Evasione di massa

La risposta all'improvvisa gioia di Voldemort arrivò puntuale la mattina seguente, campeggiando in prima pagina su La Gazzetta del Profeta. Notando il brusio concitato degli studenti chini sulle copie del quotidiano, Jane si affrettò a raggiungere Hermione per scoprire che cosa fosse accaduto. Non appena lesse il titolo dell'articolo, che sovrastava i ritratti di dieci maghi laceri con tutta l'aria di essere dei criminali, la ragazza pregò con tutto il cuore di stare ancora sognando.

EVASIONE DI MASSA DA AZKABAN

Dieci Mangiamorte sono evasi dalla prigione di Azkaban intorno alle 22:00 di ieri sera, facendo crollare una buona porzione dei muri che sigillavano le loro celle. Nessuno dei guardiani è riuscito a far fronte alla situazione. Secondo gli inquirenti, i prigionieri sono stati liberati dall'unico mago che prima di loro è riuscito nell'impossibile impresa: il pluriomicida Sirius Black, tuttora latitante.


–Ancora con questa storia? – ringhiò Harry a bassa voce.

Nel frattempo, Jane scorreva con lo sguardo le biografie degli evasi, rabbrividendo a ogni riga. Pluriomicidi, torture, sequestri, estorsioni. In confronto, ciò per cui era stato incriminato Sirius sembrava uno scherzo da ragazzi. Si bloccò quando lesse di Antonin Dohlov, che aveva massacrato i genitori di Natalie Prewett; poi i suoi occhi si fissarono sull'unico nome di donna presente nell'elenco, lasciandosi sfuggire un gemito. Anche Harry stava fissando lo stesso punto.

Anche se era meno bella di Alhena Black, Bellatrix Lestrange aveva ereditato il fascino letale della sorella. Aveva la sua stessa pelle bianchissima, i lunghi capelli un tempo neri e setosi ingrigiti e arruffati dagli anni di prigione. Sul volto magrissimo risaltavano gli stessi occhi neri da assassina, dilatati dalla follia. Sotto la sua foto in bianco e nero, una didascalia recitava implacabile: Bellatrix Lestrange, 39 anni, responsabile del sequestro e la tortura fino alla follia di Alice e Frank Paciock.

I Potter non furono gli unici a levare lo sguardo verso Neville. Il ragazzo continuava a sorseggiare la sua cioccolata come se niente fosse, ma dalla tensione delle sue nocche sbiancate mentre stringeva tra le mani una copia del giornale si intuiva fin troppo il suo effettivo stato d'animo.

In quel momento, Edmund si sedette accanto a lui.

–Ciao, ragazzi – li salutò sorridendo, ignaro di tutto. – Cosa succede?

Poi i suoi occhi scattarono sulla copia del Profeta che Neville gli stava sventolando sotto il naso. Improvvisamente, il ragazzo divenne pallido come un cadavere, un'espressione di puro orrore dipinta sul volto.

–Non può essere vero! – gemette.

–Mi dispiace, Ed – mormorò Jane.

In quel momento, anche Susan si unì a loro, reagendo in modo ancora più spaventato del fratello.

Lei? – squittì inorridita.

–Lei – annuì Jane, lo sguardo perso nel vuoto.

Susan si portò la testa tra le mani. Di colpo, le sembrò di rivivere tutto il terrore che l'aveva accompagnata l'anno precedente.

–Credete che ricominci a...?

–Non so quali siano i suoi piani. Forse Caspian...

–Vado subito a scrivergli. Ci vediamo a lezione! – esclamò la ragazza balzando in piedi e correndo a perdifiato fuori dalla Sala Grande.

Edmund la seguì con lo sguardo, ancora spaventato.

–Mi darà la caccia – disse non appena rimasero di nuovo soli.

–Lei sa che eri prigioniero di Alhena? – domandò Hermione.

–Non lo so. Non l'ho mai vista – rispose Edmund freddamente.

–Credo sia improbabile. L'hanno arrestata nel '92 – intervenne Neville.

–Io nel '92 già c'ero – lo corresse l'altro con un brivido.

–Ѐ pur sempre la sorella di Alhena – osservò Jane.

–Tu pensi che Bellatrix sapesse dei suoi piani? – chiese Harry.

–Non credo proprio. Vi ricordate che cosa ci ha detto Sirius l'anno scorso? Quelle due si odiavano: sono sempre state in competizione. Non credo che Alhena avrebbe rivelato un piano che le stava molto a cuore proprio a lei – fece Hermione.

–E se invece Bellatrix fosse riuscita a scoprirlo per conto proprio? – ipotizzò Harry.

–Allora potete considerarmi un uomo morto – gemette Edmund.

Neville gli strinse l'avambraccio con fare solidale.

–Siamo pur sempre a Hogwarts. Qui nessuno può farci del male – disse con decisione.

–Tranne la Umbridge – commentò Harry.

–Quello è il male minore. Qualche anticipazione per la lezione di stasera? – domandò Neville, un lampo che gli attraversò improvvisamente gli occhi grigi.

***

–Tutto bene, Pevensie? – cercò di tirarlo su Adam mentre si avviavano verso la Stanza delle Necessità.

–Per niente – borbottò il ragazzo scuro in volto. – La sorella di chi mi ha rovinato la vita è di nuovo in circolazione. Come dovrei sentirmi?

–Terrorizzato a morte?

–Come minimo.

L'atmosfera nel quartier generale dell'ES non era meno tesa di quella mattina, anzi, con il passare delle ore gli animi sembravano essersi incupiti ancora di più. In molti continuavano a discutere sull'articolo sul Profeta, confidandosi a vicenda i loro timori su un possibile attacco ad amici e parenti rimasti nel vulnerabile mondo babbano. La stessa Susan aveva avvertito tempestivamente Peter di stare in guardia e di tenere sempre la bacchetta a portata di mano, anche se ormai la sua vita sarebbe stata tra la gente priva di poteri magici.

–Ti dispiace se mi allontano un attimo? Torno subito – annunciò a un certo punto Adam, posando la cartella in un angolo della stanza.

Edmund gli lanciò una lunga occhiata interrogativa, che mutò immediatamente in un sorriso carico di complicità nel momento in cui intuì la causa di quella richiesta.

–Sei davvero un grande amico – disse Adam battendogli una pacca sulla spalla e raggiungendo Natalie Prewett, che era appena arrivata.

–Ciao – la salutò, cercando di sembrare disinvolto.

–Ciao – rispose lei freddamente, continuando a rovistare nella sua cartella.

Quel gesto ormai sembrava diventato automatico nel momento in cui Adam le rivolgeva la parola.

–Come stai? – proseguì lui.

–Come vuoi che stia? L'assassino dei miei genitori è di nuovo in libertà – rispose Natalie levando la testa di scatto.

–Non ti arrabbiare. Volevo solo aiutarti, tutto qui – si schermì il ragazzo indispettito.

–Non mi serve il tuo aiuto – rispose l'altra fulminandolo con lo sguardo.

–Aiuto o meno, era comunque una forma di cortesia.

Natalie gli lanciò una lunga occhiata penetrante, come se stesse cercando di sondare ogni centimetro del suo viso fin sotto l'epidermide.

–Dove vuoi arrivare? – domandò a un certo punto.

–Non capisco perché sei sempre così sospettosa con me. Ti sembro forse un cattivo ragazzo? Ehi, sveglia: il mio migliore amico è stato per anni prigioniero di una pericolosa Mangiamorte!

Natalie lanciò una lunga occhiata a Edmund, che stava chiacchierando animatamente con un gruppo di Grifondoro.

–Chi, lui? – domandò. – Susan non me ne ha mai parlato.

–L'avresti fatto al suo posto?

–No.

Adam le abbozzò un sorriso, poi tornò fischiettando dai suoi amici, sentendo il suo sguardo assassino bruciargli sulla nuca.

***

Con somma sorpresa dei presenti, quella sera Jane si presentò da sola. Si sedette a gambe incrociate sullo sgabello che di solito usava Harry per spiegare e afferrò il fischietto.

–Buonasera, gente! – esordì con la sua voce squillante. – Ebbene sì, oggi sarò io a farvi lezione. Harry non stava molto bene e per questo mi ha nominata sua supplente. Visto il buongiorno che abbiamo ricevuto stamattina, pensavo di fare una lezione un po' più intensiva. Niente Expelliarmus, ma un bel ripasso di Incantesimi di Difesa che potrebbero tornarci utili. Siete d'accordo?

L'intera sala venne percorsa da un brusio di assenso.

–Molto bene – Jane si levò in piedi, cercando inutilmente di sembrare più alta. – Per cominciare, vediamo subito gli Schiantesimi. Li trovo di gran lunga più efficaci dell'Expelliarmus, perché ci consentono di neutralizzare temporaneamente l'avversario senza però ucciderlo o ferirlo gravemente. Nello stesso tempo, però, noi avremo un bel vantaggio per darcela a gambe, no? Perfetto, vi chiedo solo di disporvi nelle solite coppie... Hermione, puoi venire un attimo al centro, così facciamo vedere agli altri come si fa?

La ragazza la raggiunse a grandi passi. Entrambe si fronteggiarono; poi Hermione gridò: – Stupeficium!

Jane cadde a terra priva di sensi. In molti nella sala urlarono, in particolar modo Edmund.

Hermione si chinò sul corpo dell'amica e sussurrò: – Innerva.

La ragazza spalancò di nuovo i suoi grandi occhi verdi e le rivolse un sorriso.

–Ecco cosa dovrete fare – spiegò alzandosi in piedi. – Ciascuno di voi Schianterà e rianimerà a turno il proprio compagno; poi proverete a simulare un vero e proprio duello come al solito. Pronti? Al mio tre: uno...due...

Al fischio di Jane, la sala si trasformò nella solita bolgia infernale, con gli incantesimi che schizzavano da una parte e dell'altra schiantandosi sul soffitto. La ragazza dovette abbassarsi più volte per non essere presa in pieno mentre passava a controllare il lavoro dei compagni. Con sua somma soddisfazione, sia Edmund che Neville stavano facendo dei passi da gigante. Evidentemente, l'evasione di Bellatrix Lestrange li aveva resi ancora più determinati di prima. Edmund in particolare sembrava aver trovato finalmente il coraggio di tirare fuori i suoi poteri, anche se quella sera stava tendendo a esagerare. Al secondo capitello mandato in frantumi dal ragazzo, Jane fu costretta a farlo smettere, invitandolo a ripassare il più innocui Incantesimi di Disarmo, con grande sollievo di un ammaccato Neville.

Mentre passava in rassegna i compagni, la ragazza avvertiva una strana sensazione. Ogni volta che si avvicinava a loro, le sembrava di avvertire uno strano senso di vertigine, come se stesse provando emozioni che non le appartenevano: tensione, euforia, spavento, dolore, determinazione. Era come se gli incantesimi scagliati dagli studenti scorressero direttamente nelle sue vene. Era qualcosa che non la abbandonava dal momento in cui era entrata nella testa di Piton.

Alla fine della lezione, Jane era distrutta ma soddisfatta. Salutò gli altri e si avviò verso la torre di Grifonforo insieme a Ron, Hermione e Ginny. Lì trovarono Harry dove lo avevano lasciato, sommerso fin sopra la testa dai manuali di Incantesimi.

–Buonaseraaaaaa! – trillò Jane prendendolo alle spalle e facendogli fare un salto spettacolare per la paura. – Si può sapere perché ci eviti da stamattina?

–Niente, sono solo indietro con i compiti – borbottò il ragazzo risistemandosi gli occhiali sul naso.

–Bugiardo, lo sai che me ne accorgo subito quando mi nascondi qualcosa – rispose lei giocherellando distrattamente con una ciocca di capelli scuri. – Allora, ti decidi a sputare il rospo o devo procurarmi una dose massiccia di Veritaserum?

Harry non rispose, abbassando lo sguardo sui libri e fingendo di studiare.

–Harryuccio, – cantilenò Jane implacabile – a noi puoi dirlo!

–E va bene, razza di rompipalle che non sei altro! – sbottò lui furibondo. – Vi sto evitando per il vostro bene, visto che ho paura di essere posseduto.

–Che vai farneticando? – domandò la sorella, tornando di colpo seria.

–Lo volete sapere come sono andate esattamente le cose la notte dell'aggressione del signor Weasley? Io ero il serpente, sono stato io ad attaccare, e anche dopo ho avuto sempre l'istinto di mordere e fare male, persino quando Silente mi ha guardato nel suo ufficio! Ecco perché vi sto evitando: ho paura di aggredirvi.

–Non essere ridicolo! – intervenne Ginny bruscamente. – Ti posso assicurare che non sei posseduto. A me è capitato. Non ricordavo nulla di quello che era successo. Mi risvegliavo in un posto senza sapere come ci ero arrivata. Mi pare che tu finora non hai avuto questi sintomi, vero?

–No – borbottò Harry.

–Piton ha ragione: devi impegnarti con l'Occlumanzia, costi quel che costi – disse Hermione severa.

Il Sopravvissuto non rispose, continuando a fissare il fuoco davanti a sé. L'ultima cosa che voleva a questo mondo era farsi dare consigli da Piton.

***

Bellatrix Lestrange osservava la grande stanza sotterranea di fronte a lei, il labbro superiore arricciato in un'espressione mista fra la rabbia e il piacere. Aveva trovato la porta di ferro spalancata, l'interno della cella deserto. Eppure i segni inconfutabili della presenza di qualcuno erano ancora freschi, come se fosse passato pochissimo tempo dalla sua scomparsa. Il letto era sfatto e sul cuscino si intravedeva l'impronta di una testa che faceva capolino sotto un pesante strato di polvere. La libreria era piena di libri, alcuni dei quali sparsi sul pavimento. C'erano un tavolo e delle sedie rovesciati; per terra campeggiavano i resti di un pasto mai consumato tra i frammenti delle stoviglie fracassate. In un angolo, un pitale ancora colmo inondava l'ambiente di un fetore nauseabondo.

–Sei per caso giunta alle mie stesse conclusioni? – chiese una voce fredda a pochi centimetri dal suo orecchio.

Nell'udirla di nuovo dopo così tanti anni, Bellatrix provò un brivido di euforia e terrore. Si voltò di scatto, restando allibita per diversi istanti. L'affascinante Tom Riddle che conosceva un tempo aveva perso i tratti angelici del volto e i folti capelli neri. Al suo posto, vi era un essere pallido ed emaciato, il cranio irretito di vene violacee e due terribili occhi rossi dalla pupilla verticale che brillavano nell'oscurità.

–Mio signore! – gridò la strega con voce stridula, crollando a terra e prendendo a baciargli l'orlo della veste.

–Silenzio! – sibilò Voldemort, scostandosi da lei con veemenza. – Ti ho fatto una domanda.

–Qualcuno viveva qui, fino a non molto tempo fa – rispose lei, contorcendosi sul pavimento come un verme.

–La domanda è: chi? Conoscevi tua sorella. Lei non serbava molti riguardi per i prigionieri – le pallide dita bianche di Voldemort carezzarono i dorsi dei libri disposti ordinatamente lungo gli scaffali. – Storia della Magia, leggende del mondo magico, fiabe per bambini...

–Vi giuro che non si tratta di lui! L'ho consegnato io stessa nelle mani di Greyback come avevate ordinato! È morto, mio signore! Morto! – implorò Bellatrix terrorizzata.

–A quanto pare, la piccola Alhena mi ha mentito ancora una volta – sibilò il Signore Oscuro con un fremito di rabbia. – Quella serpe sapeva tessere gli inganni meglio di chiunque altro. Sono felice di averle inferto la morte che meritava.

Bellatrix rabbrividì, ripensando al mucchio di cenere che aveva trovato nello studio al suo arrivo. La sua rivale numero uno non c'era più. I suoi occhi si accesero di cupidigia.

–Non avrei mai creduto che avesse osato tanto – proseguì Voldemort percorrendo la cella a grandi passi. – Ho iniziato ad avere dei sospetti al momento della mia caduta, quando Alhena non venne mai a cercarmi come avevo creduto. Non importa, ho trovato qualcuno che mi servirà molto più fedelmente di lei. Qualcuno che, la notte in cui sono tornato, mi ha rivelato che avrei trovato una piccola sorpresa, una volta arrivato qui. Un piccolo segreto che Alhena custodiva gelosamente da quattordici anni.

–Come ci è riuscita? – domandò Bellatrix a denti stretti.

–Incantesimi di Protezione, evidentemente. Continui spostamenti in giro per l'Europa. Non importava, nessuno riesce a sfuggire tanto a lungo a Lord Voldemort. Peccato che quella notte sia arrivato qualcuno prima di me.

–Chi, mio signore?

–Jane Potter, una nota ficcanaso. Era prigioniera proprio qui, la notte del mio ritorno. A quanto pare, ha notato questa cella e il suo piccolo, ignaro buon cuore le ha suggerito di portar via il suo occupante senza chiedersi chi fosse.

–Aha! – Bellatrix scoppiò a ridere sguaiatamente. – Quella sciocca ragazzina! Vorrei proprio vedere la sua faccia quando scoprirà chi è! A quel punto, ci penseranno direttamente gli Auror a ucciderlo.

–Non credo proprio. A quanto pare, Silente l'ha preso sotto la sua ala protettiva. Mi è impossibile avvicinarmi a lui quanto a Potter. Sono entrambi intoccabili e, ironia della sorte, sono diventati amici per la pelle.

–Ma signore, tutto ciò è impossibile!

–Le cose quadrano fin troppo bene, invece – rispose Voldemort con fredda lentezza, gli occhi che mandavano lampi. – Mia cara e fedele Bellatrix, ti piacerebbe rimediare alle mancanze della tua defunta sorella?

–Oh, sì mio signore! – esclamò la donna con un ghigno perverso.

–Portami il ragazzo. Lo voglio vivo – rispose lo stregone con calma.

Lo sguardo di Bellatrix si illuminò.

–Sarà fatto – rispose con esaltata euforia.

Ѐ ora di fare visita a mia sorella Narcissa, pensò un istante dopo, pregustando il dolce sapore della vendetta sulle labbra.



**** Angolo Autrice ****

Eccomi quaaaaa! :) Ammettetelo, avete fatto anche voi la maratona di Harry Potter in questi giorni, vero? xD 

Io non potevo mancare, e rivedere i film uno dietro l'altro mi ha fatto ritornare una voglia irresistibile di rimettere mano a questa storia, che vi ricordo ho concluso nel lontano 2014. Ci sono tanti missing moments che vorrei condividere con voi, in particolar modo dal sesto libro (ma per ovvie ragioni devo prima finire di postare tutta la trilogia, anche perché ci sarebbero un po' di spoiler su Edmund), e magari far tornare i nostri protagonisti con una nuova avventura ambientata molti anni più tardi, con loro adulti e un po' di magagne da risolvere in giro per il mondo magico, e non solo.

Tra le altre cose, oggi per me è una data potteriana molto importante: sono infatti passati 18 anni da quando ho visto "La Pietra Filosofale" al cinema! Per me fu un trauma (non ero molto abituata a quel genere di film, lo ammetto, ero piccola), ma fu anche l'inizio di una straordinaria avventura che mi ha guidata fin qui, dall'amore per la lettura alla voglia di scrivere storie. E anche dal punto di vista de "Le Cronache di Narnia" c'è stato un altro compleanno, visto che le ho scoperte il 26 dicembre. Guarda caso, entrambe le saghe furono un regalo di Natale da parte di persone care a distanza di poche ore dall'andare al cinema a vedere i rispettivi film, quindi in queste ore il mio hype è abbastanza alto. E ammetto che darei qualsiasi cosa per tornare in una sala cinematografica come ai vecchi tempi, magari al centro di Roma. E va bene, speriamo che ci restituiscano anche questo: Netflix è bello, ma vuoi mettere la magia del cinema? ;) 

A proposito di scrittura, mi piacerebbe un sacco farvi pubblicità della saga fantasy ispirata direttamente a questa fanfiction, che è diventata più adulta e ha spalancato le sue ali con personaggi originali (ma sicuramente tra loro riconoscerete Edmund e Jane tra i protagonisti) e un'ambientazione tutta romana. Vi lascio il link, se avete Kindle Unlimited potete scaricarlo gratis in ogni momento: https://www.amazon.it/dp/B08GNX65TS

Noi ci aggiorniamo mercoledì con la mia altra storia, questa volta originale. Se volete, la trovate qui: https://www.wattpad.com/story/251543966-come-il-vento

A prestissimo! P.s. se qualcuno vuole fare scambio recensioni, sappiate che ci sono, basta che non sparite dopo che vi ho recensito come mi è successo ultimamente! xD

Un abbraccio mega,


F.

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