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- Come sarebbe a dire che non lo sai? La fiera di Dogo è la più importante della regione! Ci vengono mercanti e artisti da ogni angolo del continente! E tu non sai se venirci? - esclamò Doran scandalizzata dalla riottosità di Shamira.
- Tranquilla, piccola peste, ci verremo anche noi! - promise Tavish sputando il filo d'erba che stava mangiucchiando.
- Ma Tavish... Sei sicuro? - gli chiese Shamira fissandolo con sguardo apprensivo.
- Non ho intenzione di essere iscritto ad alcuna competizione e da queste parti non mi risulta che si vedano pirati, quindi non potrà andare troppo male. -
- Cosa c'entrano adesso i pirati! - interloquì Ronan sollevando un sopracciglio.
- Qui c'è il profumo di una bella storia! - gongolò Doran, già pregustando un nuovo, ghiotto racconto.
- No, solo quello della cena che nostra zia sta preparando. E ci toccherà saltarla se tarderemo. Vieni, Shamira! A domani, ragazzi! - si congedò con un cenno, avviandosi super la collina.
- Sei certo di volerlo fare? - mormorò la ragazza affiancandolo. - Non voglio che tu stia male di nuovo solo per una stupida fiera! -
- Ho qualcosa da fare in città - disse cingendole la vita col braccio, con un vago sorriso a fior di labbra. - E poi quella storia della cozza sullo scoglio è sempre valida. Sarò con voi, quindi per me sarà più facile. Inoltre Dogo non è come Triana. Dai, non ti preoccupare! Direi che ne abbiamo passate di peggio - sorrise fiducioso.
Alla fine della settimana seguente, tra il buio e il lume di un'alba sonnacchiosa, i quattro giovani, sul carretto di Ronan si avviarono alla volta di Dogo, tra euforia e segreti timori. Doran e Shamira stavano sonnecchiando sul pianale avvolte nella stessa coperta, quando Tavish si sedette a cassetta con l'amico.
- Puoi riposare anche tu, non è un problema - disse Ronan con le redini lente tra le mani.
- Non ho sonno. E poi volevo chiederti un favore - disse Tavish. - Ho una commissione di cui occuparmi che mi prenderà di certo buona parte della mattina. Potresti badare tu alle ragazze fino a che non torno? Ci potremmo ritrovare alla piazzetta della porta orientale al dodicesimo rintocco delle campane.
- Non è che hai intenzione di sparirtene un'altra volta? - chiese il ragazzo guardandolo di sbieco.
- Ho viaggiato a sufficienza per tutto il resto della mia vita, credimi! - sospirò stancamente.
- Va bene, allora, nessun problema! Shamira tutta per me per l'intera mattinata! Questa festa sarà persino più interessante del previsto! Daiiii... stavo scherzando! - si schermì notando l'occhiata torva dell'amico.
- Sarà meglio per te! -
- Guarda che l'ho capito - sorrise Ronan senza inquietarsi. - Ma sarà meglio che sia presto, o potrei dimenticarmi che siamo buoni amici. -
- Pensa a guidare il carro - mugugnò l'altro irritato.
Giunsero a Dogo di buon'ora, lasciarono il carro in custodia alle porte del paese e Tavish li salutò appena varcarono le porte.
- Sei sicuro di voler andare da solo? Posso accompagnarti! - disse Shamira preoccupata.
- Godetevi la festa! Ci vediamo più tardi! - li salutò frettoloso dileguandosi in una stradetta laterale.
No, Shamira non poteva proprio accompagnarlo, lei meno degli altri. Quel che doveva fare lei non doveva saperlo, non ancora, sorrise osservando le insegne appese sopra le botteghe. Zio Declan gliene aveva indicata una in particolare, tutto stava a trovarla. Poi vide la mezzaluna dorata dipinta su uno sfondo oltremare. Era arrivato, sorrise infilando la mano in una tasca nascosta nel farsetto.
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