12

Non me la sentivo di tornare a casa,volevo solo bere. Ma non in quel bar di merda. Volevo andare in pub,un vero pub. Uno di quelli all'irlandese,dove la birra scorre come fosse sangue dentro le vene e le cameriere ti fanno credere che a fine serata te la daranno,ma quando quando staccheranno da lavoro ti ritroverai solo con meno soldi nei portafogli,quelli che gli hai dato di mancia.
Mario una volta mi disse di un posto del genere a Roma nord,non ricordai il nome ma curiosamente ricordai l'indirizzo.
Una volta arrivato in quella via c'era davvero un pub,questo almeno era più nelle mie corde. Aveva un lungo bancone di quercia nera,il locale riprendeva un pò lo stile del bancone,le mura erano dipinte di marrone scuro e le luci davano sull'arancione,fuori stava incominciando a tramontare ma sembrava che nel pub fossero già le quattro di mattina,molta gente era già ubriaca,altri intonavano una canzone. Nel pub non c'erano ragazze,poco male. Tanto a casa avevo Giulia e sarebbe stato imbarazzante portare una donna ubriaca a casa.
Mi sedetti al bancone,il bartender mi consigliò qualche birra artigianale,le marche erano tutte in tedesco e non ci stavo più capendo niente,ordinai del whiskey.
Il primo lo bevvi tutto d'un sorso,me ne feci riempire un altro,quello lo bevvi in due sorsi,così come il terzo.
Non riuscivo a smettere di pensare a Giada,a quel tizio. Anche lui era più grande di lei,ma penso non più di quattro o cinque anni. Sinceramente era un bel ragazzo,e un bel ragazzo non doveva rimanere solo,poi aveva anche delle necessità,e questo lo rispettavo,ma proprio con Giada?
La gelosia diventò la mia consigliera,e se si diceva che la fretta era una cattiva consigliera,la gelosia era pessima. Iniziò a farmi pensare che forse,in quel momento,quel bel ragazzo con la Ducati si stava scopando Giada,e io non riuscivo a dare la colpa ne a lei e ne a lui,era mia.
Non sapevo cosa sarebbe successo se avessi fermato quella moto e se mi fossi dichiarato a Giada. E non lo avrei scoperto mai.
Mi feci riempire un altro bicchiere,mentre il ragazzo versava da bere mi squillò il telefono. Giulia.
"Pronto?"
"Papà dove cazzo sei? Eri uscito per una caffè non per una cena! Io ho fame!"
"Oh cazzo è vero,non ci avevo pensato,finisco il bicchiere e arrivo"
"Ma stai bevendo! Papà ma non sono neanche le otto!"
"Non ti preoccupare"
E riattacai. Mentre pigiavo il tasto per chiudere la chiamata,sentii gridare Giulia dal telefono,non mi piacevano i cazziatoni,soprattutto quando era mia figlia a farli. Mentre buttavo giù l'ultimo bicchiere pensai che se avrei voluto sentire altri rimproveri sarei rimasto con Claudia. Non sentirla più fu l'unica cosa positiva dopo che divorziammo.
Ero ubriaco,la strada la vedevo doppia,e in curva anche tripla,per giunta l'asfalto era ancora un pò bagnato,se quella sera fossi morto in un incidente stradale non ne sarei stato sorpreso.
Ma cosi non accadde,alla fine mi ritrovai davanti la porta di casa,senza ricordare nient'altro.
"Buonasera principessa" Lo dissi mentre aprii la porta.
"Vaffanculo"
"Mi conosci da quattordici anni,o sbaglio?"
"Pensavo che avessi imparato qualcosa dal divorzio"
"Si ma non vorrei insultare tua madre"
Cercò di non ridere,ma non riuscì a bloccarsi.
"Comunque sei uno stronzo alcoolizzato,hai lasciato tua figlia da sola mentre tu andavi a bere,stronzo"
"Dai ora mi metto a cucinare"
"Noo guarda vai a farti una doccia,almeno così ti riprendi un pò,non sarà difficile farsi un panino"
Giulia era una brava ragazza,forse anche troppo. Prese l'unica cosa che non doveva prendere da sua madre,l'amore nei miei confronti.
Certo era quasi impossibile dire ad un figlio di non amare il padre,ma avrei voluto che il sentimento che provava mia figlia fosse così forte. Anche Claudia era come lei,sempre disposta a perdonare,a passare sopra qualsiasi cosa. Molte volte credevo che il problema fossi io,se non fosse stato per me forse io,Claudia e Giulia saremmo stati ancora una famiglia. L'alcool riusciva a farmi star bene veramente,quando ero ubriaco non avevo problemi,l'alcool era la soluzione ad ogni cosa. Fu la mia unica consolazione quando tutti mi puntarono il dito,avevo finalmente capito che non ero adatto a fare il cantante,e quando iniziai a dirlo ad amici e familiari risero,per loro il sogno della mia vita era una barzelletta,la figura di un uomo che scivolava per strada,a cui non si tende la mano per dargli aiuto,ma solo per puntargli il dito indicando la comica.
E alla fine ero diventato un alcoolizzato,divorziato con uno stipendio che bastava a malapena per me,e ora dovevo provvedere anche a mia figlia.
Molte volte desideravo spesso essere odiato da Giulia,così come faceva sua madre,era l'unico modo secondo me per prottegerla,da me stesso,dalla mia vita.
Ci pensai anche mentre mi sciacquavo i capelli,poi però finii lo shampoo.

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