Speciale 1: Charlie e Daphne

«Charlie, ragiona» sua madre continuava a seguirlo mentre lui preparava la valigia, o meglio lo zaino. «Non puoi portare una ragazza, la tua ragazza, per una vacanza romantica in quel posto!»

Charlie provò a non rispondere, continuando imperterrito il bagaglio. Certo, la distrazione derivante dalle parole di sua madre era evidente, dal momento che aveva passato gli ultimi dieci minuti a piegare i vestiti di Ginny, invece dei suoi. 

«Arthur, parlaci tu!»

«Molly, cara, è adulto e... Charlie, quello che tua madre vuol dirti è che...»

«Se lo fosse per davvero, avrebbe del sale in zucca e non ne ha. Charlie, caro, quella cara ragazza di Daphne finirà con lanciarti una maledizione, tornare con la prima passaporta disponibile e lasciarti in un nido di Lungocorno Rumeno!»

«Merlino! Allora... punto primo: non conoscete Daphne; punto secondo: non sono qui a chiedere il vostro permesso e punto terzo: non avete altri figli oltre me?»

«Gli altri miei figli non vogliono dare un anello di fidanzamento alla propria innamorata in un posto selvaggio! Gli altri miei, perfino Ronald, che mi ha dato tanti pensieri, glielo hanno dato in maniera... in maniera... Oh, per Morgana santissima!»

«Ma gliel'ho già dato un anello. Siamo già fidanzati, mamma! »

«E l’anello della prozia Muriel? Quello forgiato dai folletti? Non dovevi darle quello?»

«Mamma!»

«Che c’è?! Adesso sarei io la matta, qui? Sei tu che vuoi prendere la passaporta per la Romania!»

«Papà, non può parlare sul serio. Zia Muriel!»

«Oh, sì che può, figliolo. L’anello di zia Muriel non è male, mica le somiglia, sai?»

Charlie nascose una risata, per evitare di far esplodere quel calderone in ebollizione che era sua madre.

«Ma non spettava a Bill? Non è il primogenito o cazzate simili?»

«Linguaggio, giovanotto! Lui ha avuto la tiara di zia Muriel. Come era bella, la nostra Fleur con la tiara, il giorno delle nozze!» esclamò Molly Weasley con una voce improvvisamente commossa. Era piuttosto emotiva, in quel periodo. Fleur era quasi sul punto di farla diventare nonna, dopotutto.

«Mamma, Fleur è mezza Veela, sarebbe stata bella anche con un rospo morto in testa.»

«Ma che c'entra!»

«E dammi quest’accidenti di anello. Però glielo darò a modo mio, in Romania, e se pure starà in bocca a un drago non dovrai protestare.»

«Charlie....  Arthur, fallo ragionare.»

«Molly, cara, come ti dicevo prima, è adulto. E poi ha detto che prende l’anello, è già qualcosa, no?»

«Scusate, di grazia, agli altri che tocca, un bastone?»

«Oh, tranquillo, Charlie, zia Muriel è una delle persone più detestate dai folletti che io conosca. Ha così tanti gioielli forgiati da loro che praticamente potrebbero considerare casa sua come loro proprietà» interloquì Bill, che era lì in visita. Aveva fatto il possibile per esserci, voleva salutare il suo fratellino prima che partisse, ma non vedeva l’ora di tornare da Fleur, che era a riposare a Villa Conchiglia.

«Che Godric ci assista!»

~

«Farai un buco nel pavimento» disse Pansy, limandosi le unghie con calma sorprendente. 

Daphne si girò, fulminandola con lo sguardo, senza peraltro smettere di camminare avanti e indietro per la stanza, irrequieta.

«Io ho paura dei Thestral, lo sai, vero? E di un bel po’ di altre creature, soprattutto se provviste di grosse ali. E sai dove andiamo? Oh, aspetta, guarda qua, mi ha portato dei volantini... dei volantini, capisci? Ecco: la Colonia “Code felici”. Code felici? Ma dico! E guarda, guarda queste maledette foto magiche! Ci sono dei bambini che giocano con cuccioli di drago! Quello, vedi, quello gli ha quasi messo una mano in bocca!»

«Bella mia, è un magizoologo, domatore di draghi, dove volevi che ti portasse?»

«Parigi? Roma? Il Cairo? Ovunque!»

«Allora dovevi scegliere Blaise. Certo che il culo di Charlie...»

«Scema! Sverrò alla vista del primo, maledetto drago. Altro che culo di Charlie! Vedrò il pavimento e poi l’infermeria.»

«Se svieni, fatti fare la respirazione bocca bocca.»

«Vedo che hai ripassato babbanologia. Ma quindi tenterai davvero di fare domanda per insegnare a Hogwarts? Credevo fosse uno scherzo di cattivo gusto... come del resto lo credevo quando Charlie mi ha detto della Romania.»

«Forse. Ma perché gli hai detto di sì, scusa?»

«Tu riesci a dire di no a Theodore?»

«Cocca, devo insegnarti le basi!» sospirò tragicamente Pansy «Dovrebbe avvenire il contrario, esattamente il contrario! LUI dovrebbe non capire più niente e non saperti dire di no!»

«Ma se all'inizio dell'ottavo anno hai perfino affrontato la Granger per lui. La Granger faceva paura a scuola.»

Pansy sbuffò, non l’avrebbe mai ammesso.

«Hermione è una grifondoro, dolce e leale. Come Charlie, no?»

«Ti sei bevuta il cervello?»

«Dai, quando vuole, è dolce davvero. Quando non vuole, vien fuori il leone, lo so.»

«Sto ancora cercando di capire come facciano lei e Draco a non schiantarsi a vicenda. Ma d'altronde mia sorella sta con Ronald, quindi che ci capisco io dell'amore? Poteva essere la nuova Lady Malfoy...»

«Si schiantano. La cosa bella è quando rinvieni abbracciato all’altro, no? Potresti fare così, schiantalo. Per Astoria... per Morgana, non l’ha capito nessuno! Ma stanno così bene insieme che alla fine puoi solo alzare le spalle e accettare la cosa. Tra lei e Draco sarebbe stato un disastro, ne sono sicura.»

«Non che sia... Uff, insomma, è gentile Ron.»

«Daph. I bagagli. Li hai già aggirati tre volte, fatti evanescere e fatti esplodere due e una volta hai lanciato un aguamenti. Dubito che prendertela con i tuoi vestiti risolva la situazione “bestioni alati”.»

«Non ci voglio andare! Non voglio e basta, Pans! E se mi obliviassi? Puoi dire che l’hai fatto per sbaglio e ora devo andare al San Mungo!»

«Sei assurda. Diglielo! Non sei mai stata arrendevole, non dovresti cambiare per lui»

Daphne si fermò, lasciando andare un sospiro.

«Non voglio essere arrendevole, Pans, e non voglio cambiare. Sono una persona decisa e resterò tale! Solo che lo amo e so quanto è importante per lui e così so che dovrei provarci. Ma sono... Draghi! Grossi bestioni enormi e feroci. Già quando li ho visti al Tremaghi mi sono sentita svenire! E lì erano, come dire, sotto controllo.»

«Oh, andiamo! Ricordo come fissavi Charlie Weasley quando teneva le catene di quei bestioni! Scommetto che ti sembrerà così sexy che passerete tutto il tempo tra le lenzuola!»

Daphne arrossì un po’, dando una spintarella all’amica. Era vero, durante la prova lei aveva fissato così tanto Charlie Weasley che avrebbe saputo contarne le lentiggini o dire ogni dettaglio del suo abbigliamento da addestratore di draghi.  

«Oh, Salazar! Va bene, parto. Ma se mi costringe a volare lo uccido. Alla babbana, a mani nude.»

~

Arrivare alla riserva non fu difficile, la passaporta li aveva lasciati praticamente all'ingresso. Un’enorme boscaglia inaccessibile e impervia per i babbani, ma un ordinato bosco recintato da staccionate magiche per loro. Charlie aveva gli occhi scintillanti di entusiasmo. Le afferrò un polso e cominciò a tirarla verso la Riserva, indicando qualunque cosa ci fosse intorno come se fosse la settima meraviglia del mondo.

«Charlie, dove... Dove dormiremo?»

«Tranquilla, non intendo mica farti dormire in un nido!» si fermò, colpito dalla voce tremula della fidanzata. Che sua madre non avesse avuto tutti i torti?

«Vedi quella grossa costruzione laggiù? Più o meno al centro? Ecco, lì c’è il Centro Adozioni ma intorno ci sono le case destinate agli allevatori ma anche a studiosi, medici, pozionisti e tutto il personale tecnico autorizzato a lavorare al progetto. Alcune case sono visitabili, così come alcuni studi medici, mentre altre sono chiuse al pubblico. Io, avendo lavorato qua, ho avuto la possibilità di avere per noi due una casetta decentrata, vicina a quello, vedi? Che è una sorta di... Asilo nido dei piccoli draghi. È la zona più tranquilla del Parco.»

«Ma non mi dire? E i cuccioli restano fino alle sei o le madri vengono a prenderli prima?»

«Spiritosa! Noi addestratori... scusa, forza dell’abitudine! Gli addestratori, ormai sono un rispettabile professore io. Dicevo, gli addestratori tengono qui i piccoli che non possono restare con la madre, qualunque sia il motivo, li curano e li allevano finché non sono abbastanza grandi per affrontare la riserva.»

«Oh, ora sto più tranquilla, e un basilisco non c'è? Sai, i serpenti li capisco meglio per natura!»

Charlie rise, scuotendo il capo.

«So che tra le creature magiche preferisci quelle piccole e innocue, ma non dovresti giudicare dalle apparenze. È come per gli esseri umani, sai? Le apparenze traggono in inganno.»

«Pure Potter è quasi morto per colpa di un Ungaro ed era sopravvissuto a un Avada Kedavra.»

«Mai stato d’accordo su quella prova. Pensa a come ti sentiresti tu se ti volessero sottrarre una persona cara! Quelle erano le loro uova, i piccoli draghi.»

Daphne non ci aveva mai riflettuto e si trovò a chiedersi, suo malgrado, cosa avrebbe fatto se qualcuno avesse solo osato mettere un dito su Astoria... o su Charlie.

«Okay, te lo concedo, potevano avere le loro ragioni. Ma sono giganteschi e sputano fuoco...»

«Io farei molto peggio di quei poveri draghi se toccassero qualcuno che mi è caro. Non sputo fuoco, ma con la bacchetta posso fare parecchi danni» borbottò Charlie a mezza voce, leggermente incupito. Poi sorrise, non era lì per ricordare il dolore passato, voleva mostrare la parte bella e gioiosa della sua vita precedente. Gli mancava, a volte, la libertà di quella terra selvaggia!

«Sei stato per tanto tempo qui?»

«Sono venuto qui subito dopo i miei M.A.G.O. Avevo una voglia matta mettermi alla prova lontano dalla mia famiglia.»

«Oh, sono tanti anni, immagino che ti manchino...«»

«Ehi, non sono mica così vecchio!» rise Charlie. «Però sì, mi manca un po’, anche se mi sono divertito a insegnare a Hogwarts, più di quanto avessi pensato.»

«Hagrid non è più tornato, vero?»

«No. Minerva mi ha chiesto di restare a Hogwarts. A te... piacerebbe?»

«Tornare a scuola? Oh, no, grazie, ho già dato. Otto anni invece di sette e poi devo pensare alle faccende di famiglia. Anche per Astoria. E, che Salazar mi perdoni, pure per te e Ronald.»

«No, ecco, io intendevo, sai, se lavorassi lì. A lungo, voglio dire, non solo un anno. Scusa, me e Ronald? Che intendi?»

Il viso di Daphne prese fuoco, perché parlava senza riflettere. «Oh, guarda siamo arrivati.»

«Ti è andata bene, ma poi ne parliamo, vero, Daphne? Vederti arrossire è uno spettacolo raro, più di un grugnocorto svedese che canta sotto la doccia. Vieni, quello è Anthony, ci dovrebbe dare lui le chiavi.»

«Le chiavi? Ma non è una riserva magica?»

«Te l’ho detto! Hai la testa tra le nuvole oggi... e anche questo è piuttosto strano. Come ex addestratore ho avuto la possibilità di avere una casetta tutta per noi, vicino all’asilo dei draghi. Mi sa che hai sentito asilo e non hai colto il resto. D’altra parte, non vorrai mica dormire in un nido!»

«Un nido?! Non sei serio! E non capisco a cosa servano delle chiavi in una riserva magica.»

«Oh, in quel senso! Beh, è una riserva magica ma abbiamo molti nati babbani. Diciamo che sono molto legati alle abitudini. Chiudiamo le casette a chiave come i babbani, qui. La prima volta mi è sembrato strano ma ormai lo do per scontato, scusa. Vieni, dai, ti voglio presentare... come la mia fidanzata. Posso, vero? Insomma, non mi sono inginocchiato però te l’ho chiesto.»

Daphne si sentì arrossire di nuovo, maledicendo mentalmente quella strana sensazione di insicurezza che le era arrivata addosso come uno sciame di doxi. Daphne Greengrass insicura? Che arrossisce come una primina? Roba da matti. Ma Charlie Weasley era Charlie Weasley. Per lui era arrossita più volte, si era emozionata, aveva pianto. Quel maledetto professore da strapazzo la scombussolava.

Charlie intrecciò le dita alle sue e la tirò dolcemente. «Posso, Daph?»

Un uomo alto, dai capelli biondi, li stava osservando con un sorrisetto.

«Sì, sì, certo Charlie.»

«Anthony!»

«Charlie, che immenso piacere rivederti. E in buona compagnia a quanto pare...»

«Ti presento la mia fidanzata, Daphne Greengrass. Daph, lui è Anthony Jianu, uno dei migliori addestratori di draghi che tu possa mai incontrare. Ed è un cascamorto, quindi non ti avvicinare troppo.»

«Incantato, milady.»

«Piantala!» rise Charlie, vedendolo inchinarsi cerimoniosamente e portare alle labbra la mano di Daphne.

«Come se tu non avessi mai fatto il cascamorto con le belle donne!»

L’espressione incupita, Daphne tentò di sorridere. E bravo il professore!

«Forse, una vita fa, adesso. Il mio cuore e i miei occhi sono solo per una donna.»

«Non vedo anelli sul dito di questa bella signorina. Perdonami, Charlie, ma se non ti sbrighi non ti potrai lamentare.»

«Come sei puntiglioso. Dammi tempo! E poi, tesoro, l'anello che ti ho regalato alla fine della tua scuola dov'è?»

«In ogni caso, caro Anthony, anello o non anello, io sono la fidanzata di Charlie Weasley ma sono anche una donna con la testa sulle spalle. E l'anello è dal mio orefice, continuava a scivolare via.»

«Ah, brutto presagio, signorina! Si vede che va cambiato... anello o fidanzato!» rise di nuovo Anthony. 

«Oppure potrei pietrificarla, sono brava nel farlo, sa?»

«La signorina è come un drago! Ora vado, scusate, il lavoro mi chiama. Ma ci vedremo stasera, milady.»

«Non ci conti!»

L’incontro con quel tipo aveva risvegliato tutto lo spirito indomito e combattivo della giovane Serpeverde - e non poco della gelosia che cercava tanto bene di nascondere. Charlie piaceva a troppe ragazze, il fatto che fosse stato un donnaiolo era risaputo e lei, se solo pensava che potesse comportarsi di nuovo così, sbuffava fiamme come e più di un drago.

«Piccola, perché non mi ha detto dell'anello?» Ormai erano dentro la casetta e Charlie stava pensando seriamente che sua madre avesse ragione. Daphne era di umore nero come uno che incontra un Dissennatore.

«Cosa avrei dovuto dirti? Non mi pareva poi così importante. Se stai con me, stai con me indipendentemente da un cerchio di metallo, per Salazar!» 

«Daph... lo so, Anthony ha dato sui nervi anche a me. Non facciamoci rovinare la giornata, dai! Voglio mostrarti i posti dove ho vissuto prima di incontrarti, non è...»

«E pure le tue innumerevoli amanti?» Ecco le era scappato, per Salazar non riusciva mai a mordersi la lingua prima di parlare a vanvera. 

Charlie si fermò di scatto, interdetto e non poco arrabbiato.

«Per chi mi hai preso? Accidenti, Daphne, ti basta così poco per dubitare di me? Bene. Sono un idiota.»

La lasciò lì e si allontanò, avvicinandosi nuovamente all’uomo biondo. Lo vide sorridere con poca naturalezza, quindi prendere una grossa chiave che l’uomo gli tendeva e salutarlo, voltandosi di nuovo e incassando la testa nelle spalle. Gli si avvicinò svelta.

«Charlie, ma noi abbiamo già una capanna.»

«Ne abbiamo due adesso. E, scusa, vado a trovare qualche amante focosa. Una o due, sai, non mi basta mai.»

«Charlie... Non volevo, davvero.»

«Daph, no, abbi pazienza! Tu sai perché io amo i draghi? Perché sono leali e, anche se pericolosi, ti puoi fidare di loro. Se li tratti con rispetto, loro ricambiano. Tu non ti fidi di me, per Godric! Di me! E dovrei diventare tuo marito. Scusa se è poco! Voglio stare solo e pensare. E dovresti farlo anche tu, non possiamo certo andare avanti se le premesse sono queste.»

Daphne sentì il suo cuore precipitare. Che stupida era stata, come aveva potuto ferire il suo uomo così? Per lui quel luogo era importante e voleva condividerlo con lei. Tuttavia... tuttavia il suo animo da serpeverde gelosa ancora mordeva i suoi pensieri, lei si fidava eppure Charlie non si era mai sbilanciato poi troppo. Oppure no? Sì, le aveva dato un anello, sul prato della scuola. Un bel pubblico intorno a loro a controllare che la relazione, per così dire, poco corretta del professore diventasse legittima. Ma poi non aveva parlato più di futuro insieme. Neanche un progetto, un sogno a occhi aperti, una proposta. Avrebbe voluto saltargli al collo e abbracciarlo per scusarsi. Ma avrebbe anche voluto schiantarlo e lasciarlo in un nido di drago. Magari insieme a quell’odioso idiota di Anthony. 

Charlie non si voltò. Era amareggiato e non poco. Ed era assolutamente furioso con quel borioso e invidioso Anthony, come aveva potuto anche solo pensare di essere contento di vederlo? Mi sa che la lontananza gli aveva fatto dimenticare che razza di cialtrone fosse.

«Weasley» una voce bassa lo fece voltare. 

«Romanov, che ci fai ancora qua? Non eri andato in pensione anni fa?» 

«Non si va mai veramente in pensione nel nostro lavoro. Mi hanno detto che ora sei un professore di Hogwarts. »

«Sì. Hogwarts. Non è male, sai? Ci sono molte creature.»

«Mai come qui da noi.»

«Già, anche se qualche studente fa ammattire più di un drago.»

«E come mai stai come un Ungaro spinato? Ho sentito Anthony blaterare di una certa biondina tutto pepe.»

«Quell’idiota. L’ha provocata fino a farla esplodere.»

«Lascialo perdere, ha meno sale in zucca di un Verde Gallese.»

«Già. Ma nel frattempo lei non si fida di me. Bella storia, no?»

«Amico, le donne non si fidano mai fino in fondo, lo dovresti sapere. Eppure ne hai frequentate parecchie, no?»

«Sembra che parli di un drago per davvero. Ma Daphne è diversa...»

«Se la chiami per nome sei nei guai, mio caro.»

«Sono nei guai da quando ho posato gli occhi su quella ragazza, credimi.»

«E dove l'hai lasciata?»

Charlie arrossì, per la prima volta in serio imbarazzo.

«Ho preso le chiavi di un’altra capanna. Io... ho fatto un casino, vero?»

«Sei un idiota, lasciatelo dire da un vecchio incallito.» 

«Dovrò strisciare non poco, temo. Però lei dovrebbe fidarsi, non credi? Accidenti. Non sono un ragazzino e lei lo sa!»

«Mi pare il minimo. Se la volevi diversa, non dovevi scegliere lei. È quella bella bionda che sta venendo verso di noi con passo deciso per caso?»

«Sta... venendo qui?»

Charlie per un attimo pensò che sarebbe stato meglio smaterializzarsi da qualche parte tra le cime rocciose, si guardò intorno in apprensione, facendo ridere il vecchio collega, poi sospirò.

«Raccogli i cocci, dopo, okay?»

«Weasley, prenditi questa chiave e restituiscila tu, io non ho intenzione di restare qui e tantomeno di dormire senza di te in questo accidente di posto e non farò un bel nulla se tu non ci sei. Ti è chiaro? E ora fammi vedere i cuccioli di drago, a debita distanza, magari! È il minimo che tu possa fare, prima che io prenda una qualsiasi passaporta e torni nella civiltà.»

«Daph... Vieni. Ti accompagno.»

La ragazza aveva la mascella serrata e gli occhi infuocati. Era magnifica. Anche infuriata era assolutamente magnifica.

«Si va per di qua. Troveremo piccoli appena usciti dall’uovo e, bada, sono tutto tranne che indifesi. Però non hanno ancora sviluppato la capacità di sputare fuoco. Non avvicinare troppo le mani e andrà tutto bene.»

«Oh, non c'è problema. Magari il fuoco lo sputo io, in faccia a quel damerino.»

Era assolutamente MAGNIFICA.

«Ho sempre lavorato con draghi adulti e mamme con i cuccioli. Questi qui invece sono cuccioli che hanno perso la madre. Sono più fragili e più indomiti.» Charlie fece ancora qualche passo, poi decise di parlare, senza guardarla, senza lasciarsi neppure interrompere, se avesse potuto.

«Mi sono sempre piaciute le belle ragazze, è vero, ed è anche vero che non sono brutto. Poi tra l’altro questo lavoro ha un certo fascino, per qualcuna. Però non sono mai stato un donnaiolo. Non ho mai corteggiato una ragazza che non mi interessasse sul serio e non ho mai parlato di sentimenti mentendo. Mai. E non ho mai detto a nessuna donna che l’amavo. Poi ti ho conosciuta. Non ho voglia di sapere se tu sei stata con qualcuno prima di me, non mi interessa il passato. Mi aspettavo lo stesso da te. Mi interessa il futuro. Ti ho chiesto di condividerlo con me e pensavo tu volessi lo stesso. Spero tu lo voglia ancora, ma la tua sfiducia mi ha...»

La voce gli mancò. Non era un ragazzino, no, era un uomo. Ma lei era unica. Pensare che non aveva la sua fiducia era una coltellata.

«La tua sfiducia mi fa male.»

Si era corretto, aveva cambiato la frase, Daphne se ne rese conto subito.

«Sei un maledetto idiota, Charlie Weasley. Mi hai chiesto di condividere il futuro? Ma davvero? No. Forse hai parlato di più a qualche Ungaro Spinato o a qualche Verde Gallese. Mi hai messo un anello al dito ma non mi hai parlato di futuro, non una sola volta. E se ti azzardi a parlare delle donne del tuo passato, uno schiantesimo è il minimo che ti possa capitare. Sono gelosa, Charlie. Gelosa fino alla punta dei piedi. Non condivido il mio uomo con nessuna donna, non sei una mia proprietà, ci mancherebbe, ma se hai preso un impegno con me, deve essere solo con me. Se ti interessa il futuro, se ti interessa condividerlo con me, questo ti deve essere ben chiaro. Però... non volevo farti male, Charlie. Non è sfiducia, io... Oh, Salazar!»

«Piccola» Charlie si inginocchiò «Daphne Greengrass tu sei la creatura più bella, indomita e coraggiosa che io abbia mai incontrato e vorrei che i nostri figli fossero come te, per questo ti chiedo, nel posto che più ho amato in vita mia: vuoi diventare mia moglie?» e tolse dalle tasche la scatolina di velluto che sua mamma gli aveva dato poco prima alla Tana.

Daphne sgranò gli occhi.

«Ma... tu mi avevi già dato un anello! Io...»

«È diverso. Io volevo chiedertelo qui, sono qui per questo. È il posto dove sono diventato un uomo e questo anello è della mia famiglia. Significa che voglio che tu ne faccia parte. Significa... significa tutto. E, se tu sei d’accordo, accetterò l’invito di Minerva ad abitare al castello, con te.»

«Al castello?»

«Sì, per questo prima ti chiedevo se ti avrebbe fatto piacere tornarci. Ecco, io dovevo chiedere a te prima di risponderle, noi siamo una coppia, no?»

«A me, oh, per Salazar! Baciami, professore o non rispondo di me, draghi o non draghi.»

«Ma non mi hai ancora risposto...»

Daphne gli buttò le braccia al collo. «Sì, certo che sì, che risposta vuoi che ti debba dare. Tu sei l'amore della mia vita, Charlie Weasley.»

«Bene» sorrise Charlie. «Schiantiamo Anthony per festeggiare?»

«Con vero piacere, professore.»

Da lontano Romanof sorrideva, l'aveva sempre saputo che quel ragazzo era molto di più che un Dragologo. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top