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Era difficile rientrare in una casa vuota,sopratutto quando e lei che ti lascia,la donna della tua vita,tua moglie.
Ci eravamo lasciati perchè litigavamo troppo,non eravamo mai d'accordo su niente,anche se alla fine era bello litigare,perchè poi facevamo la pace,finchè non abbiamo iniziato a non scoparci per ripicca,era in quel momento che finì il matrimonio.
Ora lei era andata a vivere con il suo nuovo compagno ai Parioli. Lui era un avvocato, molto, molto ricco. La cosa più brutta è che si era portata via anche mia figlia.
Appena entrato in casa mi misi a cucinare,odiavo gli snack della macchinetta a scuola e avevo eliminato i panini perchè volevo rimettermi in forma,quindi cucinai un filetto di pesce,lo mangiai senza pane e lo condii con un filo d'olio,niente male.
Poi mi dedicai alla pulizia della casa,non avevo un appartamento enorme ma era difficile tenerlo pulito,sopratutto se lo pulisci una volta ogni due settimane.
Il fatto è che odiavo qualsiasi lavoro manuale,mi faceva male la schiena a fare i letti la mattina pensate un pò.
Quando finii di sistemare a casa si erano fatte le 17:30,decisi quindi di andare a correre giù al parco.
Non andavo matto per quel parco,si trovava troppo vicino ad una strada,molto trafficata,e poi aveva pochissimo verde,se poi aggiungiamo il fatto che veniva usato dai ragazzi per eliminare o fumare erba...era facile fare 2+2 e capire che quello era un parco di merda.
Ma io lo frequentavo apposta per quello,non c'era nessuno a parte alcuni ragazzi troppo impegnati a limonare,o troppo strafatti per badare a me.
Di solito correvo per una quarantina di minuti facendo su e giu per il parco,quel pomeriggio però corsi di meno,"Strano" pensai. Ero abituato a correre,forse era l'età.
Fin da piccolo odiavo crescere,volevo restare piccolo per sempre,certo quando ero un bambino volevo restare tale solo per giocare sempre,quando sono cresciuto poi,verso i quindici o sedici anni capii che non volevo diventare grande perchè il mondo diventa una merda per gli adulti,mentre resta bellissimo per un bambino.
Tornai a casa e feci la doccia,mentre mi stavo sciacquando suonò il cellulare,uscii di corsa per andare a rispondere: era Matteo,mio fratello.
"Ciao Fabrizio" Era particolarmente felice,non sò perchè.
"Hey Stefano"
"Senti,questa sera ci manca un giocatore per il calcetto,vuoi venire?"
Esitai nel rispondergli,sinceramente ero stanco e poi mi ero già fatto la doccia,ma era bello vedere che mio fratello maggiore aveva bisogno di me
"Si,perchè no"
Non ero bravo a giocare a pallone,non lo ero mai stato ma a me piaceva da pazzi,quando ero giovane ero della Juventus, poi crescendo smisi,le partite di "Serie A" incominciarono ad annoiarsi,mentre le partite di calcetto o dei bambini piccoli continuavano a piaceri da pazzi.
Forse perché quei piccoletti giocavano ancora per divertirsi.
L'appuntamento era alle 20:45,giocavamo al campetto dell'oratorio,un bel campo,nuovo,in erba sintetica.
Il prete metteva l'affitto a cinque euro a persona,più un "Padre nostro".
Visto che ero il nuovo arrivato decisero che sarebbe toccato a me dire la preghiera,feci una figuraccia con il parroco quando mi dimenticai le parole verso la fine.
Dopodiché iniziammo a giocare,per evitare troppe figure di merda rimasi quasi sempre in attacco,feci due goal. Uno uguale all'altro. A porta vuota.
La mia squadra perse di tre goal,non ero con mio fratello,sapeva che non ero forte quindi mi mise nella squadra avversaria,faceva così anche quando eravamo piccoli.
Io e Stefano eravamo molto diversi,lui era alto,biondo e con gli occhi verdi a differenza mia che invece avevo i capelli,come gli occhi,castani. Ed ero di poco più basso di lui.
Andammo nello spogliatoio e facemmo la doccia,io tenni le mutande,mi vergognavo di farmi la doccia nudo con altri che mi avrebbero potuto guardare,era più forte di me.
Nessuno disse niente poi,mentre ci rivestivamo mio fratello attaccò
"Fabry,noi andiamo a prendere una birra,vieni con noi?"
"Guarda dovrei correggere dei compiti" Lo inventai.
"Dai sù se li porti dopodomani non ne se la legheranno al dito"
"Ma glie l'avevo promesso"
"Dai di solito al bar dove andiamo noi si rimorchia sempre"
Mi piaceva farmi desiderare un pò,era più forte di me.
"Ok va bene"
"Se bastava questo a farti venire lo avrei detto subito"
In verità l'idea di andare a bere non mi dispiaceva affatto, era con chi sarei dovuto andare.
Era sempre così,odiavo stare con mio fratello,si vantava sempre del fatto che fosse più grande di me di tre anni,aveva più successo con le donne ed era sempre stato scapolo,i nostri genitori lo trattarono sempre meglio di me,fino a quando non ebbi Lorenzo e Giulia.
Il pub era pieno di gente,quasi tutti maschi,c'era una partita di Champions,le poche ragazze che c'erano erano venute con i loro fidanzati,quindi erano off limits.
Ci mettemo seduti ad un tavolo,il "Loro tavolo" come dicevano gli amici di Stefano.
Presi una Vodka-lemon,era il mio cocktail preferito dalle superiori,tutti gli altri presero una birra doppio malto.
L'atmosfera di quel pub mi piaceva molto,era esattamente a metà tra la tranquillità ed il caos,forse era l'alcool in circolo ma quel posto iniziava a piacermi.
L'ambiente era poco illuminato (Come piaceva a me), le cameriere erano tutte molto belle e gentili (Come piaceva a me) il televisore era al massimo (Come piaceva a me),ma più di tutti mi piaceva lo scaffale dietro il bartender.
Mi erano sempre piaciute le bottiglie di amaro,fin da piccolo,ironicamente però odiavo il loro sapore. Infatti a casa avevo una credenza piena di bottiglie di amari,mai aperte,"Le tengo per collezione" dicevo. Ma in realtà era che mi ricordavano il bar di Moe,nei Simpson.
La vodka finì,ed andai al bancone ad ordinarne dell'altra,non volevo disturbare le cameriere,già le vedevo molto impegnate.
Il barista invece era un ragazzo,sui ventitrè,non era molto loquace a differenza delle sue colleghe,mi versò un altro bicchiere senza dire una parola se non "Ok arriva subito", bevvi al bancone,vicino a me c'era una ragazza,una donna per meglio dire,sui trentacinque anni.
Indossava un vestito nero,molto corto con le cuciture dorate,un pò pacchiano per i miei gusti ma s'intonava perfettamente con i suoi capelli biondi,da seduto non riuscivo a capire bene se era alta o bassa ma portava i tacchi,questo mi fece pensare che forse era bassa senza.
Mi feci versare un altro bicchiere dal bartender,poi ci provai con la bionda vicino a me.
"Sei qui tutta sola"
"Certo"
Si voltò,con un sorriso a trentadue denti,era l'insegnante di sostegno del 3A.
"Melania?"
"Oddio Fabrizio! Che ci fai qui!?"
Sembrava scioccata di vedermi.
"Che ci fai tu qui? Oggi non eri assente per malattia?"
"Beh sono guarita!" Poi si mise a ridere "Dai lo sai che si può anche mentire"
"Fidati non lo rifare,non sai quante volte mi sono dato malato e poi quando finivo i giorni andavo a lavorare con 38 di febbre"
"Ok servirò,grazie della lezione prof"
Mi fece un sorriso ammiccante poi mise una mano tra le mie gambe,non pensavo che Melania fosse quel genere di ragazza,sarà stata la vodka ma andai a casa sua.
Non c'è bisogno di dire ciò che facemmo,ma avete capito...
Una volta finito Melania andò in bagno,ed io incominciai a cercare i miei vestiti.
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