Capitolo 8: 𝒩𝓊𝓁𝓁𝒶 𝒾𝓃 𝒸𝑜𝓃𝒻𝓇𝑜𝓃𝓉𝑜 𝒶𝓁𝓁𝒶 𝓈𝓊𝒶 𝒶𝓃𝒾𝓂𝒶 𝒸𝒽𝑒 𝒷𝓇𝓊𝒸𝒾𝒶𝓋𝒶 - Parte 1

«Questo è il mio metodo». Sì, era  quello che Katrin, la nuova psicologa, aveva detto alla ragazza dalla carnagione dello stesso colore della neve ed effettivamente era quello che accadde nelle successive due settimane che si susseguirono come il passaggio giornaliero di un treno alla stazione. In entrambi venerdì si andò subito al punto: Katrin, la donna dai lisci capelli color caffè e gli occhi profondi come il petrolio, aveva deciso di procedere con una tecnica aggressiva. A suo parere il fiorellino bianco era stato troppo coccolato: Ida, la sua precedente analista, aveva agito con cautela e aveva fatto bene in quel contesto ricolmo di paura e inquietudine, ma aveva troppo per agire e così Orchidea si era accomodata sulle foglie pensando che tutto le fosse dovuto, magari. Pertanto Katrin aveva il ruolo della cattiva insistente: concretamente se si trascura una parola, un evento o qualsiasi altra cosa, questo non garantisce il suo superamento. Più si ignora e più gli si dà potere. Può essere che non torni subito, ma lo farà. Arriverà e sarà così forte che nulla sembrerà eguagliare quel dolore. L'unica soluzione è quella di parlare ed era puntualmente quello che fece e che avrebbe fatto Katrin nei giorni successivi. Il secondo venerdì, il quale era anche il loro secondo incontro, e il terzo furono altrettanto difficile per la ragazza dalla carnagione estremamente chiara e dagli occhi azzurri come il mare. Ogni parola, ogni respiro e ogni lacrima sembrava quasi come se quelle non fossero mai uscite dai ricordi, in cui si trovavano... Orchidea sentiva tutto. Di nuovo. Era passato circa un mese all'istituto statale Galileo di Firenze e il piccolo fiorellino bianco sedeva accovacciato sul suo banco, con le scarne spalle e la chioma bionda che le copriva il viso, mentre il resto degli studenti parlava tra di loro durante i venti minuti d'intervallo. La campanella aveva appena finito di scuotersi con insistenza, annunciando l'apertura delle gabbie le quali trattenevano le scimmie urlanti, e Orchidea tremava sulla seggiola con la fronte bassa imperlata di sudore freddo. Doveva incontrare la sua professoressa in presidenza. «Fiore, durante l'intervallo potresti raggiungermi in presidenza?» si era limitata a dire la donna frustrata. «È successo qualcosa?» balbettò il fiorellino bianco in un bisbiglio, ma non gli rispose. Così dovette aspettare e quando arrivò il momento non riuscì nemmeno ad alzarsi. Continuava a pensare a delle ipotesi: quali passi falsi aveva fatto? Un compito sbagliato? Uno sguardo eccessivo? Una risposta inappropriata?

Prendendo quattro bei grossi respiri, la fragile ragazza pallida riuscì a dirigersi nell'ufficio del preside. Picchiettò pianò e una voce mascolina la invitò ad entrare. «Signor Preside, la professoressa Rosu mi ha detto di venire qui...» mormorò la giovane con la carnagione estremamente chiara.

L'uomo alzò il capo e sussultò, sperando che tale azione non fosse stata notata. «Sì, certo. Si sieda pure», disse lui indicando una piccola poltrona scura nell'esatto momento in cui la porta venne aperta. «Signor Preside, mi hanno detto di venire qua», affermò una voce tremendamente amichevole che la teenager Orchidea riconobbe subito.

Ecco là: in un solo istante, dirigendo lo sguardo dello stesso colore del mare verso la fonte del suono, il piccolo e flebile cuore del fiorellino bianco perse dei battiti.

Il ragazzo dagli occhi color erba, con una metratura che superava quella del preside, che da bambino l'aveva presa in giro davanti a cancelli della scuola media – rovinandole così gli anni futuri in quell'istituto – era appena entrato.

«Sei in ritardo, Tassoni», ribatté l'adulto alzando gli occhi al cielo, con tono burbero. Aggiunse: «Vorrei ricordarle della punizione che...»

«Sono già stato sospeso!» intervenne con ira nella voce Marco.

«Avevamo concordato due settimane più una punizione», gli ricordò l'uomo.

«Ho già scontato la mia pena. Non intendo pagare ancora quella.» La voce del suo vicino di casa dagli occhi color erba divenne sempre più fioca ma non perché era lui a diminuire il tono. Era la piccola Orchidea, sentendosi a disagio, che aveva chiuso l'apparato uditivo.

«Orchidea?» La mente del fiorellino bianco tornò nello studio della dottoressa Katrin Maser. Scosse il capo e fece un verso con la bocca in risposta.

«E poi cos'è successo?» insistette la psicologa. «Che cosa ci facevi in quell'ufficio?»

«Il preside doveva punire Marco ed io ero al suo castigo», sussurrò la ragazza dai lunghi capelli bianchi.

«Che cosa doveva fare?»

«Io ero in quella scuola da meno di un mese e mezzo, ciononostante avevo i voti migliori dell'istituto. Il preside voleva che io mi candidarsi come rappresentante d'istituto. Disse... Disse che mi avrebbe aiutato nei rapporti con gli altri e... una piccola parte di me ci credette. Volevo piacere e se gestivo le richieste dell'intera scuola, soddisfandole, ci sarà anche riuscita... era questo che pensavo...»

«E Marco Tassoni? Qual era il suo ruolo?» chiese Katrin portandosi una mano sotto il mento.

«Il vice. Doveva farmi da vice... il preside pensava che avendo lui al mio fianco la mia popolarità sarebbe aumentata...»

«E non è stato così?» esortò la donna dietro la scrivania.

«Se sono qui...» borbottò acidamente Orchidea.

«Sai cosa penso, Orchidea?» rimandò Katrin sbuffando. «Credo che tu rimugini troppo e con tutte queste fantasie, ti fai delle aspettative... Hai mai provato a vivere il momento?»

Il fiorellino bianco abbassò la testa e rimase in silenzio.

L'incontro terminò con quella domanda in sospeso: aveva mai vissuto senza pensieri? Semplice. No.

Spazio autrice

Ciao ragazzi e ragazze!

Come state oggi?

Ecco a voi un nuovo capitolo o almeno la parte 1. Ho dovuto dividerlo in due perché è molto tosto e pieno di sentimenti. Mi ci è voluto tanto per scriverlo e spero venga apprezzato.

Come l'avete trovata questa prima parte?

Riempitemi di commenti! Voglio sapere le vostre opinioni, purché siano espresse in modo educato.

Grazie per aver letto questo capitolo e se ti piace, non dimenticarti di mettere una ⭐.

Sono sempre ben gradite.

Un bacio 🌸

Checca B🌻

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top