XVII
Visitammo Vienna. Oh, com'era bella! Com'era illuminata la notte, proprio come un diamante! Quante persone eleganti percorrevano le strade, quanti negozi pieni di begli abiti, di cose che non avevo mai visto in vita mia! Dory ci presentò anche un caro amico del marito, un certo Sigmund Freud, medico e scrittore, ci disse mia zia, inventore di una nuova disciplina scientifica: la psicoanalisi. Solo anni dopo avrei scoperto la portata di quell'incontro, all'epoca lo considerammo solo un uomo non più giovane che parlava di cose che non riuscivamo a comprendere chiaramente. In particolare Lotte adorava prenderlo in giro.
-Hai sentito come parla? Sembra che sappia tutto lui- e rideva come una pazza.
Non restammo a Vienna molto, non era una città che Dory, per qualche oscuro motivo, amava. Lolò ci disse che Vienna era stato l'ultima città che mia zia aveva visitato insieme al marito.
-Pare che si sia ammalato proprio qua- ci raccontò, con tono cospiratorio –ma che volle lo stesso tornare a Parigi nonostante il medico gli avesse sconsigliato di muoversi...il principe non credeva alla medicina e nonostante l'età si sentiva ancora un giovanotto-
-Di che cosa è morto?- chiese Lotte, con una curiosità morbosa.
-Non lo so di preciso...dicono che sia stato qualcosa di veloce...ci sono delle voci- si guardò intorno, come se temesse che in una sala da pranzo vuota ci potesse essere qualcuno intento ad ascoltarci –dicono che lei lo abbia avvelenato-
-Dory?- chiese Lotte sorpresa.
-Lolò!- la richiamai –Ma come puoi dire una cosa simile?-
-Non lo dico io...sono cose che si dicono in giro...non ho detto che ci credo- si difese subito Lolò.
-Dory non potrebbe mai aver avvelenato il marito, di questo sono sicura- lanciai uno sguardo a Lotte, ma lei si strinse solo nelle spalle. Sospettava di Dory? Credeva davvero che quella donna sempre sorridente ed educata potesse aver avvelenato il marito? Che fosse un'assassina a sangue freddo?
-In giro si dice anche che il principe non fosse il brav'uomo di cui tutti parlano- continuò Lolò.
-Basta- dissi, la voce ferma –non voglio più sentire una parola su questa storia-
Fu così che finalmente zittii Lolò, la quale non raccontò mai più quella storia, non in mia presenza perlomeno, perché sospetto che lei e Lotte ne parlassero ancora in privato. Sinceramente non volevo avere nulla a che fare con quelle dicerie che erano sicuramente false.
Fu proprio durante un giorno passato a Vienna che interrogammo Dory sulla maledizione di famiglia. Era palese che mia zia non ne volesse parlare, nessuno voleva mai trattare quell'argomento così delicato.
-Ti prego- mormorai.
-Siamo proprio curiose- intervenne Lotte.
E insistemmo così tanto che alla fine Dory parlò. –Si tratta solo di una leggenda, ecco, ovviamente non è vera- ma qualcosa nel suo sguardo pareva dire il contrario –molto tempo fa un uomo s'innamorò di una nostra antenata, l'uomo era veramente invaghito di lei, ma era molto povero e la ragazza non poteva concedersi a un uomo simile, ne sarebbe andato del suo onore, così dopo un iniziale avvicinamento lo respinse...lui non ne fu felice e la rapì, la poveretta passò con lui tre giorni, deve esserle sembrato un vero incubo...alla fine riuscì a fuggire, ma lui l'aveva completamente sfigurata e poi continuava a parlare di una maledizione che lui le aveva lanciato: nessuna donna della famiglia sarebbe mai stata felice, la sfortuna l'avrebbe perseguitata e se mai avessero incontrato l'amore lo avrebbero perso, tutto ciò sarebbe durato per cinquecento anni,- chiuse un attimo gli occhi, come se le costasse fatica parlare di quella storia –non trovarono mai più l'aggressore. Nove mesi dopo nacque il frutto di quella violenza, una bambina...la sua vita fu molto infelice...da lì iniziò la maledizione- sospirò.
Era una storia tristissima. –Credi che sia vero?- mormorai.
-Oh no, tesoro, non è assolutamente vero...però...bisogna stare attenti, ecco tutto, a volte le cose sono un po' strane, tutto qua-
Ero certa invece che Dory credesse alla maledizione, anche se cercava di non darci troppo peso, di non diventare sua schiava.
-Spero davvero che non sia vero- fu ciò che disse Lotte, stranamente pallida -cinquecento anni- sussurrò poi -sai in che anno è iniziata?-
Mia zia scosse la testa. -Certamente è una storia molto vecchia...per quanto ne so potrebbe essere già terminata...se è veramente esistita-
Dory non volle più parlare della maledizione di famiglia. Penso che in verità l'argomento la rendesse molto nervosa e che non le piacesse neppure citarlo, in fondo lei era stata un po' una vittima di quell'oscura maledizione e doveva soffrirne ancora molto, anche se sono sempre stata convinta che non abbia mai amato il principe, beh, comunque ero certa che gli fosse profondamente affezionata e che la sua morte le avesse arrecato molto dolore.
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