"Colei che spezza le catene"

Reggia di Peterhof. 18 giugno 1901.

Una femmina. Alix aveva dato alla luce un'altra femmina.
La quarta.
Nicola II, zar di tutte le Russie, non si era rallegrato subito alla notizia di non avere ancora l'erede al trono, tuttavia cercò di mostrarsi allegro con le figlie, Ol'ga di 6 anni, Tat'jana di 4 e la piccola Marija di 2, alla presentazione della sorellina.


Lo zar, chiamato affettuosamente dalla moglie Nicky, aveva dovuto una lunga passeggiata sull'Isola dei Bambini, isola del parco della reggia, per schiarirsi le idee.

Non che non volesse bene alla bambina, anzi, il suo cuore in questo momento era pieno di amore paterno, lo stesso provato alla nascita delle altre tre, eppure l'erede al trono non era ancora arrivato.


Bisogna dare un erede alla Russia. Pensava Nicola passeggiando per l'Isola. Io e Alix ce la faremo, ne sono certo. Altrimenti potrei nominare erede Ol'ga togliendo la legge salica.
La legge salica. La legge che prevedeva che solo i figli maschi potessero ereditare il trono, le femmine erano escluse per legge.
Era stata approvata nel 700 dallo zar Paolo I, figlio di Caterina la Grande.
Da tempo lo zar ci stava pensando, eppure sperava sempre che Alix partorisse un maschio.
L'avrebbe chiamato Aleksej, Alessio, come il suo zar preferito, il padre di Pietro il Grande.


Ma ora bisognava dare un nome a questa quarta figlia, a questa bambina vivace dai grandi occhi azzurri.

Nicola ci pensò sù.

<< Anastasija..>>

Gli era uscito dalle labbra spontaneamente.
Anastasija. "Resurrezione", "colei che spezza le catene".
Nome perfetto.
Nome bellissimo.

Nicola sorrise e andò a congratularsi con Alix.

----------------------------------------

101 cannonate.
Un'altra femmina.
La quarta.
Aleksandr strinse i denti e si aggrappò ancora di più alle sbarre della prigione.
La fortezza dei Santi Pietro e Paolo aveva appena sparato 101 cannonate, il che significava una sola cosa: un altra femmina era nata, 300 cannonate sarebbe stato un maschio.

<< È nata un'altra femmina Sasha>>

A parlare era stato Petr, suo compagno e amico, i cui occhiali rotondi riflettevano un raggio di luce che entrava dalla finestrella quadrata, unica illuminazione della cella.
Lui e Aleksandr, detto Sasha, insieme a tanti altri ragazzi erano degli studenti arrestati ed imprigionati per aver partecipato a moti di protesta a San Pietroburgo e Mosca l'inverno precedente.

<< La Puttana Tedesca, la nemka, non è ancora riuscita ad adempiere il suo compito principale: dare un erede maschio alla Russia. Quando potremo avere uno zarevič?>>

<< Non ti scaldare Sasha, col tempo arriverà...>>

Aleksandr fu tentato di mollare uno schiaffo in faccia all'amico: certe volte detestava la sua calma pacata.
Loro era imprigionati e lui cosa faceva? Se ne stava seduto comodo a leggere un libro come se niente fosse?!

<< E non dire niente sulla bambina, non è colpa sua se siamo qui.
È appena nata >>

Su questo Petr aveva ragione: la piccola non aveva colpa, casomai la colpa era di sua madre, che proprio non riusciva a partorire un maschio.

Uno suono di passi. Stivali di pelle.

Un tintinnio di chiavi fra di loro.

Una guardia zarista.

Una guardia zarista che era comparsa davanti alla cella con un mazzo di chiavi.

<< Per la nascita della loro quartogenita le Loro Maestà Imperiali hanno deciso di concedere l'amnistia a tutti voi studenti.>>

L'amnistia, la liberazione di tutti.
Tutti.
E per la nascita della bambina.
L'avrebbero fatto anche se fosse nato un maschio. Pensò Aleksandr, ma qualcosa dentro di lui gli diceva di no.

<< Posso sapere come si chiama la granduchessa?>> domandò alla guardia che intanto aveva aperto la porta della cella.

<< Anastasija>> rispose la guardia.
<< la granduchessa Anastasija Nikolaevna Romanova>>

Anastasija.

"Colei che spezza le catene"

Quell'intellettuale di Petr avrebbe detto che si trattava di una pura coincidenza il fatto il che il nome della piccola significasse quello e loro erano stati effettivamente liberati.

Anastasija.

Aleksandr si ripeté questo nome nella mente.

"Colei che spezza le catene"

"Resurrezione"

Fuori dal carcere si vedevano i gruppi di studenti che uscivano, felici di essere liberi, ringraziavano Dio per liberazione, salutavano amici che non vedevano da tempo.

Aleksandr no, voleva fare una cosa sola.

<< Sia ringraziata Sua Altezza Imperiale la granduchessa Anastasija Nikolaevna Romanova! Che possa spezzare ancora tante catene! Che possa risorgere! Che sia benedetta e il suo nome conosciuto fino si confini della terra, non solo in Russia!>>.

Petr lo fermò. << Sasha che fai? Sei impazzito?!>>.

L'amico gli sorrise, ma continuò ad esclamare il nome della granduchessa.

<<Che possa risorgere!>>.



Nota Autrice

Cosa vera che per la nascita di Anastasija, i suoi genitori concessero l'amnistia a tutti gli studenti imprigionati, ma Aleksandr e Petr sono personaggi di fantasia.
Altra cosa vera che alla nascita di Anastasija, Nicola passeggiò sull'Isola dei Bambini per pensare.
E niente.
Che ne pensate come primo capitolo?
Vi piace il nuovo modo di scrivere ( per adesso lo terrò solo per questa storia)
Arrivedercione!🖖🏼

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top