16. Draco dormiens nunquam titillandus
La Foresta Proibita ospitava molti animali magici, tra cui cʼera un numeroso branco di Thestral. Questi animali, di color nero, avevano un muso da drago, occhi bianchi senza iridi o pupille, lunghe code ossee, enormi ali da pipistrello e la pelle tesa sullo scheletro, tanto che se ne sarebbero potute contare le ossa. Non erano soffici e coccolosi come le Puffole Pigmee, non erano variopinti o gradevoli da guardare come i Fiammagranchi. Non erano neppure piccoli da tenere in braccio come i cuccioli di Crup, i cani con due code. Eppure Luna Lovegood li considerava gli animali più meravigliosi dellʼintero mondo magico. Erano creature dolci e solitarie, mai aggressive, anche se i maghi li evitavano, per lo più. Amavano il buio e la notte, beandosi della luce fioca della luna che filtrava tra i rami della foresta. Ma quello che li rendeva più cari al suo cuore era che li poteva vedere solo chi aveva visto la morte in faccia. Non lo considerava un presagio sfortunato, ma il segno che solo chi era molto ferito e bisognoso di conforto meritava la loro attenzione. Luna aveva cominciato ad andarli a trovare regolarmente fin da quando Hagrid aveva fatto la loro prima lezione su quegli straordinari animali.
Si avvicinava a loro sempre molto cauta, non per paura ma, al contrario, per non spaventarli. Il branco oramai la lasciava arrivare persino ai più giovani, segno che si fidavano della bionda corvonero. Così la trovò Rolf Scamander, che stava facendo un giro di perlustrazione della Foresta Proibita. Luna era intenta ad accarezzare un cucciolo, così persa nei suoi pensieri che neppure si accorse dellʼarrivo dellʼaiuto professore.
«Signorina Lovegood!» disse Rolf, col suo spiccato accento americano. Luna sussultò. Non era la prima volta che si incontravano e scambiavano qualche parola, Luna era appassionata della materia, così era semplice, per il giovane aiutante, trovare un argomento di conversazione. La trovava bella, Rolf, e particolare; ma era una studentessa e lui non poteva avvicinarsi tanto quanto avrebbe voluto... a distanza di bacio, per esempio! Però era maggiorenne e un anno di scuola passava veloce, o almeno lo sperava.
Luna arrossì. Fin troppo spesso perdeva le parole, quando incontrava lo sguardo dellʼamericano.
«Buona giornata Rolf.» soffiò piano cercando di non pensare a quanto quelle lentiggini fossero deliziose. Doveva ritrovare la sua collana di tappi di burrobirre. Oh, sì, era quanto mai necessaria...
«Posso chiederti chi stai accarezzando?»
«Oh, tu non li vedi?»
«Il fatto che non mi siano visibili alla vista, non vuol dire che non esistano, no? Il Tuono Alato non lo hanno visto in molti, ma è certo che ci sia!»
Luna annuì, arrossendo un un poʼ. La maggioranza delle persone pensava che lei fosse strana, originale era la parola più frequente, anche se i suoi amici non glielo facevano pesare, sapeva di essere diversa da loro. Ma a lei non importava, tutti erano diversi gli uni dagli altri in un certo modo.
«Sono dei Thestral, anzi fai piano, di solito hanno paura delle persone.»
Rolf fece un sorriso che illuminò il volto lentigginoso.
La Foresta Proibita era il grande bosco che circondava parte del castello di Hogwarts, un luogo dalla bellezza selvaggia e a tratti pericoloso, a causa delle numerose creature magiche che vi abitavano. Centauri, acromantule, e Unicorni, la Foresta era la casa di animali docili e affascinanti, ma anche di creature forti e indomite.
«Non sapevo che agli studenti fosse permesso stare qui da soli! La Foresta Proibita... non lo dice il nome? Non è... proibita?»
«Certo che sì, ma i piccoli Thestral devono pur mangiare e ricevere attenzioni... E poi io sto attenta, ecco... Non ho paura, ci sono ben altre situazioni che mi spaventano o che mi hanno spaventato in passato.» disse la bionda guardandosi per istinto i polsi, ai quali per lungo tempo cʼerano state catene magiche.
«Scusa, non volevo rattristarti...»
«Fa niente, mi aiuteresti a portare il cibo al branco? Di solito mi aspettano in prossimità del confine col Lago Nero» rispose scrollando le spalle e facendo muovere i capelli chiari.
«Non hai lezione con il professor Weasley fra poco?»
«Sì, insieme ai Serpeverde se non mi sbaglio, ma anche tu. In due faremo prima...»
Rolf annuì con la testa e seguì la ragazza che si mosse rapida sul terreno sconnesso della foresta. La sua figura appariva al giovane assistente impalpabile e affascinante come una fata dei boschi.
«Di qua, faremo prima.»
«Ma il piccolo?» chiese quindi Scamander.
«Oh, lui è vicino a me, non ti preoccupare, mi segue.»
«Si fidano veramente tanto di te. È da molto che vieni nella Foresta a trovarli, immagino.»
«Sì, di me e di Harry Potter. È da quando frequento la scuola che vengo da loro. Harry forse viene un poʼ meno, ma anche lui è conosciuto molto bene dal branco. Questʼanno ho portato anche Draco un paio di volte, però lui è ancora a disagio nel vederli e loro lo percepiscono.»
Parlando, avanzarono nel branco e, con la rapidità frutto della consuetudine, la giovane diede il cibo ai Thestral, agevolando gli esemplari più giovani. Rolf Scamander, un poʼ più impacciato, seguiva le sue indicazioni, studiandone i movimenti e incantandosi ogni momento di più.
«Davvero non ti stupisci del fatto che non li vedi?»
«No. Tu li vedi e tanto basta.» disse Rolf dopo aver terminato. «Andiamo, sennò sono guai, per entrambi.»
Arrivarono a lezione appena in tempo, uscendo dal folto della foresta.
«La stramba ormai vive nella foresta? A quale tribù ti sei aggregata, Lovegood, i centauri? Mi vuoi predire il futuro?»
La voce sarcastica di Daphne Greengrass era arrivata sottile, ma perfettamente udibile dai due. Rolf Scamander si irrigidì, pronto a riprendere la serpeverde, ma Luna lo spiazzò, completamente. Piuttosto che venire colpita da quella fredda ironia, lei sorrise.
«Ciao Daphne. Ancora non ti è passata la fobia dei Thestral? Te lʼho detto io e te lʼha spiegato anche Draco. Non sono bellissimi, ma sono dolci. Quando ti sarai decisa, puoi venire con Draco o anche da sola, a me fa piacere!»
Rolf si accorse che Charlie stava faticando per non scoppiare a ridere e si affrettò al suo fianco, attirando lʼattenzione della classe e dando il tempo al professore di darsi un contegno.
«Per puro caso, la lezione di oggi verte su un animale molto particolare, di cui abbiamo la fortuna di avere un folto branco stanziato poco distante da qui. Normalmente si tratta di animali completamente selvatici. Il mio predecessore, tuttavia, il professor Hagrid, è riuscito con gli anni a farsi apprezzare dal branco e a conquistarne la fiducia. Noi non potremo avvicinare di certo gli esemplari più giovani, ma ci dedicheremo a un paio di esemplari adulti. Li avvicineremo, li sfameremo e voleremo in loro groppa. Dal momento che si tratta di creature che non tutti riescono a vedere, naturalmente, sarete accompagnati da me o dal mio assistente, il professor Scamander.»
Rolf Scamander sentiva la risata premere per uscire: il volto di Daphne Greengrass si era fatto terreo. Luna Lovegood sorrise, in maniera svagata, allʼindirizzo di Draco Malfoy che, tuttavia, non sembrava particolarmente felice.
«Ehi, Charlie» disse Scamander mentre si dirigevano ai margini della foresta dove il rosso aveva detto esserci alcuni esemplari «io non li vedo.»
«Lo so benissimo, per questo salirai con Luna.» rispose Weasley facendogli lʼocchiolino.
Rolf deglutì a vuoto, evitando per un soffio di inciampare e finire dritto dritto fra le foglie. Come aveva fatto Charlie a intuire la sua cotta per la corvonero? Lui non era tipo da cottarelle, preferiva studiare le creature magiche, eppure quella ragazza un poʼ lo era, magica.
«Adesso state zitti o vi lancio un Silencio!» intimò Charlie soprattutto alle ragazze serpeverde che stavano chiacchierando di sciocchezze non inerenti alla lezione. In una casa piena di fratelli, avere un buon orecchio per distinguere le conversazioni era fondamentale, specie con una madre come Molly Weasley. «Tu vieni con me, Miss Greengrass, così ti possiamo vedere subito allʼopera. Non vedo lʼora di controllare se voli bene quanto sei pronta con le parole.»
Daphne non raccolse la provocazione e si lisciò la divisa seguendo il professore. Non vedeva quelle creature, ma la inquietavano lo stesso. Sua nonna raccontava storie della buonanotte discutibili in cui la morte aveva un cocchio trainato da Thestral.
«Cosa devo fare?» disse con un tono un po' troppo alto.
«Per prima cosa evita di urlare e muoviti con cautela, non ti conoscono.»
«Lei li vede professore?»
«Sì» rispose secco Charlie.
Draco le aveva spiegato che le potevano vedere solo le persone che avevano visto morire qualcuno ed erano coscienti del fatto. A lei, per fortuna, non era successo. Nessuna delle serpi le vedeva, nonostante la fazione a cui appartenevano, tranne il suo migliore amico, e ne portava i segni addosso, nelle occhiaie che ostentava fiero e mesto insieme, e nei tremori che a volte lo scuotevano per rumori o ricordi troppo intensi.
«Signorina Greengrass, è fra noi?» la richiamò Charlie che si era spostato più internamente nella foresta, mentre Rolf stava spiegando ai ragazzi cosa fossero i Thestral.
«Sì, ci sono» rispose la serpeverde, facendosi coraggio e seguendo il rosso professore. In realtà le ragazze a Hogwarts, fantasticavano molto sul secondogenito dei Weasley, già dal Torneo Tremaghi, soprattutto sul suo fondoschiena.
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