XXVIII

Albert ricomparve dopo circa una settimana di assenza con un enorme mazzo di fiori. Lo vidi dalla finestra della mia stanza e per un folle attimo temetti che fosse lì per Lotte, che presto l'avrei vista correre tra le sue braccia, prendere i fiori e baciarlo. Non era così. Lui alzò la testa, mi vide e mi sorrise. Era lì per me. Lo salutai con un gesto della mano. Lui mi fece segno di scendere. Sorrisi e scesi di corsa. A metà strada incrociai Lolò, ma la superai, ignorando le sue proteste. Arrivata all'ingresso vidi Albert, immobile come una statua e di ottimo umore.

-Principessa- esordì –siete bellissima-

-Grazie...che bei fiori!-

-Davvero? Mi duole dirvelo ma in realtà sono per vostra madre, un modo per farmi perdonare-

-Oh!- esclamai sorpresa, poi sorrisi –Avete avuto un'ottima idea e sono certa che le piacerà, adora i fiori-

-Tutte le donne adorano i fiori- mi fece l'occhiolino e proprio in quel momento sentii mia madre arrivare. Mi voltai e le sorrisi.

-Viola...cosa ti avevo detto?- mi chiese, lo sguardo puntato su Albert –E per quanto riguarda voi...-

-Sono qui per porgervi le mie scuse- disse immediatamente lui, balzando in avanti e facendo un profondo inchino –e per farvi capire quanto sono profondamente dispiaciuto vi porto un mio piccolo omaggio floreale- e le porse i fiori.

Mia madre li fissò un attimo, come combattuta, poi la vidi sorridere e li prese. –Come potrei essere scortese? Però non mi piace come vi siete comportato-

-Lo so, lo so, perdonate, ma sono fatto così, cercherò di migliorare, anche se non posso promettervi nulla, sono terribile...mia madre lo diceva sempre, non si capacitava del fatto che fossi così indisciplinato- c'era qualcosa di estremamente accattivante nella sua voce, qualcosa che spingeva ad ascoltarlo...all'improvviso compresi che aveva ragione lui, avrebbe convinto mia madre a perdonarlo, forse l'avrebbe anche convinta a concedergli la mia mano. Albert era fatto così, un uomo che sapeva quello che voleva e che riusciva a prenderselo, in un modo o nell'altro.

-Forse sono stata un po' esagerata- mormorò mia madre –ma voi dovete comportarvi meglio, Viola è la mia unica figlia, il suo onore è estremamente importante-

Albert mise la mano destra sul cuore come se si apprestasse a fare un giuramento di grande importanza. –Giuro che la rispetterò e non la metterò più in imbarazzo...ho deciso di fermarmi in città per conoscere meglio vostra figlia- disse infine –sto cercando moglie e vorrei conoscerla bene per capire se siamo adatti l'uno all'altra-

A quelle parole il cuore mi batté forte...anche se una parte di me non gli credette.

-Volete dire che state corteggiando mia figlia?- chiese mia madre, il tono della voce addolcito.

-Proprio così-

Mia madre lo fissò un attimo senza parlare, studiandolo. Probabilmente anche lei si era resa conto di che tipo di uomo fosse Albert, non di certo il tipo a cui affidi una fanciulla...eppure c'era qualcosa che affascinava anche lei, che le faceva pensare che forse non era poi una così pessima idea la sua. –Sinceramente non pensavo di far fidanzare mia figlia con uno straniero- esordì mia madre –però...vedremo come vi comporterete-

-Non vi deluderò- fece un leggero inchino, sorridendo. Pareva in quel momento l'uomo più onesto che ci fosse sulla terra.

Mia madre lo fissò. Non si sarebbe lasciata ingannare da qualche parola e un sorriso, ero la sua unica figlia, non poteva permettersi errori nella scelta del mio futuro marito.

Lolò, dietro di lei, osservava tutto scuotendo la testa. Se fosse stato per lei probabilmente avrebbe caldamente invitato Albert ad andarsene e a non farsi mai più vedere, forse gli avrebbe anche tirato in testa qualcosa. Era palese l'antipatia che nutriva per lui, nonostante l'uomo tentasse in tutti i modi di ottenere la sua simpatia. Credo che Lolò, cresciuta poveramente, avesse compreso che Albert era uno di quelli che lei chiamava approfittatore di fanciulle, ovvero un uomo dedito a soddisfare il proprio piacere per poi andarsene lasciando la poveretta nei guai. La cosa però che Lolò non comprese era che Albert non era solamente quello, no, era in fondo, a volte davvero in fondo, un uomo d'onore, pronto a morire per i propri ideali purché questi avessero un senso e lui li comprendesse a fondo.

-Credo che non riuscirete mai a conquistare Lolò- gli dissi una volta, mentre passeggiavamo intorno al lago, la mia mano languidamente appoggiata al suo braccio.

-Sono molto determinato...sono certo che in qualche modo riuscirò a farlo...e poi non sono abituato a essere rifiutato da una donna-

-Conquistate tutte?-

-Abbastanza- sorrise misterioso.

-Qualcuna allora ha resistito al vostro fascino-

-Proprio così, ma non ve ne parlerò certo-

-Ma ora mi avete incuriosita!- protestai.

-Ma io non cambio idea-

-Cosa posso fare per convincervi a parlare?- chiesi, fermandomi e mettendomi davanti a lui, come a sbarrargli la strada. Lasciai che mi scrutasse con attenzione, con quello sguardo che pareva comprendere ogni cosa.

-Va bene, parlerò...ma voglio un vostro bacio-

-Cosa?-

-Un bacio, solo un bacio...non è molto-

Sospirai. –Sulla guancia-

Lui sorrise. –Preferirei un bacio più passionale-

Avvampai. –Sapete bene che...-

-Sì, so che siete una dama perbene e tutte le altre cose...ma io non sono proprio un gentiluomo...non del tutto...e poi che male potrebbe mai farvi un bacio?-

La verità era che avevo sempre desiderato baciarlo, era un pensiero che mi aveva già sfiorata molti anni prima quando lui era apparso nel nostro castello come dal nulla. Lo fissai e mi morsicchiai le labbra. E poi Albert mi cinse la vita e senza attendere altro mi baciò. Mi aggrappai a lui sorpresa. Il suo bacio fu dolce al principio per farsi poi più passionale, fino a diventare quasi rovente, mentre le sue dita correvano lentamente tra i miei capelli. Mi abbandonai al suo abbraccio, lasciandolo condurre il gioco. Quando interruppe il bacio mi fissò con un sorriso divertito.

-Era tanto terribile?- mi chiese in un sussurro.

Mi trattenni dal dirgli che era perfetto. Quando Ricky mi aveva baciata anni prima per poco non mi aveva soffocata.

-Lo prendo come un no- mi accarezzò ancora i capelli –e se volete sapere il nome della donna che mi resisté, beh, è vostra zia Dory-

-Zia Dory?- chiesi sorpresa.

-Una gran bella donna, proprio come voi, una vera signora perbene-

-Non ditemi che corteggiate me perché in me rivedete lei-

-Corteggio voi perché mi piacete voi- mi attirò di nuovo a sé e io buttai indietro languidamente la testa pronta a ricevere un altro bacio.

-Viola- urlò Lolò.

Ci bloccammo e guardammo entrambi il sentiero dal quale arrivava Lolò, correndo e tenendo l'abito sollevato per non inciampare, era buffo vederla così. Probabilmente aveva visto il nostro primo bacio e s'era affrettata a fare il giro del lago per raggiungerci. Mi sfuggì un sorriso e mi allontanai di un passo da Albert.

Lolò rapida si frappose tra noi e fissò Albert con uno sguardo che lo fece arretrare come se gli avesse dato uno schiaffo. Era furiosa e dovetti lottare contro la voglia di scoppiare a ridere perché vedere la raffinata e pacifica Lolò che reagiva in quel modo era davvero incredibile.

-Credo che vi siate fermato abbastanza per oggi- gli disse, furiosa.

-Sì...credo di sì, ma tornerò, non temete, tornerò- disse sarcastico.

-Io non temo...spero solo che non torniate- rispose lei.

-Lolò- esclamai, più sorpresa che arrabbiata.

-Non importa- disse Albert –la verità è che mi state molto simpatica, madamigelle Loredene, spero un giorno di poter conquistare la vostra stima-

-Più facile che giunga l'apocalisse- fu la brusca risposta di Lolò.

-Vedremo, vedremo-

-Siete troppo sicuro di voi...li conosco gli uomini come voi...siete tutti uguali- e forse in quell'attimo si aprì uno scorcio sul passato di Lolò, un passato in cui un uomo le aveva spezzato il cuore. Mi sentii improvvisamente triste per lei, per ciò che sicuramente aveva dovuto passare.

-Mi deludete, siete una donna così intelligente, dovete sapere che non esistono a questo mondo due persone uguali, tantomeno un'intera categoria...comunque credo che sia ora di andare- fece un inchino, quindi cercò di farmi il baciamano, ma Lolò si frappose tra di noi, così Albert fu costretto a mandarmi un bacio sulla punta delle dita –a presto-

L'osservai andarsene, la schiena dritta, il portamento elegante, il passo sicuro.

-Questi problemi me li sarei aspettati da Lotte- brontolò Lolò, scuotendo sconsolatamente la testa e facendomi sfuggire una risata.

-Ma i problemi peggiori arrivano sempre da chi sembra più innocuo- commentai, ridendo ancora di più.

Lolò sospirò. –L'amore rende ciechi...e spesso anche stupidi- e detto questo se ne andò, lasciandomi sola sul lago, stranamente felice.

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