Tramonto 3

Bene dove eravamo rimasti? Il nostro pazzo uomo, cacciato di casa, andò ad abitare a casa di questo suo amico a noi sconosciuto. Passarono i giorni da quel tramonto e ovviamente gli anni da quel fortunato incontro. Per via di motivi economici vari, il nostro caro uomo fù d'aiuto al suo amico ma i vari debiti gli pensarono allora lui pose fine alla sua vita e il nostro uomo non glie lo impedì. La sua vita piena di sorprese riprende quando venne a sapere della morte di un personaggio di spicco nel suo periodo Aldo Moro. La gente indifferente sparse la voce che fosse stato una persona che stava molto a cuore al nostro uomo la sua ex! Egli rimase sconvolto e incredulo davanti a quella notizia che stranamente si rivelò vera. La moglie, per vivere al sicuro, prese i figli e partì per l'America, luogo ignoto a noi normali uomini, luogo di speranza e di salute, luogo di disuguaglianza razziale. Ritornando a noi il nostro uomo era bloccato, poteva ancora vivere nella casa del suo defunto amico, ma ciò gli costava pesanti spese, poteva tornare nella sua amata casa, ma la moglie la diede in eredità a suo figlio e quindi impedito da egli non riuscì a rimpossesarnsene. Quella mattina si ritrovò sul corso a discutere con i suoi amici più fidati. Tutti gli consigliarono un'assalto alla casa. Quelle parole gli rimbombatono nella testa tanto che quella sera, appoggiato alla balconata della casa, in camicia da notte, si mise a guardare il tramonto. Gli rivennero in mente gli anni della sua gioventù - Ah caro, caro mio! Il ricordo è il tramonto! È quella cosa che ha un inizio e una fine ma che non passa mai! Come quindi non ricordare i miei anni da militare! Come scordarsi quella maledetta tromba che svegliava noi nella stanza! Ah ogni volta che suonava, i miei compagni sparavano un colpo sul muro per svegliarmi, già ho smore avuto il sonno pesante, comunque torniamo a noi. Dicevamo... ah si ricordo quella volta a Roma, ah i romani, tutti fascisti, noi partigiani avevamo ricevuto l'ordine di assediare Roma, quindi ci dividemmo i compiti. La squadra più forte andava a nord, dove vi erano concentrate le forze fasciste, a est e a ovest squadre addette allo sterminio dei fascisti e all' evacuazione delle città, noi dello squadrone sud avevamo il compito di sfondare tutti i muri e i vari detriti per permettere ai soccorsi il libero passaggio. Bene il nostro squadrone, capitanato dall'uomo che avete visto morire suicida, aveva dimenticato la radio, la radio! Ci serviva per tutte le varie informazioni e tutti i vari scambi di codici con gli squadroni. Era una radio non piccola ma la potevi individuare anche da lontano! Era una gigantesca scatola di legno che svolgeva per bene il suo lavoro. Conta che senza quella non eravamo aggiornati su niente. Loro però non avevano portato la radio ma solo l'ariete e le carte da gioco, LE CARTE DA GIOCO! Al che abbiamo iniziato a spaccare le mura; " e uno, e due, e tre!" Watchà boooom! Il muro crollò in un battibaleno ma non solo quello, metà squadrone cadde a terra. Ma perché? 3 ore prima essendomi mangiato 3/4 piatti di pasta e suraca (scurate fagiola) mi volarono piriti fortisdime che non si erano sentiti dal rumore dell'artiete; silenzioso ma letale! Ah! Piano piano uno squadrone di uomini crollò! Ah e ora dovrei riprendere quei compagni e assediata casa... naaaaa l'ariete non mi sarà d'alcun aiuto ci vuole astuzia e ingennio che so proprio dove trovare...-


(E anche questo tramonto finisce qui! Noto con piacere che il vecchio cerca di svegliarsi, ora inizia a movimentarsi! La situazione inizia a riscaldarsi.
P.)

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