23
La disavventura con i trafficanti di schiavi, alla fine di tutto, portò a entrambi un'insperata fortuna.
Quando si erano allontanati, la pioggia aveva ripreso a cadere con nuova veemenza. Fu, letteralmente, l'ultima goccia per Shamira. Stremata dalla stanchezza e dagli spaventi, fradicia e intirizzita, non crollò al suolo solo perché il compagno fu lesto a sostenerla.
Tavish l'aveva sollevata tra le braccia come fosse un fuscello e, adocchiando un barbaglio di luce all'estremità del porto, vi si era diretto senza esitare.
Erano finiti così nell'arsenale di Triana, dove vascelli di ogni foggia e dimensione venivano approntati e riparati per affrontare il mare. La luce giungeva appunto da uno dei capannoni, dove alcuni trianesi, tra schiocchi e colpi di mazzuolo, erano intenti al riallestimento di una feluca, un'agile imbarcazione a vela usata nella pesca dei tonni.
- Per carità, asilo! - supplicò il ragazzo spalancando la porta socchiusa con una brusca spallata.
Per un momento era calato un gran silenzio. Poi fu tutto un vociare e un trapestio.
Per quella gente di mare la vista del giovane grondante d'acqua, con la fanciulla stretta tra le braccia, fu l'evocazione stessa delle tante vittime di procelle e tempeste che avevano visto negli anni. Il circolo di donne, occupate nel rammendo di una vela, si mise in movimento con l'istinto delle chiocce verso dei pulcini dispersi. I due giovani furono guidati presso il fuoco, tenuto sempre acceso sotto la caldaia della pece per il calafataggio, avvolti in coperte asciutte, ristorati con bevande calde e cibo.
E ovviamente obbligati a raccontare nel dettaglio il filo delle loro sventure.
- Io e mia sorella siamo arrivati in città stamattina... - Shamira allargò gli occhi alle parole di Tavish, ma invece di contraddirlo gli posò il capo contro la spalla, le palpebre socchiuse e un lieve rossore sulle guance. - Eravamo diretti qui al porto per cercare lavoro, ma quando è iniziata la burrasca, in piazza è successo il finimondo e ci siamo persi. L'ho ritrovata poco fa, in mano a un branco di negrieri...
Un coro carico di biasimo si levò istantaneamente.
- Canaglie! -
- Povera piccola! -
- Chissà che spavento! -
- Trafficare in persone come fossero bestie! E il gastaldo lascia fare! -
- Ragazzo, se sei stato capace di dare una lezione a quel maiale di Cormac, il lavoro lo hai già trovato, e pure tua sorella. Io sono Diarmid e questo è il mio squero. Dovremo faticar tutto l'inverno per preparar le barche per la prossima stagione di pesca. C'è da lavorar sodo qui dentro e delle braccia in più fan sempre comodo. Te la senti? - disse un ometto dall'età indefinibile, con la pelle cotta dal sole e i capelli arruffati bianchi come il sale, tendendogli la mano callosa.
- Grazie - rispose Tavish stringendola con fermezza nella propria.
- Adesso però lasciateli riposare, poveretti! - si impose una donnina minuta quanto autoritaria. -Per oggi ne hanno passate sin troppe! -
- Va bene, Maire, come sempre hai ragione tu. Al lavoro, forza, che la Wylan non si riparerà da sola! Voi altri rimettetevi in sesto, che da domani ci sarà da sgobbare. Vedremo di trovarvi un posto dove stare. -
Iniziò così la loro nuova vita a Triana.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top