Capitolo 6: ᴜɴ ᴘᴏᴍᴇʀɪɢɢɪᴏ ᴅɪᴠᴇʀꜱᴏ ᴅᴀʟ ꜱᴏʟɪᴛᴏ - parte 2

La ragazza con la carnagione estremamente chiara raggelò all'istante, mentre la figlia del sindaco entrò in casa senza invito e, con i suoi occhi celesti, disprezzò l'intera mobilia a colpi di sguardi.

«Come sai dove abito?» balbettò il fiorellino bianco. Nicole si accomodò nel salone formale sulla sinistra e ciò non sorprese la ragazza con la neve al posto della pelle.

«Ti prego. Io sono la figlia del sindaco», ribatté lei. «Su! Forza! Prendi lo zaino. Usciamo».

«Io...» sussurrò Orchidea. Avrebbe voluto dire no, ma come sempre non ne era capace ad alta voce.

«Suvvia, vuoi stare tutta sola in questa casa con questo brutto arredamento PIUTTOSTO che uscire con me?» chiese con voce altezzosa. «Io sono venuta fino a qui per farti conoscere la nostra bellissima cittadina, ma a quanto pare il mio gesto non...»

«Va bene!» la interruppe il fiorellino bianco. Non poteva mettersi contro la figlia del sindaco. Accettò e in un batter d'occhio le due ragazze uscirono da casa Fiore, dirigendosi verso il centro.

«Che bello poter finalmente parlare con qualcuno che mi capisce in fatto di capelli. Cioè... i miei sono di gran lunga migliori. I tuoi sono... accettabili... mentre quelli di Elenì? Ma li hai visti?» esortò Nicole con voce lagnosa. «Orrendi!»

«Hmmm...» sussurrò a disagio la ragazza con la carnagione estremamente chiara. Conosceva bene le persone come lei: pronte a criticare chiunque stia intorno a loro con qualcuno, per poi prendere in giro quel qualcuno con un altro interlocutore.

Nonostante avesse le scarpe con i tacchi, la figlia del sindaco aveva un passo piuttosto affrettato, ma ciò non le rese difficile criticare chi di solito la circondava.

«Sai... non dovresti frequentare quel gruppo».

«Perché?» riuscì a balbettare la ragazza con la neve al posto della pelle.

«Sono delle persone false», mormorò Nicole. «Ti racconto: in seconda superiore, io e Florian stavamo insieme da ben quattro anni. Ci eravamo fidanzati in prima media. Poi lui mi ha tradito con Elenì faccia da topo Maser. È stato...»

«Terribile», proseguì con voce tremante Orchidea. Aveva questa strana abitudine di completare le frasi degli altri.

«Possiamo definirla così», borbottò Nicole storcendo la bocca. «Brava, Orchi».

«Dove andiamo?» chiese la ragazza dai lunghi capelli bianchi, cercando di ignorare il fastidio scaturito da quel nomignolo, degno solo di un orco delle fiabe.

«Ti porto a vedere il mio... negozio preferito. Ho bisogno di comprarmi dei vestiti nuovi», affermò Nicole sbuffando.

Prese per il braccio Orchidea e la trascinò all'interno di un negozio senza insegna. C'erano vestiti dappertutto e specchi su tutte le pareti. La figlia del sindaco con i capelli color platino fece sedere il fiorellino bianco su una di quelle poltrone scure che si trovano vicino ai camerini, la lasciò sola per qualche minuto e tornò con più di dieci grucce in mano. Chiuse la tende e iniziò a parlare: «Sono davvero contenta che tu sia venuta, Orchi», disse Nicole. «Sono sicura che saremo migliori amiche. Mi immagino già i nostri pomeriggi: mi sistemi i capelli, la pedicure e...»

«Cos'altro sai di quel gruppo?» domandò senza alcun preavviso Orchidea. Era curiosa. Quel pensiero le si piantò nella testa come un fulmine si abbatte velocemente sul terreno. «So tutto di quel gruppo. Stanno sempre insieme: Coser e Louser sono nella mia stessa classe, mentre faccia da topo è nella tua». Scostò la tendina mostrando il nuovo look, gonna corta e pullover, e vedendo l'espressione confusa del fiorellino bianco si spiegò meglio: «Coser è quello con gli occhi azzurri e i capelli ricci. È piuttosto scontroso... Louser è Florian. Quello che sta con faccia da topo, che è Elenì... Dovresti proprio ignorarla. È proprio dei bassifondi. Sua madre...»

«È la governante di casa mia», intervenne la ragazza con la carnagione estremamente chiara, abbassando il capo.

«Esattamente». Nicole alzò gli occhi al cielo, facendo una smorfia con la bocca e arricciando il naso. Richiuse la tenda, ma continuò a parlare. «Cerca di ignorarla. Non è poi tanto difficile, vista la faccia. Ah, quasi dimenticavo: si è aggiunto da circa un anno il barilotto della famiglia Maser. Tutta gente da evitare, fidati. Tranne Florian, abitano tutti in questo quartiere», sbuffò la figlia del sindaco scostando di nuovo la tendina e, specchiandosi, cercò di attirare l'attenzione dei clienti nel negozio con la sua gonnellina corta e bianca.

«Perché, dove abita Florian?» esortò il fiorellino bianco sorprendendosi di sé. Si era ricordata il nome: aveva associato quel nome particolare al viso vitreo con gli occhi dello stesso colore e grandezza delle olive. «Abita accanto a te. Suo padre è l'imprenditore del paese: possiede la posta, l'edicola, il bar e il ristorante», rispose Nicole con tono astioso.

«E tu dove abiti?» chiese intimorita Orchidea. Aveva paura di dire qualcosa di sbagliato.

«Vicino a casa di Florian», squittì entusiasta la figlia del sindaco, incrociando gli occhi color cobalto del fiorellino bianco. «Non puoi capire quanto è divertente guardare la faccia di Elenì ogni volta che le dico cosa vedo dalla finestra di camera mia».

Uscirono dal negozio che erano le cinque passate: nonostante i capi fossero piuttosto economici, Nicole aveva prodotto uno scontrino di duecentosessanta euro che fece recapitare sul conto corrente della madre, il sindaco di Dobbiaco. Tornarono in strada e, mentre Nicole continuava a parlare di cosa avrebbe fatto quella sera, Orchidea si limitò ad ascoltare a capo chino. Quel pomeriggio aveva capito molte cose: Nicole Miser aveva più potere di quanto immaginasse e quel gruppo di amici, che all'apparenza era stato così gentile poche ore prima, nascondeva più segreti dei protagonisti di Beautiful.
Improvvisamente i piedi della figlia del sindaco con i capelli biondo platino, armati di tacchi, si arrestarono sui sampietrini e di punto in bianco una buffa ragazza dall'aspetto familiare cadde a terra davanti a loro.

«Orchi, ricordi che prima ti ho parlato di un barilotto del gruppo dei mentecatti? Ecco, questa è...»

Il fiorellino bianco trattenne il respiro. Ancora a terra, con tutti i muscoli tesi, c'era una ragazza paffuta con i capelli dello stesso colore del cioccolato fondente, che le sfioravano il viso, e degli occhi castani che non smettevano di fissare le due giovani in piedi davanti a lei.

«Oh, suvvia, alzati! O sei troppo grassa per farlo?»

Quella frase... Quel semplice susseguirsi di parole pietrificò Orchidea accanto a Nicole, che con sguardo arcigno continuava a farsi beffe della sconosciuta a terra. La vista del fiorellino bianco si fece sfocata e la faccia della ragazza che lei conosceva soltanto come barilotto si trasformò in un viso pallido. Al suo fianco non c'era più Nicole Miser, bensì persone di cui non ricordava i volti né i nomi, ma solo gli occhi pieni di odio. All'improvviso quella semplice scena di vita quotidiana si trasformò in qualcos'altro. La ragazza era ancora a terra e le persone, chiunque esse fossero, la prendevano in giro citando il suo aspetto cadaverico e la sua larghezza di un tempo. Non erano più le lacrime della ragazza che lei conosceva con il nome di barilotto, ma le sue. Non erano più le braccia della giovane a tremare, ma le sue.

«Sei davvero patetica», disse l'individuo accanto a lei con la voce di Nicole Miser. «Come, anzi, dove trovi il coraggio di uscire di casa?»

D'un tratto quell'individuo si spostò, prese la busta della ragazza a terra, che aveva il viso di Orchidea, e continuò: «Che cosa ti sei comprata?» La persona accanto al vero fiorellino bianco tirò fuori una sciarpa di seta viola e iniziò ad agitarla per aria. «Oh, barilotto. Non puoi permetterti un accessorio del genere!» esclamò l'individuo con la voce della figlia del sindaco. «Orchi, prendila tu». La stola finì sul viso della vera Orchidea, che rimase immobile, incapace di agire, e inaspettatamente la ragazza a terra, con l'aspetto cadaverico del fiorellino bianco, urlò con le lacrime agli occhi: «Basta!»

Fu quel grido che la vera ragazza dai lunghi capelli bianchi non era mai stata in grado di emettere a far tornare tutto alla normalità: quello che Orchidea aveva visto era solo il frutto di un suo ricordo. Nicole Miser tornò al suo aspetto originario e la sconosciuta a terra stringeva i denti per la rabbia, nonostante gli occhi castani esprimessero ancora paura.

«Che cosa c'è, barilotto?» ridacchiò malignamente la figlia del sindaco. «Su, Orchi, dille qualcosa anche tu», aggiunse a bassa voce, dandole una gomitata.

«Io...» balbettò in un sussurro il fiorellino bianco. D'istinto si abbassò e restituì la sciarpa di seta viola alla sconosciuta paffuta.

«Alzati, Orchi!» disse a denti stretti Nicole. La ragazza con il nome di un fiore non si mosse e chiese: «Stai bene?»

«Questa tua azione avrà delle conseguenze», minacciò la figlia del sindaco.

Quel suo gesto andava ben oltre l'istinto: aveva provato sulla sua pelle lo stesso atteggiamento che Nicole Miser aveva usato con la giovane paffuta a terra e capiva il suo terrore, che si rifletteva negli occhi, ma si abbassò per una questione di rispetto. Non era mai riuscita a opporsi ai soprusi, eppure quella ragazza ci era riuscita. La ragazza con la carnagione estremamente chiara voleva capire come aveva fatto.

Nicole Miser strinse i pugni e si allontanò urlando: «Te. Ne. Pentirai!»

Il fiorellino bianco alzò la testa e osservò la schiena della sua possibilità di vivere una vita serena a Dobbiaco andare via per sempre.

«Vai! Forza, seguila. Se ti inginocchi, magari ti perdonerà», borbottò con voce flebile la sconosciuta.

«Aspetta, ti aiuto ad alzarti», affermò Orchidea.

«Non ho bisogno dell'aiuto di un'amica della Vipera», sibilò la giovane, mettendosi in piedi a fatica.

«Se fossi sua amica, avrei riso con lei», mormorò la ragazza pallida, seguendola. «E soprattutto non le avrei mai permesso di chiamarmi Orchi».

La sconosciuta la guardò di sottecchi mentre si toglieva i pezzi di terra dai larghi jeans e sbuffò: «Hai ragione. Grazie per avermi restituito la sciarpa. Molto probabilmente me l'avrebbe distrutta o bruciata».

«Perché è Nicole. Lei si comporta sempre così», borbottò la ragazza sconosciuta. «Devo andare da mia sorella». Iniziò a camminare e, salutando Orchidea con una mano, si allontanò inspirando ed espirando velocemente.

La ragazza con la pelle dello stesso colore della neve rimase immobile. Non riusciva a decifrare la conversazione appena intrattenuta: quella sconosciuta era strana, ma stava chiaramente sulla difensiva. Inaspettatamente l'estranea tornò indietro e, sistemandosi davanti al fiorellino bianco, che era con il capo chino, disse: «Vuoi unirti a me? Sono sicura che piacerai al gruppo di mia sorella, anche perché hai sfidato, seppur indirettamente, la Vipera...»

Come se il fantasma della madre fosse lì alle sue spalle, a cercare di convincerla ad accettare la proposta della ragazza gentile, Orchidea Fiore acconsentì e, dopo circa venti minuti in scooter, la ragazza con la carnagione estremamente chiara e dai lunghi capelli bianchi assisté a una scena inattesa. Lo stesso gruppo di amici che l'aveva accolta con gentilezza e simpatia giaceva sulla riva del lago di Dobbiaco. Mentre Orchidea e l'estranea paffuta dall'aspetto familiare si incamminavano verso il luogo d'incontro, la ragazza con la carnagione estremamente chiara riconobbe la massiccia schiena e i riccioli di Cristoph, il cui cognome era Coser, la folta chioma castana di Elenì, la figlia della sua governante, e le olive degli occhi di Florian. La figlia della sua governante alzò immediatamente la testa e scattò in piedi allontanandosi dagli amici, che si voltarono all'unisono. «Elisea! Che è successo? Perché sei sporca di fango?»

«È... stata...» sussurrò con voce tremante l'estranea. «Nicole».

«L'ha buttata a terra e presa in giro», intervenne a testa china il fiorellino bianco.

Lo sguardo di Elenì si posò per qualche secondo sul corpo minuto di Orchidea. «E tu eri con Nicole?» sbuffò con aggressività, ma l'irrigatore negli occhi di Elisea si avviò, attirando la sua attenzione.

«Se lei non fosse intervenuta, molto probabilmente avrei più di una semplice sbucciatura sulle mani di cui preoccuparmi», singhiozzò la ragazza paffuta.

«Io non ho fatto nulla», balbettò il fiorellino bianco.

«Ti porto a casa», affermò Elenì stringendo tra le braccia la sconosciuta, il cui nome si era rivelato essere Elisea.

«Grazie, Orchidea», mormorò Florian, facendosi avanti. «Ti accompagno. Cristoph, porti tu il motorino di Elisea a casa?»

«Certo», rispose il ragazzo dai capelli corvini. «Accompagno anche Orchidea a casa».

«Non è necessario», farfugliò il fiorellino bianco, ma ormai tutti e tre i giovani erano già lontani.

«Vuoi andare via adesso?» chiese sorridendo Cristoph.

Orchidea fece spallucce e si mise a sedere, ascoltando il suono dell'acqua che si infrangeva sulla riva. La rilassava.

«Lo prendo come un no», sogghignò il ragazzo dai ribelli capelli corvini.

«Ma tu parli sempre?» borbottò infastidita Orchidea, pur accennando un sorriso.

«Perché?» esortò lui.

«Così... Non capisco perché non ti limiti ad ascoltare... A me piace il silenzio».

«Eppure lo occupi sempre in qualche modo».

«Come?» rimandò confusa Orchidea.

«Beh, ti ho osservata e non ti godi appieno il silenzio che tanto ami. Giochi con i capelli, picchietti il dito sul tavolo e, soprattutto, inizi a contare quando sei più nervosa». Il fiorellino bianco si voltò e trattenne il respiro. Come aveva fatto a capirlo dopo due soli incontri, peraltro brevi?

«Voglio tornare a casa adesso!» riuscì a dire Orchidea alzandosi con impaccio e avvertendo un capogiro. Cristoph la guardò per qualche secondo: i capelli bianchi come la neve le arrivarono all'altezza dei sottili fianchi e gli occhi facevano di tutto per scappare via da quella che sembrava una situazione imbarazzante. Si alzò e, annuendo, salì in sella allo scooter di Elisea, la sconosciuta che era stata riempita dalle attenzioni di Elenì, la figlia della governante. In uno stato di disagio, il fiorellino bianco si strinse attorno alla vita tesa e robusta di Cristoph e chiuse gli occhi, cercando di non pensare al livello di assurdità di quel giorno. Si era messa contro la figlia del sindaco. Nicole Miser non l'avrebbe mai perdonata, ma malgrado la paura il fiorellino bianco non era intenzionato a chiedere la grazia. Quella scena – lei, la sconosciuta di nome Elisea e la giovane strafottente dai capelli biondo platino – le aveva riportato alla mente non solo un ricordo, ma tutte quelle sensazioni che aveva vissuto in passato e che aveva provato a occultare. Orchidea Fiore aprì gli occhi proprio quando Cristoph spense il motore. «Come sai dove abito?»

«Me l'ha detto Florian» rispose il ragazzo dai capelli ribelli.

Hanno parlato di me? si chiese il fiorellino bianco, scendendo piano dallo scooter.

«Grazie per aver aiutato Elisea», mormorò Cristoph con un'espressione velatamente seria.

«Prego», balbettò in un sussurro Orchidea.

Ricordò all'istante il modo in cui tutti erano corsi verso Elisea quando era scoppiata in lacrime: avrebbe tanto voluto essere al suo posto. La invidiava. Lei non era mai stata consolata da persone della sua età e questo la rattristò. «Chi è quella ragazza?» chiese il fiorellino bianco.

«Elisea è la sorella minore di Elenì». Cristoph fece una pausa e immerse gli occhi cerulei nello zaffiro della ragazza neve. «E no, non è la mia ragazza».

«Non è quello che ho chiesto», mugugnò infastidita Orchidea.

«Ma è quello che volevi sapere», ridacchiò il ragazzo dai capelli corvini.

«Te l'hanno mai detto che sei insolente?»

«Sì, ma sono un bell'insolente», ribatté lui mostrando una dentatura bianca perfetta.

«Scontato». Il fiorellino bianco alzò gli occhi al cielo e, ringraziandolo per il passaggio, entrò in casa. Che strano pomeriggio stava vivendo. Eppure quella giornata di fine settembre non era ancora giunta al termine e la notte era ancora molto lontana.

Spazio autrice

Ciao ragazzi, come state?

Che cosa ne pensate di questo capitolo?

In questa parte riusciamo a conoscere Elisea Maser, la cui prestavolto è la bellissima Emilia Clarke, e capiamo come Orchidea si senta a disagio a contatto con le persone.

Seguitemi pure su Instagram. Li ci sono molti spoiler ecc...

Grazie per aver letto questo capitolo e se ti piace, non dimenticarti di mettere una ⭐.

Sono sempre ben gradite. Un bacio 🌸

Checca B🌻

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