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Come scoprii che Lotte non si era arresa e aveva continuato a corteggiare Albert? Fu lei a rendermi tutto noto, furiosa forse del fatto che io fossi finalmente felice. Era una bellissima sera e io osservavo, come una sciocca innamorata, il cielo, cercando la stella più luminosa. Era tardi, ma Lotte non era ancora rientrata da una delle sue escursioni notturne. Ultimamente si aggirava spesso di notte, ma a me non importava, poteva ben fare quello che voleva purché non mi desse fastidio. E quella sera tornò in lacrime.
-Lotte- esclamai, voltandomi e osservandola mentre entrava, barcollando e piangendo.
Mia cugina parve non accorgersi di me, troppo presa dal proprio dolore per degnarsi di rispondermi.
-Lotte- la chiamai –cosa succede?-
Lei non mi rispose subito, si limitò a singhiozzare, il viso nascosto dietro le mani. La osservai, senza sapere cosa fare, mentre si faceva strada in me uno strano sospetto perché io conoscevo bene Lotte e sapevo cos'era capace di fare.
-Cosa succede?- ripetei, il cuore in gola.
-Lo sai cosa mi ha detto?- mi chiese Lotte, voltandosi di scatto verso di me, tremante. Non l'avevo mai vista ridotta in quello stato, all'improvviso mi sembrava quasi fragile, quasi vulnerabile. –Che tu sei una principessa e io una cocotte, che è questo che pensa- scoppiò in una folle risata –lo sai vero cosa vuol dire cocotte, giusto? Un modo carino per dire prostituta- buttò indietro la testa e rise come una pazza, una risata che mi mise i brividi.
-Calmati- le dissi, pregando che le sue urla non svegliassero nessuno. Non c'era bisogno che mi dicesse a chi si stava riferendo, perché io lo sapevo bene e intuivo cos'era successo: era stata con Albert.
-Lui ti ama, ne sono certa ormai, non è divertente? Tu non gli concedi nulla e hai il suo cuore, io gli ho concesso tutto e...non ho nulla- prese uno dei vasi che faceva bella mostra sul comò e lo gettò a terra mandandolo in mille pezzi. I cocci invasero il pavimento andando ovunque.
-Ti prego, Lotte, non fare così-
Ma mia cugina, caparbia come sempre, prese un altro vaso. Rapida mi lanciai in avanti e riuscii, non so come, a toglierglielo di mano.
-Mi sono infilata nel suo letto, sai? Lui non mi ha cacciata, ama te, eppure mi ha presa comunque- rise, buttando indietro la testa e mentre rideva piangeva. Mi faceva pena...era patetica. Con le labbra tremanti iniziò a raccontarmi particolari della loro unione, esattamente come da ragazzina mi aveva fatto vedere delle immagini del Kamasutra, costringendomi a stare lì e a osservarle, nonostante volessi solo allontanarmi. Lasciai che parlasse, lasciai che raccontasse senza dire nulla. Non provavo rabbia, non provavo nulla, era come se qualcosa in me si fosse rotto. Infine lei terminò. –Quando abbiamo finito...mi ha mandata via...non voleva dormire con me...lo sai cosa mi ha detto? Che non si dorme con una cocotte, la si usa e basta-
La fissai immobile, il vaso tra le mani. Provavo dolore perché si era infilata nel letto dell'uomo di cui ero innamorata? Ero arrabbiata con lei perché voleva sempre ciò che era mio? Non avrei saputo dirlo, sentivo qualcosa di strano, come un pugnale che mi pungeva dall'interno...come se avessi una ferita nel cuore. Era solo l'ultima di una serie di cattiverie nei miei confronti, solo l'ultimo tentativo di rendermi infelice. Alla fine lasciai cadere il vaso proprio di fronte a lei, nonostante una parte di me volesse lanciarglielo contro.
-Se lo tocchi ancora farai la fine di questo vaso- dissi, senza rabbia, senza dolore, senza nulla –ti è chiaro?-
Lotte mi guardò immobile, gli occhi rossi per le lacrime, le labbra tremanti. Pareva che non riuscisse a comprendere fino in fondo il mio gesto, come se lei non avesse fatto nulla di male, come se fossi stata io a essere esagerata...e forse era vero, ma non potevo più sopportare che Lotte si prendesse ciò che era mio. Restammo l'una di fronte all'altra senza dire nulla, quindi sentimmo la voce di mia madre, preoccupata, che ci chiamava.
-Ragazze, cosa sta succedendo?- chiese entrando nella stanza.
Mia cugina non disse nulla e corse via.
-Viola? Mi spieghi cosa sta succedendo?- chiese mia madre, lo sguardo preoccupato mentre osservava i pezzi dei vasi sul pavimento.
-Niente, una piccola discussione-
Quella notte Lotte non tornò e io desiderai che non tornasse mai più, che sparisse per sempre dalla mia vita.
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