34
La destarono i colpi secchi del legno che cedeva alla pressione del piede di porco. Quando il coperchio della cassa fu mezzo schiodato, due mani impazienti lo afferrarono e lo divelsero di forza, poi un'ombra si affacciò e la trasse fuori di peso, avvinghiandola in un abbraccio impetuoso.
Shamira posò il capo contro il petto di Tavish e lo lasciò fare. Non c'era nulla al mondo che la facesse sentire più al sicuro.
- Non sapevo darmi pace - mormorò il ragazzo quando l'emozione gli consentì di parlare. - Temevo che Kieran potesse arrivare a te. Tu non lo sai di cosa è capace! -
- Ha picchiato Diarmid... - disse lei, come a significare che una certa idea aveva avuto il tempo di farsela. - Però Flynn mi aveva già nascosto. Mi ha spaventata a morte! Non lo avevo capito che mi stava aiutando. Tutti allo squero lo hanno fatto. Maire ci ha dato persino un sacco pieno di roba da mangiare. Ti salutano tanto. Non ci crede nessuno alle bugie di quel prepotente! Mi mancano già i nostri amici. -
- Anche a me... - sospirò Tavish, sciogliendo l'abbraccio e lasciandosi scivolare stancamente contro la parete del cassone, la testa fulva stretta tra le mani. - Ho rovinato tutto di nuovo... e a chi mi sta intorno tocca pagare la sventura di conoscermi. Dopotutto Kieran ha ragione. Dovrei buttarmi a mare e farla finita - mormorò amaro.
Shamira si inginocchiò davanti a lui, posandogli le piccole mani sulle guance irsute.
- Ora parli come uno stupido Kadir - sussurrò dolcemente. - Cosa sarebbe accaduto alla nostra Triana se non ci fossi stato tu, quella notte? A Diarmid, ai suoi, a mastro Kasey. E a me? Non ci pensi? Non basterebbero tutte le pagine dei suoi libri per contenere quello che hai fatto per questa ragazzina paurosa. Sei tutto ciò che ho al mondo. Se davvero vuoi gettarti ai pesci, prima dovrai buttarci anche me! - lo rampognò in un tono burbero assai poco credibile.
- Paurosa tu?- disse il giovane sfiorandole una guancia. - Eri appena volata giù dalla torre ma, a sentire Flynn, con abbastanza pietre a disposizione saresti stata capace di far scappare i pirati tutta da sola! -
- Scemo, tu e lui! - borbottò imbronciata. - Son mezza morta di paura! E adesso, invece di dir stupidaggini, ti decidi a portarmi fuori di qui o dobbiamo farci tutto il viaggio tra i bagagli? Sono abbastanza stufa di andar per mare come una merce! -
Quella piccata protesta ebbe il potere di disperdere la tetraggine che si sentiva nel cuore. Solo la sua amica era capace di tanto, sorrise spingendosi in piedi e guidandola sul ponte.
Dopo l'umida oscurità della stiva, il sole li abbagliò. Shamira, aggrappata al braccio del compagno per non perdere l'equilibrio, si guardò intorno e il suo volto si aprì in un sorriso. Era bello guardare il mare da lì, con il vento che gonfiava le vele facendo filare il vascello tra creste di spuma.
- Vedo che vi state ambientando - disse qualcuno alle loro spalle.
Shamira sbatté le palpebre credendo che il sole le avesse fatto prendere un abbaglio.
- Mastro Kasey? - mormorò stupita.
La sua risata fu appena meno tonante di quella che conosceva.
- No, mia giovane signora, solo Kevin, il suo fratello più giovane. E di certo ora starei molto peggio di lui se non avessi accettato di trasbordarvi al sicuro. Come minimo mi avrebbe defenestrato dalla sua torre - sogghignò.
- Non dargli retta - intervenne Tavish sorridendo. - Kasey mi ha nascosto quando sono scappato e il capitano si è offerto di aiutarci non appena gli è giunta voce dei nostri guai. Un altro debito che non avremo modo di ripagare - aggiunse imbarazzato.
- Sciocchezze! Tutta Triana lo è con voi, e io due volte almeno. Se i pirati avessero potuto fare a modo loro, molto probabilmente non avrei più la Leah da comandare e un fratello con cui litigare. A proposito, mi ha ordinato di consegnarvi questo... - disse traendo dalla tasca della lunga zimarra un pacchetto legato con lo spago, che porse sorridendo alla fanciulla.
Lei lo prese in mano senza riuscire a capacitarsene. Era la prima volta che riceveva un regalo.
- Su, coraggio, perché non lo apri? - la invitò Tavish.
Shamira sciolse lo spago e svolse l'involto di tela. Riconobbe immediatamente il libro di storie sul quale il Capitano della torre le stava insegnando i primi rudimenti della lettura. Una lunga penna nera barrata di bianco segnava la pagina alla quale erano arrivati. La ragazzina se lo strinse al petto ammutolita dalla commozione.
Il capitano sorrise sotto i folti baffi.
- Bene, me ne torno ai miei doveri. Per qualsiasi necessità, chiedete e cercherò di soddisfarvi. Per il tempo che starete qui la mia cabina è la vostra. Godetevi il viaggio, per quanto possibile - si congedò con un cenno del capo.
Shamira quasi non lo udì. Abbracciava il suo libro e pensava che mastro Kasey non aveva avuto nemmeno il tempo di salutarlo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top