78. Via camino
Charlie percorreva di nuovo le strade di Hogsmeade, la bacchetta stretta in pugno e il passo svelto. A ogni minimo rumore però sussultava, memore dellʼattacco precedente. Vigilanza costante, gli avrebbe detto Malocchio, se ci fosse ancora stato. Era stato ben poco a contatto con il grande ex Auror, ma quellʼinsegnamento non lʼavrebbe mai dimenticato. Lʼinsegna dei Tiri Vispi lo accolse con la sua gioiosa scritta e il rumore allegro del chiacchiericcio dei clienti. Era quasi ora di chiusura, però, e lui contava di poter parlare con calma con suo fratello. Il tono vivace di George gli arrivò subito allʼorecchio, facendolo sorridere.
«Grazie, Signor Krio, vedrà che a sua moglie piacerà moltissimo.»
Spinse il battente e si trovò in un allegro caos, mentre suo fratello porgeva un voluminoso pacco viola e arancio a un mago calvo e attempato.
«Ciao, George.»
Il ragazzo gli fece cenno di aspettare mentre, con un ampio sorriso, prendeva quindici galeoni da una giovane strega e le porgeva un sacchetto colmo di piccoli pacchetti colorati.
«Miss Harris, mi faccia sapere come andrà la festa! La aspetto! Entra, Charlie, attendimi nel retrobottega, vuoi? Il tempo di battere gli ultimi scontrini, siamo in chiusura.»
Il fratello maggiore annuì per poi sparire dietro una porta a soffietto.
Si guardò intorno nel magazzino da cui poi si accedeva al piano superiore, dove cʼera la casa di George. Cʼerano scatole ovunque, forse avrebbe dovuto proporsi di aiutarlo dal momento che Ron era ancora in Cornovaglia.
«Eccomi!» esclamò il fratello minore. «Saliamo su da me che stiamo più comodi?»
«Pensavo... non è che ti serve una mano con tutte queste scatole?»
«Oh, no, domani mattina viene Angelina. Ha qualche giorno libero con la squadra e si è offerta di aiutarmi.»
«Angelina Johnson?»
«Sì, lei. Te la ricordi? Io, lei e Fred eravamo molto amici.»
«Amici...»
«Non farti venire strane idee, come mamma. Lʼho portata una domenica a pranzo ed è come impazzita.»
«Ti credo, dopo gli ultimi eventi con Ron...»
«Per favore! Non puoi, pure tu, paragonare Angi a quella Suzette.»
«Angi... Amici...»
«Charlie» sbuffò il ragazzo. Ormai erano saliti in casa.
«Ma no, George, dai! Non puoi diventare permaloso proprio tu! E comunque ricordo Angelina e se siete solo amici sei un fesso. È bella e simpatica.»
George arrossì. «Non è che sono cieco, sai... È solo che ancora non riesco, io... Ho parlato con Angie, lei dice che non cʼè fretta.»
Charlie sentì una stretta al cuore a quelle parole e istintivamente abbracciò il fratello da dietro. George, che non se lʼaspettava, sussultò per poi lasciarsi avvolgere dal fratello maggiore.
«Mi manca, Charlie. Ogni giorno, ora, minuto e fottuto secondo. Mi manca come lʼaria...»
Il più grande non disse nulla, lo strinse e basta, quello era un momento in cui doveva solo esserci. Le parole non erano necessarie. Rimasero un poʼ così abbracciati. Poi allentò la presa e George ne scivolò fuori.
«Grazie!»
«Quando vuoi, fratellino.»
«Ci sono novità al Castello?»
«Direi di sì. I ragazzi, anzi, Hermione ha individuato lʼoggetto che dovrebbe essere il cuore di Hogwarts. Per adesso stiamo facendo esercizi perché a quanto pare è necessario padroneggiare bene lʼincanto patronus e non tutti dopo la guerra ne sono ancora capaci.»
«Tu ci riesci?»
«Sì, per fortuna ci riesco ancora...»
«Io non so...»
«Uno di questi giorni vengo qui a cena e proviamo insieme, ti va?»
«Volentieri. Puoi fermarti anche stasera. Magari prendiamo qualcosa da Aberforth, non ho molto in dispensa. A parte tutto, sono così stanco che non mi andrebbe nemmeno di cucinare!»
«Tanto cucini malissimo!» rise Charlie, provocando uno sbuffo divertito del fratello. «Sono un palato fine, io! Non mi faccio avvelenare da te, sai? Già sono scampato a un agguato!»
Charlie si accorse che il fratello aveva cambiato espressione. In un lampo si rese conto che si era "dimenticato" di ragguagliare il fratello su quello che era successo a Hogsmeade lʼultima volta. Si schiarì la voce.
«È tutto okay, dai. Non... è stato niente di grave. E poi Daphne mi ha dato una mano.»
«Daphne.»
Fu la volta di Charlie di arrossire, mentre si pentiva allʼistante di aver punzecchiato George sulla Johnson.
«Eh, sì, la Greengrass, la ricordi?»
«Oh, molto molto bene. E da quanto tempo la Greengrass è Daphne?»
«Andiamo, George, lo sai, sono un professore e...»
«E io sono tuo fratello e so che non sei fesso né cieco. So anche, tuttavia, che non faresti mai una scorrettezza e quindi non so bene cosa pensare. Non credi sia meglio se mi racconti tu?»
Il viso di George sembrava quello del gatto che ha appena mangiato il topo.
«Promettimi di non dire niente a nessuno. Nemmeno a mamma. Anzi, soprattutto a mamma!»
«Ma per chi mi hai preso? Mica sono Ron, o Percy.»
«Ero per strada, qui a Hogsmeade, quando sono stato attaccato. Chiunque fosse, e penso si trattasse di Simon River, il segretario di papà, mirava a ferirmi seriamente, se non uccidermi. Daphne era lì per caso, se non ci fosse stata lei non so come sarebbe finita. Mi ha salvato il culo, George! Letteralmente. Ero ferito; non troppo seriamente, ma sarebbe stato difficile difendermi in quella situazione. Poi mi ha portato nella Stamberga Strillante, smaterializzando entrambi.»
«Wow. Non ce la facevo la Greengrass così cazzuta.»
Charlie rise, scuotendo la testa
«Neanche River, mi sa! Poi mi ha medicato, per aiutarmi a tornare al Castello. È... lei non è solo bella.»
«Fratello, sei nei guai mi sa!»
«Ma no, la McGranitt sa che mi ha salvato la pelle, anche se non immagina che mi ha praticamente spogliato, per curarmi la ferita alla coscia. Nessun problema.»
«Non intendevo questo. Ti piace. La serpentella ti piace. Lo sa che siamo Weasley, vero? O è alla ricerca del brivido del proibito?»
Charlie si accigliò, urtato. Non gli andava che si parlasse così di Daphne, non era una sventata o una stupida che cerca di sedurre un professore tanto per passare il tempo. George continuò a osservarlo, senza perdersi una sola millimetrica variazione della sua espressione.
«Ho ragione: ti piace davvero. Sei fregato, fratellone!» Rise infine.
«Oh, ma stai zitto. E pensa ad Angi... Amico.»
«Scemo. Ma lo sa che ti piace? O aspetti che si diplomi per buttarti in ginocchio ai suoi piedi? Uh, se Minerva McGranitt ti becca sono dolori!»
«Stiamo insieme, più o meno.»
La mascella di George si aprì così tanto che Charlie ridacchiò, pensando che una puffola ci sarebbe entrata anche ballando.
«Sono umano, se una donna, una bella donna, mi spoglia, chi sono io per impedirlo?»
«Ma non doveva solo curarti? Alla faccia dellʼintraprendenza!»
«Fratellino, ne riparliamo il giorno in cui Angelina deciderà che il tempo di aspettare è finito e passerà ai fatti. Me la ricordo bella decisa pure lei. È comunque con Daph non è un gioco. Se Minerva vorrà le mie dimissioni sarà accontentata. Non ho intenzione di lasciarla. Anzi volevo chiedere a Percy un favore... un fratello al Ministero di questi tempi è utile.»
Il camino iniziò a lampeggiare e le teste di Bill e Ron apparvero allʼimprovviso.
«Ciao, brutte facce!»
«Ciao a voi! Ma ci siamo dati appuntamento?»
«Ma se hai mandato un gufo, Charlie, non ti ricordi?»
«Oh, certo io e George stavamo per chiamarvi» mentì il professore, facendo ridacchiare il fratello. «Come va, Ronnie?»
Il ragazzo più piccolo fece un sorriso tirato. «Beh, ho tanto tempo per pensare, volare e aiutare Fleur a sistemare la villa.»
George tentò di fare la domanda con tono indifferente. «Hai più sentito Suzette?»
«No, ma questo lo sapete già. Non le avete detto di non contattarmi?»
«Sì, ma se avesse voluto inviarti un messaggio con un gufo, questo sarebbe arrivato comunque, non credi?»
Ron si imbronciò leggermente, poi sospirò. «Anche il dottore dice la stessa cosa. Comincio a pensare che abbia ragione. Che ce lʼabbiate tutti.»
«Ronnie, credici, ci dispiace avere ragione in questo caso. Purtroppo Suzette è sparita dal giorno in cui sei andato via pure tu, così come anche Simon e Madeleine. E questa ha attaccato Hermione a San Valentino, durante la partita Grifondoro contro Serpeverde. Malfoy si è quasi fatto ammazzare per salvarla.»
«Malfoy?»
«Si è buttato come un pazzo con la scopa sotto gli spalti, dove Hermione stava duellando con Madeleine River, mollando la partita di Quidditch così velocemente che pareva si fosse smaterializzato. Si è sfracellato contro una trave, per disarmarla, e si è rotto qualche osso.»
«Cavoli. E chi ha vinto?»
«Sei pazzesco, Ron. Harry ha preso il boccino e li ha raggiunti, in tempo per raccoglierne i pezzi, direi. Quella pazza stava usando la maledizione cruciatus su Hermione, se Draco non fosse corso in quel modo, non so come starebbe.»
Le espressioni di Ron e Bill, ma anche quella di George, erano sconvolte. Charlie si rese conto che aveva di nuovo dimenticato qualche dettaglio, quando aveva ragguagliato il fratello. Gli eventi erano così tanti e così sconcertanti che gli sembravano passati secoli.
«Charlie, forse dovresti raccontare anche quello che è successo a te» aggiunse George, incrociando le braccia. Se Simon River lʼaveva aggredito nel bel mezzo di Hogsmeade, Ron doveva essere avvisato, stare in guardia.
«Ma George...»
«Di River!» tagliò corto George. Il fratello aveva ancora la testa alla serpeverde, pensò, alzando gli occhi al cielo con finta disperazione.
«Ah. Okay. Ragazzi, per favore, non allarmate mamma con questa storia; anche se vedete che sto benissimo, la conoscete... Simon River mi ha aggredito a Hogsmeade. Schiantesimi e cruciatus. Bisogna stare attenti. Ero nei pressi del negozio di Suzette quando mi ha attaccato. Anzi, forse sarebbe il caso di parlare anche con Perce. Il Ministero è stato allertato, ma non so se ci sono aggiornamenti, se ne sa di più.»
Intervenne Bill: «So che li stanno cercando, i River intendo. »
«Forse non voleva che tu entrassi in casa.» Mormorò Ron.
«Cosa hai detto Ronnie?»
«Simon, dico. Forse pensava tu stessi cercando di entrare in casa. Anche se non so perché, insomma, se ci sono cose importanti le avranno sicuramente nella Camera blindata alla Gringott, no? Quella di Madeleine.»
«Una camera alla Gringott? A nome River o River de Castillo non cʼè ne sono, Ron.»
«Oh, no, non è a nome River de Castillo, questo lo so perché avevo notato una pergamena. Lʼaveva aperta la madre di Simon e Madeleine e lʼaveva lasciata alla figlia. È a nome suo, Elizabeth Burbage.»
Charlie sgranò gli occhi. «Hermione aveva ragione. Sono i nipoti della professoressa Burbage!»
«Ma di che professoressa parli? Non ricordo una professoressa Burbage. Suze mi disse che la famiglia viveva tutta in Spagna.»
«Io sto parlando della povera professoressa Burbage, insegnava Babbanologia ed è stata uccisa da Voldemort al Manor.»
«Ma non esiste una professoressa con questo nome!» insistette Ron, caparbio, ma con lo sguardo confuso.
«Oh, accidenti, Ron! Ti hanno obliviato!»
Ron guardava nel vuoto e scuoteva la testa, confuso e arrabbiato.
«Allora. La casa di Simon e Madeleine è sul retro del negozio di Suze. Ci sono protezioni magiche ma ,dato che sono stato informato dal custode segreto, potete entrare anche voi. È in St. Luke Street, 15. Come posso sapere se mi hanno obliviato?»
«Non credo sarà così semplice, Ronnie. Avranno cambiato codici, o protezioni dopo che sono stati scoperti. Sono in fuga.»
«Siete maghi addestrati, no? Adesso rispondimi: come posso sapere se mi hanno obliviato?»
«Può occuparsene il magipsicologo, se sa cosa cercare. Merlino, Ronnie, mi dispiace!»
«Quindi Suzette non mi amava. Nemmeno lei... Lʼunica che forse mi abbia mai amato è stata Lavanda ed è morta.»
«Non è certo lʼunica strega al mondo, Ron! E sì, Lavanda ti ha amato, è vero. Quindi potrai incontrare di certo qualcunʼaltra che lo farà. E poi anche Hermione ti aveva amato e comunque ti vuol bene ancora tantissimo, se le permetti di essere tua amica.»
«Solo tieni le mani a posto. Malfoy è nervosetto con la grifona.»
«Pffui! Non ho nessuna intenzione di fare nulla e per ora... per ora non riesco a essere suo amico. Prima o poi. Però, trovate Madeleine. Cruciarla... Godric! A Hogwarts!»
«Come preferisci, Ron, ma almeno scrivi a Harry. E non ti preoccupare li troveremo.»
«Ci penso. Anche se pure lui che se la fa con una Nott... Ma che succede questʼanno?»
«Ronnie, ancora? Ametista è una Nott come noi siamo purosangue. E Theodore Nott, snob comʼè, si è schierato a favore dei matrimoni misti. Il mondo è cambiato, fratellino, devi abituarti che le cose non sono come quando eri ragazzino. Abbiamo combattuto pure per questo, no?»
«Lo so. Voi avete ragione, io... io ci provo. Ma ci vorrà ancora un poʼ prima che possa credere alla buona fede di tutti.»
«Non devi credere nella buona fede, ma nei fatti, Ronnie. La buona fede ti può fuorviare, vedi Suzette! Credi nei fatti. E di fatti i serpeverde ne stanno facendo davvero tanti.»
Ronald Weasley annuì, serio, passandosi una mano sul viso stanco.
«Fatemi sapere quando li prendete. Io la voglio guardare in faccia quella.»
«Ci puoi contare. Vai a riposarti ora, okay? Troppe notizie tutte insieme, devi un poʼ digerirle. Bill, ti occupi tu della Gringott?»
«Ci puoi scommettere. Contatto Percy per i permessi.»
«Lo faccio io se non ti spiace, devo chiedergli anche unʼaltra cosa...»
«Va bene, Charlie, mandami un gufo quando saremo pronti.»
«Notte ragazzi, salutate Fleur.»
«Notte.»
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top