Ricerche( parte 1)

Cominciai a superare la siepe quando un cattivo presentimento mi fece fermare. Rimasi titubante di fronte alla barriera che mi divideva da una realtà peggiore di quella di cui avevo appena preso coscienza, chiedendomi se non fosse un azzardo uscire allo scoperto senza sapere chi o cosa mi sarei trovata davanti. In quel momento di indecisione però una mano mi colse impreparata trascinandomi a sé oltre la siepe e, gridando spaventata, mi ritrovai di fronte due occhi scuri e penetranti. Immediatamente i miei piedi si staccarono da terra, il mio corpo si fece più leggero e in balia del vento cominciò ad allontanarsi verso il cielo quando uno strattone ai polsi mi fece tornare alla realtà più lucida che mai. Tom mi teneva ancora per i polsi e mi fissava attentamente come se stesse valutando la situazione. Dopo un lasso di tempo che parve infinito, le sue mani si strinsero attorno alle mie braccia per farmi scendere alla sua altezza e, notando il mio tentativo di opporre resistenza, strattonò più forte.

<<Lasciami immediatamente!>> sibilai stizzita.

<<Ancora non sai controllare le emozioni novellina?>> chiese ridendo falsamente e continuando ad avvicinarmi a lui, adesso tenendomi per le spalle.

Non risposi consapevole che qualsiasi mia risposta avrebbe solo complicato le cose. Una volta con i piedi per terra mi allontanai di due passi da lui temendo il peggio che non tardò ad arrivare.

<<Cosa ti ha detto?>> chiese senza tante cerimonie.

<<Di chi stai parlando?>> chiesi nonostante sapessi a chi alludesse.

<<Questi giochetti con me non funzionano perciò ripeto per l'ultima volta: cosa ti ha detto?>> disse facendo un passo verso di me.

<<Non abbiamo avuto modo di parlare>> risposi prontamente facendo un passo indietro << Trovo davvero meschino da parte tua ridurre una povera anziana a quel modo ...>> protestai con cipiglio.

<<Risparmiami la tua lezione sulla giustizia>> mi interruppe infastidito scattando così velocemente da non darmi il tempo di scansarmi e appropriatosi del mio braccio chiese nuovamente <<Cosa vi siete detti?>> .

<<Non le ho parlato! Non so più come dirtelo!>> esclamai esasperata e spaventata allo stesso tempo.

<<Potrei entrare nella tua testa ora stesso, lo sai?>>disse minaccioso.

<<Puoi anche farlo ma non troverai quello che cerchi>> esclamai con aria di sfida sperando di dissuaderlo poiché non ero sicura di riuscire a cacciarlo dalla mia mente in tempo.

Mi prese il viso tra le sue mani fissandomi intensamente negli occhi ma con mio grande stupore non accadde nulla. Lo vidi perplesso per poi riprovare concentrato ma fallì di nuovo nel suo intento.

<<Per questa volta non ti punirò per quello che hai fatto>> decretò riferendosi a quell'anziana signora << Ti vieto però di tornare in questo posto, capito?>> disse se possibile ancora più arrabbiato di prima.

<<Come vuoi>> dissi conficcando le unghie nelle palme delle mani per trattenermi dall'urlargli contro. Poco sarebbe importata la mia opposizione perciò decisi di non aggiungere altro ripromettendomi di disobbedire ai suoi ordini quanto prima.

<<Bene>> disse addolcendo il tono di voce ma se per qualsiasi persona sarebbe potuta sembrare dolce come il miele per me non era altro che amara come il veleno.

Lo seguii fuori dal giardino risalendo i gradini e fermandomi quando lui si voltò verso di me.

<<Torna nella tua camera, per oggi non voglio vederti girovagare per il castello>> ordinò destando in me il forte impulso di ribellarmi.

<<Vado>> mi limitai a rispondere girandomi in fretta per recarmi alla mia stanza. Quel silenzio mi stava distruggendo mentre il folle desiderio di ribellione e la razionalità combattevano un conflitto silenzioso. Silenzioso come quelle fredde mura, silenzioso come il mondo esterno. La ragione mi imponeva quel silenzio deleterio, mi invitava a trovare una strategia per uscire da quella situazione attraverso il silenzio che vedevo come un terribile nemico. Entrai nella mia stanza sbattendo la porta e appoggiandomi ad essa creando un rumore assordante per tutto il castello. Eppure neanche il rumore fu in grado di darmi pace, di alleviare le emozioni contrastanti che occupavano il mio cuore appesantito. Mi distesi sul letto con la testa tra le mani approfittando di quella forzata solitudine per pensare ad un piano. Subito mi venne in mente di cercare di mettermi in contatto con Damon. Mi misi a sedere chiudendo gli occhi e concentrandomi con tutte le mie forze, sussurrai il suo nome, lo gridai nel pensiero ma ogni tentativo fu vano. Sbuffai scoraggiata buttandomi a capofitto sul letto chiudendo gli occhi e abbandonandomi ai miei pensieri. Cominciai a riflettere su ciò che era accaduto fino a quel momento e ripensando all'incapacità di Tom di entrare nella mia mente mi misi a sedere di scatto pensando di aver trovato una chiave per risolvere quella matassa di misteri. Scesi dal letto camminando per la stanza cercando un modo per parlare con quella donna, ancora una volta, ma allo stesso tempo mi terrorizzava il pensiero di venire scoperta da Tom. Mi cambiai velocemente notando il sole tramontare e mi infilai nelle coperte decisa a tornare in giardino quella notte stessa. Non volli aspettare sperando che la donna fosse ancora in vita e che Tom non si aspettasse che gli disobbedissi così presto. Sentite le porte chiudersi, il che significava che Tom stesse andando a dormire, uscii in camicia da notte dalla stanza. In punta di piedi cominciai a dirigermi verso il giardino maledicendo il mio cuore impazzito che provocava un rumore fin troppo udibile. Presi la maniglia aprendo lentamente la porta che cigolò. Mi fermai sobbalzando per il rumore che si era propagato ovunque e rimasi in attesa di qualche rumore sospetto. Continuando a trattenere il respiro scesi le scale velocemente e attraversai il giardino di corsa tirando un sospiro di sollievo nel vedere ancora la donna viva.

<<Sta bene grazie al cielo>> esclamai abbassandomi al suo livello.

<<Chiedi in fretta! Tra un'ora verrà a cercanti nelle tue stanze>> disse con voce apatica.

<<Tom, o perlomeno questo Tom, non è riuscito a leggermi nella mente mentre in passato ci è riuscito com'è possibile?>> chiesi sentendo il tempo scorrere ad ogni battito.

<<Ti sei appena risposta>> rispose enigmatica fissando qualcosa sopra la sua testa.

<<Non ho tempo per gli enigmi!>> esclamai esasperata<< Mi sta dicendo che il Tom che abita in questa casa è un'altra persona?>> incalzai dato il suo silenzio.

<<Si lo sono tutti>> rispose ancora una volta vaga facendomi spazientire.

<< E quel Tom che incontrai per la prima volta era quello reale?>> chiesi ansiosa.

<<Si>> si limitò a rispondere.

<<Cosa vuol dire tutto questo? Era il Tom vero o quello falso a volere la mia anima?>> chiesi confusa.

<< Entrambi la vogliono. Qui niente è come appare, non fidarti di nessuno, neppure della tua ombra, hai capito? Posso solo dirti che solo i cosiddetti "autentici" possono entrarti nella mente. Tutti coloro che non lo sono conservano solo il corpo e i poteri ma il loro volere non gli appartiene più; si insinua nella loro mente un obiettivo diverso da quello che avevano in origine ma per il resto sono gli stessi>> disse con gli occhi sbarrati.

<<Allora perché non riescono a leggermi la mente?>> chiesi torturandomi le mani per la tensione.

<<Perché tu sei speciale!>> disse con calma << Il tempo sta per scadere>> l'avvertì all'improvviso.

<<Come faccio a mettermi in comunicazione con Damon?>> chiesi sentendo ogni secondo che passava farsi sempre più pressante.

<<Basta che ti ferisca al braccio e dica ad alta voce il suo nome per tre volte>> rispose strizzando gli occhi come se le bruciassero.

<<Cosa succede? Si sente male?>> chiesi con una punta di panico nella voce.

<< Si è appena svegliato>> disse infine sgranando gli occhi.

<<No! Tornerò promesso!>> dissi iniziando a correre a perdifiato.

I miei incubi si stavano per tramutare in realtà e quella porta non mi era mai sembrata tanto lontana. Sentivo il mio corpo andare terribilmente a rilento e il tempo scorrere pericolosamente veloce. Arrivata finalmente alla porta salii i gradini a due a due con le lacrime agli occhi consapevole che ormai m'avesse scoperta. Chiusi la porta ignorando i cigolii da questa prodotti e corsi verso la mia stanza. Notai con sorpresa che nessuno si trovava davanti alla porta, così mi avvicinai ad essa e mentre poggiai la mano sulla maniglia, questa scese da sola facendola aprire dall'interno. Mi trovai di fronte la figura imponente di Tom che mi fece sentire impotente e indifesa a causa di quello sguardo indagatore.

<<Dove sei stata?>> chiese minaccioso e in quel momento delle gocce di sudore mi imperlarono il viso sconvolto e sgomento.


NOTA AUTORE

Ciao a tutti! Mi spiace di non aver aggiornato prima e spero di poterlo fare più spesso. Spero che il capitolo vi piaccia, buona lettura!

Un saluto

Brillantnoir4

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Tags: #fantasy