Riunione segreta
La pozione di Neville cominciò a sortire il suo effetto. Finalmente Edmund poteva concedersi un po' di meritato riposo, sprofondando in un sonno senza sogni dopo una faticosa giornata di studio. Quasi non faceva più caso al fatto di dover condividere lo stesso divano con Adam. Ormai, i due ragazzi erano fermamente convinti che non avrebbero più visto un letto fino alla fine dell'anno scolastico.
L'ultimo sabato di settembre, Edmund si svegliò molto più tardi del solito, finalmente con una sana sensazione di benessere nelle membra intorpidite. Erano ormai le dieci passate e un pallido sole d'autunno appariva a tratti tra le basse nubi grigie che si rincorrevano nel basso cielo scozzese. Vista l'ora, il ragazzo decise di prendersela con la massima calma, dal momento che per quel giorno non ci sarebbero state lezioni da frequentare. Si cambiò i vestiti e caracollò verso la Sala Grande in tutta tranquillità. Con un tuffo al cuore, si rese conto che al tavolo di Grifondoro era rimasta solo Jane, intenta a sorseggiare una tazza di latte con aria assente.
−'giorno – la salutò Edmund sedendosi timidamente di fronte a lei.
−Ciao! – rispose la ragazza soffocando uno sbadiglio.
−Stanca?
−Un po'. Abbiamo un sacco di compiti da fare per via dei GUFO e i professori non ci danno un attimo di tregua con le verifiche. Dubito che uscirò viva da quest'anno.
−Capisco. E gli altri? Sono ancora a letto?
−Oh, no! Hermione ha sequestrato più o meno tutto il dormitorio per via del suo programma di ripasso, ma io mi sono prontamente dileguata. Non credo che riuscirei a stare sui libri anche oggi. Harry invece si sta finalmente allenando con la squadra di Quiddich. Più tardi lo raggiungerò per vedere le selezioni per il nuovo Portiere. Vieni anche tu?
Colto di sorpresa da quell'invito, così spontaneo e innocente, Edmund non riuscì proprio a rifiutare.
−Certo, mi farebbe piacere! – sputò con il cuore in gola.
Davvero avrebbe passato del tempo da solo con Jane, senza tutti i Grifondoro attorno?
Calma, si disse, è solo un'amica.
−Hai visto Susan? – chiese pochi istanti dopo.
−Mmm, no. Credo che sia già in biblioteca a studiare. Ultimamente è diventata un po' scontrosa con tutti.
−Già, ho notato. Appunto per questo volevo chiederti se per caso ne avevi intuito il motivo, visto che siete molto amiche.
−Temo sia per Caspian. Non solo non si vedono da settimane, ma lui neanche le scrive più. Susan teme che la stia lasciando.
−Ah – a quella notizia, Edmund si rabbuiò. In fondo, Caspian gli stava molto simpatico e gli sarebbe davvero dispiaciuto se avesse rotto con sua sorella.
−Non è che per caso ti ha contattato, vero? – gli chiese Jane.
−No. Ho ricevuto giusto un paio di lettere da Peter.
−Ho capito.
Jane finì di bere il suo latte in silenzio. Non appena ebbe finito, Edmund trovò il coraggio di farle la domanda che gli bruciava da settimane.
−Ci sono notizie da... Tu-Sai-Chi? – chiese a voce bassissima, chinandosi verso di lei.
Jane scosse il capo.
−Silenzio totale – rispose rabbuiata. – Il che non mi piace. Significa che Voldemort si sta muovendo nell'ombra, in attesa di colpire. A meno che non ci sia qualcosa che Silente non ci vuole dire apposta, il che mi preoccupa il doppio.
Edmund annuì, avvertendo una dolorosa stretta alle viscere per la tensione. Anche se in quel momento era al sicuro tra le mura del castello, Voldemort aveva sicuramente scoperto la sua fuga e probabilmente gli stava dando la caccia. Le tracce della sua permanenza a Villa Black erano fin troppo evidenti.
I due ragazzi finirono la colazione in silenzio; poi si avviarono lentamente verso il campo di Quiddich, che sorgeva sulle pendici erbose del castello, a pochi passi dal lago. Si accomodarono sulle tribune, assieme ad alcuni Grifondoro che erano accorsi ad assistere alle selezioni. In quel momento, l'intera squadra fece ingresso nel campo, riconoscibile dalle divise color rosso e oro e le scope da corsa in mano. Angelina Johnson, il capitano, precedeva i compagni con il suo passo di marcia, tenendo sottobraccio la cassa con le palle. Di fronte a lei erano schierati un gruppo di studenti in tuta da ginnastica, ciascuno con la propria scopa.
−Oh, cielo, ma quello è Ron! – esclamò Jane indicando il più alto di tutti.
Edmund trasalì, imprecando tra i denti. Possibile che il rosso fosse sempre ovunque, rovinandogli puntualmente la compagnia di Jane? Rabbuiatosi, il ragazzo grugnì qualcosa in tono di risposta, incrociando le braccia sul petto.
In quel momento, Angelina soffiò nel fischietto, chiamando la squadra a raccolta. I giocatori montarono a cavallo delle scope e presero a fare alcuni giri di riscaldamento a quindici metri dal suolo. Anche gli aspiranti Portieri li imitarono, seguiti pazientemente da Angelina. Al suo secondo fischio, i membri della squadra si piazzarono ai propri posti e un ragazzo del secondo anno volò di fronte ai tre anelli che fungevano da porta, mentre la Pluffa veniva liberata.
−Ti piace il Quiddich? – domandò Jane in tono distratto mentre l'aspirante Portiere si faceva segnare tre reti di fila.
−Peter me l'ha spiegato quest'estate, ma non ci ho mai giocato – rispose Edmund in tono laconico.
Anche il secondo Portiere se la cavò malino.
−Ciao, ragazzi! – salutò una vocetta acuta alle loro spalle.
−Hermione! – rispose Jane sorridendo. – Già finito?
−Potevo forse perdermi la selezione di Ronald? Quell'idiota non mi ha detto niente, ho saputo tutto da Dean! – fece lei sedendosi al suo fianco visibilmente accaldata.
In quel momento, Ron si piazzò di fronte agli anelli. Era più paonazzo che mai e le mani strette al manico di scopa gli tremavano vistosamente.
−Forza, Ron! – strillarono all'unisono Jane e Hermione, facendo salire una generosa quantità di bile al povero Edmund.
Il primo goal fu parato senza problemi, facendo alzare un urlo di trionfo da parte delle Grifondoro, a cui seguì un secondo, ma il terzo fallì clamorosamente. Angelina fischiò e Ron volò giù con aria afflitta.
−In fondo, finora è stato quello che ne ha parate di più – commentò Hermione preoccupata. – Di certo, Ron ha una preparazione migliore alle spalle, essendosi sempre allenato con i fratelli, che giocano a Quiddich da una vita, a parte Percy, ovvio...
−Abbiamo capito, Herm – la zittì prontamente Jane, ben sapendo che l'amica aveva appena iniziato uno dei suoi frenetici discorsi in cui riusciva a parlare così precipitosamente da dimenticarsi persino di respirare.
In effetti, i Portieri successivi non fecero decisamente di meglio. Uno di essi, un tremulo ragazzino del terzo anno, riuscì persino a cadere dalla scopa nel tentativo di prendere la Pluffa e dovette essere portato a braccia fino in infermeria.
Alla fine di quella mattinata estenuante, Angelina pronunciò il verdetto finale, non senza una nota di sofferenza nella voce: − Il nuovo portiere del Grinfondoro è Ronald Weasley, con il totale di 100 punti!
Dalle tribune, Hermione e Jane balzarono in piedi con un urlo selvaggio, prendendo a saltellare su e giù e inscenando un balletto scatenato. Edmund si limitò a fissarle con aria perplessa.
Incredulo, Ron avanzò verso la squadra, accolto dai compagni come un vero campione. Mentre Hermione si precipitava nel campo per complimentarsi con il rosso, Jane si voltò verso Edmund, rivolgendogli un sorriso dolce.
−Hai da fare sabato prossimo? – gli chiese a bassa voce, ponendogli la mano minuta sull'avambraccio.
Per la seconda volta in quella strana giornata, il ragazzo non se la sentì di dire di no.
***
La gita a Hogsmeade era ormai una tradizione consolidata tra gli studenti di Hogwarts. Il primo di ottobre fu la prima data utile per riversarsi nel piccolo paesino che sorgeva a un paio di chilometri dal castello, celebre in tutta l'Inghilterra per l'essere popolato esclusivamente da maghi e streghe. Era una sorta di Diagon Alley persa fra le montagne, in cui il caotico ambiente urbano in cui erano dislocati i negozi più strani era stato sostituito da basse case dal tetto spiovente e strette stradine fangose.
Edmund avanzava a passo svelto in mezzo alla folla di studenti presi dalla febbre per lo shopping, con il bavero del cappotto tirato fin sotto gli occhi per proteggersi dalle fredde folate di vento che quel giorno sembrava non voler dare requie. Continuava a guardarsi intorno circospetto, temendo di essere scoperto.
Certo, ciò che stava facendo era una follia, questo il ragazzo lo sapeva benissimo. Riunirsi di nascosto per fondare un gruppo di Difesa Contro le Arti Oscure proprio sotto il naso della Umbridge equivaleva a un suicidio di massa. Eppure, quando Jane glielo aveva proposto, il ragazzo aveva visto quel corso come qualcosa di indispensabile. Con Voldemort alle calcagna, più si esercitava con la magia, meglio era. Se poi a insegnargli qualche incantesimo utile era proprio Harry, allora Edmund poteva considerarsi più che al sicuro.
Mancavano ormai pochi metri al Testa di Porco, il pub in cui aveva l'appuntamento, quando Adam lo raggiunse trafelato, con tutta l'aria di chi è in preda al panico.
−Pevensie, amico mio, ti ho cercato dappertutto! – esclamò ansimando.
−Non ora – rispose lui in tono burbero. – Sono in ritardo.
−Non posso venire con te?
Alla sola prospettiva di trascinarsi un Serpverde a un appuntamento del genere, Edmund si sentì gelare.
−Non credo ti convenga – buttò lì. – Susan mi ha incaricato di badare a Lucy e ai suoi amici del primo anno. Sai, di questi tempi non vuole che vada in giro da sola.
−Posso aiutarti a fare da babysitter, no? – incalzò Adam in tono speranzoso.
−Guarda, so per certo che ti faranno disperare. Non mi va di coinvolgerti in una cosa del genere, davvero. E poi tra un'oretta devo vedermi con alcuni ragazzi di Grifondoro per un gruppo di ripasso.
−Splendido, anch'io ho bisogno di ripassare! Sono davvero nei casini, quest'anno, e un po' di studio...
−Adam, davvero, non posso portarti con me – tagliò corto Edmund, facendo per andarsene.
−MA NON PUOI LASCIARMI QUI! – esclamò lui disperato. – Ascolta, Malfoy ha detto a quel mostro di Clarissa Budgeton che sono pazzo di lei e ora mi sta cercando per tutta Hogsmeade con intenti poco puritani!
−Oh, cavolo!
Edmund aveva ben presente Clarissa Budgeton, una ragazza di Serpeverde che frequentava il terzo anno. Alta un metro e ottanta, dotata di un fisico da giocatrice da rugby e armata di uno spaventoso apparecchio per i denti, la tipa in questione aveva una cotta storica per Adam, appiccicandoglisi come una cozza ogni qual volta ne aveva l'occasione e bersagliandolo di bigliettini sdolcinati. Il fatto che Malfoy se ne fosse uscito con una balla di quelle dimensioni equivaleva a un vera e propria catastrofe.
−Scusate, qualcuno ha visto Adam Johnson? – domandò in quel momento una voce perentoria, ben udibile nonostante si trovasse nella via accanto.
−È lei! – squittì il ragazzo, diventando di un allarmante color terriccio. – Ti prego, amico, farò qualunque cosa pur di togliermela di torno!
−Anche tacere qualunque cosa vedrai? Di qualsiasi cosa si tratti? – chiese Edmund fissandolo dritto negli occhi con l'espressione più decisa che riuscì a sfoderare.
−Qualunque cosa.
Senza por tempo in mezzo, Edmund lo agguantò per la manica del cappotto e lo trascinò per una traversa laterale, un attimo prima che Clarissa si affacciasse nel punto in cui erano rintanati.
***
Fortuna che erano solo un paio di persone, pensò Harry angosciato mentre la piccola saletta del Testa di Porco che Hermione era riuscita a prenotare solo per loro si riempiva sempre di più. Avevano già esaurito le sedie e molti studenti furono costretti a sedersi sul pavimento polveroso. Il colmo dei colmi fu l'ingresso di Edmund, seguito a ruota da un altro ragazzo di Serpeverde, che continuava a lanciarsi attorno occhiate nervose. La loro presenza fu causa di molte occhiatacce.
−Che ci fanno qui? – sussurrò più di qualcuno.
−E se fossero delle spie?
−Magari dopo la riunione andranno di filato dalla Umbridge a raccontarle tutto!
−Un attimo di attenzione, per favore! – intervenne Hermione levandosi in piedi.
Il brusio si interruppe all'istante.
−Benvenuti a tutti – proseguì lei in tono risoluto, anche se non senza tradire una lieve nota di imbarazzo. – Sono contenta che abbiate partecipato in così tanti e spero che apprezziate ciò che ho da dirvi. Come molti di voi hanno notato, la Umbridge ci impedisce di usare la magia in classe, cosa che rende completamente inutile l'insegnamento della Difesa Contro la Arti Oscure. Visti i tempi che corrono, propongo di organizzare un gruppo di studio in cui ci eserciteremo per conto nostro, di nascosto, al fine di essere comunque pronti a usare gli incantesimi di difesa qualora si presentasse la necessità.
−E quale sarebbe, la necessità? – domandò Adam dubbioso.
−Ah, non lo so – rispose Harry infastidito. – Forse Voldemort?
Un brivido percorse l'intera sala. Lo stesso Adam arricciò involontariamente le labbra.
−Non ci sono prove sul suo ritorno – incalzò in tono gelido.
−La mia testimonianza non ti basta? Io l'ho visto tornare, torturare e uccidere – rispose Harry assumendo un cipiglio omicida.
Jane lo trattenne prontamente per un braccio.
−Voldemort o meno, non dimentichiamo le sparizioni che ci sono state lo scorso anno a opera di... ignoti. Come vedete, bisogna comunque essere pronti a difenderci in caso di emergenza, che il Ministero lo voglia oppure no – rispose in tono deciso.
−E chi ci insegnerebbe? Potter?
−Hai forse dei problemi? – ringhiò Harry furibondo. – Se la cosa non ti sta bene, allora vattene. Non so che farmene di quelli che mi vedono solo come un fenomeno da baraccone.
Adam stava per rispondergli, ma Edmund lo azzittì con un'occhiata di fuoco. – Ti avevo avvertito – disse a voce bassissima. – Ora stai qui e ascolta. Le critiche lasciale per dopo.
−Lo sai che mi stai cacciando nei guai, non è vero? – disse lui furibondo.
−Lo so. Preferivi forse Clarissa?
L'altro non rispose.
−È vero che sai evocare un Patronus corporeo? – chiese in qual momento Luna Lovegood in tono sognante.
−Sì, l'ho visto io – rispose Susan.
−E in secondo anno ha ucciso il mostro della Camera dei Segreti con una spada estratta dal Cappello Parlante – disse Ginny Weasley.
−Per non parlare di tutte le prove affrontate l'anno scorso – incalzò Neville.
−Ragazzi, per favore! – intervenne Harry, visibilmente a disagio. – So che a sentirle raccontare queste cose possono sembrare incredibili, ma la verità è che ho avuto fortuna. Io conosco solo pochi incantesimi e non posso neanche vantare di essere il primo della classe. Quando si è a un passo dall'essere torturati o uccisi non è come a un esame, in cui puoi fare meglio la prossima volta. Mi dispiace dirlo, ma la vita non è come a scuola. Non lo sapete cosa si prova in realtà e non c'è niente di grandioso in quello che ho fatto. Mi dispiace di avervi fatto venire inutilmente, oggi. Sarà meglio per tutti se uscite subito da qui e dimenticate l'accaduto.
−Ma tu quelle cose le hai fatte comunque – disse Edmund levandosi in piedi. – Lo so che non c'è niente di eroico, ma almeno potresti insegnarci qualcosa di più, no? A chi potremmo rivolgerci, altrimenti, ora che i professori non fanno più il loro dovere? Io voglio imparare a difendermi, anche se sono un disastro negli incantesimi; voglio essere pronto quando accadrà.
−Anch'io sono d'accordo con lui! – esclamò Neville entusiasta. – Anche se dovessi insegnare a due sole persone, noi ci saremo!
−Ci sono anch'io! – aggiunse Susan.
−E io! – strillò Lucy levando la mano.
Uno dopo l'altro, tutti i presenti si unirono ai volontari, a eccezione di Adam, che se ne stava con le spalle appoggiate al muro con aria di sfida.
−Chi è d'accordo sul fatto che sia Harry a insegnare? – domandò Hermione una volta riconquistata la sua verve.
Tutte le mani scattarono in aria.
−Perfetto. Ora dobbiamo solo trovare un posto sicuro dove incontrarci, lontano dalla Umbridge. Fatevi venire qualche idea, mi raccomando! Nel frattempo, vi invito tutti a scrivere in vostri nomi su questa pergamena, ma vi avverto: il foglio è stregato e, se per caso qualcuno di voi proverà a fare la spia, se ne pentirà amaramente. Tutto chiaro?
Ci fu un brusio generale, poi tutti si precipitarono in fila indiana a porre il proprio nome sulla lista. L'ultimo fu Edmund, che scrisse rapidamente nome e cognome con la sua grafia sottile.
−Il tuo amico non firma? – chiese Harry, indicando con lo sguardo Adam, ancora appoggiato alla parete in fondo alla stanza.
−Mi dispiace, non sono riuscito a liberarmene – si scusò l'altro a disagio. – È un bravo ragazzo, stai tranquillo.
−Tienilo d'occhio, Ed. Non oso pensare alle conseguenze se la Umbridge ci scoprisse.
−Non ti preoccupare.
−Grazie per essere venuto – gli disse Jane sorridendo, accarezzandogli la spalla.
−Grazie a te per l'invito – le rispose lui arrossendo.
Si voltò e uscì prima che i presenti se ne accorgessero.
−Cosa non faresti per la dolce Potter, eh? – commentò Adam mentre uscivano dal locale e si avviavano per le strade di Hogsmeade.
−Sta' zitto – ringhiò Edmund. Era furibondo per il comportamento vergognoso che aveva tenuto l'amico durante tutta la riunione.
−Che c'è? In fondo è carina. Non ti biasimerei se ti piacesse, anzi!
−Non mi sto riferendo a Jane, ma a come mi hai fatto vergognare oggi.
−Ma che dici?
−Ti avevo detto di far finta di niente, se volevi venire con me, non di metterti a fare polemica su qualsiasi cosa.
Colto in fallo, Adam si bloccò di colpo, paonazzo.
−Scusami tanto se ti ho rovinato l'appuntamento galante, ma non potevo proprio starmene zitto di fronte a una cosa simile! – sbottò furibondo. – Ti rendi conto in che pasticcio ti sei messo per imparare due trucchi di magia? Stai infrangendo le regole della scuola! Potresti essere espulso!
−Ma almeno uscirò di lì con la capacità di difendermi.
−Ma da cosa? Non dirmi che credi a tutte quelle balle su Tu-Sai-Chi! Andiamo, si vede da un chilometro che Potter è pazzo!
A quel punto, Edmund non seppe più trattenersi.
−Stammi bene a sentire, − disse in tono gelido – lo sai chi c'era dietro a tutte quelle sparizioni, l'anno scorso? La strega che mi ha tenuto prigioniero per quattordici anni.
−Che... cosa... stai...?
−Sì, hai capito bene. Lo sai benissimo che i Pevensie sono la mia famiglia adottiva da un anno. Prima di questa estate, io ero sepolto vivo dentro un sotterraneo, in balia di una squilibrata che uccideva i figli dei Babbani per divertirsi. Ho provato la sua follia sulla mia pelle, giorno dopo giorno. Non so quante volte mi ha scagliato addosso la Maledizione Cruciatus solo perché aveva avuto una brutta giornata o mi trovavo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ho visto morire davanti ai miei occhi un sacco di persone innocenti, tra cui il fratello di Susan e Lucy, che oggi dovrebbe essere al posto mio. Non so per quale motivo mi abbia tenuto in vita per tutti questi anni, ma ho sempre vissuto con il terrore e la certezza che Tu-Sai-Chi non voleva che sopravvivessi e che un giorno sarebbe tornato a darmi la caccia. La notte in cui sono stato salvato, il Marchio Nero tatuato sull'avambraccio di quella strega è tornato a bruciare. Sai che cosa significa, vero?
Di colpo, Adam era diventato pallido come un cencio.
−Che è tornato, capito? Tornato – concluse Edmund per lui. – E ora cercherà di terminare quello che ha iniziato, a partire dal massacro dei Nati Babbani, e poco importa se sono figli di parlamentari oppure no. Davanti alla morte sono tutti uguali. Ecco perché ci tengo ad avere almeno una chance, se dovessi trovarmi faccia a faccia con lui. E tu? Pensaci, Adam. Se già non riesci a dormire nel tuo letto per colpa dell'intolleranza degli altri Serpeverde, figurati tra qualche tempo, quando Tu-Sai-Chi deciderà di tornare allo scoperto.
Adam non rispose, continuando a fissare il terreno fangoso con gli occhi sbarrati.
Neanche cinque minuti dopo, il ragazzo tornò al Testa di Porco, ponendo la propria firma sotto lo sguardo esterrefatto di Harry e i suoi amici.
**** Angolo Autrice ****
Helloooooo! :) Eccomi qua, tornata con un capitolo un po' più lungo del solito in cui - ne sono sicura! - Edmund vi avrà dato almeno un milione di motivi per amarlo, e soprattutto per fare il tifo per la ship tra lui e Jane.
Che pensate? Finalmente, il personaggio sta avendo un'evoluzione da ragazzo timido e un po' schivo a vero Serpeverde, ma con tutti i pregi che spesso vengono nascosti nella sua Casa. Lo stesso vale per Adam, anche se per certi versi deve ancora scoprire il suo vero potenziale. Come lo trovate? Ammetto che si tratta di un personaggio del tutto originale, sarei proprio curiosa di sentire i vostri pareri a riguardo, e magari qualche supposizione sulla sua eventuale evoluzione futura.
Intanto volevo ringraziare di cuore tutti voi per il sostegno del tutto inaspettato e caloroso che state dando a questa piccola storia - tra l'altro datata al lontano 2013, quindi ha alle spalle un arco temporale davvero ampio! -
Ringrazio anche di cuore coloro che vorranno lasciare una stella o un piccolo commento: sappiate che sono gesti semplici, ma che aiutano moltissimo <3
Vi mando un abbraccio e... non resta che rileggerci al prossimo capitolo!
A presto :)
Vostra,
F.
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