Cap.2 - [Degrado]
Prefettura di Tokyo, ore 04:32
Sono nel degrado più assurdo, non augurerei a nessuno ciò che sto vivendo.
Sono ridotta come uno straccio. Vagabondo come una zingara per le strade di questa cazzo di città, non sono neanche tornata a casa stanotte.
Volevo annegare le mie sofferenze in un bicchierino di Vodka.
A volte penso che dovrei cambiare aria, cambiare vita, ma alla fine rimango sui miei passi; sono solo una codarda.
Domani vado a prendere Uehara, solo vederlo mi cambierebbe la giornata, un raggio di sole in questa landa sconfinata di ombre e sofferenze.
Prefettura di Osaka, Ore 16:02
Oggi mi sono recata a casa di Daichi, mio ex marito, per prendere mio figlio, soltanto che di lui non c'era neanche l'ombra.
Abbiamo cercato per tutto il quartiere: fermate autobus e suonato ai vicini ma invano.
Dopodiché la polizia è stata informata, però non trovandolo mi hanno chiesto una sua foto e sono andata in crisi, sono scoppiata in un pianto singhiozzante.
Sono in preda all'ansia: mi sta divorando, ho paura, tanta paura. Rivoglio mio figlio. Non ne posso più.
Sto pregando giorno e notte che lui torni a casa sano e salvo.
Quell'ubriacone di suo padre non l'avrà considerato.
Povero figlio mio...
Riflessioni d'autore:
" L'attesa è pazienza, talvolta lacerante. Ti sopraffae e non riesci a ragionare più lucidamente. Però sta a noi controllarla, e vincerla."
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