XXII
Una notte Lotte si svegliò urlando. Non appena accorremmo da lei ci disse di aver sognato la vecchia ala del castello che bruciava e, incredibilmente, aveva delle strane ustioni sul braccio destro.
-Vedevo solo il fuoco, oh, le fiamme...il fumo, mi mancava il respiro- mi sussurrò, tremando tra le mie braccia, mentre stavamo rannicchiate nel suo letto.
Dory, pallidissima, i capelli disordinati, gli occhi arrossati, ci fissava senza dire nulla, stretta nella sua leggera camicia da notte di seta.
-Bruciava tutto-
-Era solo un incubo- la rassicurai.
-No, era reale- insisteva Lotte.
Lolò entrò nella stanza con delle bende per le ustioni. Tremava e pareva incredibilmente agitata. –Non è possibile che il castello sia bruciato- mormorava mentre medicava le ustioni.
La verità era che nessuna di noi riusciva a spiegarsi come avesse potuto bruciarsi nel suo letto.
-Non credo che sia il caso di chiamare il castello a quest'ora- mormorò mia zia dopo un lungo silenzio. La sua voce era strana, lo sguardo vacuo.
-Ci renderebbe più tranquille- sussurrò Lolò.
-Sono le tre di notte, è molto tardi- disse Dory –lo faremo domattina per prima cosa...e poi se fosse successa una cosa così grave non pensate che ci avrebbero chiamate?- ma la sua voce non era così sicura...la verità era che tutte noi eravamo certe che l'incubo di Lotte fosse qualcosa di più di un semplice sogno.
Quella notte io restai con Lotte e unimmo i letti. Fu un sonno agitato e più volte vidi che Lolò e Dory venivano a dare un'occhiata dentro la stanza, come a controllare che le cose andassero bene. Mi addormentai veramente solo quando ormai era l'alba.
Quando mi svegliai erano circa le dieci di mattina. Lotte dormiva al mio fianco. Sbattei le palpebre e mi misi seduta nel letto. Fuori si sentivano delle voci. Lentamente scesi dal letto e, scalza, mi avvicinai alla porta. Riconobbi subito la voce di Dory.
-Orribile, orribile- sembrava che stesse piangendo.
-Chi lo dirà alle ragazze?- chiese Lolò, la voce tremante.
-Cosa?- domandai, uscendo dal mio nascondiglio.
Le due donne mi fissarono alcuni minuti senza parlare, poi Dory mi venne incontro. –Devi essere forte, Viola, le difficoltà della vita sono innumerevoli-
-Si tratta del castello?-
Lei annuì.
-Stanno tutti bene?- chiesi, il cuore in gola, consapevole del fatto che ci fosse qualcosa che non andava.
-I tuoi genitori stanno bene non temere- intervenne Lolò, pallidissima, appoggiata al muro come se non riuscisse a stare in piedi da sola.
-Il castello...è messo tanto male?- domandai.
-No, non si tratta di questo- mormorò Dory, la voce rotta dalle lacrime...e poi parlò –solo la vecchia ala-
E io capii, fui percossa come da una scossa. –No...lei non può...-
-Mi dispiace, piccola, è sparita...probabilmente è morta- e Dory mi abbracciò con forza.
La Sposa era sparita...probabilmente morta. Non riuscivo a comprendere, mi sembrava una cosa così incredibile, così impossibile, all'improvviso mi assalì la nausea. Non potevo credere che se ne fosse andata, che ci avesse lasciate sole al mondo...doveva essere uno sbaglio, doveva essersi salvata in qualche modo.
-Tesoro, stai bene?- mi chiese dolcemente Dory, accarezzandomi i capelli.
Aprii la bocca per rispondere ma non ne uscì nulla. La verità era che non riuscivo proprio a crederci, non poteva essere vero.
Fui io stessa a dare la notizia a Lotte un paio di ore dopo quando si svegliò. Mi sedetti al suo fianco, le accarezzai i capelli e lei comprese che il suo incubo era realtà.
-Chi è?- mi chiese solo.
-La Sposa- mormorai.
Lotte non disse nulla, restò a fissare il vuoto per qualche secondo, lo sguardo assente come se stesse pensando a qualcosa di lontano. Alla fine parlò. –Credi che ora sarà felice?- mi domandò solamente, senza guardarmi.
-Lo spero-
-Secondo me ora è felice...si è andata a unire agli altri-
-Agli altri chi?-
-Gli altri spettri, si è unita a loro, ora sarà felice-
Quelle parole mi lasciarono una strana sensazione, quasi un amaro in bocca. Soprappensiero, quasi senza rendermene realmente conto, le mie mani corsero a sfiorare il sacchetto viola, lo accarezzai, lo tenni tra le mani, lo cullai quasi.
-Non voglio più restare qui- disse Lotte –voglio tornare a casa-
Annuii.
Fu in quel modo così lugubre che finì il nostro giro d'Europa, cosicché non vedemmo mai Londra come ci aveva promesso Dory. Partimmo per casa quella sera stessa.
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