26
Niente,non c’era niente. Una notifica,un messaggio...niente. Pensavo che Giada mi avesse scritto,sapevo che non lo avrebbe mai fatto,ma la speranza è l’ultima a morire. Anche quando è già morta.
Sentivo il bisogno di rimediare,di fare qualcosa. Ma non sapevo cosa fare,o meglio sapevo cosa fare (Mandargli un messaggio) ma non sapevo cosa scrivere. Mi passarano un sacco di idee per la testa,decisi di essere il più semplice possibile.
“Scusami”
Adesso che ci penso forse era troppo semplice.
Passarono dieci minuti dall'invio di quel messaggio prima che mi addormentassi,quando mi risvegliai avevo il telefono sul petto. Per fortuna era sotto carica.
Sbloccati il telefono e...niente. Aprii whatsapp,Giada visualizzò il messaggio.
Odiavo quelle stanghette blu,ti facevano rimanere male,ti toglievano quella speranza di pensare che forse ancora non aveva visualizzato il tuo messaggio. Odiavo whatsapp.
Se quel giorno esisteva un lato giusto del letto per alzarsi io non lo avrei trovato,ero triste, sconsolato,arrabbiato. Praticamente pronto per una qualsiasi giornata di lavoro.
Ma prima di entrare a scuola,quel giorno mi fermai al portico,davanti la segreteria,feci quattro chiacchiere con il bidello,Giuseppe,un tipo basso,pelato e tarchiato e aspettai,naturalmente aspettavo una persona,non ce bisogno che io vi dica chi.
Ma non arrivò,niente. Fui ancora più incazzato.
Mi dispiaceva solo per i miei alunni,quel giorno avrei interrogato. E di solito non metto voti altissimi quando sono arrabbiato.
Interrogai il 4D in storia e il 5C in italiano. Interrogai una decina di alunni più o meno tra tutte e due. Misi tre 4 e sei 5. Tra questi alunni c'era anche Sharon, e non la prese benissimo.
Tanto che mi fermò alla macchinetta, avevo appena finito la mia giornata lavorativa e non avevo proprio voglia di discutere con lei,ma purtroppo indossava una maglietta molto scollata e la voglia alla fine arrivò da sola,insieme ad un'erezione.
“Senta prof,io e te avevamo un accordo...ti ricordi o no? O magari vuoi che vado a dire qualcosa al preside o magari alla polizia!” Non sò come faceva ma sussurrava e al tempo stesso mi urlava nelle orecchie, con fare molto arrabbiato per giunta.
“E io che pensavo che volevo solo scopare”
Rise.
“Una vera donna non vuole MAI solo scopare”
Dio mio quanto aveva ragione.
Sbuffai poi gli dissi “Ok senti i voti non li ho ancora messi sul registro,hai preso 5 no? Se ci aggiungo un mezzo punto mi lasci stare?”
“6”
“...ok”
“Grande!...che ti va di scopare?”
Era troppo fica per dirgli di no,ma lo feci.
“Guarda Sharon dovremmo smetterla,ora ho una persona”
“La ragazza che ha sempre le converse rosse in 3A no? Non pensavo ti piacessero le Redheads o peggio ancora quelle con le lentiggini”
“Sono sempre andato pazzo per quelle con lentiggini,solo che adesso abbiamo litigato”
Avevo bisogno di dirlo a qualcuno,sempre meglio Sharon di uno psicologo.
“Ooh che cosa avresti combinato”
Mi guardai un pò intorno per vedere se arrivasse qualcuno o no,poi risposi.
“Beh gli ho detto che nonostante la nostra relazione fosse strana,potevamo lo stesso fare le cose che si fanno in una coppia... solo che in pizzeria l’hanno scambiata per mia figlia e io...beh io li ho assecondati”
“E lei ci è rimasta male immagino,beh sei tu che hai torto,lo sai questo si?”
“Certo...gli ho mandato un messaggio”
“E sei un coglione! Cazzo si è arrabbiata con te perché hai nascosto la vostra relazione, se vuoi rimediare ci devi mettere la faccia...” Guardò l’orologio. “...pensaci,ora fammi andare che ho quella troia di arte”
Feci un sorriso,e neanche il tempo di scoprire i denti che se ne andò,certo che aveva un culo.
Comunque sia aveva ragione,e quanta ne aveva. Solo che io non sapevo esattamente cosa fare,nella vita ero sempre stato molto timido,sopratutto con le donne. Almeno fino a che non ho iniziato ad ubriacarmi alle feste. Senza l’alcool chissà dove sarei ora.
E un pò di birra mi sarebbe tornata utile quel giorno,o meglio quel pomeriggio,visto che c’erano i colloqui con i genitori. Un dito nel culo.
Per fortuna erano si e no le 13:10 quando andai al bar vicino la scuola,e mai come quel giorno mi serviva una birra. Ne presi una e mi misi ad un tavolino all’aperto. Mi piaceva quel momento. Il sole sulla faccia,ma di quello che riscalda e non acceca, e una birra fresca che scendeva come acqua liscia. Non potevo chiedere di meglio.
Solo che una birra non mi avrebbe ubriacato e sinceramente quello era il mio obiettivo. Mi vergognavo a chiedere un'altra birra al commesso del bar. Era un mio ex alunno e quando era nella mia classe lo rimproveravo sempre per tutte le volte che entrava a scuola brillo. Cazzo aveva sedici anni e già beveva come un russo. Anche se è ipocrita giudicarlo. Io ero uguale a lui alla sua età. Ma se tornassi indietro farei lo stesso.
Decisi di andare ai colloqui da sobrio,non fu un idea malvagia,ma aveva comunque i suoi pro e i suoi contro.
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