io ritrovando il mio coraggio mentre mi guardavano confusi "Che dei genitori trattino così il proprio figlio. Che razza di persone siete?"
"Non permetterti..."
"Perché non dovrei? Io porto rispetto a chi se lo merita " dissi senza lasciarlo parlare " Voi non avete rispetto per le persone. Non sapete niente, non date un occasione e credete di avere ragione. Mentre dovreste aprire gli occhi e capire che amare qualcuno non è un delitto. Non c'è niente di male. Siete solo egoisti e limitate la libertà. Ognuno può pensare come vuole ma nessuno può limitare la libertà e la felicità di nessuno. "
Mi voltai pronta ad andarmene ma mi fermai dopo due passi voltandomi " Dite che non è normale. Che è contro natura essere omosessuali. Ma sapete cosa è contro natura secondo me? Che dei genitori caccino di casa il proprio figlio solo perché ama qualcuno. Perché Matt è sempre lo stesso. Un mese fa non sapevate che fosse gay ma sempre vostro figlio era. Sempre la stessa persona. "
Poi mi voltai di nuovo e questa volta definitivamente.
Mi sentí quasi ridicola con il mio stupido discorso, non ero mai stata brava con le parole. Ma c provai.
Provai a difendere Matt.
Uscí dal cancello e trovai Dylan appoggiato alla moto che mi fissava.
"Mi hai aspettato davvero"
"Certo" mi disse facendo un sorriso passandomi il casco che infilai.
Lui si avvicinò controllando il laccetto del casco ma non si spostò, mi guardò dritto negli occhi dicendo "Sei meravigliosa, davvero. Credo che siano tutti fortunati ad averti come amica."
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