L'Esercito di Silente
Erano ormai le otto di sera quando Edmund trovò Adam in biblioteca, intento a russare a faccia in giù su un gigantesco manuale di Incantesimi.
–Ti ho cercato dappertutto – gli disse non appena riuscì a svegliarlo.
–Sono nei pasticci, Pevensie, davvero nei pasticci – bofonchiò l'amico tra uno sbadiglio e l'altro. – Se continuano a riempirci di compiti e verifiche in questo modo, non uscirò vivo agli esami di fine anno. E fortuna che non ho i GUFO, per ora!
–Volete decidervi ad andare a dormire, voi due? La consultazione è sospesa già da dieci minuti – tuonò in quel momento Madama Pince, la bibliotecaria, in tono imperioso.
–Come se avessimo un letto a disposizione – rognò Adam a denti stretti mentre infilava le sue cose nella cartella e seguiva Edmund di sotto.
Non avevano fatto che pochi passi, quando la voce beffarda di Malfoy proruppe nel corridoio. Sembrava che ce l'avesse a morte con qualcuno nascosto nell'ombra.
–Come mai ti aggiri da queste parti, se la biblioteca ha già chiuso?
–Io... dovevo solo andare in bagno! – piagnucolò la vocetta acuta di quello che aveva tutta l'aria di essere un ragazzino del primo anno.
–E dovrei anche crederti, razza di moccioso? No, tu per me stavi cercando solo una scusa per andartene in giro fuori dall'orario. Adesso vieni subito con me nell'ufficio della Umbridge. Marsch!
–Non dobbiamo farci scoprire! – bisbigliò Adam inorridito, trascinando via Edmund, che invece voleva restare a difendere quel povero studente.
–Non possiamo lasciarlo! – esclamò sottovoce, cercando di liberarsi dalla sua presa.
–EHI, CHI Ѐ LÀ? – tuonò in quel momento la voce di Malfoy.
La sua ombra, seguita da quelle gigantesche di Tiger e Goyle, si allungò sul pavimento alla luce spettrale delle torce.
–Corri!
Questa volta, Edmund non ebbe bisogno di farsi pregare. Entrambi si lanciarono in una folle corsa per il corridoio, tentando disperatamente di seminare i loro inseguitori. In pochi minuti, avevano entrambi il fiato grosso e le costole doloranti per lo sforzo, ma avvertivano ancora i passi della Squadra di Inquisizione a pochi metri da loro. Se solo avessero rallentato, li avrebbero visti.
A un certo punto, si ritrovarono davanti a una parete cieca, ricoperta da un gigantesco arazzo che scendeva dal soffitto al pavimento, su cui era raffigurato un povero mago preso a bastonate da un gigantesco troll vestito da ballerina.
È quello che succederà a noi tra poco, pensò Edmund in preda al panico.
–Merda! – ringhiò Adam scostando l'arazzo e trovandovi dietro solo la liscia parete di pietra. – Merda, merda!
Sentendo il cuore accelerare per lo sforzo e la paura, Edmund prese a passeggiare su e giù, le mani nelle tasche, cercando disperatamente di trovare una soluzione. I passi di Malfoy si facevano sempre più vicini.
Se solo si aprisse una porta nel muro per lasciarci passare!, pensò il ragazzo disperato.
–Ehi! – esclamò in quel momento Adam. – Qui c'è una porta!
Edmund si sentì letteralmente sciogliere.
–Cosa aspetti? Entriamo! – squittì, spintonandolo oltre la soglia.
–Per un soffio! – ansimò Adam, che sembrava aver perso ogni facoltà fisica e mentale.
Edmund si appoggiò al battente con tutto il suo peso, cercando di riprendere fiato. Le gambe gli tremavano ancora. – Dove siamo? – chiese non appena riuscì a trovare la forza di parlare.
–Non ne ho la minima idea.
In effetti, erano finiti in una stanza molto strana. Era piccola, con le pareti rivestite da una strana sostanza specchiante.
–Malfoy starà sicuramente facendo la ronda qui fuori – disse a un certo punto Edmund, appoggiando l'orecchio alla porta nella speranza di udire qualsiasi cosa dall'esterno.
–Non riusciremo mai a rientrare nel dormitorio prima delle nove – gemette Adam crollando a terra, visibilmente distrutto. – A quanto pare, stanotte ci toccherà dormire direttamente sul pavimento.
–Non credo, sai? – osservò l'altro indicando qualcosa a pochi passi da loro.
In un angolo della stanza, si erano materializzati due grandi e morbidi letti a baldacchino. Senza pensarci due volte, Adam si gettò sul primo che gli capitò a tiro senza neanche togliersi le scarpe, rotolandosi sul piumone e restando disteso a pancia in su con le braccia aperte.
–Un letto! – esclamò in tono euforico. – Ѐ da più di un mese che non vedo un letto!
Edmund si sedette sul secondo, stendendosi anche lui. Aveva dimenticato la sensazione di beatitudine che si provava ogni volta che le membra sprofondavano nel materasso e il profumo delle coperte appena lavate.
–Non è proprio il nostro dormitorio, ma almeno qui staremo da dio – commentò ad alta voce.
Non aveva nemmeno finito la frase, che attorno a loro si materializzarono un caminetto acceso, uno stereo e una TV al plasma.
–Meglio del nostro dormitorio, direi! – esclamò Adam estasiato, correndo ad accendere la televisione. –Ma guarda un po'! Stasera gioca il Manchester! Dio, quanto tempo era che non mi guardavo una partita!
–Ti piace il calcio?
–Da matti, Pevensie! Anche più del Quiddich, a dire il vero. Tutta colpa di papà – a quell'ultima affermazione, il ragazzo ridacchiò in tono nostalgico.
Nel frattempo, Edmund aveva sollevato il cuscino, trovandovi sotto un morbidissimo pigiama fresco di bucato. Rassegnatosi all'idea di dormire lì, il ragazzo se lo infilò rapidamente, ficcandosi sotto le coperte e prendendo a fissare il soffitto con le mani dietro la nuca.
–Che strana, questa stanza – commentò. – Sembra che tutto quello che desideriamo si materializzi dal nulla.
–Ѐ fantastica! – esclamò Adam raggiante. – Dovremmo passarci più spesso. Magari potremmo stare qui tutte le notti, invece che prenderci a calci su quel maledetto divano. Oppure potremmo usarla come base per lo studio.
In realtà, Edmund aveva ben altri progetti per la testa. Non sembrava un posto molto conosciuto e, se Malfoy non era riuscito a trovarli, allora forse neanche la Umbridge avrebbe potuto scoprire dove si nascondevano. Come sede per le loro riunioni, era semplicemente perfetta.
Come a rispondere ai suoi pensieri, la parete di fondo si allungò improvvisamente, mentre un'alta libreria stipata di grossi volumi sorgeva dal pavimento come una gigantesca pianta.
–Ma tu pensi sempre e solo a leggere? – domandò Adam scuotendo il capo, mentre il portiere del Manchester parava un calcio di rigore della squadra avversaria.
Edmund non rispose, alzandosi dal letto e prendendo in mano il primo volume che gli capitò a tiro. – Sono tutti manuali di Difesa Contro le Arti Oscure! – esclamò raggiante. – Alcuni sono addirittura nel Reparto Proibito della biblioteca. E ora possiamo leggerli anche noi!
–Che vuoi dire?
–Che abbiamo trovato un posto dove allenarci.
Detto questo, Edmund caracollò sul letto e si tuffò nella lettura del suo prezioso tomo, ritornando per un attimo all'unica gioia che aveva nella vita precedente: leggere, leggere e ancora leggere, in attesa di scoprire che cosa lo aspettasse là fuori.
***
La mattina dopo, finalmente riposati dopo un mese di notti insonni, Edmund e Adam scesero per la colazione nella Sala Grande, trovandola nel caos più totale. Notando lo sguardo compiaciuto della Umbridge al tavolo dei professori, non fu difficile per loro indovinare che cosa fosse successo.
–Lucy? – domandò Edmund intercettando la sorellina che era appena arrivata.
–La Umbridge ha emesso un nuovo decreto – rispose lei con aria triste. – Tutte le associazioni, squadre o gruppi con più di tre studenti sono sciolti, a meno che la Umbridge non ne approvi la legalità.
–Oh, cavolo!
Una simile catastrofe poteva significare una sola cosa: quel mostro sapeva che Harry e i suoi amici stavano architettando qualcosa sotto il suo naso.
–Vai al tavolo dei Serpeverde. Ti raggiungo subito – intimò ad Adam prima di seguire Lucy alla volta dei Grifondoro.
In quel momento, Hermione aveva appena mandato via due Tassorosso, intimando loro di non attirare troppo l'attenzione.
–Lo sa? – chiese Edmund sottovoce mentre si sedeva accanto a Susan.
Hermione annuì in tono serio.
–Che facciamo? – chiese Harry nervosamente.
–Si fa lo stesso, che domande! – rispose Hermione in tono perentorio.
–Ma è una follia! Non permetterò che quella megera scortichi le mani a qualcuno per causa mia! O peggio, che lo espella!
–Meglio espulsi ma preparati alla vita che in questo posto senza poter fare nulla – sentenziò Jane con decisione.
–Ma non sappiamo ancora dove incontrarci! – si lamentò Harry.
–Io lo avrei trovato – intervenne Edmund sfoderando un sorriso soddisfatto. – Un posto di cui la Umbridge non sospetta neppure l'esistenza.
***
–La Stanza delle Necessità. Ma certo! – esclamò Hermione quando lei, Harry, Ron, Jane, Edmund e Adam tornarono di fronte all'arazzo con il mago bastonato dai troll. – La Storia di Hogwarts di Bathilda Bath ne dà solo un accenno, forse perché lei stessa non è mai riuscita a trovarla.
–Come facciamo a entrare? – chiese Harry.
–Dobbiamo concentrarci sulla cosa di cui abbiamo bisogno – rispose Hermione. – Forza, tutti insieme. Uno... due... tre.
Edmund chiuse gli occhi, concentrandosi con tutte le sue forze sulla ricca biblioteca di Difesa Contro le Arti Oscure che si era materializzata davanti ai suoi occhi la sera prima. Un rumore sordo annunciò che la porta era di nuovo aperta. Questa volta, la Stanza delle Necessità appariva più grande, delle dimensioni di una piccola palestra. Una trentina di persone ci sarebbero entrate senza problemi. Sul pavimento erano disposti dei cuscini di porpora rossa e le pareti erano interamente occupate da scaffali pieni di libri e dispositivi magici di ogni tipo.
–Grande, Ed! – esclamò Harry soddisfatto. – Ora non ci resta che aspettare gli altri.
Verso le otto iniziarono ad arrivare gli altri studenti. Susan entrò insieme a Luna Lovegood, Cho Chang (Jane fulminò Harry con lo sguardo), Marietta Edgecombe, e una ragazza del quinto anno dai folti capelli ricci con una lieve sfumatura viola.
–Abbiamo un'allieva in più, questa sera – disse Susan presentando quest'ultima a Harry.
–Nessun problema, sei la benvenuta – rispose lui stringendole la mano.
–Piacere, Natalie Prewett – disse lei sorridendo.
–Prewett? – domandò Hermione sorpresa.
–Sì, sono la figlia dei due Auror massacrati dai Mangiamorte – rispose lei con naturalezza, senza incrinare di un millimetro il suo sorriso.
Edmund si sentì gelare, così come Harry. Dietro le loro spalle, Neville accennò alla nuova venuta un sorriso solidale.
–Bene, ora che ci siamo tutti, credo che sia venuto il momento di darci un nome – disse a un certo punto Hermione.
–Che ne dite di Squadra Anti-Umbridge? – propose Dean Thomas, scatenando l'ilarità generale.
–Non sarebbe meglio Comitato la Umbridge Fa Schifo? – ribatté Fred.
–Meglio: Esercito Anti-Ministero! – fece eco George.
–Che ne pensate di Esercito di Silente? – propose Hermione. – In fondo, è proprio quello che la Umbridge teme.
–Aggiudicato! – tuonarono i gemelli Weasley all'unisono, acclamati da tutti gli altri.
–Esercito di Silente, in codice ES – recitò Hermione, scrivendo il nome sulla pergamena con la lista degli studenti.
–Bene, possiamo cominciare – disse Harry. – Come prima lezione, avevo pensato di iniziare da qualcosa di semplice, ma che in casi estremi può davvero salvare la vita: l'Incantesimo di Disarmo. Vi dispiacerebbe dividervi a coppie?
L'intera stanza fu percorsa dallo scalpiccio degli studenti che si cercavano un compagno. Lucy e Nigel, gli unici del primo anno, si trovarono automaticamente abbinati. Hermione scelse Ron, precedendo Jane di pochi istanti.
–Siamo dispari – osservò Susan a un certo punto.
–Chi è rimasto senza un compagno? – domandò Harry.
–I Serpeverde, Neville, Luna e la Prewett – rispose Ron.
–Allora, facciamo così: Neville vai con Luna; Adam, tu puoi andare con Natalie. Ed, tu invece farai a turno con me e Susan – propose Jane.
Non appena si ritrovò davanti il Serpeverde, Natalie perse completamente il suo sorriso, sfoderando uno sguardo di ghiaccio con i suoi penetranti occhi neri.
–Ehi, solo perché sono un Serpeverde non significa che i miei genitori siano dei Mangiamorte! – si schermì Adam, indovinando il suo malumore, ma lei non rispose, sfoderando la bacchetta con aria di sfida.
D'altro canto, Edmund fu molto sollevato nel ritrovarsi insieme a Susan e a Jane, che gli sorrideva raggiante.
–Puoi venire un attimo per una dimostrazione? – la chiamò Harry.
Lei lo raggiunse a grandi passi, sguainando la bacchetta.
–Ecco quello che dovrete fare – spiegò il ragazzo, mettendosi in posizione d'attacco. – Expelliarmus!
La bacchetta di Jane volò a tre metri di distanza, facendola trasalire per la sorpresa.
–Tutto qui? – domandò Adam perplesso.
–Ne riparleremo quando ti ritroverai di fronte un Mangiamorte determinato a ucciderti – tagliò corto Harry. – Forza, iniziamo!
L'intera sala fu percorsa dalle urla degli studenti che si lanciavano incantesimi, seguiti dalle varie bacchette che schizzavano da una parte e dall'altra. Al primo colpo, Adam fu disarmato e beffato da Natalie, che gli restituì la bacchetta solo dopo innumerevoli suppliche. Anche Lucy sembrò padroneggiare subito l'incantesimo, nonostante la giovane età. Neville, invece, non riusciva a smuovere di un millimetro la bacchetta di Luna, che si limitava a osservarlo con aria paziente. Susan e Jane riuscirono a disarmarsi a vicenda al primo colpo.
–Tocca a te, Ed – disse la Potter con un sorriso.
Il ragazzo si concentrò, levando la bacchetta.
–Fa' finta che io sia un Mangiamorte – lo incoraggiò Jane, vedendolo in preda al panico.
–Expelliarmus! – l'incantesimo colpì la ragazza in pieno petto, mandandola a terra. –Oh, Jane! Scusami, scusami! – esclamò il ragazzo costernato, correndo al suo fianco.
–Non è niente, tranquillo – rispose lei con un sorriso.
Lui le cinse d'istinto le spalle con il braccio. Con un tuffo al cuore, si rese conto che Jane si stava sorreggendo a lui. Doveva averle fatto davvero male, pensò con un brivido. Dal suo canto, Susan sembrava improvvisamente interessata al soffitto.
–Hai davvero tanta energia, Ed – commentò Jane rassettandosi i vestiti e rimettendosi in attacco. – Ora prova a dosarla per quello che ti serve, okay? Riproviamo!
Fortunatamente, il secondo tentativo andò leggermente meglio, anche se non riuscì a disarmare del tutto Jane. Non riusciva a trovare la concentrazione necessaria, era troppo nervoso.
Dopo circa un'ora, Harry batté le mani per comunicare la fine della lezione. – Per oggi, basta così – disse. – Ci vediamo mercoledì prossimo alle otto, va bene? Uscite a piccoli gruppi, mi raccomando, e cercate di non dare nell'occhio.
–Un'ultima cosa – intervenne Hermione, prendendo in mano un sacchetto e distribuendo ai presenti un galeone d'oro a testa. – Tranquilli, sono finti – si affrettò a precisare notando l'espressione di Ron. – In caso di cambiamenti, diventano di colpo caldi e vi appare sopra la nuova data. Così non daremo nell'occhio con assembramenti sospetti verso il tavolo di Grifondoro.
–Geniale! – esclamò Fred. – Magari trovassimo una soluzione del genere per la squadra di Quiddich.
–Che cosa? – domandò Ron esterrefatto.
–Con il Decreto Didattico numero 24, il Grifondoro è ufficialmente sciolto – rispose Angelina tristemente. – Domani ho il colloquio con la Umbridge per dimostrare che non spacciamo droga o cose simili.
–Speriamo che ti dia il permesso!
–Io non ci metterei la mano sul fuoco, purtroppo.
Dopo gli ultimi saluti (Edmund arrossì vistosamente quando Jane gli stampò due sonori baci sulle guance), i Serpeverde si defilarono in punta dei piedi verso il loro dormitorio.
–Come ti è sembrato? – domandò Edmund, una volta che furono di nuovo sul loro vecchio divano, di fronte al caminetto acceso.
–Non male, davvero – rispose Adam pensieroso. – Solo che quella Natalie è una vera vipera. Ho capito che i Mangiamorte le hanno massacrato la famiglia, ma questo non l'autorizza a prendersela tanto con me che non c'entro niente!
–Forse le piaci – ironizzò Edmund, cercando di fare il gradasso alla pari dell'amico.
–Ah, sta' zitto, Pevensie! – rognò l'altro girandosi dall'altra parte e fingendo di addormentarsi subito.
Ridacchiando tra sé e sé, Edmund si sistemò anche lui sotto la coperta e cercò di prendere sonno, continuando a pensare al contatto delle spalle esili di Jane sul suo braccio e le dita sottili di lei che cercavano appiglio in quelle di lui mentre l'aiutava a rialzarsi.
***
Edmund si svegliò di soprassalto. Doveva essere ormai notte fonda e nel caminetto restavano solo pochi tizzoni ardenti che illuminavano la sala comune di un'inquietante luce rossastra. Il ragazzo avvertì il suo cuore battere come un forsennato nel petto. Era letteralmente paralizzato dal terrore.
No, non era stato un incubo a svegliarlo questa volta. C'era davvero qualcuno nella stanza. Qualcuno che lo osservava.
Afferrò d'istinto la bacchetta da sotto il cuscino e mormorò: – Lumos.
Quasi gli venne un infarto quando il pallido fascio di luce bianca illuminò i grandi occhi tondi di uno strano essere dalle orecchie da pipistrello, che indossava un'assurda quantità di calzini e cappelli di lana.
–Chi sei? – domandò Edmund terrorizzato.
–Dobby, signore, Dobby l'elfo domestico – rispose lui con un inchino che mandò a terra quasi tutti i cappelli. – Dobby aiuta volentieri gli amici di Harry Potter.
–Conosci Harry? – chiese il ragazzo in tono sospettoso.
–Oh, sì! Harry Potter ha dato la libertà a Dobby quando era in secondo anno, signore! Ѐ un ragazzo tanto buono e generoso e Dobby è convinto che il suo amico lo è altrettanto, anche se è finito a Serpeverde per sbaglio, signore!
–Per sbaglio? Vuoi dire che potrebbero mettermi a Grinfondoro, una volta chiarita la situazione?
–Solo Albus Silente può saperlo, signore. Il professor Silente ha mandato Dobby ad avvertirla che vuole parlare con lei.
A quelle parole, Edmund si sentì nuovamente invadere dalla speranza. – Davvero vuole vedermi? – domandò con il cuore che gli batteva forte per l'emozione.
–Domani sera alle sette, signore. La parola d'ordine per entrare nel suo ufficio è Api Frizzole.
**** Angolo Autrice ****
Buonasera, gente! So che è un po' tardi e che probabilmente alcuni di voi staranno già dormendo, in ogni caso ne ho approfittato della serata tranquilla per scribacchiare un po' e aggiornare, sperando di farvi compagnia domani a colazione con un nuovo capitolo ;)
Come state? Io come al solito sempre di corsa e super impegnata, ma cerco di trovare comunque il tempo per scrivere. Tra l'altro, al momento ho iniziato a buttare giù una nuova storia, spero di parlarvene prossimamente, nella speranza che non si riveli un fuco fatuo... Insomma, ne riparleremo!
Intanto volevo ringraziare tutti voi per la pioggia di stelline e il gran numero di nuovi lettori che si è affacciata a sfogliare questa trilogia: davvero, non mi aspettavo che venisse così apprezzata e il vostro sostegno mi ha davvero colpita! Grazie, grazie di cuore <3
Spero in ogni caso di soddisfare le vostre aspettative. Qualora abbiate voglia di fare due chiacchiere o di darmi qualche suggerimento, sappiate che mi trovate qui a vostra completa disposizione!
Non mi resta che augurarvi una buona domenica e un buon inizio settimana. A presto <3
F.
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