37. Hogsmeade

Draco e Hermione avevano deciso che, se volevano costruire unʼamicizia, non dovevano per forza sbandierarlo, soprattutto allʼinterno delle mura del castello. Lʼinteressamento poco gradito della professoressa River de Castello li aveva persuasi a stare accorti. Cʼera qualcuno nel castello che cercava di ostacolare lʼunione fra le case e poteva essere benissimo lei. Blaise aveva anche proposto di farsi aiutare dagli elfi domestici, che avrebbero potuto tenerla dʼocchio nella maniera discreta di cui erano capaci. Hermione aveva fatto un poʼ di resistenza, poi si era arresa, per il bene di Hogwarts. Si erano così accordati per andare a Hogsmeade in gruppo, lì poi ognuno avrebbe fatto ciò che preferiva. Solo Daphne era rimasta al castello, con un tremendo mal di testa.

«Ragazzi, io e Belinda andiamo da Stratchy & Sons, dobbiamo prendere un poʼ di cose. Ci vediamo dopo ai Tre Manici di Scopa?»

Gregory Goyle aveva unʼespressione così serena e soddisfatta che gli amici non riuscivano a guardarlo senza sorridere; lui e la vivace Corvonero andavano dʼaccordissimo. Persino Luna, che non lʼaveva mai apprezzata troppo, iniziava a guardarla con simpatia e con una strana curiosità quasi scientifica. Dove era stato nascosto finora quel lato premuroso?

Pansy Parkinson, altrettanto raggiante, proseguiva a braccetto con il "suo" Nott. Si defilarono così rapidamente che agli amici parve che qualcuno avesse fatto un evanesco.

«Io devo prendere del lucido per il mio manico di scopa. Chi mi accompagna?»

Harry, pensieroso, si era offerto di fare da guida a Ivàn, che non conosceva ancora Hogsmeade così bene essendoci stato una sola volta, pentendosene subito dopo aver incontrato gli occhi scintillanti della sua compagna di ballo, così si era imbronciato come un bambino a cui hanno tolto un giocattolo, perché non riusciva a parlare da solo con Ametista. Luna, ridacchiando divertita, prese sottobraccio lʼamica e gli fece un allegro cenno di assenso.

«Vi accompagniamo noi!»

Ginny Weasley era malinconica. Non aveva desiderato questa uscita a Hogsmeade, ma non se la sentiva di restare al Castello da sola. Sarebbe andata di certo a trovare George e Ron, ai Tiri Vispi e poi a bere una burrobirra. Quella le piaceva, per lo meno, e i Tre Manici di Scopa era accogliente. Con gli amici intorno che ridevano e chiacchieravano allegramente, si sentiva spaesata e fuori posto.

«Noi andiamo da Mondomago. A dopo, gente!»

Neville e Hannah li salutarono allegramente. Erano ormai davanti ai Tiri Vispi. Hermione si bloccò di colpo, facendo cenno di no con il capo. Draco Malfoy le mise un braccio intorno alle spalle, rassicurante.

«Dai, andiamo da Scrivenshaft, ho sentito che ha nuove piume molto resistenti.» Le mormorò, guadagnandosi unʼocchiata grata. No, non aveva la minima voglia di reincontrare il suo ex fidanzato.

Solo allora Ginny si rese conto che era rimasta sola. Beh, non proprio: con il suo sorrisetto fastidioso stampato in faccia, Blaise Zabini la osservava in attesa. «Vogliamo entrare o pensi che i tuoi fratelli, vedendomi, mi schianteranno allʼistante?»

«Non dire cavolate, Zabini, sei un cliente, credo. Insomma, entriamo e facciamola finita.»

«Dopo di lei, Madame.» le disse divertito, aprendole con fare galante la porta del negozio. Ginny alzò gli occhi al cielo. «Grazie.»

«Non cʼè di che. Mi mostri tu il negozio? Non ci sono mai entrato.» le rispose, seguendola dentro il locale con aria curiosa.

I Tiri Vispi era un caos colorato delle scatole e dei manufatti più vari che un giovane mago potesse immaginare. Il piccolo spazio era gremito di ragazzini che compravano questo o quellʼoggetto. In fondo, cʼera un gruppetto di ragazzine che sembravano incantate davanti a una gabbietta dorata. Al suo interno vi erano tante piccole palle di pelo colorate che schizzavano qua e là o se ne stavano immobili in un angolo.

«Sono quello che penso?» disse Blaise intento a osservare le palline di pelo interagire fra loro.

«Se pensi siano puffole pigmee, sì, sono loro.»

«Sono buffissime. Quella ti somiglia un poʼ come temperamento, Weasley, guarda!»

Ridacchiò, indicandole una minuscola puffola rossa, vivacissima. Ginny gli rifilò una pesante gomitata nel fianco.

«Ahia! Non si picchia il Caposcuola, Prefetto!»

«Poche storie, Caposcuola!»

«Che ci fai con questo qua?»

Alle loro spalle era apparso, carico di scatole colorate, un accigliato Ron Weasley.

«Buongiorno» salutò Blaise Zabini, senza perdere il sorriso. Ginny si avvide però della mano serrata a pugno, nascosta tra le pieghe del mantello. Ebbe una stretta allo stomaco.

«Ron. Sempre il solito. Si saluta, eh!»

«Bene. Ciao. Che ci fai con questo qua?»

«Questo qua ha un nome, si chiama Blaise Zabini, è Caposcuola a Hogwarts ed è, in questo momento, tuo potenziale cliente. Credo che la domanda avrebbe dovuto essere "In cosa posso aiutarvi?"»

«Non serviamo Mangiamorte.»

«Ron! Lui non è un Mangiamorte!»

Accanto a lei, Blaise Zabini manteneva il suo sorriso stampato. Immobile, non rispondeva. Ginny gli si avvicinò di più, finendo contro il suo braccio, inavvertitamente: era gelato. La stretta allo stomaco ora era più forte.

«Ehi, Zabini! È dai tempi di Hogwarts che non ti vedo!» George era apparso dʼun tratto, alle spalle di Ron, e sorrideva con aria sorpresa. «Ciao, sorellina! Ron, le ragazze aspettano quelle scatole. Vai, ci penso io a Zabini. Allora, serpentello, mica cerchi ancora merendine marinare?»

Ron, ancora fermo là, era livido. Il sorriso di Blaise si fece più naturale.

«Weasley è sempre un piacere...» e Ginny non seppe dire se era rivolto a George in modo sincero o a Ron con fare derisorio. Zabini era criptico come una sfinge.

«Nessuna merendina marinara, però, ora sono uno studente modello. Piuttosto, stavo valutando di comprare quella puffola pigmea. La rossa piccolina.»

«Ah, davvero. È ancora piccola e per adesso non la vuole nessuno, poi ha un caratterino molto particolare, diciamo.» rispose George dando una spinta decisa al fratello minore perché se ne andasse da lì. Ancora Ron non era riuscito a comprendere che la guerra era finita. Eppure adesso si vedeva con una ragazza, doveva essere una cosa positiva, eppure... George scosse la testa, vedendolo andare via.

«Per questo mi piace. Chi vuole le cose scontate?» rise il ragazzo.

«Voi serpi siete sempre originali. E sia, vada per la rossa tutto pepe. La prendi ora?»

«Sì. Oh, è un regalo, quindi per favore dammi anche tutto quello che serve. Una gabbietta, qualche accessorio per farla stare comoda, cibo...»

«Ti costerà un occhio. Ti posso fare un poʼ di sconto, ma sarà comunque tanto.»

«Va bene. Prendimi tutto, mentre noi facciamo un giro in negozio. Non so se Ginny vuol vedere qualcosa.»

«Sorellina, ti vedo meglio. Finalmente mangi un pochino di più, mi pare, mi fa piacere. Vado, ci vediamo alla cassa tra cinque minuti.»

«Perché non mangi?» chiese Blaise, non appena George si fu dileguato alla ricerca di quello che gli aveva appena chiesto.

«Uff, con questa storia, non è che non mangio, è che mi alleno moltissimo... O preferisci che schianti qualcuno per sfogare la mia frustrazione?»

«Qualche volta puoi schiantare me. Però mettiamo dei cuscini. Non vorrei rovinare il mio bel faccino.» disse, toccandosi pensieroso la mascella.

Ginny sembrò colpita da quella affermazione, almeno quanto lo era dalla mano di Zabini che si accarezzava piano il viso, per un attimo avrebbe voluto provare come fosse la sua pelle. Ma cosa stava pensando, Morgana santissima! Sbuffò senza dire nulla e si diresse nel reparto scherzi e altre diavolerie inventate dai fratelli, lasciandolo lì a sogghignare.

«Zabini, lasciala in pace. Non voglio che le ronzi intorno.» disse Ron, a muso duro, al moro. Era comparso da chissà dove ed era nero, a dispetto del colore dei capelli.

«Vedi, Weasley, non sono affari che ti riguardano, ma ti risponderò, per riguardo a Ginny. Tua sorella è una ragazza in gamba e io la rispetto. Questʼanno stiamo cercando di andare tutti più dʼaccordo e lo dimostra il fatto che siamo venuti qui insieme e che dopo ci ritroveremo a bere qualcosa, quindi ti prego, la guerra è finita e...»

«Vallo a dire a Fred, o a mia mamma, eh, sei solo un lurido Mang...»

«Adesso BASTA! Ron prenditi una pausa, ma vai di sopra, meglio se non esci in queste condizioni, dopo vengo su e parliamo, okay? Vai!» disse George con tono serio. Aveva in mano il necessario per la piccola puffola rossa. Ron sbuffò e mugugnò qualcosa di incomprensibile, per poi dileguarsi al piano superiore dove cʼera lʼappartamento che adesso condivideva con il fratello maggiore. Ginny, alle spalle di Ron, era impallidita. La sua rabbia le faceva paura e rabbrividì, pensando cosa avrebbe potuto causare il fratello se avesse incontrato Hermione e Malfoy insieme per strada.

«Gin? Ginny, tutto ok?»

«Sì, certo. George, ti posso parlare un attimo? Zabini, arrivo subito, puoi aspettare... ehm, fuori?»

«Ginny, che ti prende?»

«George, devi parlare con mamma e papà, credo che Ron abbia bisogno di un aiuto, professionale intendo. Lʼho visto veramente aggressivo, ma cosʼha?»

«Non lo so Ginny, che io sappia con Suzette le cose vanno alla grande, ma non mi parla, forse è solo nervoso perchè Harry non è passato a salutarlo, oppure perchè ti ha visto con Zabini. E a proposito, lui è uno in gamba, sai? Non avrei mai pensato di poterlo dire di un serpeverde, ma è così. Preparo la puffola e di' pure a Blaise che può passare quando vuole a prenderla e pagarla, ma che mi avvisi, okay? Non voglio più queste scenate nel mio negozio.»

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