11. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio
Alla fine, Draco e Blaise riuscirono in qualche modo a portare Pansy da Madame Chips, mentre Harry accompagnò Hermione in Sala Comune, come aveva promesso agli altri. Era ancora sconvolta, ma lʼinteresse dei serpeverde prima e la sconcertante scena con Pansy poi lʼavevano distratta, facendo diminuire quella sensazione di oppressione che sentiva nellʼanimo. Si fece accompagnare fino alle comode poltrone della Sala Comune, promettendo perfino che avrebbe accettato una cioccolata calda, fatta preparare dagli elfi delle cucine. Harry stava giusto per andare di sotto, a chiedere questo favore per la compagna, quando si sentì tirare la manica e abbassò lo sguardo. Una minuscola elfa domestica lo guardava, i grossi occhi adoranti.
«Signorino Potter, padroncino Draco ha mandato Wencky per dire che la signorina Pansy era intossicata. Se può raggiungerlo in cortile.»
«Sì, certo Wencky, grazie e piacere di conoscerti. Ti sarebbe di troppo disturbo portare una cioccolata calda alla signorina Hermione Granger? È piuttosto sconvolta, credo le sarebbe di conforto.»
«Ma certo, Signorino Potter, Wencky metterà anche un poʼ di panna.» disse lʼelfa, ma non se ne andava.
«Dimmi, Wencky, cʼè altro?»
«Il signorino Potter è un grande eroe! Wencky lo sa, il padrone ha raccontato tutto di lei! E gli elfi delle cucine, signorino! Nessuno dimentica quanto grande è Harry Potter, signore!»
«Chi ti ha raccontato tutto... Lucius Malfoy? »
«No, il padroncino Draco, lui è sempre molto buono con Wencky e molto triste. Grazie Harry Potter di averlo salvato, e anche la signora Narcissa.»
Harry era imbambolato, Draco parlava di lui con la sua elfa domestica? Tutte le sue certezze sembravano sgretolarsi e ogni incontro con i suoi compagni era la smentita di una convinzione. Questo nuovo anno non era affatto come se lʼera immaginato.
«Grazie Wencky, puoi dire al tuo padroncino che sto arrivando e non ti scordare la cioccolata per Hermione.»
«Oh no, signorino. Non potrei mai! La signorina Hermione è tanto cara, signore! Gliela servirò subito, signore!»
Harry pensò che non fosse il caso di indagare come mai Wencky definisse tanto cara la sua amica; probabilmente la sua mente non avrebbe retto a qualche altra affermazione di stima per i grifondoro da parte della più verde e argento di tutte le serpi.
Scese veloce le scale per andare in cortile, la mente in subbuglio; ormai la lezione di Rüf era saltata, aveva chiesto a Ivàn di consegnare una giustificazione al professore. Non che se ne rammaricasse troppo, dʼaltra parte era ancora, e forse da sempre, il corso più noioso di Hogwarts!
In cortile, non scorse subito i due serpeverde: si erano seduti in un angolo appartato e tranquillo e stavano chiacchierando. Harry li osservò: apparentemente, non avrebbero potuto essere più diversi, eppure parevano in perfetta armonia.
Con un punta di tristezza e rammarico ripensò a Ron, anche loro erano differenti ma quasi complementari, almeno fino alla battaglia del due maggio. Gli mancava. Si avvicinò ai due ragazzi, cercando di scacciare i pensieri tristi.
«Ciao ragazzi» disse semplicemente.
«Potter!»
«Ciao Harry, eccoti!»
«Come sta la Granger?» non riuscì a trattenere la domanda Draco.
«Meglio, anzi, ho chiesto alla tua elfa di portarle una cioccolata, spero non ti dispiaccia.»
«Hai fatto benissimo!»
«Come sta la Parkinson?»
«Oh... pare sia stata sviata, ci ha detto Madama Chips.»
«Confusa?»
«No, no! Devono averle somministrato del Distillato Sviante. Pare ne sia stata rubata una fiala, dalle scorte del Professor Lumacorno!»
«Cavoli, ancora questo distillato!»
«Che significa ancora, Potter?»
«Oh, niente, o forse tutto, ma questa storia del distillato è venuta fuori più volte in questi ultimi quindici giorni qui a scuola e... sembra legata a quello che il Cappello Parlante disse durante lo smistamento, ricordate?»
I due ragazzi annuirono attenti.
«Cʼè anche unʼaltra cosa, Blaise. Avrei voluto parlarne anche con Hermione, ma forse è meglio aspettare che sia meno sconvolta! La sera dello Smistamento, sono stato chiamato dalla McGranitt per prendere le consegne come tutor insieme a Luna, per gli studenti stranieri. Luna ha cominciato a girellare ed è inciampata... So che sembra assurdo, ma così ha scoperto una vecchia profezia sul castello, legata a ciò che il Cappello aveva appena cantato in Sala Grande. A quanto pare siamo in pericolo, di nuovo.» concluse sbuffando Harry.
«Ma che cavoli, non si può mai stare tranquilli in questo dannato castello.» sbottò Malfoy, con tono leggermente isterico.
«Ci penseranno gli Auror.» disse serio Harry, anche se non ci credeva fino in fondo.
«Davvero mi stai dicendo che tu non farai nulla?»
«Preferirei restarne fuori, ho già dato, voglio solo stare tranquillo. La Preside e Luna avrebbero voluto subito cominciare a indagare ma...»
Malfoy alzò un sopracciglio in modo interrogativo, però non disse nulla.
«Non so se sarà possibile farlo, ieri hai visto anche tu le stranezze che sono successe? Prima i quadri, poi Pansy... Non vorrei che la situazione peggiorasse.»
«Davvero, Blaise, io...» sospirò Harry, non sapeva se aprirsi con loro oppure no «Sono stanco. Ho bisogno di serenità, dopo la guerra vorrei solo non dover affrontare ulteriori drammi. Desidero per una volta studiare, dare i miei M.A.G.O. e finire un anno senza che nessuno tenti di uccidermi.»
«Potter, Potter, lo sai che il lupo perde il pelo, ma non il vizio?» disse sarcastico Malfoy. «Non ci credo neanche se lo vedo che tu non faccia nulla. E sinceramente, se dovessimo affrontare un nuovo pericolo, io non vorrei nessun altro se non te per fronteggiarlo.»
Harry lo guardava sbalordito, mentre Blaise se la rideva sotto i baffi.
«Harry, sei fregato mi sa.»
«Siete delle serpi» e tutti e tre i ragazzi risero. Un paio di tassorosso che passavano di lì li guardarono sconcertati.
«Meglio andarcene via di qui, stiamo dando troppo nellʼocchio, andiamo parlare alla capanna di Hagrid, tanto Charlie non avrà nulla in contrario, sempre che non abbiate paura di Thor.»
«Basta che lo tieni lontano da me, Potter. Sono certo che sia pieno di pulci.» affermò Draco con fare melodrammatico.
Harry fece una smorfia, ma non rispose alla bonaria provocazione del giovane Malfoy.
«Charlie Weasley sa qualcosa?» chiese quindi Blaise cambiando discorso.
«No. Per ora solo io e Luna siamo a conoscenza della profezia, per quello che ne so. Certo, potrebbe anche essere che lei ne abbia parlato con Ametista, forse. Di certo, ci servirebbe discuterne con Hermione, lei ha cervello...»
«...cervello almeno per due o tre persone, e magari gliene avanza ancora un poʼ!» concluse il Caposcuola verdeargento, con voce sommessa e divertita. Harry annuì con un sorriso.
«Sì. Hermione ha cervello in abbondanza. Ma non so se vorrà ascoltarmi, è un brutto periodo per lei.» concluse piano Harry.
«Potter, non so cosʼabbia la Granger, ma non è da lei piangere in quel modo. O reagire quasi svenendo a un attacco da parte della Weasley, anche se inaspettato. Cribbio, quella ragazza mi ha dato un pugno al terzo anno, non credo tema nulla... Ha tenuto testa a... »
Ma poi Malfoy si zittì.
«Verissimo Malfoy, ma lo scorso anno ha logorato i nervi a tutti quanti... Anche le rocce si sgretolano a lungo andare, se esposte alla bufera. Non che non saprebbe ancora darti un pugno, bada!»
Malfoy si toccò per istinto la mascella.
«Sto scherzando, dai!»
«Ah, non so. È una tosta.» soppesò il Prefetto serpeverde.
«Non dovrei essere io a dirlo, ma Hermione ha il cuore tenero, come i soufflé al cioccolato. Se mi sente mi schianta.»
Mentre discutevano di queste cose erano ormai arrivati alla capanna di Hagrid.
«Charlie è un amico, ma per ora vorrei tenerlo fuori da questi discorsi... almeno finché non capiamo quanto cʼè da preoccuparsi.»
«E come giustifichiamo la nostra presenza qui? Tutti insieme per giunta.» chiese Blaise.
«Il compleanno di Hermione! Potremmo dirgli che stiamo parlando di questo... e in effetti era il motivo per cui vi avevo cercato. Sarebbe stato il caso di chiamare anche Luna!» sospirò Harry
«Ah, sì, la torta! Non ci sono problemi per quella Potter, ci penserà Wencky, come già avevo suggerito a Luna...»
«In realtà, come ho già detto a Blaise, vorremmo invitarvi.»
Draco sgranò gli occhi dalla sorpresa, rimanendo letteralmente senza parole. Poi si riprese «Credo che a lei... insomma... Io...»
«Quel che intende Draco è che verremo con piacere» sentenziò infine Zabini, ricevendo un assenso da Potter.
«Benissimo. Allora, mentre vi racconto meglio della profezia, manderei un messaggio alle ragazze per dare loro lʼokay. Cʼè unʼuscita a Hogsmeade a breve? Vorrei prenderle un regalo.»
«Oh, cosa si regala a una ragazza come la Granger? Oltre a un libro, ovviamente.» domandò Draco più a se stesso che agli altri due.
Harry scoppiò a ridere di cuore. Aveva regalato libri a Hermione così spesso da vergognarsi di confessarlo.
«Suvvia Draco, qualcosa ci verrà pur in mente, sennò potremmo ricorrere sempre a dei fiori, magari li incantiamo in modo che non appassiscano.» lo derise bonariamente Blaise.
«A quelli ci pensa Neville, di solito, è lui lʼappassionato di erbologia e piante in generale. È veramente il massimo, sapete? È lui che ci ha spiegato tutto sul levitisco.»
Si accorse che i due lo guardavano interdetti.
«Uno degli ingredienti del distillato sviante. Ma Neville non sa nulla. In effetti, anche lui...»
Gli occhi verdi di Harry Potter brillavano di eccitazione alla luce del tardo pomeriggio scozzese.
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