103. Presentazioni

La mattina del due maggio arrivò veloce come un bolide scagliato da un battitore. Dopo un breve consulto era stato deciso di effettuare la commemorazione dei caduti davanti al melo, simbolo della nuova unità di Hogwarts; la storia degli avvenimenti era stata raccontata dalla Preside nel gufo inviato ai parenti invitati, insieme alle lodi per ognuno di loro, in particolare per i due giovani iscritti al primo anno, che avevano dimostrato eccezionali doti di mago, oltre che un coraggio non immaginabile.

Patrick zoppicava ancora leggermente, anche se lo faceva più per le attenzioni di Beatrice che per le condizioni della sua gamba.

«Pensi che tuo padre ci sarà? »

«Non so, follettina, penso gli sarà venuto un colpo quando ha saputo tutto. Noi non andiamo esattamente d'accordo, sai?»

«E perché mai? Sei forte tu!»

«Grazie, ma sono un purosangue, ricordi? Un serpeverde.»

«Un ragazzo coraggioso» concluse Draco, che era appena arrivato fuori dal castello con Hermione, mano nella mano.

«Non dovremmo dirlo noi, ma oggi la Preside abolirà la coppa delle case. E ognuno sceglierà dove andare secondo il suo cuore, e potrà cambiare se vuole.»

«Ma così, Hogwarts non sarà più la stessa!»

«E perché no? La divisione ha portato solo incomprensioni.» Harry Potter era arrivato insieme a Ametista, Theodore e Pansy.

«Mhm, devo darti ragione. Come siamo arrivati al punto che ti do ragione?» chiosò Draco, il sorriso luminoso e la mano stretta a quella di Hermione.

«Non so. Distillato sviante?» rispose Harry alzando le spalle.

«Vengono Teddy e Andromeda, Harry?»

«Sì, e anche Dudley. Lo va a prendere Ron. Lo conosce.»

«Tuo cugino?»

«Sì, sì sono incontrati a Londra, a quanto pare hanno parlato di me...»

«Per Merlino, se continuiamo così appare pure tua zia Petunia» disse Hermione.

«Non credo. Gli zii non stanno bene, andrò a trovarli finita la scuola. Non ne ho grande stima, ma se sono sopravvissuto lo devo anche a loro. Se non mi avessero accolto, la protezione di mia madre sarebbe stata vana.»

Hermione annuì. Uno scricchiolio di foglie e rametti schiacciati attirò la sua attenzione ma subito distolse lo sguardo, arrossendo. Il cuore cominciò a battere furiosamente.

Pansy agitò la mano sorridendo.

«Guarda, Draco, tua madre! Signora Malfoy, che piacere vederla!»

Anche Draco si voltò, sorridendo, e si diresse verso di lei tirandosi dietro la fidanzata.

«Draco, aspetta, ma che fai...?»

«Ti presento a mia madre, anche se ti conosce già.»

«Sei... sei sicuro?»

Draco rise. «Tesoro, non ho l'anello perché in tutta questa confusione non sono potuto andare dal mio gioielliere di fiducia, ma fidati, avrai presto un solitario al tuo bel dito destro. O preferisci un'altra pietra?»

«Ma che vuoi che mi importi della pietra? Non è quello che intendo!»

Narcissa che non era troppo lontana aveva sentito tutto. «Non essere sciocco, Draco, se devi fare una proposta seria ti ci vorrà un anello di famiglia.»

«Ciao madre, come stai?» disse il ragazzo baciandola sulle guance e annuendo a quello che la donna aveva appena detto.

«Bene, caro, anche tu mi sembra. E mi vuoi presentare adeguatamente la signorina?»

«Certo, madre: lei è Hermione Granger, la mia futura fidanzata. Hermione, lei invece è Lady Narcissa Malfoy, mia madre» disse pomposamente Draco.

«Piacere di conoscerla, Lady Malfoy» disse Hermione facendo un breve inchinò con la testa.

«Narcissa, cara, solo Narcissa» rispose la donna, sorridendo; allungò una mano, facendole una lieve carezza sul viso e la ragazza spalancò gli occhi, sorpresa. «Mi accompagnate al mio posto, ragazzi?»

Lo sguardo di Draco scintillava, per quanto era felice, e porse il braccio alla madre per scortarla sotto il melo, dove erano state disposte le sedute per gli ospiti.

«Se non lo avessi visto con i miei occhi, non ci avrei creduto» mormorò Nott.

«Non vedo perché. Lady Narcissa vuol bene a Draco» rispose Daphne. Era tesa, lei. Di sicuro i Weasley sarebbero arrivati a breve ed era certa che l'incontro non sarebbe stato altrettanto facile. Molly Weasley aveva la fama di essere molto impulsiva e decisa.

«Daph, ma c'è Astoria?»

«Non credo. Come? Dove?»

«Scusa, ma allora quella laggiù vicino a mio cugino, Andromeda e Teddy, chi è?»

«Ma è davvero lei! Salazar! Astoria!»

La ragazza scattò in piedi e corse incontro alla sorella, il sorriso felice di una bambina sul volto. Astoria Greengrass era castana e minuta e sorrise subito non appena vide la sorella maggiore, spalancando le braccia per stringerla a sé.

«Immagino che Ron abbia accompagnato pure lei» disse Ametista. Il minore dei Weasley stava in disparte parlando con Dudley Dursley, che pareva spaesato ma entusiasta di ogni cosa. Quando vide Harry alzò subito una mano per salutarlo.

«Ragazzi» Luna saltellava, con a fianco il padre e Rolf Scamander. Al dito anulare, un anello particolare, fatto come un fiore intrecciato su se stesso.

«Luna?»

«È una giornata fantastica, non è vero?»

«Eccezionale» rispose Blaise, arrivando direttamente con tutta la famiglia Weasley.

«Theodore, ci entreranno le mosche. Qualcuno ha visto Gregory?»

«Credo sia con Belinda da qualche parte. Vuoi vedere nell'aula di Divinazione?»

«Sciocca!»

«No, no, dico sul serio! Sapevo che volevano farci un giro. Pare che Gregory voglia prendere un ricordo... Speriamo non sottragga una sfera di cristallo della Cooman!»

Intanto Harry aveva salutato i Weasley e presentato Ametista.

«Harry, Daphne dov'è?» chiese Charlie, nervoso.

«È andata a salutare Astoria, è lì, vicino ad Andromeda Tonks, cioè Black, ecco. Vuoi che la vada a chiamare, Charlie?»

«No, no, vado io. Voi.. beh, aspettatemi qua, okay? Ci metto un attimo.»

Charlie fece quei pochi passi a testa bassa, teso come una corda di violino.

«Daphne?»

«Oh, Charlie, sei arrivato?»

«Ci siamo tutti, vieni?»

«Certo, lei è Astoria, mia sorella, lui è Charlie Weasley il...»

«Il tuo fidanzato. So già tutto» disse Astoria porgendo la mano all'uomo.

«Fidanzato non ancora, ma...»

«Ma lui spera di sì» aggiunse Charlie, facendo un sorrisetto stentato. «Vorrei presentarti la mia famiglia. Tu... te la senti davvero, Daph?»

Astoria diede una spintarella alla sorella che era rimasta impalata come un bubotubero. «Charlie... mi odieranno. Oh, Salazar, tua madre ci schianterà appena le dirai di noi, lo so!»

«Ronnie non ci odia. È stato molto carino quando è venuto a prendermi a Beauxbatons. Non fare la sciocca, sorellina, dai! Fila... non sei Grifondoro, ma non sei mai stata fifona! »

Charlie allungò una mano e Daphne la afferrò, raddrizzando le spalle e alzando la testa. «Andiamo, amore.»

Intanto, a poca distanza, sul prato, Molly Weasley non aveva perso di vista il secondogenito. Una lunga chiacchierata con suo figlio maggiore Bill l'aveva in parte preparata a quella che Charlie credeva sarebbe stata una sorpresa. Era bella, la ragazza, più di quanto Bill le avesse raccontato. E anche Zabini si era rivelato migliore di come se lo immaginava. Guardava la sua piccola come se fosse una Veela, perfino quando lei lo punzecchiava con la sua linguetta pungente. Ed era Caposcuola, come i suoi figli... beh, i maggiori, almeno.

«Mamma» la voce di Charlie la riportò alla realtà.

«Charlie, caro.»

«Mamma, papà, vi devo presentare una persona. Lei è Daphne Greengrass, io... io e lei...»

«Ciao cara, lieti di conoscerti. Spero che il nostro Charlie si sia comportato bene con te. Se così non fosse, mandami un gufo e lo faccio rigare io dritto.»

«Signora, Charlie... Charlie è un fidanzato meraviglioso. Si vede che l'avete educato nel migliore dei modi.»

Charlie era rimasto immobile, stranito.

«Ti ringrazio, ma se l'avessimo fatto davvero, avrebbe aspettato che tu finissi la scuola, per lo meno.»

«Mamma!»

«Molly, cara, suvvia.»

«Signora, mi ascolti, la prego. Charlie e io ci siamo avvicinati lentamente e credo che lui avrebbe... beh, noi avremmo aspettato, se non ci fossimo trovati in una situazione di pericolo. Questo ci ha fatto cambiare prospettiva, ecco. Ho avuto paura, tanta paura che lui morisse e non me lo sarei mai perdonato se non gli avessi fatto capire quello che provavo! Non deve biasimare suo figlio, caso mai dovrebbe biasimare me. Mi scusi, so che sono quello che sono. Ora... ora vado. Scusi.»

Daphne fece per allontanarsi ma fu fermata da una mano affettuosa che la trattenne. Non quella di Charlie, ma quella di Molly Weasley.

«Non fare la sciocchina, cara. Vieni qui, fatti abbracciare. Questo testone ha scelto bene, sei un fiore di ragazza.»

Charlie rilasciò il fiato che non sapeva di aver trattenuto e quasi scoppiò a ridere, vedendo l'espressione della sua fidanzata stretta tra le braccia di sua madre.

«E ora andiamo ai nostri posti che la cerimonia sta per iniziare. »

«Mamma, aspetta. Io vorrei prima chiedere una cosa a Daphne in vostra presenza.»

Si voltò e le prese la mano. Daphne sgranò gli occhi.

«Charlie...»

«Amore, senza fretta, naturalmente, quando tu ti sentirai pronta di farlo ma... vorrei che tu mi sposassi. Vorrei condividere con te la mia vita, so che non c'è nessun'altra al mondo che potrei desiderare al mio fianco, se non te. Non ho un anello, mi dispiace, ma appena potrò te lo comprerò, solo che non ho avuto modo di allontanarmi dal Castello. Non è la proposta che avevo immaginato, ma non volevo più aspettare.»

«Nessun altra... a parte una draghessa» ridacchiò George. Lo scappellotto di Molly arrivò chirurgico e letale. Daphne tremava, con le mani strette tra quelle di Charlie.

«Charlie... oh, io ti sposerei anche oggi! Ma come posso? Sei una persona speciale e io vengo da una famiglia orribile. Tutto il mondo magico ti criticherebbe, sei... »

«Sciocchezze, cara. Noi Weasley ce ne freghiamo delle chiacchiere.»

«Come? Signora Weasley, ma io... lei è sicura?»

«Se lo ami, digli di sì. Se non lo ami, allora è giusto che tu dica no. Ma non pensare a noi, alle chiacchiere, a niente. Solo a voi. Non è la mia benedizione quella che vi terrà insieme, ma l'amore che avrete l'uno per l'altra.»

Gli occhi di Daphne si riempirono di lacrime.

«Certo che sì, sì! Oh, signora, grazie, io lo amo, lo amo tanto!»

Un applauso molto simile a quello di una finale mondiale di Quidditch esplose dietro di loro.

Charlie si slanciò verso la sua fidanzata e la strinse a sé, forte, baciandola. Finalmente, tutto pareva perfetto.

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