Il potere nascosto

Nei lunghi anni della sua prigionia, Edmund non aveva mai sentito parlare di San Valentino. Ecco perché, negli ultimi giorni, sembrava non capire la strana atmosfera di frenesia mista a malinconia che aleggiava in ogni angolo del castello. Improvvisamente, le coppie sembravano triplicate. Gli capitava sempre più spesso di trovare gente avvinghiata nei bagni o negli angoli dei corridoi, sfidando la spietata sorveglianza della Umbridge. Del resto, la stessa Squadra di Inquisizione non poteva non dirsi complice di quell'improvviso tripudio d'amore, anche se elementi come Malfoy o Zabini avevano un'idea decisamente meno sentimentale del concetto. Edmund li sorprese più di una volta sparire nel loro dormitorio con delle ragazze ridacchianti al seguito, per poi uscirne con una strana aria di compiacimento e la camicia ancora sbottonata.

–Almeno loro sanno come divertirsi – bofonchiava Adam quando si trovavano ad assistere queste scene.

Edmund non rispondeva, limitandosi a fissare il vuoto in silenzio. Non capiva perché, ma tutto quello gli provocava un pizzico di fastidio. Per tutta la vita, non si era mai posto il problema della relazione con l'altro sesso. Era un mostro, in fondo, un essere che doveva rimanere segregato per sempre dal resto del mondo. Non avendo mai conosciuto dei suoi simili, non si era neanche posto la questione di dover restare da solo. Negli ultimi tempi, però, le cose erano leggermente cambiate. Aveva trovato degli amici, delle persone che, per la prima volta nella sua vita, gli volevano bene. Molte volte il ragazzo pensava che fossero degli incoscienti a prestargli così tanta fiducia senza neanche domandarsi chi fosse in realtà. D'altra parte, però, egli trovava sollievo nel constatare che le cose stavano andando così. Il problema ora era un altro: Jane.

Edmund non riusciva a definire le sensazioni che provava quando era in sua compagnia. Non riusciva a staccare lo sguardo da lei, come se fosse incantato. Gli piaceva il verde brillante dei suoi occhi, il mare scuro dei suoi capelli arruffati, il suo sorriso da orecchio a orecchio, il suono squillante della sua voce. Ogni volta che si sedeva accanto ai Grifondoro, aspettava con ansia di restare solo con lei, senza nessuno attorno. Quando si trovava in sua compagnia, di colpo tutto l'orrore che lo accompagnava ogni giorno svaniva nel nulla. Per non parlare poi di quando lo toccava: ogni volta che sentiva la sua piccola mano sfiorare le sua dita o le sue labbra umide premute lungo lo zigomo, il ragazzo non poteva fare a meno di rabbrividire. Nessuno lo aveva mai fatto sentire così. Jane era il suo angelo, colei che lo aveva salvato dalle tenebre dei suoi ricordi. Non avrebbe mai potuto sopportare di stare lontano da lei, nemmeno se un giorno la verità sulle sue origini fosse venuta a galla. Ma era amore, questo?

–Tutto bene, amico? – gli domandò Adam una sera, mentre si avviavano verso la Stanza delle Necessità.

–Sì – mentì Edmund, continuando a tenere lo sguardo fisso davanti a sé.

–Tu non me la racconti giusta. Mi sembri quasi una femmina col ciclo.

Eh?! – il ragazzo gli scoccò un'occhiata inorridita.

–Scusa, scusa. Non ti facevo così puritano. Hai mai pensato di farti prete? – lo stuzzicò l'amico.

–Per favore, Adam, ho altro per la testa.

–Non è che per caso ti sei innamorato?

A quelle parole, Edmund si bloccò istintivamente. Una morsa terribile gli serrò lo stomaco.

–Bingo! – esclamò Adam facendogli l'occhiolino.

–Per favore, non mi va di parlarne. Tanto ama un altro – borbottò l'altro riprendendo a camminare, rosso per la vergogna.

–Questa è una scusa che ti sei inventato tu. Sai benissimo che Weasley non ricambierà mai. È troppo preso dalla Granger.

–No, a Jane piace davvero Ron, da tanti anni.

–Questa è la conferma che non te ne intendi proprio di donne, vero?

–Ah, perché tu?

–Che c'entra, io sono già stato fidanzato una volta. Sono stato con una di Tassorosso il terzo anno. Una piattola allucinante.

Edmund non rispose. Avrebbe tanto voluto tirargli dietro qualcosa di grosso e pesante, possibilmente con tanti spigoli.

–E dai, sto cercando di tirarti su! – incalzò Adam. – La vuoi sapere una cosa? Io ti ci vedo con la Potter. Davvero. E poi, è stata lei a salvarti.

–Jane è solo un'amica. Non può nascere niente tra noi – disse Edmund meccanicamente.

–Non è vero! Sono sicuro che lei ricambierebbe, invece. Ho notato il modo in cui ti guarda. Secondo me, è innamorata pazza di te dal primo momento che ti ha visto, solo che anche lei ha paura di ammetterlo perché teme che tu la tratti come ha fatto Weasley e allora si inventa un sacco di balle per nasconderlo.

Temo che tu abbia dannatamente ragione, pensò Edmund soppesando le parole dell'amico, ma in tutta risposta borbottò: –Non funzionerebbe comunque. Io... non posso!

–Si può sapere perché? Sei per caso gay?

–Ti sembro forse gay?

–Gay no, ma ti vedo molto bene in un convento.

–Piantala!

Adam scoppiò a ridere.

–Non credo che un altro avrebbe rischiato il collo per venirti a salvare – tornò a stuzzicarlo.

–Lei era prigioniera della Black, ricordi? Non poteva sapere nulla di me.

–Però anche dopo il salvataggio ti è stata vicina, forse più di chiunque altro.

–Sì, be'...

–Non hai scuse, Ed. Quella ragazza ha solo bisogno di essere conquistata.

–Ma a me non piace conquistare le ragazze!

–Me ne sono accorto. Però lei ti piace.

–Adam, per favore...

–Ti piace o no?

Edmund si fermò nuovamente, fissando l'amico dritto negli occhi.

–E va bene – disse furibondo. – Se la vuoi proprio mettere in questi termini, sì, Jane mi piace.

In tutta risposta, Adam gli sfoderò un largo sorriso.

–Perfetto allora. Passiamo alla fase due!

–E sarebbe?

–Devi chiederle di uscire. Da soli, mi raccomando!

–Ma tu sei matto!

–E chi dovrebbe farlo, altrimenti? Una donna che invita il proprio uomo a un appuntamento parte sempre col piede sbagliato. Tocca svegliarti, bello mio!

–No, non ce la posso fare.

–Dai! Non aspetta altro.

–E si può sapere come e quando possiamo rimanere un attimo da soli, con tutto il dormitorio di Grifondoro che si accolla non appena ci prendiamo cinque minuti di intimità?

–Guarda caso, San Valentino capita proprio il giorno della gita a Hogsmeade...

–No, no, no! Lo sai che Jane odia quella festa sdolcinata peggio di me.

–Allora trova il modo di farle cambiare idea.

Edmund non rispose. Era più furibondo che mai. I due amici arrivarono di fronte alla Stanza delle Necessità. Dentro, trovarono quasi tutti i membri dell'ES intenti a chiacchierare e a disporsi per la lezione. Harry e Jane si stavano esercitando su alcuni incantesimi che avrebbero spiegato quella sera. Non appena vide la ragazza, Edmund prese a sudare freddo ed ebbe l'istinto di nascondersi dietro un pilastro.

–Ora ti faccio vedere come si fa con una donna – spiegò Adam facendogli l'occhiolino.

Prima che l'amico potesse rispondere, il ragazzo si avviò con decisione verso Natalie Prewett, intenta a parlare con Susan.

–Ciao, Nat! Ti posso parlare un momento? – le domandò sfoderando il suo migliore sorriso.

La ragazza gli scagliò un'occhiata omicida.

–Cosa c'è? – gli chiese in tono sbrigativo, trascinandolo in un angolo appartato della stanza.

–Ti andrebbe di venire a prendere qualcosa con me sabato prossimo? – fece Adam con tutta la sfacciataggine che riuscì a tirare fuori.

Dal modo in cui Natalie lo guardò, Edmund fu convinto che stesse per tirargli uno schiaffo.

–Ho già organizzato il mio San Valentino, grazie – rispose lei asciutta.

–Ah, sì? E con chi? – domandò l'altro senza incrinare il sorriso di un millimetro.

–Con Roger Davies. Sai, è il mio ragazzo. Scusami.

Natalie girò i tacchi e se ne andò, lasciando Adam imbambolato come se gli avessero appena scagliato un Incantesimo della Pastoia Total Body. Solo dopo minuti che parvero durare ore, il ragazzo tornò da Edmund. Sembrava che gli avessero disegnato il sorriso con un pennarello indelebile, tanto contrastava con l'aria ferita del suo sguardo.

–Grande intenditore di donne, eh? – lo beccò l'altro.

–Di solito le Corvonero sono molto più stronze delle Grifondoro – rispose lui in tono innaturale.

–Certo, certo.

–Un attimo di attenzione, per favore! – annunciò in quel momento la voce di Harry.

La lezione era appena iniziata.

***

–Oggi faremo una lezione un po' diversa dal solito – proseguì Harry, indicando un enorme armadio alle sue spalle. – Qualcuno di voi sa che cos'è un Molliccio?

–Io! – esclamò Neville alzando la mano. – Ѐ un Mutaforma. Nessuno conosce il suo vero aspetto, perché ogni volta che viene allo scoperto assume le sembianze di ciò che ci fa più paura.

Un mormorio nervoso percorse l'intera stanza.

–Esiste un modo semplice e divertente per sconfiggere la paura – spiegò Harry. – Dobbiamo pensare a qualcosa di buffo in cui trasformare il nostro Molliccio. Solo allora diventerà totalmente inoffensivo. Neville, ti dispiacerebbe darci una dimostrazione?

–Proprio io? Uhm, va bene – borbottò il ragazzo avanzando titubante verso l'armadio e sguainando la bacchetta.

–Forza, Neville! – lo incitò Edmund in tono solidale.

–Al mio tre – disse Harry facendo per aprire le ante dell'armadio. – Uno... due... TRE!

La porta si spalancò e dal suo interno buio emerse... il professor Piton! Più di uno studente urlò mentre il più odiato insegnante di Hogwarts avanzava verso Neville con un sorriso compiaciuto. Più pallido che mai, il ragazzo gli puntò contro la bacchetta e urlò:

Riddikulus!

In un attimo, il professor Piton si ritrovò abbottonato in uno stretto e tarlato abito da strega verde brillante, i capelli unticci nascosti sotto un imponente cappello con un avvoltoio impagliato in cima. L'intera classe scoppiò a ridere fragorosamente.

–Piton negli abiti di tua nonna è sempre affascinante – commentò Harry ridendo. – Forza, mettetevi in fila e vedete cosa sapete farne!

In meno di un attimo, i membri dell'ES si disposero in fila indiana, spintonandosi per affrontare per primi il Molliccio. Edmund fu uno dei pochi a rimanere indietro, insieme a Ron. A pochi metri da lui, il Molliccio si trasformava in creature spaventose per poi mutare in qualcosa di tremendamente ridicolo. L'intera sala era scossa dalle risate degli studenti, che stavano letteralmente scatenando la loro fantasia creativa.

Ron fu l'ultimo prima di Edmund. Il suo Molliccio si trasformò in un ragno gigantesco, che prese ad avanzare vero di lui facendo schioccare minacciosamente le sue tenaglie lucenti. Molte ragazze urlarono terrorizzate.

R-Riddikulus! – piagnucolò Ron pallido come un cencio.

In un attimo, il ragno si trasformò in un grosso pallone bucato che schizzò dall'altra parte della stanza con un fischio acuto, tra le risate e gli applausi dei presenti. Ron si allontanò dalla fila con aria soddisfatta, battendo il cinque ad alcuni Grifondoro.

Con una stretta allo stomaco, Edmund si ritrovò completamente solo di fronte al Molliccio. Qualcosa di grosso prese ad allungarsi lungo il pavimento, mentre un sibilo minaccioso prorompeva dal suo corpo informe. Un serpente enorme, lungo almeno dodici metri, si erse in tutta la sua statura di fronte al ragazzo, facendo scattare la lingua biforcuta in avanti.

In molti urlarono, ritraendosi il più lontano possibile dal mostro. Edmund rimase come paralizzato. Non riusciva a muovere un muscolo. I suoi occhi sgranati erano fissi sul corpo screziato del rettile, che prese a strisciare minaccioso verso di lui, pronto ad attaccare.

–Coraggio, Edmund! L'incantesimo! – lo incitò Jane, per niente spaventata.

Nel sentire la voce della ragazza, il serpente voltò la brutta testa triangolare verso di lei. Jane ammutolì di colpo, mentre la creatura si preparava ad attaccarla. Edmund non pensò neanche a quello che fece. In un attimo, si era parato di fronte a lei, le braccia spalancate, gridando:

–No, lei no! STAI INDIETRO!

Un brivido di terrore percorse la sala. Il serpente lo fissò dritto negli occhi per qualche istante; poi, con un lieve sibilo, si acciambellò sul pavimento simile alla mostruosa imitazione di un grosso cane.

Riddikulus! – esclamò Harry, accorso al suo fianco.

In un attimo, il serpente venne sostituito da un grosso salame, che si dissolse nel nulla con uno sbuffo di vapore. Tutti i presenti tenevano lo sguardo fisso su Edmund. Molti bisbigliavano il suo cognome, additandolo di nascosto. Il ragazzo notò con orrore che persino Adam e Neville non riuscivano a staccargli gli occhi di dosso. Che cosa poteva aver fatto di tanto terribile?

–Edmund, – disse in quel momento Jane in tono innaturale – hai appena parlato in Serpentese!


**** Angolo Autrice ****

Fuori il primo aggiornamento dell'anno! :) Come state? Devo ammettere che in questo ultimo periodo Wattpad è diventato la mia droga, sto leggendo e scrivendo tantissimo e in più grazie al confronto con altri autori ho ritrovato la voglia di buttarmi e l'autostima che da un po' di tempo a questa parte sembravano avermi abbandonata. Perciò, ringrazio tutti voi di cuore per il piccolo grande aiuto che mi state dando, sono proprio felice di essermi lanciata in questa nuova avventura letteraria <3

Ma passiamo al capitolo, che credo abbia lasciato in giro un bel po' di indizi sulla possibile identità di Edmund... Dai, dubito che ci sia bisogno di arrivare al terzo volume per capirlo (ma è possibile che ai tempi la menassi così per le lunghe? xD), quindi se avete delle ipotesi buttatevi pure, che sono curiosa! ;)

Anyway, il capitolo trash su San Valentino era d'obbligo. Anche perché, credo che ormai sia chiaro, sia Edmund che Jane sono disperatamente cotti l'uno dell'altro, ma essendo due asociali nati la vedo veramente dura che riescano a esternare i loro sentimenti tanto facilmente... Secondo voi, cosa potrebbe aiutarli a fare il grande passo? E come la prenderanno i Potter ora che hanno scoperto che anche Edmund è Rettilofono?

Okay, temo di lasciarvi con un bel po' di confusione in testa. Prima che mi banniate ovunque, volevo segnalarvi anche la mia nuova storia appena pubblicata. Si tratta della primissima fanfiction che scrissi nel lontano 2010, e che finalmente ho trovato il coraggio di postare qui su Wattpad. Se siete curiosi, vi lascio il link qui di seguito: https://www.wattpad.com/1003773572-the-passage-presentazione-personaggi

Confesso che mi è tornata la voglia di rimettere mano anche a questa fanfiction, quindi chissà se una volta finito "Come il vento" mi butti in un sequel, magari ambientato alcuni anni dopo la fine della Seconda Guerra Magica... Non corriamo troppo, per il momento, ma vi farò sapere ;)

Intanto, vi mando un forte abbraccio e ci vediamo mercoledì con il terzo capitolo di "Come il vento".

Buona serata e buon inizio settimana a tutti <3

**** p.s. l'immagine a inizio capitolo l'ho trovata su tumblr, non è mia!!!! 

F.



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